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giovedì 27 giugno 2013

L'INSALATA DEL RIENTRO...



Tornati dalla casetta gialla con nuove energie, tanto entusiasmo e un chilo in più! 
Si, perchè in campagna viene fame. Viene fame perchè fa più fresco, perchè ci sono mille cose da fare, come potare i rosai che non fanno passare sulla scala d'accesso.
Poi ci sono stati i lavori di casa da fare dopo mesi che non si *apriva casa* e... una visita inaspettata.
Un'amicizia incontrata tra i commenti di un libro riletto assieme, coltivata tra botta e risposta su post diversi... affinità di intenti che ti fan sembrare di conoscere una persona da sempre..
Un invito partito via e-mail, complice il telefonino figo che (finalmente!) ho imparato a utilizzare e... l'occasione di un fine settimana al fresco.
Il Martirio, che solitamente si chiude a riccio e rifiuta tutto ciò che ha lontanamente a che fare con il blog, si è detto contento di avere una nuova ospite....ed ha rinunciato a far la parte dell'orso.
Poi Arc che, curioso di questa nuova amica, ha sfoderato il suo charme e si è lasciato trascinare in camminate per boschi, al seguito delle nostre chiacchiere.

mercoledì 26 giugno 2013

INSALATA PER UN'AMICA NUOVA.... ED E' ANCORA MTC

Poi capita che la vita ti faccia dei regali,
che non ti aspetti,
che ti trovi davanti all'improvviso.
Capita che rose dai colori diversi
vivano assieme e si completino,
colori e profumi uniti,
diversi ma simili e nutrite dalla stessa linfa.
Capita che intreccino cammini,
sentieri segreti delle nostre anime,
come fili di una ragnatela intricatissima
che portano ad eremi nascosti nella pace del bosco.



Strani custodi celano segreti


acque chiacchierone raccontano favole nuove

edicole eterne proteggono pensieri e speranze.


E nuove mani impastano pani e nuove amicizie
intrecciando strade da cammini diversi,


e si guarda verso la valle ancora da percorrere
con una nuova amicizia incontrata da poco,
venuta da lontano.

Seduti allo stesso desco si dividono desideri e pensieri
per uno spiraglio aperto per caso,
come tra le pagine di un libro sfogliato dal tempo
mentre si confrontano pensieri ed impressioni,
riconoscendosi tra le stesse parole.

Ed il cammino riprende,
lascia un filo leggero
che si tende tra Italia e Francia,
tra Milano e Roma.

Poi ci si allontana

e rimane il profumo di un legame nuovo
di una grazia concessa a chi la sa riconoscere.
E pure la tristezza del distacco
accarezza il profumo di un'amicizia
come la pioggia accarezza le peonie e le rose
triste perchè il tempo è sempre troppo breve....


Capita che un'insalata, leggera e varia come la Vita,
ti ricordi di una nuova amica.... e ti riproponga la sfida....

INSALATA CON BRESAOLA E KIWI....per L.


Ingredienti (per 4 persone)
1 piccolo cespo di Foglia di quercia
1 piccolo cespo di Insalata Lollo
10 Pomodorini ciliegini
100 gr. di bresaola a fette
60 gr. di Gouda stagionato
1 kiwi bello sodo

Per condire:
4 cucchiai di olio EVO
Sale
Succo di limone
1 grosso grissino stirato (torinese) 
Lavare bene l'insalata e spezzettare le foglie con le mani.
Lavare bene i pomodorini e tagliarli a metà.
Pelare il kiwi, tagliarlo a metà e successivamente a fettine sottili.
Tagliare a listarelle le fette di bresaola e grattugiare grossolanamente il gouda.

Mettere gli ingredienti in un'insalatiera capace e condire con un emulsione di olio, sale e limone.

domenica 23 giugno 2013

Leggero come una vacanza, come un'insalata... come l'MTChallenge di Giugno.



Pronti, finalmente per una settimana di ferie… ma anche no.  Arc ha la bronchite… scoperta per caso, visto che non tossisce, non ha febbre, è vivace come sempre! Ma ha la bronchite e a dirlo sono gli esami medici che una pediatra solerte mi ha fatto fare con tanto di urgenza.

Un bello spavento per la sottoscritta ma… alla fine si conferma bronchite e … antibiotico.

Alla mini-vacanza (oramai ridottasi a pochi giorni di evasione) non ci rinunciamo e quindi, caricato il pullman all’inverosimile, si parte per la casetta gialla.

Arc si atteggia a povero malato, pretendendo tutte le attenzioni ma… ci sta: a dieci anni ci stanno pure gli atteggiamenti da vittima e, se consideriamo che è un XY… beh, credo di aver detto tutto.

