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mercoledì 28 novembre 2012

PER LA RUBRICA *L'ERBA DEL VICINO*: I CROCHE’ E ARANCINE SU LA LINGHERA***….

*** linghera = Case di ringhiera (tipiche della Milano vecchia).


E' una bella giornata oggi a Milano, il sole entra dalle finestre ed illumina la cucina. Non pare nemmeno fine Novembre.
Maria canticchia mentre prepara la tavola. Il pranzo per il suo Peppino è già pronto in un piatto ed è tenuto in caldo sulla stufa economica.
Ma all'odor di fritto non si resiste. Riempie la casa ed alla fine nausea un po'.
Maria apre la finestra, per far *girar l'aria* e .... il profumo di fritto viene anche da fuori!
Dalla finestra che si affaccia alla *linghera* si sporge Maria e ... toh la Sciura Concetta che abita la porta accanto.
*Donna Maria i miei rispetti!*
*Riverisco Sciura Concetta! Che profumino viene dalla sua finestra!*
*Le arancine Palemmitane feci... ne volesse favorire? Ma dalla sua finestra viene lo stesso sciauro... che pure lei le fece?*
* No ho fatto i crochè de ris che piacciono tanto al mio Peppino, ne vuol due da 'saggiare?*
Ecco che avviene lo scambio e la cucina lombarda di Maria e quella siciliana di Concetta tra piatti del servizio, quello buono.
Ma ecco Peppino che sale le scale, fischietta allegro perchè il profumo di fritto di solito o è cotoletta, oppure i crochè de ris... Alza gli occhi e si ferma: la sua Maria che scambia un piatto con la vicina?! E ridono le due sposine... ridono anche se faticano a capirsi. In quell'Italiano un po' stentato perchè tradotto dai due dialetti.

Sorride Peppino e finisce la sigaretta mentre guarda le due donne che si salutano.

L'indomani Donna Concetta bussa all'uscio di Maria. Ha in mano il piatto di Maria, quello del servizio buono, con le rose, e un sorriso radioso in viso.

*Donna Maria, al mio Salvo i suoi crocchè sono piaciuti assai. Me la scrivesse la ricetta su un pizzino!*

Maria fa fatica a capire ma intuisce che i Crochè sono piaciuti e quindi, prende un libricino dal tirett (cassetto) del *bufè* e lo porge a Concetta aprendolo ad un segno.



Concetta la guarda perplessa ed esclama:

*Scusasse, Donna Maria, ma che ci trase il Francise con i Crocchè?!*
*Macchè Frances... l'è Milanes di un tal Giuseppe Fontana, adesso ce lo traduco. Si sieda qui, sulla cadrèga (sedia), che ce lo detto io in Itagliano!*

Maria toglie un foglio a righe da un quaderno nuovo e lo porge con una matita a Concetta che comincia a scrivere sotto dettatura.
*Con acqua e latte o brodo, ma buono neh, alla buona,
si fa cuocer tanto come mezzo chilo di ris,
in risotto per un bel quarto d'ora
tirato e bello asciutto asciutto. Poi lo si lavora
e lo si condisce con il burro, un paio di cucchiai,
ed un mezz'etto di grana ben grattato,
una tritata di funghi, se ci sono,
o anche di prosciutto o avanzi di carne bianca,
va bene tutto neh, ma di cappone è meglio.
ma tutto insieme a tocchettini.
Poi via dal fuoco, dentro un rosso d'uovo e con la marisa
(isomma, con la spatola)
vuotarlo in un piatto unto o nella tortiera
alto un dito, bello liscio e spianato.



Quando sarà freddo, con lo stampo più adatto,
tagliarlo giù a mezzaluna o a tondello,
o farlo giù con un coltello a bastoncino.
Passarlo nel rosso d'uovo e nel pan grattato,
e pressarlo ben in giro, ben impanato,
farlo andare secco nell'olio bel bollente.
Metterlo caldo su un tovagliolo con la frangetta
e (se piace) servirlo con la salsa di tomates pomodori ma lunghètta.*

Ecco fatto la ricetta era ben scritta chiara che si faceva da sola.



