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venerdì 27 luglio 2012

Chiudo per ferie... forse!

Quest'oggi niente ricetta. 
Perchè?
Io ed il Martirio abbiamo bisogno di ferie. 
Non è un'affermazione fatta alla leggera quando dico che è una vita che non facciamo ferie intese come: FERIE... fuga dalla città con Arc appresso... senza orologio, impegni fissi: vacanza insomma.
Due anni fa traslocammo. Il 31 Luglio, con un caldo terribile, un traslocatore che avremmo dovuto chiamare *guastatore* (Euro 2.400,00 di danni pagati dall'assicurazione senza dire *cip* per tutto ciò che ci hanno distrutto!) dopo due mesi accampati dai suoceri. Dopo avere inventariato i danni, messo in ordine, sedato la sottoscritta che voleva crocifiggere il responsabile con i cocci della teiera di nonna (un Limoges... si è salvata la zuccheriera), abbiamo speso cinque giorni nella casa di campagna.
L'anno scorso, con le valigie pronte, sono stata operata e le vacanze...puuuuf ... sfumate.
Ora, direte voi, avremo programmato delle vacanze super?!
Ni.
Nel senso che le vacanze le faremo, su questo non ci piove, è sulla parola *programma* che io ed il Martirio non ci intendiamo.
Io sono una di quelle che ama programmare *il giro*, non vorrei perdere nulla di interessante del viaggio, dei dintrorni. 
Mi piace cercare itinerari che possano  interessare sia Arc sia il Martirio, non solo musei, anche ristoranti, curiosità etc. 
Voglio sapere dove andrò per avere un'idea di cosa portarmi come guardaroba, dove leggero, dove pesante, dove *cittadino* oppure solo parei... 
Lui invece: MARE. 
foto web
E' l'unico dato (trascurabile) che sono riuscita ad estorcergli.
Non che non abbia provato a localizzare una meta. 
Abbiamo ipotizzato in quest'ordine:
1 - Francia: La Londe poi magari una puntata (piccola neh!) in Provenza. Bocciata (secondo me ha *intuito* che volevo far acquisti provenzali oppure è il dover acquistare per forza l'etilometro per non incorrere in sanzioni da parte della polizia stradale Francese che lo disturba).
2 - Grottammare o Senigallia nelle Marche (ho un vecchio amico da andare a trovare da anni...) Bocciata (non per colpa del vecchio amico...sicuramente!)
3 - Marina di Bibbona. Al bimbo era piaciuta tanto... il campeggio lo conosciamo, è bello: bocciato.
4 - Lignano Sabbiadoro, per i bambini sono organizzati bene, i campeggi sono all'ombra... poi magari facciamo un *salto* sulle Dolomiti... (ndr. così parlò il Martirio) Bocciato.. non ricordo nemmeno perchè.
Ora non abbiamo più una località come meta.... solo un sostantivo: MARE.
Il fatto poi che l'Italia sia circondata dal Mare, non mi pare d'aiuto, in queste circostanze, ma comincio ad essere stanca e forse è il neurone che non associa bene.
La connessione: ci portiamo il PC!
Lo ha sentito!
Chi? LUI il PC! Da 3 giorni si accende solo dopo la decima o undicesima volta.
Devi continuare a salvare se non vuoi *fumarti* quanto hai scritto sino ad ora.
*Tanto non ci serve!* ... il Martirio continua voler parlare a vanvera.
Io volevo far ordine nelle ricette, cominciare a far un programma di quanto pubblicare, correggere e continuare una serie di racconti che avevo iniziato...
Mi vedo male.
Ho fatto scorta di libri (E-Book e non) per cercare di riposare la mente mentre cerco di fuggire il solleone (ci sarà pur un motivo, forse perchè sono nata a fine Novembre e nel freddo e nella nebbia mi oriento benissimo!) portando a casa un incarnato pallido che tende vagamente al beige. 
Pensatemi, tra una marea di chiappe abbronzate, tra effluvi di creme per accelerare l'abbronzatura, doposoli, emollienti e quant'altro. 
Invidiatemi mentre mi immergo in un'acqua che non è mai abbastanza calda per me o mentre mi distendo tipo balena spiaggiata cercando di dare nell'occhio il meno possibile.
Immaginatemi mentre cerco di preparare qualcosa di commestibile con a disposizione solo due fuochi (piccoli) un frigorifero della Barbie (che non raffredda poi nemmeno troppo) e un tavolo dei puffi.
Sarò in esilio forzato dalle mie pignatte ma sarò con i miei due amori.
Rincorrendo il piccolo con la crema contro le scottature, l'asciugamano asciutto dopo il bagno, il bagno *solo quando avrai digerito* la merenda dopo il bagno. Spronando il *grande* perchè si faccia anche qualche passeggiata nei dintorni o si vada a scoprire anche qualche *bene culturale* perchè la Cultura è un Bene! 
Insomma... VIVA LE VACANZE....dicono.... ci vediamo a fine Agosto...forse!








giovedì 26 luglio 2012

Se mia nonna avesse avuto la gelatiera....ovvero il secondo gelato per MTC.