Quindi, dopo aver contrattato con la pediatra le compresse e non lo sciroppo… avere fatto centomila storie perché *se le metto sulla lingua sono amarisssssssime*…. Insomma … dopo… si parte.

Trentotto gradi centigradi fuori, asfalto rovente, Martirio che inveisce per il numero imprecisato di borse da caricare (ho usato il sistema di mia madre…non tutte in anticamera ma un po’ per volta, almeno non si contano) e poche macchine per strada, prima dell’uscita dagli uffici siamo partiti.

Si parte con tante buone intenzioni: lavori che debbono essere fatti, buone letture e compiti nello zaino, una valanga di frutta e verdura per una dieta più equilibrata.

Il nastro dell’autostrada si srotola davanti a noi e, all’uscita, il verde brillante delle risaie ci sorride e sembra portare frescura. E’ l’imbrunire e gli uccelli acquatici si notano a decine nelle risaie allagate.

Mentre si sale Arc pretende di uscire a festeggiare la vacanza in una locanda vicino alla casetta gialla… e mi va pure bene: stanca dopo due giorni vissuti di corsa e l’apprensione per gli esiti degli accertamenti, le famose *gambe sotto il tavolo* mi sembrano la migliore medicina e la miglior vacanza.

Poi arriviamo e lì troviamo ad accoglierci un erba altissima che l’impavido Martirio affronta aprendo un varco verso la scala della casetta gialla. La scala è praticamente nascosta da un fitto intrico di rami dei rosai che la dovrebbero abbellire ma che la difendono meglio di ogni cancello.


E’ lì … con Verginia il nostro fantasma-custode… che ci aspetta e la porta aperta verso la sala buia ci rimanda il fresco di ben 22 gradi mantenuti dalle mura di pietra che ci isolano dal caldo soffocante che, pure qui ad ottocento metri di altitudine, ci circonda.

Scaricate le borse e acceso il frigorifero ci avviamo alla locanda dove, inevitabilmente, sacrifichiamo tutte le promesse di dieta morigerata, sul piatto di tagliolini fatti a mano con funghi e carciofi e su un arrosto ed un roast beef da urlo.

No da domani dieta … solo insalate, per mia fortuna l’insalata piace tantissimo anche ad Arc che comincia ad irrobustirsi un po’ troppo e poi ha bisogno di tante vitamine per combattere l’antibiotico.

Da qui a partecipare alla sfida di ogni mese del MTChallenge… il passo è breve.

Leo, vincitore dell’ultima sfida si deve essere messo una mano sulla coscienza e, pensando a tutte quelle squilibrate che si sono prodotte in più e più versioni delle ultime sfide, immanginandole rotonde e bolse spiaggiarsi come foche nella prossima stagione balneare… ha scelto di farci scendere in campo con le insalate. Proponendo due versioni  ci ha sfidate e…. e quindi, partiamo subito con la prima:

INSALATA CON TOPINAMBUR ARACHIDI E GALLETTE DI SEGALE.

 

Ingredienti (per tre belle bocche)
Un cespo piccolo di insalata Foglia di quercia
Un cespo piccolo di insalata Lollo
Due tuberi di topinambur grossi
15 arachidi da sgusciare (non salate)
Scaglie di Parmigiano Reggiano stagionato (il mio 24 mesi)
3 gallette di segale
Sale
Olio EVO (il mio aromatizzato al pepe Nora)
Aceto balsamico (pochissime gocce)

 

Lavate  bene l’insalata, lasciandola scolare su un panno pulito.

Pelate i tuberi di topinambur e affettateli sottilissimi con la mandolina (o con il pelapatate).

Sgusciate e pelate le arachidi e riducete a scaglie il Parmigiano Reggiano (calcolatene 1 cucchiaio abbondante a testa)

Preparate un’emulsione con 4 cucchiai di olio EVO, sale e un cucchiaino di aceto balsamico.

Condite all’ultimo momento aggiungendo le gallette di segale spezzettate grossolanamente.

Non esagerate con l’aceto balsamico altrimenti il sapore delicato dei topinambur verrà coperto dall’aroma del balsamico.

Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge di Giugno.

 

domenica 16 giugno 2013

Il senso vero dell'Amicizia e... una pausa.


