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venerdì 28 febbraio 2014

UN ARROSTO CHE SA DI SOLE E DI SICILIA... PER IL #GFFD



Due giorni.
Due giorni e finalmente una settimana di ferie!
Ho quasi paura a dirlo. 
La scorsa estate è durata un respiro ed era già passata e lontana.
Nel periodo natalizio, complice il lavoro, non sono riuscita a godermi la mia famiglia se non per un paio di giorni (santificati!) trascorsi anche quelli in un soffio.
Ora mi è giusto rimasto *un soffio di fiato* e, con tutte le congiunzioni astrali (e non) favorevoli, riesco finalmente a prendermi una pausa.
Arc è felicissimo di allontanarsi da Milano (e dai compiti!) e pure il Martirio ha bisogno di staccare dal logorio della vita moderna.
E' sorto il problema di dove andare....
*Non nella casetta gialla: ho bisogno di riposare e voglio mettere le gambe sotto al tavolo*
Questo è stato il mio vincolo!
Da qui si sono svariate possibilità:
1 - Londra. 
     Naaaa si vola (Martirio) Volendo si nuota (Io  sarcastica)

(Arc capisce l'antifona e s'invola... tanto a lui interessa soprattutto partire!)

2 - Montagna in Albergo. 
     Naaaaa,  non ho voglia di rimettere gli sci (Martirio). In camera con gli sci 
     la vedrei dura (Io leggermente nervosa)
3 - Egitto così Arc vede qualche tempio di quelli che ha appena studiato.
     Naaaaaa, ci sono ancora sommosse ed agitazioni e non sarei tranquillo 
     (Martirio). E poi si vola (Io nervosa e sarcastica)
4 - In Umbria dai nostri Amici.
     Silenzio..... (Martirio)
     Hai sentito? (Io diffidente ma NON sarcastica)
     Si, speriamo ci sia ancora l'appartamento della volta scorsa (Martirio)

Eccomi qui, ultimo giorno di lavoro, un fine settimana di festival del #cosamiportochenonsochetempocisarà nettamente in contrasto con i diktat del Martirio #nonportarelacasachetantoriportituttopulito.... 

Venerdì.

Urca! Il venerdì è Gluten Free!!!!! Beh l'arrosto di domenica ci sta proprio bene, poi gli agrumi di sicilia usati per dar profumo, sono siciliani come Stefania che mi ha trascinato nel girone del *Gluten Free FriDay*.
Quindi?

LONZA ARROSTO CON AGRUMI E ROSMARINO.



Ingredienti (per 4 persone)

500 g di Lonza di Maiale
1 Arancia non trattata
1 Limone non trattato
1 Rametto di rosmarino fresco
1 bicchiere di vino bianco secco
1 cucchiaino di estratto di carne (in alternativa potete usare mezzo dado)
2 cucchiai di olio EVO
1 noce di burro

per la salsa
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaio di MAIZENA 

Con un pelapatate o un coltellino molto affilato, togliere la buccia dell'arancia e del limone (senza la parte bianca che sarebbe amara).
Tritarle assieme alle foglioline di rosmarino fresco molto finemente.


Rosolare la carne con l'olio ed il burro in un tegame molto alto facendo attenzione di sigillarlo molto bene da tutte le parti.

Aggiungere il vino bianco ed il cucchiaino di estratto e far sfumare a fuoco vivo.

Aggiungere le scorze ed il rosmarino grattugiati, abbassare la fiamma al minimo e, aggiungendo un po' di succo di arancia, coprire con il coperchio.



Cuocere coperto a fuoco bassissimo per 1 ora e 45 minuti circa avendo cura di girare spesso il pezzo di carne e aggiungendo succo d'arancia se serve.

Far dorare l'arrosto alzando la fiamma e scoprendo la pentola, sempre girando l'arrosto, per una decina di minuti.

Togliere la carne dal tegame e deglassare il fondo con succo d'arancia e con un roux freddo (1 cucchiaio di burro mescolato con 1 cucchiaio di MAIZENA ).