*E lei, Sciura Concetta, la mi darebbe quella delle sue arancine?*

Concetta piega il foglio e si affretta a rispondere *Certamente, Donna Maria, ci scrivo su un pizzino quella della mia amica, Roberta *Pupaccena* di Palemmo!*.

Per la rubrica l’Erba del Vicino di MTC,  da Milano l'è asè... (da Milano è tutto)
Maria Nora 


Con questa ricetta partecipo al Contest Fritto all'Italiana del blog Mariella Cooking di Mariella!!!




lunedì 26 novembre 2012

LE ARANCINE E LA FEDE... SPORTIVA!


Vi ricordate che vi dissi che non friggo mai? 
Nonostante ciò ho già presentato ben due versioni delle  bellissime arancine di Roberta del blog Puppacena.
Ecco, mancava l'ultima versione, quella della fede....
Quale fede? La fede calcistica. ROSSO-NERA.
Si, perchè la mia famiglia è tutta rossonera, nelle nostre vene anche il sangue è bicolore.
Rossonera al punto di acquistar la prima maglietta di Arc quando ancora era in culla e gli faceva da camicia da notte.



Quella maglia l'abbiamo ancora, nella sua stanza, da incorniciare.
Rossonera anche se negli ultimi tempi la squadra non è che brilli... anzi è molto offuscata.... (anche se la Juve l'abbiam battuta...)

Rossonera io da quando Rivera era il Capitano e ci morivo dietro, tanto da costringere mio padre, che aveva lo stesso parrucchiere di Rivera Padre, a chieder una foto con dedica per me. Foto che ho ancora in qualche cassetto, tra le lettere del primo filarino ed il diario chiuso con il lucchetto.

Rossonero anche il Martirio che, pur di farsi fare l'autografo dal Gianni di cui sopra.... gli porse una pagina bianca del quaderno di Mate... peccato che dietro c'era un bel 3 di quelli che ai nostri tempi i professori distribuivano come caramelle. Fa nulla. Rivera è sempre Rivera.... ed il quaderno si è tenuto ad imperituro ricordo (non del 3.... per fortuna!)

Per arruffianarmi il Martirio... e far rabbrividire un altro marito... di una giudice per giunta (a me piace il gioco duro) ho prodotto le arancine/gli arancini (così accontentiamo tutta la Sicilia) in rosso nero. Quindi riso venere, ripieno con un bella peperonata di peperoni rossi ed olive taggiasche.
Per *legare* il riso venere? semplice, ho lessato del riso normale (così non si può dire che non sono a dieta) e l'acqua di cottura (ricca di amido) l'ho usata per cuocere il brodo per il riso venere.

Anche così il riso tendeva a separarsi ma debbo riconoscere che, a parte la prima che ho aperto e che è un po' svenuta, le altre due hanno retto bene.

Ingredienti:

per il riso:
250 gr. di riso venere
1 l. di brodo di verdure (carote/sedano/cipolla/aromi) cotto nell'acqua di bollitura di 100 gr. di riso *normale*
30 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.


Per la peperonata (ne avanzerà .... ma si fa mangiare anche da sola!)
2 peperoni rossi belli sodi
3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate
1 cucchiaio di capperi dissalati (quelli piccolini)
1 cipolla piccola tagliata finemente
2 cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro (oppure 4 di salsa buona, meglio se fatta in casa)
Olio EVO
sale, pepe.

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)400-500 ml d'acqua
la metà di farina
1 cucchaino di sale


Per la panatura (ne resterà molto anche qui) 350-400 g di pangrattato

Per la frittura  1l di olio di semi di arachidi (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)

Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi e l'acqua di bollitura del riso *bianco* ricca di amido.
Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.


Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.



Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Preparare la peperonata lavando bene i peperoni, tagliarli a pezzetti picccoli.
Mettere 2 cucchiai di olio EVO in una casseruola, aggiungere le cipolle, le olive, i capperi dissalati ed infine il concentrato (o la salsa) di pomodoro.
Coprire e far cuocere a fiamma bassa sino a che i peperoni cominceranno ad essere morbidi (non sagerate, altrimenti si scioglieranno).
Aggiustare di sale e pepe e ... togliere dal fuoco.

FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.

Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.

Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle.

Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.
Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.

E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.


Con questa ricetta parecipo all'MTC di Novembre.... e tre!




..... e FORZA MILAN!!!


domenica 25 novembre 2012

MI FRIGGO L'MTC!!!


Io non friggo.
Non spesso, per lo meno.
E non friggo il riso.
O meglio non ho mai fritto il riso.
Ho fritto le cotolètte (quelle con la E apèrta... da milanese) ma le ho fitte con burro meglio se chiarificato.
Friggo i fiori di zucca o i carciofi.. ma la stagione è bella e si possono tener aperte le finestre.
Ora ditemi che non è eroismo friggere gli arancini ... No, rifo: le arancine... insomma: quelle robe lì.
Ma le mangio, eccome se le mangio! Le mangio quando una mia amica le fa per una cena ad arancini/e... ma non diteglielo... vuole restare nell'ombra.
Le mangio e maledico chi ha inventato il colesterolo, gli esami clinici, le cose buone che fanno male.
Ma me ne frego.
E le mangio lo stesso.
Poi arriva l'MTC e mi coglie impreparata. Friggere d'inverno, dopo degli esami un po' fuori (quasi come me!) ed il Martirio che si e mi ha imposto la dieta.
Poi c'è stato il viaggio in Inghilterra dove speravo di trarre ispirazione ... ma di fritti ce n'erano abbastanza e ... ispirazione dagli Inglesi vorrebbe dire essere più che a corto di idee.
Insomma, a furia di tirare in lungo mi sono ridotta all'ultimo momento, con delle idee banali.
Arancine con spezzatino di piselli

La prima: lo spezzatino con i piselli di domenica...questo per la precisione... sminuzzato sino a farne una specie di ragout fatto cuocere lentamente, mentre si cerca di far ordine nelle idee..magari una panatura con un pizzico di paprika (che la curcuma ha un sapore strano ed il Martirio è già tanto mangi la paprika)...
Arancine con spezzatino con piselli


Poi avevo un'altra idea. Era fichissima, di moda perchè la cucina etnica è di moda... ma si doveva usare solo lo zafferano ed il curry non è ammesso per colorare il riso. Me lo ha detto una giudice, tarpando le ali alla mia fantasia.

Arancine ovali con curry di pesce.

Il riso?  Posso farlo come l'altro e metter un ripieno di pesce con il curry, magari una salsetta leggera ma saporita, con un aroma che da *dentro* la massa del riso entra *dentro* il nostro palato portando una scossa, o quasi.

Arancine ovali con curry di pesce
E l'ultima idea: per l'ultima idea dovrete aspettare domani XD!!

Anche perchè Alessandra, Daniela e Giorgia oramai mi conoscono.....e sanno che a me le cose impossibili piacciono da morire!!!
Con 500 gr. di riso ho prodotto ben 4 mega arancine con il pesce ed il curry e ben 5 biglie arancine di riso con lo spezzatino.

Per il riso 500 kg di riso originario
1,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.


Per il ripieno
300g di filetto di Persico (ne avanzerò tanto ma con un po' di riso pilaf è la morte sua!)
1 carota grossa grattugiata (nella lama grossa della mandolina)
1 cipolla piccola tritata fine
40/50 g. di porro a rondelle fini
1 dl di brod di verdura (o di pesce)
Olio EVO
Sale, Pepe
2 Cucchiai di curry (il mio non è troppo piccante... cosiglio aggiungetene uno poi assaggiate, se avesse poco sapore aggiungete pure il secondo)

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di pangrattato (per la panatura delle arancine allo spezzatino 1 cucchiaino scarso di paprika dolce)

Per la frittura
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)


Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Preparare il ragout di pesce al curry.
Versare in padella 2 cucchiai abbondanti di olio EVO, le carote grattugiate, la cipolla tritata e le rondelle di porro.
Stufare a fiamma bassa sino a che appassiranno.
Aggiungere il pesce, il curry, e qualche cucchiaio di brodo caldo.
Lasciar cuocere coperto fino a che il pesce comincerà a sfaldarsi.
Scoprire e far restringere il sughino, aggiustando di sale e di pepe.
Togliere dal fuoco e far raffreddare.

FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.

Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.

Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle.


Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte.
Se prevedete di fare anche quelle ovali, procedete con queste prima di passare al ripieno delle precedenti. In questo caso, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.

A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.
Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.

E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.

Con queste due versioni della bellissima ricetta di Roberta, la vincitrice dello scorso MTC, del Blog Puppacena.... partecipo all'MTC di Novembre... e che il
colesterolo sia con me!





venerdì 23 novembre 2012

Il Natale, gli auguri ed i finger-food.


Una pubblicità diceva che il Natale, quando arriva...arriva, ma qui non sono d'accordo. Da me il Natale, ufficialmente, è sempre arrivato il 30 Novembre quando, festeggiando un compleanno, si cominciava a prender accordi per quanto e cosa cucinare per il pranzo di Natale.
Pranzo perchè sono Milanese ed i Milanesi festeggiano il 25 Dicembre con un pranzo.
Poi ci sono i vari saluti per gli auguri con gli amici, i colleghi, i compagni di scuola... insomma tante di quelle occasioni per mangiare e.. cucinare.
Ed infine ci sono i contest, quelli delle nuove amiche foodblogger, che ti invitano a cercare nuove idee per allestire un buffet di Natale con quello che una volta si chiamava stuzzichino e che ora viene etichettato dai VIPs come finger food.
Queste micro-porzioni che danno modo di poter mangiare in piedi, senza la necessità di appoggiarsi ad un tavolo, con la parata delle posate attorno, ma ti lascia modo di chiacchierare e spostarti per il locale, quando sei ospite e di preparare tutto prima e goderti la festa, quando sei la padrona di casa.
Per il contest di Francy di Scorribande in cucina ho pensato di puntare sulla mia origine Milanese .... *polentona*... quindi? Polenta!!!! Di quella abbrustolita (sarebbe meglio sulla brace ma... non ho il camino a Milano :-( ) quindi va bene anche sulla bistecchiera, quella di ghisa.
E sopra la polenta? BORLOTTI!!! I fagioli che mi piacciono tanto e che sostituivano a volte la carne sulle tavole del dopoguerra.



Quindi ho cominciato col preparare una polenta piuttosto duretta ho aggiunto qualche cucchiaiata di parmigiano reggiano grattugiato e l'ho fatta raffreddare in un vassoio facendone uno strato alto un centimetro e mezzo o due. Tagliare con coppapasta piccolo (o un bicchierino) tanti tondini di polenta. Ungeteli di olio EVO e fateli dorare sulla bistecchiera. 



Per il topping.... ecco la mia ricetta dei

BORLOTTI CON PANCETTA E CURRY.


Ingredienti:

430 gr. fagioli borlotti (già sgusciati)
70 gr. di pancetta dolce in una sola fetta
1 scalogno medio
1 bicchiere di salsa di pomodoro
mezzo litro di brodo di verdura
3 cucchiai di olio EVO
1 cucchiaio di curry non troppo forte
1 foglia di alloro.

In una pentola fare soffriggere lo scalogno, tritato finemente, con la pancetta tagliata a cubettini piccini e l'olio EVO.
Aggiungere i fagioli e farli tostare leggermente.
Bagnarli con il brodo fin quasi a coprirli e diminuire la fiamma lasciandoli sobbollire con il coperchio per un quarto d'ora circa. Aggiungiamo la foglia di alloro e di nuovo brodo per continuare la cottura per altri 10 minuti scoperti.
Quando cominceranno ad intenerirsi, aggiungere il pomodoro ed il cucchiaio di curry.
Far restringere il sughetto ed aggiustare di sale e pepe.

A questo punto non resta che montare il fingher food usando come base il dischetto di polenta e versando una generosa cucchiaiata di fagioli borlotti al curry sopra. Un goccio d'olio EVO (buono!) completa il tutto.
Si possono tenere in caldo in un vassoio in forno (10 minuti a forno tiepido bastano e non li asciugano troppo) per servirli tiepidi.... andranno a ruba!