Ci sono periodi, nella mia vita, dove tutto sembra affastellarsi e complicarsi.
Questo è uno di quelli.
Il brutto è che non lo è solo per me che, da adulta, mi sono trovata ad affrontare spesso brutti periodi. Alcuni li ho superati, altri non li supererò in una vita.
Il triste è che ora il difficile tocca ai piccoli.
Un anno scolastico che finisce, dovrebbe essere un periodo di relax per Arc e per noi ma, quasi per assurdo, tutto si complica.
L'oratorio estivo che comincia con le meraviglie delle gite, della vita sociale *ludica* che i bimbi hanno quasi dimenticato in un anno intenso di studio e compiti. Le relazioni che si espandono cercando il gruppo che più gli piace, avendo accanto amici speciali.
Poi un'ombra oscura il campo assolato dell'oratorio estivo. Un fantasma si riaffaccia alla vita del suo migliore amico ... e lì arriva la parte difficile.
Spiegare ad un amico disperato perchè la speranza non deve finire. Perchè ti trovi, nel primo caldo afoso di un pomeriggio di giugno, seduta su una panca di una chiesa, a spiegare a tuo figlio perchè il suo migliore amico non sarà suo compagno in queste settimane estive. Spiegarlo a quegli occhi che ti vedono dentro e che ti chiedono tutta la verità che non vorresti dire.
Ed essere calma, chiara, positiva.... ad insegnargli anche a credere nella speranza a credere nella capacità dell'uomo di vincere le malattie, anche quelle bastarde, che tallonano i bambini e nella immensa forza della mano di Dio che invochiamo con la preghiera.
Così, una sera dopo l'altra, una candela dopo l'altra accesa ai piedi della Madonna e una preghiera, che ti trovi a ripetere con la fede di un bambino...
Ed avresti voglia di sentire il cuore più leggero ma un'ancora pesante ti riporta su quel gradino di marmo, dove tuo figlio si inginocchia.
Poi ci sono le telefonate, all'amico malato, che sono un filo lieve che trascina la speranza... che da la forza ad entrambi di sentirsi sempre più vicini.
Scoprire che un bimbo di 10 anni arriva dritto al punto e non vuol lasciare solo l'amico e così gli racconta che la LORO squadra dei gialli sta vincendo ai punti la classifica settimanale, gli manda disegni e la LORO quotidianità perchè tutto continui ad esistere.
Ti insegna a credere negli altri, anche se pochi, che non hanno paura di essere solidali anche quando non è facile.
Arc e i suoi compagni continueranno a telefonare all'amico malato, a farlo partecipe della loro giornata, ad entrare anche solo con una voce, nella dura lotta che continua.... e che vorremmo già vinta!
Mi prendo una pausa, piccola, di qualche giorno, da un lavoro che mi fa sentire sempre più in trincea tra cattiverie e gelosie, quando la Vita, quella vera è fuori...
Una settimana, una pausa nella casa gialla, tra le fronde verdi dei boschi dove ritroverò quel mondo fatato e semplice che mi riporta a riconoscere quello che conta davvero.
La Vita, l'Amicizia.... l'Affetto quello vero.
A presto
Nora

lunedì 10 giugno 2013

Un impasto per non pensare.... Ciliege e kefir




Non passa giorno che i media non ci sbattano in video la crisi, sia essa protagonista della pagina economica, o della cronaca o... triste a dirlo... della satira.
Se non ce lo ricordano loro ce la sentiamo nella pelle, nella sensazione di essere inseguiti con il fiato sul collo da qualcosa o qualcuno che non ci da tregua.
Far la spesa senza guardare i prezzi non capita più, e si torna a guardare la lista delle offerte nei supermercati, nei negozi non si entra per il semplice motivo che stanno chiudendo, uno dopo l'altro soffocati dalla concorrenza dei grossi centri commerciali.
Poi ci sono le notizie delle aziende che chiudono i battenti, delle fabbriche che cedono la produzione all'estero dei paesi che si svuotano.
Sta avvenendo dove ho il mio buen retiro, paese nato per ospitare le centinaia di operai del tessile prima Italiani, poi stranieri. Ora, chiuse le fabbriche, anche gli operai partono o tornano ai loro paesi, lasciandosi alle spalle interi paesi letteralmente svuotati di giovani e di figli.
Capannoni vuotati di vita e lavoro si schierano ai lati delle strade delle valli Biellesi.
 Le scuole di paese con due o tre alunni, che chiudono obbligando i pochi superstiti a far salti mortali per assicurare ai figli un'istruzione.
Poi ci sono i licenziamenti o, come si chiamano oggidì, le ristrutturazioni.
Non sono notizie di un telegiornale: sono amici, conoscenti, famiglie come noi che si trovano improvvisamente senza lavoro.... e ricominciano le fughe: di mani, di cervelli, di vite... da una Italia che diventa sempre più Patria Matrigna.
Sabato è partito, con un carico di ricordi, con una famiglia al seguito, un amico del Martirio. Caricato una vita e la speranza su un aereo, per cercare lontano un lavoro e una vita decorosa.
Tra qualche mese partirà un'altra famiglia, un imprenditore con un lavoro nelle mani, il coraggio di cambiare...la speranza di chi crede ancora in un'opportunità al di là dell'oceano.
Non riuscire a sfuggire alla sensazione di oblio che ti lascia questa epoca, e domani mi tutto questo non si fermerà. Domani anche nella mia azienda verranno comunicati nomi e *posizioni* che saran ritenute in esubero.
E su questo domani mi soffermo a pensare, mentre vedo mio figlio entusiasmarsi per le prossime vacanze, per la sua giovane vita che dovrà essere completamente differente dalla mia. Per questo sorrido ed insisto nel voler che impari una lingua, l'inglese, che gli tenga aperte tutte le porte del mondo. Intanto gli chiedo di tenermi aperto lo sportello del forno, per infornare quel che ho fatto per non pensare a quel che sarà il futuro.
Giro l'impasto e lo voglio leggero... come il Kefir che ho in frigorifero da qualche giorno, pieno come le ciliege e dolce come il Porto dove le ho lasciate a macerare.