Appena la salsa comincerà a tirare (condensarsi), spegnere il gas, togliere dal fuoco il tegame.

Scaloppare l'arrosto su un piatto di portata e napparlo con la salsa calda.

Con questa ricetta partecipo al #GFFD 




martedì 25 febbraio 2014

NODINO DI VITELLO ALL'ARANCIA PERCHE' LEGGERO NON VUOL DIRE INSAPORE....



E' ancora *in fibbia* il Martirio (trad. in castigo). Non lo dimentico che mi ha perso la pesciera!
Non riesco a perdonargliela; ed io sono ancora a dieta. 
Sarà per questo che sono nervosa.
Il fatto di dover trovare delle alternative gustose alle pietanze più condite e sicuramente saporite è diventato quasi un gioco.
E' che, al di là dell'estetica, gli anni che passano lasciano degli strascichi ed il fisico da troppo tempo provato, ha qualche cedimento.
Piccolo, ma che val la pena di non sottovalutare.
Quindi, a parte qualche eccezione che faccio (non sono mai stata una Santa! Pecco... la carne è debole, ed il dolce pure!) cerco di diminuire grassi e zuccheri.
Non mi riesco però a rassegnare alle solite verdurine lesse, alle bistecche di pollo o di tacchino rigorosamente ai ferri, alla mancanza di dolci.
Perbacco!! La cucina può essere leggera senza sapere di ospedale.
A volte basta poco per *ingannare* assieme agli occhi, anche lo stomaco.
Prendete il nodino di vitello, quello che la mia mamma faceva dorare con il burro e la salvia nel pentolino.
Eccolo lì, profumato ed invitante, magari con un contorno di patate al forno...
Ora: dimenticatelo!



Ai ferri.
Magari con un'insalatina condita pochissimo.
Macchè ai ferri! 
Un'alternativa c'è, quantomeno l'ho trovata e, a dire la verità, piace anche al cucciolo di casa che non ama particolarmente la carne.

NODINO DI VITELLO ALL'ARANCIA.




Ingredienti a persona
1 nodino di vitello 
1 arancia non trattata
1 cucchiaino (da caffè) di olio EVO
sale q.b.

Lavare bene l'arancia e grattugiarne la scorza e tenerla da parte.
Spremere l'arancia e versare in padella metà del succo e la polpa rimasta nello spremiagrumi. Aggiungere un cucchiaino di olio EVO ed il nodino.
Coprire con un coperchio e cuocere a fuoco basso per 10/25 minuti circa cuocendolo su entrambi i lati.
Quando il succo si sarà ritirato, scoprire la padella e far rosolare la carne e toglierla dal pentolino tenendola in caldo in un piatto.
Deglassare il fondo di cottura con il restante succo d'arancia, aggiustare di sale e rimettere il nodino in padella per qualche minuto aggiungendo la scorza d'arancia grattugiata.
Servire caldo con un'insalata di finocchi ed arancia condita con sale, pepe e un cucchiaio d'olio EVO.

Note:
Scegliere un nodino non troppo grasso e, una volta cotto, scartare le parti grasse.

Non salarlo prima di cuocere altrimenti le carni risulteranno stoppose.