Con questa ricetta partecipo al contest Un Natale da leccarsi le dita per festeggiare il primo blogcompleanno di Scorribande in cucina di Francy.



Volendo parafrasare un'altra pubblicità natalizia.... buttatevi che è buonissimo!!!!!!! (e pure morbido!)


giovedì 22 novembre 2012

A spasso con un Latin Lover....


Alla mia età? Si, certo! Il fatto è che ho partorito un figliolo che, come avremmo detto ai miei tempi: ha carisma... ora si direbbe acchiappa.
Questo avviene regolarmente in ogni negozio, bancarella, sull'autobus...
Faccio un esempio: giorni addietro sono entrata in una profumeria (di quelle in Franchising, non una piccolina) e la commessa mi saluta gentile e mi chiede subito, guardandosi attorno: *Dov'è Andrea?*.
Anche il nome si ricordava!  Sono tornata due giorni dopo con lui che si è preso un bacione e riempito le tasche di campioncini di profumi da uomo.
La commessa del negozio di scarpe, lo saluta regolarmente dalla vetrina con un bacio soffiato, anche se ogni volta pretende di provate TUTTI I MODELLI che vede in esposizione e ne compriamo solo uno.
In autobus? Parla con tutti, si lascia fare complimenti con un'aria sorniona e da bello e dannato, ed intrattiene signore e signorine con battute simpatiche che gli vengono naturali.
Se poi ci sono ragazzine attorno, di sicuro punta la più carina. Fa nulla se ne è sovrastato da quasi quaranta centimetri, lui non demorde e, nella maggioranza dei casi, riesce a farsi conoscere (nel senso buono della parola neh!).
Insomma: mentre io ci rido sopra e mi rassegno a questa sua capacità di far breccia nell'universo femminile, suo padre, che pur ne gongola felice, è un po' più in difficoltà. Il tutto cominciò quando, all'età di due anni e mezzo, passava tutta la spiaggia per fermarsi dove c'erano le ragazze più carine che importunava presentandosi: *Ciao, sono Andrea. Lo sai che sei carina?*
Ecco, a quel punto mio marito veniva preso dal timore che qualcuna, pensando fosse lui l'istigatore, potesse ribellarsi e malmenarlo (il Martirio... non il cucciolo).
Resta comunque un gran filone, e mi sa che, presto o tardi, conterem le prime vittime.

Per ora, invece, contiamo le lenticchie. Quelle che sono riuscita a racimolare per rifare la bellissima zuppa di Silvia (Una stella tra i fornelli) che è la vincitrice del contest The Recipe-tionist di Ottobre e quindi .... da copiare!

Ho sempre fatto la zuppa di lenticchie ma mai con una ricetta simile, praticamente tutta vegana, che è stata apprezzata anche dal Martirio.



lunedì 19 novembre 2012

RITORNO DAL FUTURO.


Settimana intensa la mia appena trascorsa, immersa in un atmosfera internazionale dove si scommette sul futuro dei nostri figli.

Quattro giorni con la classe di mio figlio, per un progetto europeo Comenius, che coinvolge bambini di varie nazionalità e che ci ha visti protagonisti sul suolo Inglese di un campus dedicato a scienze e attività sportive.

Inglesi, Spagnoli, Francesi ed Italiani si sono confrontati su esperimenti scientifici, si sono sfidati in arrampicate su pareti attrezzate e discese in corda doppia da torri immerse in un parco meraviglioso.

Il clima è stato anche clemente e ci ha concesso pure delle giornate di sole. Un sole timido e freddo rispetto al nostro ma, non potevamo augurarci di meglio.

Il campus era nel Somerset, lontano dal mondo e disperso tra campagne verdeggianti e con una struttura splendida. Il parco, gli alberi, tutto curatissimo. Nelle vicinanza cottages tanto carini da sembrare finti. Abitati da gente abituata ad avere nelle vicinanze questo sciame di ragazzi.

Per me è stata un’esperienza intensa ma stancante. Le varie attività si susseguivano frenetiche tanto da lasciarci a sera stanche morte.

Abbiamo gridato, fischiato, cantato, scalato, disceso pareti in corda doppia, chiacchierato con gli altri staff.