Il primo gusto di gelato proposto per la sfida dell'MTChallenge è stato un azzardo. 
Non avendo grandi capacità di inventiva ho giocato *pesante* (anche se l'ho usata ... *leggera*) e l'ho buttata sul ridere... e meno male che ho postato come seconda, altrimenti avrei gettato la spugna!


Devo dire che le ricette che Mapi ci ha proposto sono veramente speciali, riuscite anche a me che non sono una gelataia provetta e che mi sono sempre limitata alle ricette da manuale d'istruzione, quelle a prova di dummies...


La crema mi aveva sempre spaventato un po': troppo lunga; troppo complicata.


Mi sono ricreduta. Solo che adesso il problema è smettere! Il Martirio si è scoperto un estimatore del gelato.... quanto a me: inutile l'appello accorato della mia bilancia, la mattina, faccio veloci incursioni al freezer dove ho stivato le porzioni o le vaschette.


Il piccolo, invece, non ha ancora avuto il piacere ma, se non si sbriga a tornare, dovrò rifare gli esperimenti e... non oso pensare cosa avverrà allora del mio girovita.
Pur apprezzando il gelato cioccolatoso *da sballo*, il Martirio ha espresso il desiderio di provare un'alternativa. Come deluderlo?! 
Solo che, dopo avere visto tutto ciò che hanno inventato gli altri sfidanti, era deciso: lo faccio di nascosto, magari quando tornerò dalle vacanze... 


Da qui, per associazione di idee mi sono tornate alla mente le pesche di mia nonna Maria, quelle della ricetta precedente con tutti i ricordi che mi tornano alla memoria ogni volta che le assaggio. A questo punto: chi mi teneva più?


Avevo già provato a fare il gelato con gli amaretti ma ... senza crema inglese.
Riprovo ora e... ci farcisco le pesche ... come quelle di nonna Maria ed è amore al primo cucchiaino. Mia nonna era golosa come me ma non aveva la gelatiera.
Se l'avesse avuta? Avrebbe sicuramente rifatto le sue pesche così!!!






Quindi ho pensato di proporre anche questo gusto un po' vintage ma, tant'è... sono vintage io pure!


GELATO DI AMARETTO NELLE PESCHE DI NONNA MARIA



Per il gelato agli amaretti 
resa 800 ml (partendo dalla ricetta pubblicata da Mapi)
300 ml latte

300 g zucchero semolato250 ml panna fresca45-50 g tuorli (da 3 uova grandi)1 baccello di vaniglia80 gr. di amaretti sbriciolati grossolanamente











Tagliare a metà il baccello di vaniglia e metterlo in un pentolino insieme al latte e a metà dello zucchero. Mescolare per sciogliere lo zucchero, poi mettere sul fuoco e portare fin quasi a ebollizione. Togliere la pentola dal fuoco, coprire e lasciare in infusione per almeno 15 minuti per estrarre tutto l’aroma della vaniglia.Nel frattempo montare i tuorli con il restante zucchero finché il composto “scrive”.Riportare il latte quasi a bollore e versarlo a filo sulle uova montate mescolando continuamente con una frusta. Versare in un polsonetto protetto da frangifiamma e fare addensare la crema inglese fino a quando non velerà il dorso di un cucchiaio e avrà raggiunto la temperatura di 85 °C. Non superare questa temperatura o lo stadio della velatura del cucchiaio, altrimenti la crema si coagula e impazzisce. Toglierla immediatamente dal fuoco e immergere la base della pentola in una ciotola contenente acqua e ghiaccio mescolando continuamente, altrimenti si raffredda solo quella a contatto coi bordi del recipiente, mentre il resto rimane caldo. Se l’acqua si intiepidisce sostituirla con altra acqua fredda e ghiaccio per abbatterne rapidamente la temperatura. Quando la crema sarà fredda trasferirla in un barattolo a chiusura ermetica (lasciandoci ancora dentro il baccello di vaniglia) e far riposare in frigo almeno un’ora, anche tutta la notte (io sino alla sera dopo): il composto deve essere freddo di frigorifero prima di passare alle fasi successive della lavorazione. Estrarre il baccello di vaniglia e aiutandosi con la lama liscia di un coltello raschiare tutti i semini e mescolarli alla crema; unire la panna liquida al composto e amalgamarla benissimo.
A questo punto versare nella gelatiera e avviare per 20 minuti circa. Quando il composto comincerà a solidificare (a metà della lavorazione, dopo 10 minuti circa), versare gli amaretti sbriciolati grossolanamente e terminare la lavorazione in gelatiera.



Se il gelato non deve essere servito immediatamente, trasferirlo subito in un contenitore in polipropilene riempiendolo fino a 6 mm dal bordo, poi coprirlo con un rettangolo di carta forno che deve aderire perfettamente alla sua superficie. Tappare, etichettare e mettere in freezer: così facendo limiteremo la presenza di aria umida nella vaschetta del nostro gelato e impediremo la formazione di fastidiosi cristalli di condensa sulla sua superficie. Fare indurire il gelato dai 30 ai 60 minuti e trasferirlo in frigorifero per 20-30 minuti prima di servirlo, perché sia morbido al punto giusto.