venerdì 21 febbraio 2014

UN MASTERCHEF PRIVATO ED UN RISO CON I CARCIOFI



Il fatto che io abbia un blog di cucina, è noto a quasi tutti i miei amici.
Per questo motivo, spesso, ricevo SMS o WAPP con richieste di aiuto dell'ultimo momento, del tipo *scusa ho la pentola sul fuoco mi sta attaccando il sugo che cosa posso fare*..
Poi ci sono gli amici che si ricordano di me mentre sono in viaggio e mi portano spezie e *robe strane* visto che *tanto tu saprai sicuramente che farne!*.
Ho anche amici chef che mi danno spiegazioni tecniche quando sono in difficoltà e mi spronano a continuare con le sperimentazioni in cucina.
Poi c'è Lui: P. Un ex collega e marito di una mia collega, che è tra i miei sostenitori più accaniti (anche se difficilmente mi commenta sul blog). 
Un buongustaio, un amante dei prodotti all'eccellenza. Il mio spacciatore di cioccolata Gobino, per intenderci!
Pochi giorni fa, mi ha inviato un messaggio sulla mia bacheca di FaccialiBro.
Il tenore era questo:
  • Giochiamo al nostro personale Masterchef: Lunedì L. ti porterà un ingrediente apparentemente banale, molto diffuso ed utilizzato ma che fisserà un nuovo ed irraggiungibile standard a cui non potrai più rinunciare. Non sto esagerando, ma lascio a te professionista dei fornelli l'ultimo giudizio. Io non pensavo che - tra le mille varietà che in vita mia ho assaggiato- ce ne potesse essere una che si discostasse così tanto ( in positivo) dai prodotti che pensavo fossero i migliori. Non ti resta che aspettare....,,e cercare di indovinare!
Indovinare non è il mio forte ma, quando ho visto l'ingrediente mi è venuto da sorridere.



Lo conosco il riso Acquerello! E' un Carnaroli invecchiato che è molto ma MOOOOOLTO versatile. Tiene la cottura, non si spappola, esalta perfettamente i condimenti che abbini.
Quindi, con un certo ritardo, ho pensato di proporre il piatto che di *invention* ha poco, ma che ha prodotto tantissimi consensi in famiglia (due piatti a testa sia il Martirio, sia Arc ed ho dovuto difendere strenuamente la mia mezza porzione!).

Quindi, caro il mio P. che vorresti prendere il posto di Bastianich, eccoti qui il mio 

RISOTTO AI CARCIOFI.



Ingredienti (per 4 persone)

400 g di riso Acquerello
3 carciofi (anche il gambo!!!)
1 bicchiere di vino bianco (io Glicine)
1 l di brodo di verdura (io ho usato il mio estratto di verdure)
1 scalogno 
3 cucchiai di olio EVO
1 noce di burro
1 cucchiaio di prezzemolo tritato (fresco!)
Pepe di Sichuan a mulinello.

Tritare finemente lo scalogno. Pulire i carciofi scartando le foglie più dure, togliendo le spine ed affettandoli finemente. Dai gambi di carciofi (se freschissimi) togliere il *cuore* e tagliarlo a rondelle sottili.
Far appassire carciofi e scalogno in padella con i 3 cucchiai di olio EVO.
Aggiungere il riso, tostare finchè i chicchi prenderanno una parvenza traslucida, ed aggiungere il vino bianco.


Far sfumare il vino sempre rimestando con un cucchiaio di legno.
Aggiungere un mestolo di brodo di verdura, abbassare la fiamma e cuocere mescolando ed aggiungendo altro brodo via via che verrà assorbito dal riso.
Dopo circa 15/20 minuti, spegnere la fiamma, aggiungere la noce di burro, il prezzemolo tritato e la macinata di pepe.



Coprire con un coperchio e lasciare riposare per 5 minuti.
Mantecare con il cucchiaio di legno e servire....

Io ho evitato di aggiungere il Parmigiano perchè volevo si sentisse preponderante il sapore dolce/amaro del carciofo.

