Non passa giorno che i media non ci sbattano in video la crisi, sia essa protagonista della pagina economica, o della cronaca o... triste a dirlo... della satira.
Se non ce lo ricordano loro ce la sentiamo nella pelle, nella sensazione di essere inseguiti con il fiato sul collo da qualcosa o qualcuno che non ci da tregua.
Far la spesa senza guardare i prezzi non capita più, e si torna a guardare la lista delle offerte nei supermercati, nei negozi non si entra per il semplice motivo che stanno chiudendo, uno dopo l'altro soffocati dalla concorrenza dei grossi centri commerciali.
Poi ci sono le notizie delle aziende che chiudono i battenti, delle fabbriche che cedono la produzione all'estero dei paesi che si svuotano.
Sta avvenendo dove ho il mio buen retiro, paese nato per ospitare le centinaia di operai del tessile prima Italiani, poi stranieri. Ora, chiuse le fabbriche, anche gli operai partono o tornano ai loro paesi, lasciandosi alle spalle interi paesi letteralmente svuotati di giovani e di figli.
Capannoni vuotati di vita e lavoro si schierano ai lati delle strade delle valli Biellesi.
Le scuole di paese con due o tre alunni, che chiudono obbligando i pochi superstiti a far salti mortali per assicurare ai figli un'istruzione.
Poi ci sono i licenziamenti o, come si chiamano oggidì, le ristrutturazioni.
Non sono notizie di un telegiornale: sono amici, conoscenti, famiglie come noi che si trovano improvvisamente senza lavoro.... e ricominciano le fughe: di mani, di cervelli, di vite... da una Italia che diventa sempre più Patria Matrigna.
Sabato è partito, con un carico di ricordi, con una famiglia al seguito, un amico del Martirio. Caricato una vita e la speranza su un aereo, per cercare lontano un lavoro e una vita decorosa.
Tra qualche mese partirà un'altra famiglia, un imprenditore con un lavoro nelle mani, il coraggio di cambiare...la speranza di chi crede ancora in un'opportunità al di là dell'oceano.
Non riuscire a sfuggire alla sensazione di oblio che ti lascia questa epoca, e domani mi tutto questo non si fermerà. Domani anche nella mia azienda verranno comunicati nomi e *posizioni* che saran ritenute in esubero.
E su questo domani mi soffermo a pensare, mentre vedo mio figlio entusiasmarsi per le prossime vacanze, per la sua giovane vita che dovrà essere completamente differente dalla mia. Per questo sorrido ed insisto nel voler che impari una lingua, l'inglese, che gli tenga aperte tutte le porte del mondo. Intanto gli chiedo di tenermi aperto lo sportello del forno, per infornare quel che ho fatto per non pensare a quel che sarà il futuro.
Giro l'impasto e lo voglio leggero... come il Kefir che ho in frigorifero da qualche giorno, pieno come le ciliege e dolce come il Porto dove le ho lasciate a macerare.
E' stato un esperimento, nato dalla voglia di qualcosa di dolce e ... a me è piaciuto e spero piaccia ai colleghi domattina...per quel po' di dolce che ancora ci meritiamo.
TORTA E MUFFINS AL KEFIR CON CILIEGE E PROFUMO DI PORTO ROSSO
Ingredienti:
3 uova medie
120gr. zucchero
70 gr. farina 00
70 gr. fecola di patate
120gr. di Kefir
1 bustina di lievito
600 gr. di ciliege denocciolate
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiai di Porto rosso.
zucchero a velo per guarnire.
Accendere il forno a 175°.
Mettere le ciliege in una ciotola, cospargerle con lo zucchero di canna e i 2 cucchiai di Porto, mescolare e lasciarle insaporire.
In una ciotola capiente montare a lungo (almeno 15 minuti) le uova con lo zucchero.
Quando saran ben gonfie, aggiungere il Kefir e continuare a montare per 5 minuti.
Setacciare la farina la fecola ed il lievito e aggiungerlo all'impasto sempre mescolando con la frusta elettrica.
Versare il composto in una teglia da 24/26 cm. ben imburrata ed infarinata.
Distribuire le ciliege (scolate dal loro liquido) nella torta ed infornare per 30 minuti (forno statico).
Prima di toglierla dal forno, far la prova stecchino.
Lasciar raffreddare e poi spolverare con lo zucchero a velo.
Con la stessa quantità vengono una ventina di muffins.
Cara Nora, capisco benissimo il tuo sentimento...e te lo dice una che l'Italia l'ha lasciata :-(
RispondiEliminaPrendo un pezzo di torta, va.
Un peso sul cuore... il pensiero del futuro che sembra sempre più immerso in una nebbia fitta.
EliminaTutta la torta che vuoi Principessa
Nora
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RispondiEliminaTata, che buono deve essere questo dolcino con le ciliegie che io adoro e,.....possibilmente, speriamo possa servire a risollevarci dalla malinconia che talvolta percepiamo in maniera palpabile
RispondiEliminaMalinconia e preoccupazione vanno a braccetto...
EliminaQuesto dolce è così leggero che toglie un po' del peso del cuore.
Nora
Cara Nora, capisco quella paura e purtroppo, anche se piena di speranza, mi chiedo se avrò mai la possibilità di avere una famiglia mia. Intanto prendo anch'io una fettina di torta, tanto c'è la frutta, quindi è light no?
RispondiEliminaLight è light, quello è certo... quanto alla famiglia non dispererei.
EliminaCalcola che tutto ciò che si conquista con tanta fatica VALE DOPPIO!!!
Baci e speranza... a ceste come le ciliege!
Nora
In bocca al lupo, Nora, per te e i tuoi cari.
RispondiEliminaSì, più lingue possibile, per tuo figlio. E soprattutto viaggiare, scoprire realtà diverse, possibilità diverse, mondi diversi. Essere pronti.
E' tanto piccolo ma è già *proiettato*.... il sogno se lo dovrà costruire (temo) a fatica... ma vorrei che ci credesse.
EliminaNora
ti capisco più che mai essendo un esubero che verrà lasciato a casa senza troppi problemi...il futuro è difficile ma, a volte, basta un dolce fatto con il cuore per sentirsi meglio.grazie
RispondiEliminaFatta colazione gnam, buone anche le briciole, gnam (un po'meno zucchero nella mia però :-) )
RispondiEliminaPellegrina non loggata