Per le pesche da usare come contenitore per il gelato:(Dose per 4 persone)
2 belle pesche bianche sode

1 noce di burro
1/2 bicchierino di Amaretto di Saronno
1/2 bicchierino di acqua.
qualche mandorla pelata per guarnire e degli amaretti.









Lavare bene le pesche e tagliarle a metà togliendone il nocciolo.
Scavare un po le cavità per contenere più gelato.
Metterle in una padella con il liquore, l'acqua e la noce di burro.
Cuocere lentamente a fuoco bassissimo (se possibile con il frangifiamma) coprendo con un coperchio.
Togliere le pesche quando saranno morbide ma non sfatte (15 minuti circa).


Servire le pesche nel loro sughetto con l'incavo riempito di gelato all'amaretto e guarnire con mandorle e amaretti.


Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di Luglio.... ancora.... perchè sarà pure un gusto molto comune ma... è proprio buono!!!

martedì 24 luglio 2012

Buon compleanno!





Ti ho cercato a lungo, 
sui prati verdi delle mie speranze. 
Ti ho cercato nei nascondigli della montagna,
tra le rocce che feriscono
come le delusioni.
Ti ho cercato tra i rami degli alberi
nei nidi gonfi di cinquettii e di piume nuove.
Ti ho cercato sulle nuvole,
che disegnano sagome da appendere alle culle.
Ti ho cercato dietro i vetri di una finestra chiusa,
mentre guardavo gli altri bimbi tornare da scuola.
Ti ho cercato nelle onde che promettono e poi si negano,
nella sabbia che brucia come l'attesa.
Ti ho cercato e parlato mentre percorrevo tanti corridoi
con la speranza disegnata nel cuore
ed il cuore in tasca.
Ti ho parlato, chiamato, implorato
mentre ancora non mi arrendevo.
Ho gridato a bocca chiusa le mille preghiere
che non conoscevo,
e più in alto mi hanno ascoltata.
Una mano Grande ti ha accompagnato,
ha guidato altre mani,
altre menti.
Poi un soffio è diventato respiro.
Un tocco d'ali è stato una manina.
Un miracolo è diventato un pianto,
e ci siamo guardati per la prima volta
... dal fondo dell'anima, 
e da quel momento sei stato tutta la mia vita.
Auguri amore mio... buon compleanno!
Mamma

mercoledì 18 luglio 2012

UNA RICETTA DEL CUORE... PER NON FINIRE MAI LE VACANZE!!


Questa ricetta la tenevo da conto, coccolandomela per benino, per quella che sarà la fine delle vacanze estive.
Non so per voi, ma per me l'ultimo giorno di vacanza è quasi un giorno da dimenticare.
Il solo pensiero di dover rifare le valigie, rimettersi in viaggio, beh mi fa stare male. Questo da sempre, da quando ero bambina. L'ultimo giorno di vacanza lo trascorrevo con il muso lungo.
A rendermelo più dolce, invece, ci ha sempre pensato mia nonna Maria.
La nonna delle tagliatelle, per intenderci, quella che mi ha passato il testimone della passione per la cucina.

Da che mi ricordo, tutte le estati, al rientro dalle vacanze, si andava a trovare la nonna, ancora con il bagagliario della Lancia Fulvia pieno di borse e borsoni e con la pelle calda di sole e di colore.
Dieci minuti, solo dieci minuti ma i più dolci e felici di quella giornata.
Rivedere i nonni per noi era sempre un piacere ma, a farci felici cerano loro... le peshe ripiene, che la nonna preparava la mattina.
Era il suo benvenuto, il suo abbraccio dolce, il sapore della fine dell'estate.

Se chiudo gli occhi, anche ora, vedo le sue pirofile rivestite di ceramica, verdi all'esterno e bianche all'interno, dove metteva a cuocere piano piano le meravigliose pesche bianche.

Ce le dava ancora tiepide, coperte dal loro coperchio che puntualmente si spostava e il sugo dolce e aspro delle pesche scivolava un po' dal bordo, e noi lì, a leccarci le dita.



Non si cenava mai, la sera del rientro dalle vacanze, non almeno nel modo tradizionale. Una tazza di latte fresco e le pesche tiepide.
Anche il papà, che era un gran mangione, sacrificava la *santa pastasciutta* sull'altare di queste dolci coccole.

La nonna le ha preparate fino alla sua ultima estate, anche se oramai la mente si perdeva nei ricordi e faticava a correre dietro al presente. Da allora le faccio io , puntuale, ogni fine estate. Ho fatto fatica a ricostruire la ricetta perchè le dosi le ho nella mente, nelle dita, nell'abitudine che mi è entrata nel sangue ed i pesi e le misure mi si sono rivelati.


Vi invito a provarla, questa coccola.
Fatela, per la fine dell'estate, quando, una volta riposti gli asciugamani, i costumi, le palette ed i secchielli... si aspetta l'inizio della scuola.
Fatela, per la domenica, per una merenda diversa.
Fatela, prima che riprenda il solito ritmo frenetico, nevrastenico, con il tempo che si mette al freschino.
Fatela perchè vi è piaciuta.
Il sorriso di Nonna Maria si disegnerà anche sul vostro viso. Garantito!

PESCHE RIPIENE DI NONNA MARIA
Ingredienti per 4 porzioni (a noi bastano a 2 persone ma.... fate vobis!)