Con questa ricetta partecipo a #GFFD 



Partecipo inoltre al contest Risate e Risotti 2014 VII edizione


mercoledì 19 febbraio 2014

YIN E YANG E GLI ULTIMI DUE STRUDEL PER MTCHALLENGE


Ogni cosa ha il suo contrario, il suo Yin ed il suo Yang,  anche le stagioni.
Dell'Inverno amo tante cose e me ne mancano altre.
Amo i pomeriggi di sole tiepido, a spasso con mio figlio per i boschi o nel terreno attorno alla casetta gialla.
Amo il profumo del camino la sera mentre il fuoco scoppietta e si sta sul divano a leggere con Arc mentre il Martirio cade in un sonno sereno alla terza scena del film che ha scelto LUI!
Amo la sveglia presto la domenica, sola, con una tazza di caffè in mano dietro la finestra inumidita dalla condensa del vapore. mentre scivolano pensieri e parole su pezzi di carta o sulla tastiera del computer.
Amo tornare a casa al caldo, amo le minestre e le zuppe saporite, le cene a base di polenta.
Amo avere la scusa pronta per accendere il forno per cucinar e scaldare aria e cuori...passando per lo stomaco.
Amo i maglioni caldi, colorati, che accarezzano.
Amo la neve, ma solo in montagna, perchè a Milano diventa subito grigia e nera come l'asfalto e tutto si blocca.
Ma mi manca la frutta.
Quella zuccherosa e gratificante. 
Quella che finisce nelle crostate, nei dolci, sui gelati o semplicemente in borsa come pranzo.
Quella che colora il bianco pallido e acido dello yogurt nelle colazioni lente della domenica.
Ecco che cosa mi manca.
D'Estate, sapendo di questa grandissima lacuna, mi premuro di racchiudere questi colori,sapori e profumi, nei vasetti della marmellata.
Ne faccio di tutti i tipi, di tutti i formati ma.... ahimè, finiscono presto.
La crostata, che resta sempre il mio dolce preferito, d'inverno si copre delle marmellate e, quando finiscono, di tanta frutta essiccata che si tuffa in una crema morbida ed è.... la crostata invernale. 
L'ho già pubblicata qui ed ha sempre un successo strepitoso.
E' pensando a quella crostata che mi è venuto in mente uno strudel da proporre alla sfida MTChallenge di questo mese lanciato da Mari di Lasagnapazza, vincitrice della scorsa edizione.
Invernale... un guscio che racchiuda il sapore dell'estate con la morbidezza della crema e la croccantezza della frutta secca.
Poi ho pensato alla crema di accompagnamento ed ad un interno decisamente dolce, ho pensato di contrapporre un frutto che sappia di sole, che abbia ANCHE il colore del sole: il mandarino cinese chiamato anche Fortunella o Kumquat.

Poi, mentre assaggiavo il Kumquat candito, ho pensato che, dentro il guscio di uno strudel ci sarebbe stato bene, come un sole imprigionato per scaldarci il cuore d'inverno, magari accompagnato da una crema dolce di ricotta per contrastarne l'asprezza frizzante....

Insomma: quale scegliere?
Quello dolce con la salsa aspra o quello aspro con la salsa dolce?
Yin o Yang? 
Perchè non tutte e due? Credetemi, non saprei quale scegliere.....e dire che li ho assaggiati entrambi (più volte, a dir la verità, sia mai che mi fosse sfuggito qualcosa...)

Con queste due ricette partecipo alla 36a sfida dell'MTChallenge



STRUDEL D'INVERNO CON SALSA FORTUNELLA (al Kumquat)




Ingredienti: 

per la pasta (vedi ricetta di Mari Lasagnapazza)
150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale
1 noce di burro (per la cottura)

per il ripieno:
400 g di ricotta vaccina morbida
350 g di frutta mista essiccata (banane, cocco, papaya, uvette, ananas)
60 g di amaretti
60 g nocciole tostate
40 g di mandorle con la pellicina
40 g di pistacchi sgusciati 
40 g di albicocche disidratate
2 uova intere
2 cucchiai di Brandy
2 cucchiai di zucchero semolato

per la crema
250 g di Kumquat 
200 g di zucchero
200 g di acqua

Preparare la pasta dello strudel come da ricetta di Mari.
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz'ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica.

Preparare la farcia mescolando la ricotta con una frusta. Aggiungere lo zucchero, le uova ed il brandy.
In una ciotola mescolare tutta la frutta essiccata sbriciolando le mandorle e le nocciole grossolanamente.