Abbiamo convinto un autista a portarci in giro per il centro di Londra, in un giro turistico che ci ha fatto venir voglia di rivederla presto.

Abbiamo mangiato scrambled eggs a colazione, fish and chips a pranzo e vegetable lasagna a cena per non parlare dei biscotti burrosissimi nelle pause, con gli ettolitri di te ed un unico caffè espresso… da dimenticare… e siamo tornate. Chi con qualche dolce comprato durante una pausa in Autogrill (alcune) e chi con una rivista di cucina (Jamie O.) ed un libro di cucina extra-ultra-arciscontato! (Gordon R.)… ma con una voglia di cibo sano… di casa.

Quindi non mi è parso vero, assieme ad Arc che mi ha aiutato a elencarne gli ingredienti, di affondare con tutti i sensi in un meraviglioso



SPEZZATINO DI MANZO CON PISELLI E PATATE ….E SPEZIE DEL MAROCCO.


Ingredienti per 7/8 persone:

gr. 1200 Polpa di vitellone
gr. 250 piselli surgelati (se non ne abbiamo di freschi)
gr. 100 pancetta dolce in 1 fetta
4 cucchiai di olio EVO
1 cipolla piccola
1 carota grossa
1 grossa gamba di sedano verde
4 patate medie
2 spicchi d’aglio
1 bicchiere (abbondante) di vino rosso (Chianti)
1 foglia d’alloro
3 chiodi di garofano
3 cucchiai di concentrato di pomodoro
½ cucchiaino (la prossima volta aumenterò la dose) di spezie per Tajne dal Marocco
Sale, pepe e farina per infarinare la carne.



Tagliare cipolla, carota, sedano e aglio e preparare (possibilmente in una pentola di coccio) un soffritto con 3 cucchiai di olio EVO. Aggiungere la pancetta tagliata a listarelle/quadratini sottili.
Tagliare a tocchetti la carne, infarinarla e rosolarla nel soffritto sino a sbianchirla.
Sfumare con il vino rosso. Continuare la cottura con il brodo, aggiungendo il concentrato ed una foglia di alloro.  
Dopo un ora a cottura lenta, aggiungere i chiodi di garofano, le spezie marocchine e le patate pelate e tagliate a metà e l'alloro.
Cuocere ancora per 30 minuti ed aggiungere i piselli abbassando la fiamma. Aggiustare di sale e pepe.
Una volta intenerita la carne spegnere e tenere in caldo.
Servire con una buona polenta.

See You soon!