2 pesche bianche non troppo mature
1 uovo intero
1 bicchierino di Amaretto di Saronno
50 gr. di amaretti sbriciolati
1 cucchiaio di miele
una manciata di mandorle pelate.
2 nocine di burro.

Lavare bene le pesche. Tagliarle a metà togliendo il nocciolo. Scavare un poco la polpa per allargare il *contenitore*.
Tritare grossolanamente gli amaretti. Unire l'uovo, il miele e metà liquore.
Mettere all'interno di una padella, le mezze pesche con il lato tagliato in alto.
Riempire con il composto di amaretti, aggiungere 2 mandorle per decorazione.
Distribuire sul ripieno dei fiocchetti di burro.

Nella padella versare il restante liquore allungato con pari quantità di acqua.
Distribuire il restante burro nel fondo della padella e far cuocere a fuoco bassissimo (BASSISSIMO!! Possibilmente con il frangifiamma) coperte.
Le pesche saranno cotte quando si saranno ammorbidite e il composto un poco solidificato.
Servire fredde o tiepide (MOLTO MEGLIO TIEPIDE.... ma è una questione di gusto) con un poco del sugo che lasciano nel fondo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Cucchiaio e Pentolone - La frutta la metto nel dolce.

e al Contest *Dolci al cucchiaio*  di B PER BISCOTTO


lunedì 16 luglio 2012

INSALATA DEL CAMPERISTA.



Non sempre si ha la possibilità di avere a disposizione una  cucina attrezzata per organizzare il pranzo o la cena alla famiglia, e questo mi capita soprattutto d'estate.
Le mie vacanze sono da anni trascorse in campeggio, con un camper ormai vetusto ma sempre *on the road*. 




Io non sarei nata camperista ma, anni di convivenza con il Martirio, mi hanno temprata e, oramai, credo mi manchi poco per il titolo di *kamperista ad honorem!*. 
Grazie al nostro mezzo, abbiamo avuto la possibilità di girare quasi tutti i paesi europei e, debbo dire che di cose interessanti ne abbiamo viste parecchie.
Dai campeggi bellissimi ed attrezzatissimi del Nord Europa, ad esempio in Danimarca, ai campeggi più spartani in Croazia, dove il mare limpido era l'unica consolazione e dove la doccia si faceva fuori dal camper con l'acqua scaldata al sole visto che i bagni erano impraticabili.
In questo periodo abbiamo *parcheggiato* il mezzo , inclusi suoceri e pargoletto, in quel di Pinzolo in Trentino.




Un campeggio sul fiume, ordinato, ben tenuto ed immerso in un polmone verdissimo, ospita i tre vacanzieri.
Io ed il martirio ci sciroppiamo i chilometri che ci separano dal nostro cucciolo, durante i fine settimana, con un sentore di anticipo di vacanze e una voglia di fermarci e non tornare nella torrida Milano.
Per giunta il fatto di non aver il contatto quotidiano con il pargoletto, ci spinge ad approfittarne per fare passeggiate in bici, sfide a calcetto, a ping pong. 
Arc poi ha trovato come fare amicizia con un paio di ragazzine Inglesi che sono attendate con un gruppo di studenti di NewCastle, nello spiazzo in fondo. Il ragazzo ha occhio, ha *puntato* le due più peperine del gruppo e, nonostante siano delle diciassettenni.... le ha conquistate con la simpatia.
Ieri sera si sono salutati con baci, abbracci, fotografie, e la promessa di tornare il prossimo anno.


Come dicevo, non è poi così facile cucinare in campeggio. I fuochi sono solo due e non sono nemmeno molto potenti. Lo spazio è ristretto e quindi non si parla di fritti o piatti particolarmente *aromatici*.  
Se ci aggiungiamo una buona dose di *voglia zero* di mettersi in cucina, abbiamo fatto bingo!


Quindi si viaggia di paste veloci, qualche rosticceria e.... tante insalate.


Questa è una insalata che ha riscosso un discreto successo e che ci fa fare un pieno di vitamine necessarie per le sgambate sulle bici.


INSALATA SVELTA CON LE PESCHE.
dosi per 4 persone 






1 cespo piccolo di lattuga romana
1 cespo piccolo di insalata di Chioggia
1 pomodoro cuore di bue
1 cipollotto rosso fresco
1 cucchiaio di capperi (a me piacciono quelli piccolissimi e sotto sale)
2 pesche noci piccole ma sode.
Aceto balsamico
Olio EVO


Tagliare a striscioline i due cespi di insalata. Lavarla molto bene sotto l'acqua corrente, sgocciolarla e metterla in una grossa ciotola.
Tagliare a fette il pomodoro maturo.Affettare sottilmente il cipollotto. Affettare sottilmente le pesche noci. Aggiungere tutto all'insalata.
In una ciotolina mescolare 3 cucchiai di olio EVO, 1 cucchiaio di aceto balsamico e il cucchiaio di capperini (non dissalati, si eviterà di aggiungere sale all'insalata).
Condire con l'emulsione le verdure e le pesche. 


Servire subito per non far *cuocere* le verdure.