Tagliare i Kumquat  a pezzettini togliendo tutti i semini (e sono tanti!). 
Far sciogliere in un pentolino lo zucchero con l'acqua facendone uno sciroppo denso.
Coprire i Kumquat con lo sciroppo e far cuocere a fuoco basso per almeno 40 minuti. Spegnere, frullare con un frullatore ad immersione e tenere da parte.





Stendere la sfoglia come da ricetta di Mari.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.

Disponete sulla sfoglia gli amaretti sbriciolati grossolanamente, coprire con la crema alla ricotta. Versare tutta la frutta essiccata sulla crema lasciando un bordo di pasta di almeno 2 cm per lato.

A questo punto, aiutandovi con la tovaglia, cominciate a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno. Fate fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine.

Imburrare una teglia e sciogliere il burro in un pentolino.
Adagiare lo strudel e spennellarlo con il burro fuso.
Far cuocere a forno caldo statico 180° per 30 minuti.




Servire tiepido sullo specchio della crema *Fortunella*.


STRUDEL KUMQUAT MANDORLE PISTACCHI ED AMARETTI CON CREMA DI RICOTTA.




per la pasta (vedi ricetta di Mari Lasagnapazza)
150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale
1 noce di burro (per la cottura)

per il ripieno:
400 g di Kumquat 
300 g di zucchero
300 g di acqua
150 g di pistacchi sgusciati
150 g di mandorle sgusciate e pelate
60 g di amaretti

per la crema:
200 g di ricotta vaccina morbida
2 cucchiai di zucchero di canna
2 cucchiai di Cointreau

Preparare la pasta dello strudel come da ricetta di Mari.
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz'ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica.

Preparare i Kumquat tagliandoli a pezzettini ed eliminando tutti i semi.
Preparare lo sciroppo sciogliendo lo zucchero nell'acqua a fuoco lento.
In un pentolino coprire i Kumquat spezzettati con lo sciroppo e lasciar cuocere per almeno 40 minuti.


In una ciotola mescolare pistacchi e le mandorle.

Stendere la sfoglia come da ricetta di Mari.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.

Disporre i Kumquat canditi e scolati sulla sfoglia, distribuire gli amaretti intrisi dello sciroppo avanzato sulla sfoglia.
Spargere pistacchi e mandorle su tutta la superficie lasciando un bordo di pasta di almeno 2 cm per lato.

A questo punto, aiutandovi con la tovaglia, cominciate a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno. Fate fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine.


Imburrare una teglia e sciogliere il burro in un pentolino.
Adagiare lo strudel e spennellarlo con il burro fuso.
Far cuocere a forno caldo statico 180° per 30 minuti.




Servire tiepido (o freddo) sullo specchio della crema alla ricotta.




domenica 16 febbraio 2014

Le mie estati nelle dolomiti e lo strudel dei ricordi.



Strudel e Dolomiti.
Ricordi di gioventù, di sgambate per rifugi con gli amici, di giornate piene di sole tra quelle montagne che sono un monumento che avvicina l'animo al Cielo.
Il blu del cielo, il grigio della roccia che di sera si tinge di tutti i toni del rosa e dell’arancio.
Venti giorni in estate con la mia famiglia in un piccolo albergo di un amico di mio padre.
Venti giorni con le gite e le passeggiate e lo star male in macchina su quelle curve tremende dei passi.
Venti giorni ad andare a letto tardi, le sere passate a chiacchierare, a studiare la gita del giorno dopo, a prenotare il cestino al cuoco.
La prima sigaretta fumata di nascosto per *colpa* di un amico più grande e che mi ha fatto tossire per tutta la notte.
I temporali che ti lasciavano il frastuono dei tuoni ed il flash dei lampi a rimbombar nella testa.
Le partite a carte interminabili tra i genitori mentre, da grandini, si andava a ballare in discoteca e loro ci aspettavano alzati.
Mangiare di corsa per correre fuori, nelle tiepide sere d’estate, per stare assieme agli amici nel giardino dell’albergo e mia madre che mi chiamava per salire in camera.
Gli *Ancora dieci minuti!* gridati nel buio per restare ancora un po’ con gli altri.
Poi i pomeriggi di pioggia chiusi nelle pasticcerie o nelle baite vicine, mentre si trangugiavano strudel tiepidi e profumati.
Strudel di tutti i tipi ma tutti spettacolari, fragranti e profumati..
Ecco cosa mi ha riportato alla mente il post di Mari Lasagnapazza sullo strudel e sulla gara dell’MTChallenge
Bei ricordi, profumi e qualche battito di cuore…. Grazie Mari!