E' stato un esperimento, nato dalla voglia di qualcosa di dolce e ... a me è piaciuto e spero piaccia ai colleghi domattina...per quel po' di dolce che ancora ci meritiamo.

TORTA E MUFFINS AL KEFIR CON CILIEGE E PROFUMO DI PORTO ROSSO

Ingredienti:

3 uova medie
120gr. zucchero
70 gr. farina 00
70 gr. fecola di patate
120gr. di Kefir
1 bustina di lievito

600 gr. di ciliege denocciolate
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiai di Porto rosso.

zucchero a velo per guarnire.

Accendere il forno a 175°.
Mettere le ciliege in una ciotola, cospargerle con lo zucchero di canna e i 2 cucchiai di Porto, mescolare e lasciarle insaporire.
In una ciotola capiente montare a lungo (almeno 15 minuti) le uova con lo zucchero.
Quando saran ben gonfie, aggiungere il Kefir e continuare a montare per 5 minuti.
Setacciare la farina la fecola ed il lievito e aggiungerlo all'impasto sempre mescolando con la frusta elettrica.

Versare il composto in una teglia da 24/26 cm. ben imburrata ed infarinata.
Distribuire le ciliege (scolate dal loro liquido) nella torta ed infornare per 30 minuti (forno statico).
Prima di toglierla dal forno, far la prova stecchino.

Lasciar raffreddare e poi spolverare con lo zucchero a velo.

Con la stessa quantità vengono una ventina di muffins.




venerdì 7 giugno 2013

SANT'IGNAZIO DI LOYOLA FAI FINIRE QUESTA SCUOLA ... MA CON UNA TORTA DI MELE!


La scuola sta finendo e Arc è stanco. 
Stanco delle verifiche a tambur battente, stanco del tempo ballerino che non ha voglia di decidersi, stanco degli impegni di un anno intero che si accumulano, preso da ansie da prestazione per recite, saggi e quant'altro.

Per il momento con la scuola non ha un brutto rapporto. Ci va volentieri e poi ha una capacità di memorizzare che mi sgomenta!
Io che non ho mai avuto memoria, che studiavo tutti i sistemi per crearmi collegamenti mentali che mi aiutassero a ricordare, guardo questo scricciolo che legge una volta (o si limita ad ascoltare) e memorizza ad aeternum una nozione.... e lo invidio!!

Lo vedo leggere tre libri contemporaneamente e mi vien da sorridere... se penso a quanti pasti finiti in fretta per la stessa passione che divora mio figlio!!

In questi giorni però lo vedo soffrire. Smania, non riesce a concentrarsi, si dimentica a scuola diario, libri e compiti (prontamente sostituiti da altri che gli ho comminato come *pena*) e non ha voglia di far nulla.

Sfoga la sua fantasia troppo compressa nei disegni dei suoi Pokemon preferiti che ricopia da libri, siti, o che inventa e ritaglia seminando per casa una quantità inverosimile di ritagli di carta. 

lunedì 3 giugno 2013

IL MACELLAIO, GORDON E .... IL FILETTO.



La mia passione per il bel Gallese (Gordon Ramsey) l'avevo manifestata già qui e, debbo confessare che, quando penso ad un buon pezzo di manzo... beh... è Gordon che mi viene in mente.
Gordon ed il macellaio, quello di fiducia, quello che quando gli chiedo particolari tagli non mi manda al diavolo ma mi sorride felice. 
Beh.. da qualche giorno fa mi sorride di più! Sono entrata nel negozio per comprare un filetto di manzo e ... sono uscita ossequiata e più leggera (nel portafoglio)... ma contenta. In effetti ero entrata per un pezzo da un chilo... ma, quando mi ha offerto uno sconto se lo prendevo intero... non sono riuscita a resistere!!!