E' un ottimo accompagnamento per carni cotte alla brace.



venerdì 13 luglio 2012

IL GELATO DI BOB MARLEY … UNA SOLENNE FIGURA DI PALTA… E L’MT CHALLENGE DI LUGLIO.



Pensare che non volevo partecipare a questa tornata dell’MT Challenge! Non perché non mi piaccia il gelato, intendiamoci, ma perché non mi sono mai spinta oltre a quello al fiordilatte, con la ormai giurassica gelatiera regalatami per le mie nozze. Fiordilatte, melone, crema wiskey, caffè… sulla base del fiordilatte… mai oltre.
Già l’introduzione fatta da Alessandra di MenùTuristico mi aveva lasciata dubbiosa per la paura di non riuscire a ricordarmi le regole.
Poi leggo la ricetta proposta da Mapi e… mi sembra complicatissima con tutti gli schemi, le proporzioni, e compagnia cantando.
Quindi: passo… mi sa che passo, era stata la conclusione più ovvia.
Finalmente arriva il fine settimana, dove finalmente riesco a trovare qualche minuto per riposare leggere e… mi cade l’occhio sulla ricetta di Mapi… la rileggo e comincio a passare *al sodo* e quindi alla ricetta vera e propria senza quelle complicatissime tabelle sui grassi, gli zuccheri… che mi avevano spaventata.
Non è semplice ma, impegnandomi, potrei provare. Mi mancano però le idee sul tipo di gusto da realizzare. Su Facebook incomincia il carosello di *io ho due idee… io ne ho tre.. poi ho l’accompagnamento…io ne ho due* e lì mi areno. Fantasia evaporata! Fino a quanto Fabio di Assaggi di viaggio mi esce con una battuta…. su *sniff*… e io avevo cominciato a far l’inventario dei varii cioccolati, cacao ed affini…
Avere tra le mani questa tavoletta e la relativa *sua* busta di preparato per cioccolata… una folgorazione!

Se qualcuno si sta chiedendo chi è il mio pusher… beh, mi sa che resterà deluso. Gli *ingredienti* li comprai lo scorso dicembre in un negozio vicino a casa mia che tratta vini pregiati e prodotti molto *di nicchia* (adesso si dice così…).
Da una mia amica venni a sapere che vendevano questa cioccolata in dosi già preparate, e pensai di farne dono ai miei schizzatissimi colleghi. Solo che, quando ne chiesi dodici bustine, non ce ne erano a sufficienza.
Il padrone del negozio, gentilissimo, mi  propose di procurarmente per il fine settimana.
Ora, immaginatevi la scena: periodo pre-natalizio con la gente assiepata davanti alle vetrine; il negozio strapieno di gente che stava ordinando cassette di vini per amici e conoscenti; il proprietario mi vede entrare e, ad alta voce (è un po’ sordo), rivolto alla figlia  chiede:
·       Maria (non è uno scherzo…si chiama proprio così!), c’è la signora della cannabis! E’ già arrivata la consegna?

Un silenzio di gelo segue quelle parole. Tutte (nessuna esclusa) le teste presenti si voltano a fissarmi con un’espressione attonita. Io mantengo la calma, mi sbottono leggermente il cappotto e con lo sguardo più serio ed innocente che mi riesce di imitare, replico:

·       E’ per consumo personale….

Ovviamente la figlia fa una solenne lavata di testa al povero omino che credo si stia domandando ancora oggi che avesse fatto di male, ma la figura di *palta* resta… indelebile… nella mia memoria… e penso anche in quella di coloro che erano presenti nel negozio.

La ricetta è copiata paro paro qui dalla presentazione fatta da Mapi di La Apple Pie di Mary Pie r modificato con i miei *ingredienti* scritti in rosso

GELATO AL CIOCCOLATO AL LATTE ALLA CANNABIS...


Dalla ricetta pubblicata da Mapi...le mie modifiche in rosso

375 ml latte fresco intero
250 ml panna fresca
100 g di cioccolato fondente col 50% di cacao  Io cioccolata al latte alla cannabis…
80 g zucchero semolato
45-50 g tuorli (da 3 uova grandi)
3 cucchiai rasi di cacao amaro in polvere (cucchiai-misurini da 15 ml)
   io preparato per cioccolata alla cannabis.
1 cucchiaino raso di estratto naturale di vaniglia (cucchiaino-misurino da 5 ml)