Quello alle mele lo faccio spesso (anche se la pasta che faccio io è meno elastica e gestibile di quello che propone Mari), quindi non resta che pensare ad altro.
Pere… cioccolato…arancia e (perché no?) miele di datteri (scoperto grazie ad un regalo di una cara amica!) mandorle e… un po’ di croccantezza data dai cornflakes.

Ecco qui la mia terza proposta per questa sfida, l'MTChallenge che per me sta diventando sempre più dura per il livello degli altri partecipanti.

Con questa proposta partecipo alla 36° edizione di MTChallenge.



STRUDEL DI PERE E CIOCCOLATO CON LE MANDORLE E L’AROMA DI ARANCIA



Ingredienti
per la sfoglia * come da ricetta di Mari Lasagnapazza
150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale
1 noce di burro (per la cottura)

per il ripieno
3 pere Abate (circa 300 g pulite)
100 g di cioccolato fondente
50 g di cornflakes
50 g di mandorle pelate
2 cucchiai di miele di datteri
Scorza di un’arancia bio grattugiata

per la crema di accompagnamento
200 g di panna
1/2 bacca di fava tonka

Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz'ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica.

Pelare le pere e tagliarle a tocchetti alti max 1 centimetro.
Spezzettare la tavoletta di cioccolato.
Grattugiare la scorza di un’arancia bio .
Unire le mandorle e mescolare il tutto con due cucchiai abbondanti di miele di datteri. 

Stendere la sfoglia come da ricetta di Mari.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.

Disponete sulla sfoglia il composto le pere e gli altri ingredienti.
Spolverare con i cornflakes.
A questo punto, aiutandovi con la tovaglia, cominciate a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno. Fate fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine.



Imburrare una teglia e sciogliere il burro in un pentolino.
Adagiare lo strudel e spennellarlo con il burro fuso.
Far cuocere a forno caldo statico 180° per 30 minuti.

Servire spolverato di zucchero a velo e accompagnato da Panna montata  (non troppo) ed aromatizzata con una grattugiata di fava tonka.

venerdì 14 febbraio 2014

PACE FATTA CON LA FRUTTA COTTA.



Ho sempre odiato la frutta cotta.
Mi ricorda l'ospedale, l'odore dei disinfettanti, i purè che non san di nulla... tantomeno di patate.
Ecco la frutta cotta mi provoca incubi.
Poi subentrano gli anni che passano, le diete che ti tolgono tutto quello che di dolce amo ed adoro. 
Tutto. 
Grassi, zuccheri, creme ....
No.
Un dolce ci vuole! 
Altrimenti divento come cattiva e ringhio invece di parlare, mi si allungano i canini e potrei mordere chiunque.
Quindi si impone una soluzione che sia sana...ma gradevole.
Ho sinceramente provato a sgranocchiare quegli snack salutari fatti di mele essiccate. Quelle che come le addenti ti sembra di addentare il rotolo di cartone dove è avvolto lo scottex (e sono fine.....) 
Non ce la faccio. QUELLO NON E' UN DOLCE!
Poi ti capita di ricordare le mele al forno che faceva la nonna, quelle che di ospedale non sapevano per nulla. Solo che non posso ripeterle. Zucchero,

mercoledì 12 febbraio 2014

Ricordi d'infanzia e un nuovo strudel salato per MTChallenge... e due!



