Cammino per strada. Fa freddo e pioviggina a Milano. Cammino pensosa con le mie buste della spesa in mano, nascosta dietro la mascherina FFP2 che mi scivola da dietro le orecchie e mi da la sensazione di non riuscire a respirare "aria" e che da oltre due anni ci isola da questa malattia tremenda, che ha falciato così tante vite.
Due anni abbondanti di paura, di pericolo di contrarre un male che ancora oggi non hanno ancora completamente capito come si sviluppa e come si combatte.
Due anni che ci hanno reso distanti, diffidenti, fragili sia nel corpo che nell'anima. Praticamente come vivere intrappolati in un brutto sogno, dove cerchi di svegliarti per ritrovare la vita di sempre, la routine quotidiana fatta di tanti contatti umani ed invece ti trovi invischiato in questo mondo surreale.
Sei tu. Sei la stessa di sempre. Ma sei in un'altra dimensione, come se vedessi la tua immagine proiettata su uno schermo del Cinema Ducale. Dove guardavi da ragazzina quei film assurdi come "Under the Dome", adesso sembra essere proiettata l'esistenza che hai vissuto in questi due ultimi anni.
Mi accorgo di essermi "bevuta" questi ultimi mesi, i primi di vera libertà da un lavoro il cui ambiente mi stava sempre più stretto, i primi dove non dover fare i conti con gli orari, le giornate frenetiche, le corse in metropolitana, la spesa fatta nei ritagli di tempo. Con le giornate di mare da non dover centellinare, con l'attenzione alla famiglia che viene prima di tutto.
Un bambino mi getta una manciata di coriandoli sui piedi. E' Carnevale. Non me ne sarei nemmeno accorta se non fosse stato per lui.
Basta! Ho trascorso da sonnambula questi ultimi mesi. Una stanchezza più mentale che fisica che mi ha costretto a riposare. Come dopo una malattia. Come dopo due perdite importanti e devastanti.
E' tempo di cambiare ritmo, passo; di riprendere ad organizzare la mia vita; di ricominciare ad avere amici a cena, piano piano, per riabituarsi.
Cominciamo dalle domeniche a pranzo. Quelle dove siamo a Milano, con nonna e fratello, con la tovaglia buona; apparecchiata in sala; con pietanze che fanno "casa".
Vuoi non metterlo il dolce in tavola di domenica? Ho pure il tempo di sperimentare nuove ricette. Una di quelle di Csaba della Zorza, per esempio. Per cambiare, per imparare, per una "novità".
Di queste ho scelto una cheesecake un po' diversa dalle solite, di semplice realizzazione (tolto la difficoltà che ho avuto a trovare la pasta fillo) e che si presta anche a delle varianti che vorrei sperimentare al più presto.
CHEESECAKE AL LIMONE IN SCRIGNO DI PASTA FILLO
(ricetta di Csaba della Zorza)
Ingredienti
600 g di ricotta
250 g di robiola
150 g di zucchero
1 cucchiaio di maizena
3 uova
2 cucchiaini di estratto naturale di vaniglia
50 ml di succo di limone fresco e la sua scorza
10 fogli di pasta phillo
60 g di burro sciolto
1 cucchiaio di zucchero a velo
Procedimento
Accendete il forno a 180°C in modalità statico.
Foderate uno stampo da 22/24 cm a cerniera, con un foglio di carta forno imburrata.
Mescolate, in una ciotola capiente, la ricotta, la robiola, lo zucchero e la maizena sino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Sbattete le uova con l'estratto di vaniglia ed unitele ai formaggi.
Aggiungete la scorza ed il succo di limone.
Fate scogliere a bagnomaria il burro e preparate un canovaccio pulito dove appoggiarvi ad imburrare (uno per uno) i primi 4 fogli di pasta fillo sovrapponendoli gli uni agli altri.
Inserite il primo gruppo di fogli di pasta fillo (con la parte imburrata in alto) nello stampo.
Imburrate nello stesso modo i successivi 4 fogli e metteteli nello stampo a 90° rispetto agli altri in modo da non lasciare spazi vuoti nei bordi.
Non preoccupatevi se si dovessero "stropicciare", l'effetto è quello.
Versate il composto di formaggio e uova nella tortiera.
Coprite con gli ultimi 2 fogli di pasta, imburrati come i precedenti e piegati a metà, rimboccando i bordi come se fosse un cartoccio. Spennellate con il burro rimasto prima di infornare.
Cuocete in forno per 40 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare bene prima di sformare delicatamente il dolce su un piatto da portata.
Spolverate con zucchero a velo e decorate a piacere (io ho decorato con delle piccole foglioline di menta) e servite a temperatura ambiente.
Note: * se dovesse avanzare conservare in frigorifero. ** la prossima volta provo qualche variante sulla crema per avere delle alternative.
Rileggerti è sempre un piacere, saperti attiva ancora di più.
RispondiEliminaPersonalmente non ho mai amato quel pugno nello stomaco dei biscotti sbriciolati intrisi di burro dei cheesecake cake tradizionali, così come il Philadelphia untuoso.
Quindi la tua versione mi ispira proprio una buona merenda.
Spero a presto, L.
Anch'io non amo particolarmente il guscio di biscotti. E' per questo che questa versione mi ha molto incuriosita. E' stata una bella scoperta ed ora non mi resta che "studiare" altre versioni.
EliminaA presto
Nora
Cara Nora visto che hai ripreso il blog e per mantenere le buone abitudini: ti piacerebbe fare parte di questo? https://www.facebook.com/groups/1300302887010357/ Io ogni tanto partecipo dal blog perché social, mai!!! A me farebbe piacere ritrovarci sia pure a distanza in cucina: fisica e anche culinaria, data la mia inferiorità in materia. Il gruppo è davvero molto libero e scanzonato, niente a che vedere con manie varie, incluse quelle di controllo...
EliminaCiao Pellegrina! Io invece un po' mi giro sui social e mi sono iscritta su questo gruppo che mi hai segnalato. Per ora ci studio... poi : chissà?
EliminaNora
Mi fa piacere. Una milanese non può esitare davanti a un risotto!
EliminaE mi ci volevi tu per tornare dopo anni ad entrare in un blog!
RispondiEliminaAccattivante e semplice, davvero mi piacerebbe scoprire le varianti che la tua testolina ti suggerisce...la mia si è incuriosita all'istante.
Pasta fillo qui ovunque, molto bene così!
Mille baci cara Nora, a te, al martirio, al nostro Arc ed al nostro mare...che non si batte!
Fabiiiiiiiiiiiii!!!!! Prometto: le mie varianti verranno pubblicate senz'altro. Quanto al mare... manco da oltre un mese da Noli e mi manca... Ovvio che se farai una scappata da quelle parti sarò felicissima (ed anche i 2 XY, ovviamente!) di riabbracciarti.
EliminaNora
La Canaria! Che piacere. O sei in Antartide a fare esperimenti col fegato di merluzzo?
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