Versare in una ciotola il preparato per cioccolata alla cannabis e metà dello zucchero e mescolare bene per togliere i grumi. Unirvi un pochino di latte prelevato dal totale. Scaldare sul fornello protetto da frangifiamma il resto del latte e portarlo quasi a bollore. Versarlo a filo sul composto di cacao mescolando vigorosamente con una frusta per impedire la formazione di grumi. Ritrasferire tutto nella pentola e portare a bollore a fuoco dolcissimo, mescolando continuamente per non far bruciare il cacao. Far bollire per 6 minuti. Togliere dal fuoco e aggiungere il cioccolato alla cannabis tritato, mescolando molto bene con una frusta perché si sciolga alla perfezione.
In un altro recipiente montare i tuorli con il rimanente zucchero finché il composto “scrive”. Versarvi a filo il composto al cioccolato sbattendo vigorosamente con un cucchiaio di legno e rimettere nella pentola. Portare la crema alla temperatura di 85 °C (il dorso di un cucchiaio immerso nella crema si velerà e passandoci sopra il dito vi rimarrà una traccia decisa fortunatamente per me ho potuto finalmente inaugurare il termometro!!!!) mescolando continuamente, poi togliere dal fuoco, aggiungere l’estratto di vaniglia (io ho usato quello preparato da me con le dosi consigliate da L. Evans ), mescolare e abbattere la temperatura immergendo la base della pentola in un contenitore con acqua fredda e ghiaccio (io acqua ghiacciata cambiata 3 volte), mescolando perché la crema si raffreddi uniformemente. Versarla in un barattolo a chiusura ermetica e riporla in frigo a raffreddare per un’ora, o per tutta la notte (io tutta la notte e pure la giornata successiva….).
Amalgamare a questo punto la panna, poi trasferire la miscela nella gelatiera (la mia quella giurassica…):  e farla addensare per 20 minuti, finché raggiunge la consistenza della panna montata.
A questo punto ci sono ben 3 modus operandi:

Primo, quello da bravi ragazzi:
Trasferirlo velocemente nelle vaschette in plastica basse e larghe riempiendole fino a 6 mm dal bordo, coprire con un rettangolo di carta forno fatto aderire alla superficie del gelato, tappare e riporre nella parte più fredda del freezer per almeno 2 ore. Prima di servirlo, passarlo in frigorifero per 20-25 minuti.

Secondo, quello da fulminati:
Trasferirlo all'interno di un cannolo gigante, ottenuto arrotolando una striscia alta 5 cm di pasta sfoglia (mi era avanzata un po' da un'altra preparazione e.. l'avevo surgelata...previdente!!) su di un'anima costruita con un foglio di alluminio. Spennellare la superficie con il bianco d'uovo rimasto dalla ricetta precedente e cospargere di zucchero. Infornare a 250gr ventilato per 10/15 minuti.... servire subito… pena crisi di astinenza!

Io, quello che ho utilizzato, non ve lo dico… J… ma, se ricordo bene, è piaciuto!


La cioccolata ed il preparato da me utilizzato per questa preparazione SONO PERFETTAMENTE LEGALI... prodotti da una nota ditta. NON danno effetti allucinogeni... le mie allucinazioni sono congenite! :-) Ovviamente NON l'ho fatto assaggiare a mio figlio!

E, visto che oramai sono in S-ballo…. concorro anche con questa ricetta all’MT Challenge di Luglio.






lunedì 9 luglio 2012

Torta di zucchine e ricotta contro la calura.



Trovare un po' di refrigerio, in queste giornate di afa milanese, è un impresa.
Pur con gli acquazzoni di questi giorni, dove le gocce evaporavano addirittura prima di toccare l'asfalto creando una fastidiosa sensazione di bagno turco... un po' di tregua verso sera, ma nemmeno poi tanta.
La gente, poi, con il caldo, diventa irascibile e le liti si sprecano, dal posto in autobus, alla fila in Posta o al supermercato.
Poi ci sono i vecchietti che, salendo su di un autobus affollato, dove l'aria condizionata evita, almeno per qualche istante, la guerra chimica tra effluvi di profumi *organici* o meno, pretendono che l'autista spenga la suddetta aria condizionata *perchè mi fa venire il torcicollo*!
Ora, concordo sul fatto che su alcuni nuovi mezzi l'impianto di condizionamento debba essere stato studiato dall'Inps per far *saving* sulle pensioni di coloro che fisicamente cedono.... ma, quando fai notare loro che aiuterebbe non poco i passeggeri evitare quantomento certi effluvi... ti guardano esterrefatti e affermano decisi che *loro* non sentono nulla....
Quindi corro, mi arrabatto, in un'aria fiacca e pesante sino a sera dove finisco per rintanarmi in casa, finestre bloccate, aria condizionata ... ed il golfino sulle spalle.
Non sembra vero avere finalmente refrigerio.
Il martirio brontola e mugugna che ha freddo (26 gradi!) e che è contro natura mettere il golf d'estate per dormire...
Ci credo: lui dormirebbe anche su un mucchio di ortiche, io invece no! 
Quindi faccio orecchie da mercante e con il mio bel golfino, mi aggiro fresca per casa e dalla mia ho pure Ariel la micia che, mentre d'inverno rincorre i percorsi dei pannelli nel pavimento, per essere al calduccio, in estate ha la capacità di mettersi ESATTAMENTE sotto il fiato fresco del condizionatore.
Poi posso accendere il forno :-), basta avere l'accortezza di non accendere tutto assieme, il mio contatore sembra reggere.
Quindi, mentre il Martirio brontola e scuote la testa, la sottoscritta si fa venire un'ispirazione per una torta salata, da mangiare fresca, la stessa che feci per le gite di Andrea le scorse settimane.... e, ci crederete, l'abbiamo finita tutta!

TORTA SALATA DI RICOTTA E ZUCCHINE
(Dosi per una tortiera da 30 cm.)




per la pasta al vino uso quella del Bimby, usata anche da Alessandra di MenùTuristico... (anche se io spesso la faccio ad occhio)
Per la pasta al vino.
300 g di farina
100 ml di olio EVO
90 ml di vino bianco secco io chardonnay
sale



Mettere la farina sul piano di lavoro unire il sale e, lentamente, i liquidi, incorporandoli prima con una forchetta e poi direttamente con le mani.
Appena è elastica farla riposare sotto una pentola per una mezz'oretta, prima di  foderare la tortiera.