La *barba d'i frà* è un altro ricordo d'infanzia. 
Me la faceva mia mamma in padella, saltata semplicemente con il burro.
Mi fa pensare alla primavera, alle distese di erba nuova, alla voglia di caldo e di sole.
Sabato scorso sul mercato i banchi degli ortolani ne erano piene, di cassette con tutti i mazzettini belli ordinati, legati con lo spago e con le radici avvolte nella carta.
Ho la fortuna di avere un bimbo che ama le verdure ed è curioso di assaggiare sempre cose nuove.
Quindi, quando l'ortolano di turno me li ha proposti, non sono riuscita a dire di no. 

lunedì 10 febbraio 2014

La pesciera scomparsa e l'arte di arrangiarsi per uno strudel salato e l'MTChallenge.



Eccoci alla nuova sfida dell'MTC, quella proposta da Mari Lasagnapazza (come mi piace questo nome!!!). La trentaseiesima sfida, dicevamo.
Mercoledì 5 gennaio una pioggia insistente, una giornata buia e nervosa.
In ufficio la solita confusione e la solida ridda di telefonate.
Alle 9 sono in linea con il solito cliente che non capisce o non vuole capire quando....
*STRUDEL!*
Quasi un urlo della collega che me lo annuncia mentre cerco di dare un senso alla contabilità ed il cliente ha difficoltà a distinguere debito da credito.
Finalmente finisco la telefonata fiume.
Dolce (penso). Accipicchia mi sono appena messa a dieta! 
Toccherà trovare una scusa o una cena per *dovere* presentare un dolce e così mi potrò godere anche questa sfida.
La mattina scorre grigia e plumbea e finalmente arriva la pausa pranzo.
Leggo le regole della sfida e scopro che posso anche farlo salato ma.... bollito!
Urca! 
Beh, sabato sera ho giusto una cena dove mi mancherebbe l'antipasto..........
Bollito: menomale che ho la pesciera di Nonna Maria! 
Una pentola di alluminio lunga e stretta con una griglia che tiene sospeso il contenuto.

venerdì 7 febbraio 2014

UNA FAMIGLIA A DIETA E I FUSI DI POLLO AL FORNO....



Si. E' periodo di dieta.
Dieta per il Martirio che, sulla soglia dei 50,  sta facendo di tutto per mantenere l'aspetto giovane e pimpante.
Il che comporta il rifiuto al cliché dell'uomo di mezza età vestito con abiti consoni ad un'età matura.
Vanno di moda magliette attillatissime, con tonalità più o meno sgargianti, con maglioni trendy e jeans da *mamma non mi passa la paghetta*....
Sta bene, intendiamoci! Ha ancora un fisico abbastanza asciutto da potersi permettere certi abbigliamenti ma, che stonano (secondo me) sono i capelli sale e pepe (quelli che restano).
E dire che sta così bene vestito in maniera *classica*!
Quindi ogni mattina si alza e dedica 45 minuti a far ginnastica, aggirandosi per casa con bastoni di vecchie scope e pesi e mettendosi tra i piedi a far flessioni su flessioni aumentando ulteriormente l'entropia famigliare.

Poi c'è Arc, goloso come la mamma e amante della buona cucina.
Anche lui che sta crescendo, è in quel periodo in cui si allunga e poi si allarga. Ora è nella fase ...*si allarga*.
Non tanto, ma quel tanto che basta a limitar un poco i dolci e gli stravizi.
Il fatto è che il piccolino è pigro come la mamma. Non gli va di far movimento e fatica. Pertanto, pur costretto a frequentare un corso di nuoto in piscina, tende a preferire una vita comoda.
Quindi? Dieta anche per lui (con tutte le eccezioni che la nonna gli concede... *por nan, aveva fame!*)!