giovedì 15 novembre 2012

COCHISE, LE CAROTE E LE CREMONESI DI ARC



*Mamma corriiiiii.... è scappato di nuovo Cochise!*
A gridarlo a squarciagola mentre fa irruzione in casa è, ancora una volta, Arc.
Arc è un bambino di città: si veste come un bambino di città, si sporca con moderazione, come un bambino di città. Ma Arc è più fortunato di tanti altri suoi amici di città: ha la casa gialla, quella con il Fantasma Verginia che fa dispetti innocenti ma che se ne prende cura custodendola quando lui  torna in città.
Quella casa con il cortile ed il glicine profumato dove si nasconde una Fata, con il prato che scende ripido fino al limite del  bosco, dove si nascondono animali timidi ma fatati.
Quella casa in fondo alla stradina stretta, in una frazione piccolina, dove ogni tanto succedono cose strane, che in città non si vedono mai. Con le pecore e le capre che, quando è il momento, passano con la transumanza per le vie strette fermando traffico ed impegnando gli abitanti a tenerle lontane con le scope dalle aiuole.... dove scappano gli Asini... 
Tutto è cominciato alcuni mesi prima, quando Arc le era corso incontro urlando:
*Mamma corriiiiii.... è scappato l'asino! Sbrigati che il guaio è grosso.*
La mamma accorre e viene tirata letteralmente da Arc verso la strada provinciale dove, ragliante e spaventatissimo, un grosso asino grigio si aggira impaurito, senza meta.
A guardarlo, al riparo da una balaustra ci sono altri abitanti della frazione, ma sono cittadini, come Arc e si tengono a debita distanza nel timore di esser colpiti da un calcio o altro.
La mamma, invece, non si ferma. 
*Mamma attenta!!! Se scalcia ti farà male!* Arc è preoccupatissimo. 
La mamma si ferma, si avvicina ad Arc e gli spiega che non si può lasciarlo sulla strada. Una macchina potrebbe sopraggiungere da dietro la curva e non far in tempo a fermarsi. Sicuramente si farebbe male qualcuno, quindi... bisogna prendere l'asino. Basterà avvicinarglisi di fronte, tenendosi lontano dalle zampe posteriori e dai suoi calci pericolosi.
*Corri in casa a prendere delle carote!* lo incita mentre il tempo passa ed i vicini vanno a cercarne il padrone.
Il padrone dell'animale non c'è e quindi bisogna agire, ed in fretta.
Arc torna, trafelato. Ha in mano due belle carote grosse. La mamma gliene prende una di mano e ... avanza verso l'asino... decisa, parlandogli con voce ferma (come quando sgrida Arc o borbotta con il papà).
L'animale si ferma. La guarda. E' indeciso se ricominciare a correre in tondo o avvicinarsi alla carota... è sufficiente! Rapida la mamma afferra la corda che gli pende dal collo e che, probabilmente, ha strappato fuggendo. 
Con fare deciso lo trascina verso il loro cortile dove, finalmente, gli concede la carota.
Arc è allibito: la vede convincere l'asino a seguirla nel terreno, quello recintato, dove lo lascia libero e... gli regala l'altra carota. 
Finalmente si trova il padrone della bestia che, ora tranquilla, pascola nel loro terreno.
Che forza la mamma! Ci sa fare anche con gli asini!
Il fatto è che Cochise (così si chiama l'asino) da quel dì ha imparato la strada e, se riesce a scappare, è nel loro giardino che si rifugia... per avere le sue carote, come oggi.
*Mammaaaaa allora... se scappa in strada poi sono guai!*
La mamma sfila il grembiule, prende le carote dal frigorifero.... e va a recuperare Cochise, testardo, che aspetta le sue carote.
Anche questa volta lo hanno fermato, recalcitrante e litigioso, ma felice delle sue carote. Tutto tace nella frazione, tutto è tornato alla quiete di sempre.

*Che ne dici di festeggiare con delle brioches? Magari le Cremonesi, che ti piacciono tanto!*



















Rientra in casa, Arc, e mentre lievitano e cuociono le cremonesi, il camino scalda la stanza ed il profumo del fuoco si mescola con quello del dolce.... ed è un'altra favola!

CREMONESI
(da una vecchia ricetta trascritta sul quadernetto della mia nonna)

Ingredienti:
500 gr di farina 0 (io Manitoba)
160 gr circa di latte tiepido
90 gr di burro 
70 gr di zucchero

un presa di sale
20 gr di lievito di birra
la scorza grattugiata di limone (io biologico, di quelli che mi regala un'amica)
2 uova intere grandi


Preparazione:
Setacciare la farina, mettere 125 gr nella planetaria  il lievito disciolto nel latte tiepido, azionare a velocità media per pochi minuti. Ricoprire l'impasto con la  farina ed spolverizzare un cucchiaio di zucchero (preso dal totale). Mettere a lievitare coperto da un panno umido in luogo caldo per un'ora circa.
Fondere 70 gr. di burro preso dal totale e lasciarlo raffreddare, poi amalgamare con lo zucchero, la scorza del limone e le uova e versare sull'impasto, aggiungere anche la presa  di sale e lavorare a velocità massima fino a quando non si staccherà dalle pareti, coprire e lasciare lievitare per un'altra ora circa.
Stendere la pasta sulla spianatoia infarinata ricavarne dei panetti, adagiarli sulla placca del forno distanziati tra loro e farli riposare in frigorifero tutta notte ricoperti dalla pellicola trasparente.
Dopo il riposo, mentre il forno si riscalda pennellare la superficie con il burro fuso e cospargere di granella di zucchero, infornare a 180° forno statico fino a doratura, per circa mezz'ora circa.