Per il ripieno:
250 di ricotta freschissima
1 uovo intero e un tuorlo
3 zucchine grosse
3 cucchiai di parmigiano reggiano
1 scalogno
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai di olio EVO
Sale, pepe

Tagliare a fette sottilissime lo scalogno. Far scaldare i 3 cucchiai di olio EVO con lo scalogno e l’aglio senza farli dorare. Tagliare a cubetti le zucchine e farle rosolare a fuoco vivace con l’olio, lo scalogno, e l’aglio.
Far sgocciolare la ricotta dal suo siero. Setacciarla in una ciotola capace e unire l’uovo intero ed il tuorlo, il parmigiano. Unire le zucchine mescolando bene ed aggiustare di sale e pepe.

Rivestire la tortiera con un foglio di carta da forno bagnata e strizzata. Tirare 2/3 di pasta a sfoglia sottile e rivestire la tortiera lasciando sbordare la pasta. Riempire con il composto di ricotta e zucchine, coprire con la restante pasta tirata a sfoglia. Chiudere attentamente i bordi.

Per la cottura ci sono due metodi:
-      --In forno caldo a 180 gradi per 20 minuti e poi alzare a 200 avendo cura di non far scurire troppo la superficie.
-     -. In padella per 20 minuti, a fiamma moderata, coprendo con un coperchio. Tra coperchio e parte superiore della torta, inserire un foglio di carta da forno inumidito. Girare la torta e cuocere ancora per 15 minuti circa.








giovedì 5 luglio 2012

Involtini di vitello con zucchine marinate e nocciole... e la baita nel bosco





Non mi capita di mangiare fuori spesso, non a Milano, comunque. Mi capita quando, una volta raggiunta la casa in campagna, decidiamo di prendere *una pausa* anche dai fornelli.
Mia suocera cucina perchè deve farlo e non ama particolarmente star ai fornelli anche se, devo ammetterlo, i suoi risotti sono speciali. 
In ventisei anni che la conosco, non ne ha mai sbagliato uno e, avendola a pranzo o cena, mi guardo bene da cimentarmi in un risotto. 
Spesso trascorriamo assieme i fine settimana in campagna e, dovendo prendere una pausa *culinaria*, volentieri mette anche lei le famose *gambe sotto il tavolo*.
Capita che si vada a trovare posticini piccoli, in mezzo al bosco, che cucinano pietanze semplici ma gustose, di poche pretese e a prezzi avvicinabili.
Ce ne sono pochini, ma si riesce addirittura a scegliere se mangiare *piemontese* o una splendida carne alla brace.
Spesso ci capitano questi momenti di sabato sera, con gli amici della frazione, in uno dei pochi ristoranti aperti nelle immediate vicinanze.
In una di queste *fughe dai fornelli*, l'Agosto scorso, capitò di mangiare in una baita piccolina ad un chilometro dalla casetta gialla.
Dopo una strada tortuosa, lasciando la macchina alla fine della strada, in un piazzale sterrato, ci si addentra per un po' in una stradina che porta ai margini del bosco. Una casetta di pietra piccolina come quella dei nanetti di Biancaneve, fa capolino tra cespugli fioriti.  
Le pareti spesse e di sasso, tengono lontano la calura di un Ferragosto soffocante ed il silenzio del bosco è rotto solo dalle chiacchiere sommesse dei commensali e dal grido delle poiane che volteggiano nella calura estiva, sopra le fronde degli alberi.
Pochissimi coperti, cucina casalinga, quello che piace a noi. 
Unica pecca le porzioni un po' misere ma, la qualità, decisamente alta.
Nel menù fisso c'erano, tra le altre specialità piemontesi, anche questi involtini. Ci sono piaciuti così tanto, che provai a rifarli e... dopo un paio di tentativi non proprio soddisfacenti, mi riuscirono a puntino.
Questi involtini mi hanno suggerito una delle idee di scaloppine che ho presentato qui e che ho rifatto ancora perchè piaciute tantissimo anche ad Arc, che non ama la carne.
Quindi bando alle ciance ed ecco la ricetta degli

INVOLTINI CON ZUCCHINE E NOCCIOLE.



Ingredienti (per 3 persone di sano appetito):
3 fette di fesa di vitello tagliate sottili (circa 100 gr. cad.)
1 grossa zucchina soda
2 cucchiai di farina 
1 bicchiere di vino bianco (io Chardonnay)
70 gr. nocciole tostate 
30 gr. burro
timo fresco oppure rosmarino fresco.
sale
pepe
1 limone per marinare la zucchina.


Per prima cosa lavare bene, asciugare e affettare la zucchina molto sottilmente. Io uso il pelapatate così vengono sottilissime e non si rompono.
Mettere le fettine di zucchina in un piatto fondo e farle marinare con sale e succo di limone. Lasciarle marinare per almeno 30 minuti.