Poi ci sono io che, dopo anni di lontananza da palestre e sport *attivi*, con l'età che avanza, mi trovo a non riuscire a smaltire tutti i chili che ho via via accumulato.
Il fatto è che per me, che in gioventù ero magrissima e sottopeso (il primo che ride lo riduco in cenere!), è ancora più difficile concepire il concetto di dieta.
Quindi mi sono iscritta in palestra, vicino a casa, dove mi precipito con niente voglia, scapicollandomi dall'ufficio, ben due volte a settimana. 
Debbo altresì confessare che ho spesso dei *contrattempi* che mi fanno mancare la lezione.... ma l'idea... c'è.

martedì 4 febbraio 2014

UN DOLCE DEL RICORDO PER UNA DOMENICA CON UN'AMICA.



Una domenica diversa.
Parma: una città a misura d'uomo, bella come una bomboniera pur sotto un cielo gonfio di nubi che non promettono nulla di buono.
La cattedrale, con un interno che incanta e toglie il fiato. 



Il Battistero a guardia della piazza e delle anime.




Ricordi di gioventù rivissuti come in flash-back..... un tuffo nel passato.
Una domenica con un'amica mentre i miei due uomini scappano allo stadio per vedere una partita.
Una domenica con un'amica.

lunedì 3 febbraio 2014

L'Ora del PAtE' e la prima ristampa presentato a Milano.


Un libro.
Un libro di ricette e fa parlare così tanto?!
Ebbene si. Un libro ma di ricette speciali. Uscite dalle cucine di tutta Italia per partecipare ad un gioco che è la sfida più coinvolgente del WEB. 



Una sfida (ed un blog) unica in tutta la rete dei foodblogger italiani.

Da questa sfida mensile escono tantissime versioni delle ricette della tradizione culinaria Italiana e non solo.

Un confronto, una sfida innanzitutto con se stessi, con le capacità che abbiamo di riadattare un argomento, una ricetta, un ingrediente... alla nostra fantasia, alle nostre preferenze o, più semplicemente, alle nostre tavole.

Da questo gioco è nato un sogno. 
E' stato vestito d'azzurro, dipinto e disegnato nei più piccoli particolari, riempito di foto. 
Poi la fiducia di un Editore, la SAGEP, che ha creduto in questo sogno, lo ha reso concreto.
Tanto concreto da poter sostenere un progetto benefico volto a curare bambini malati..... ed il sogno, è diventato un battito di tanti cuori per i cuori dei bambini.

Il battito è diventato un tuono... e la prima tiratura del libro è svanita in meno di una settimana.

Ora, a grande richiesta, la prima ristampa è arrivata! Con tante copie ad esaudire le tantissime richieste pervenute alle librerie di tutta Italia.

Partendo da Milano, tanti incontri per presentare il libro, il progetto, la collana dei libri dell'MTChallenge... io ci sarò. Voi che fate?





Lunedì 10 febbraio 2014 – ore 18.30 – Presentazione del volume L’ora del paté a cura di Alessandra Gennaro, illustrazioni di Roberta Sapino, fotografie di Sabrina de Polo (Sagep Editori, collana I libri dell’MTChallenge, 144 pagine, euro 18,00) presso Mondadori Duomo di piazza Duomo, Milano – con la partecipazione straordinaria di Paolo Massobrio, Daniela Lucisano e Alessandra Gennaro.


A Natale ha fatto impazzire la blogsfera con il mantra “Questo Natale #bastabiscotti”.
Un caso editoriale: la prima tiratura esaurita in soli 6 giorni. Ora L’ora del paté, curato da Alessandra Gennaro, con illustrazioni di Roberta Sapino e fotografie di Sabrina de Polo, edito per i tipi di Sagep Editori (144 pagine, brossura con bandelle, euro 18,00) arriva finalmente a Milano, lunedì 10 febbraio 2014, alle ore 18.30 nello Spazio Eventi, posto al terzo piano di Mondadori Duomo (piazza Duomo, 1 – Milano). La presentazione sarà curata dal giornalista Paolo Massobrio e da Daniela Lucisano, nuovo direttore di “A Tavola”, con la partecipazione di Alessandra Gennaro.