Nel frattempo battere le fettine (se non sottili), porre nel mezzo alcune fettine di zucchina marinate, salare, pepare, arrotolare la fettina fino a creare un involtino che fermeremo con dello spago bianco sottile.





Infarinare gli involtini e sigillarli bene in tutti i lati in padella con il burro.
Quando saranno ben scottati, versare il vino bianco, abbassare la fiamma, cuocere coperti per circa 15 minuti.

Scoprire, aggiungere le nocciole tritate grossolanamente e il timo (o il rosmarino) e far ritirare l'intingolo.





Servire con le fettine di zucchina marinate... magari togliendo il filo che li legava... non come ho fatto io che, per dar subito il pasto alle belve, l'ho dimenticato!


lunedì 2 luglio 2012

Sogliole sul limone ... il Lago Maggiore e.... evviva l'Estate.



Da quando mio figlio ha cominciato a frequentare le elementari, la fine della scuola mi fa fare sempre un *salto indietro* nei ricordi.
Sono passati tantissimi anni da quel giorno magico in cui gli impegni finivano e con la mamma si partiva per il Lago Maggiore dove tre mesi di vacanza non ce li toglieva nessuno.






Una ridda di immagini si materializzano dietro le mie ciglia.
Una casa in affitto a San Carlo d'Arona, con le finestre affacciate al lago, di fronte alla rocca di Angera...
Un albero centenario che ci riparava dal sole...
Un giardino pieno di segreti, angoli freschi, animali, giochi... amici.
Tre mesi da passare a sporcarsi con la terra, ad inseguirsi in bicicletta, a giocare a chi salta più alto dall'altalena in *volo*.
Le cadute e le ginocchia sbucciate. I pianti per le liti tra bimbi.
I fratelli che *rompevano* e noi sorelle ...pure!
La caccia alle lucertole per poi lasciarle scappare nel prato.
La caccia alle libellule ed alle farfalle, fate lievi che volavano come i nostri sogni.
Le api del *Sciur Pierino* che davano un miele dolce e denso, tenute lontane dagli affumicatoi per ritirare il loro prezioso nettare.
Le corse sotto i temporali estivi per sentirti bagnare l'anima... e le sculacciate della mamma che ti aveva urlato : non bagnarti che prendi un malanno!
I ghiaccioli della *Signora Carla* il bar appena fuori dal viale di casa.
Le sere chiaccherate fino a tardi sul cortile di pietra ancora caldo di sole, con l'odore degli zampironi per tener lontane le zanzare.
Le mamme che parlano sedute a cerchio, mentre sferruzzano golfini per noi nei caldi pomeriggi afosi.
Le bambine con i ferri da calza in mano, a far vestiti alle bambole, a giocare a far le mamme.
I maschi a correre come pazzi in bici, sulla ghiaia fine che circondava la casa *vecchia*, a frenar a due centimetri dalla *Sciura Eugenia*, novantenne di fibra forte che resistette anni a questi spaventi.






Poi i pranzi in cucina con la finestra aperta, con la carta moschicida appesa fuori, con il papà che arrivava il venerdì sera e ripartiva la domenica.

Ora guardo mio figlio crescere con l'assillo di *cosa fare quando chiude la scuola* driblando proposte di studio lingue, corsi di nuoto (da lui odiato), gruppi studio...
C'è l'Oratorio estivo, primo anno in assoluto, dove il primo giorno mi ha chiesto, mentre lo accompagnavo: ma non porto da scrivere?
All'uscita mi è corso incontro sporco e felice: Mamma ho giocato tutto il giorno!!!

Mi si è stretto il cuore... e mi sono pure sentita in colpa per tutte le ore di svago che delego ad altri, nell'intento di mantenere un posto di lavoro che ci consenta di vivere sereni in questi tempi bui.

Se i sogni si potessero avverare vorrei tornare con mio figlio a tutte le ore trascorse serena in campagna ... con la mia mamma e mio fratello... aspettando papà.

Per ora posso solo regalargli una ricetta che la mamma faceva per noi l'estate e che sa di *ferie* nella mia memoria.

SOGLIOLE SUL LIMONE :-)



Dosi per 3 persone:
9 filetti di sogliola medi
3 limoni non trattati
2/3 cucchiai di farina
2 cucchiai di burro (io chiarificato)
sale, pepe.
una manciata di prezzemolo fresco.

Scaldare in padella il burro chiarificato. Infarinare i filetti di sogliola, scuotere la farina in eccesso. Tagliare 2 limoni a fettine abbastanza sottili (4 mm ?) e adagiarle nella padella coprendo completamente il fondo.



Adagiare i filetti di sogliola sulle fette di limone.
Spremere il terzo limone e utilizzare il succo per bagnare i filetti.
Salare, pepare (se piace) e coprire con un coperchio. Abbassare la fiamma al minimo e far cuocere per 5/10 minuti coperti (10 minuti se i filetti sono grossi).
Scoprire la padella, alzare la fiamma e far terminare la cottura restringendo il sughetto.
Il limone sotto le sogliole prenderà un colore ambrato, quasi caramellato.
Servire con il limone a fette cospargendo di prezzemolo tritato fresco i filetti.
Per contorno si accompagna bene un'insalatina di finocchi, arance e olive taggiasche.