Avevo sentito spesso Adriana decantare la bontà della marmellata di pomodori verdi che ha sempre fatto. Mi aveva anche incuriosito. I pomodori verdi, al limite, li vedevo bene fritti, come li preparano negli Stati del Sud degli Stati Uniti d’America. Hanno pure scritto un libro bellissimo, attorno a questo piatto, diventato un film gradevole e non tanto dissimile dal romanzo.
Dicevo: li vedevo bene fritti… ma in marmellata bah! Anche perché il pomodoro ha una certa acidità anche da maturo, che solitamente attenuiamo aggiungendo zucchero al sugo (io bicarbonato, una puntina, toglie l’acidità e non cambia sapore alla salsa), quindi immaginavo che fosse terribile quando ancora acerbo.
Un paio di fine settimana fa, mentre salutavo una vicina di casa della casa di campagna (la stessa che mi fece imparare come consumare le *cotolette di borragine*), vedo ancora attaccati sulle piante della nostra amica Angela, una notevole quantità di pomodori di un verde tanto intenso da sembrar fatti di cera. Angela si è appena trasferita e l’orto ormai è stato abbandonato a se stesso.
*Che peccato, la stagione è finita e non sono ancora maturati!* La frase mi esce come un sospiro a mezza voce.
Adriana mi guarda perplessa e mi fa osservare che, proprio da quei pomodori, si potrebbe ottenere una marmellata molto buona. Qui scatta la famosa richiesta: *Daiiii, dammi la ricetta!!!*
Lì, sul ciglio della provinciale, in una sera di ottobre che vede il sole calare presto dietro le montagne color ruggine, Adriana, con quel fare preciso e semplice, mi racconta la ricetta. La racconta perché non si limita a dare ingredienti e quantitativi, ma ti illustra il processo per ottenere la marmellata con tale maestria, che par di ascoltare una favola; ed io, le favole, amo ascoltarle!
Allungo una mano, verso un pomodoro che si fa largo tra le maglie rade della rete di recinzione. Mi pare brutto, però, perpetrare un furto a danno di amici. Tolgo il telefonino dalla tasca e, a tentoni perché ho dimenticato gli occhiali, confesso il mio peccato all’amica, chiedendole il permesso di saccheggiare un po’ le piante cariche di frutti acerbi.
Attendo seduta sul muretto che arrivi una risposta, ben consapevole che la mia amica potrebbe avere anche il cellulare spento. Il bip del messaggio mi coglie quasi di sorpresa…
*Ma nn sei normale!!: -) puoi prendere qllo k vuoi figurati… sono certa k sarà ottima.. entr pure a fare razzia ok?*
Mi si stampa un sorriso di sollievo sul viso e, arrampicandomi sul muretto lì vicino, riesco a *ripulire* le prime due piante. Guadagno anche un paio di graffi ed una botta al ginocchio ma, oramai è noto, più che ad un atleta io assomiglio ad un gatto di marmo.
Torno con il mio bottino a casa… poi, all’arrivo a Milano, metterò subito in infusione i pomodori con lo zucchero, in attesa di trasformare questo tesoro verde in una marmellata buona buona…
Lunedì sera procedo come da copione e poi… giovedì, ho l’occasione di portarla in ufficio da far assaggiare ai colleghi.
Da qualche settimana, infatti, una collega che deve rinfrescare il lievito madre, una volta la settimana porta il pane appena sfornato e, sapendo che io paciugo in cucina ed amo fare le marmellate, mi propone di offrire una colazione ai colleghi.
Detto fatto giovedì apro il barattolo e lo lascio a disposizione dei colleghi, assieme al pane, vicino alla macchinetta del caffè…. Tempo mezz’ora il vasetto è sparito. S P A R I T O… nel senso che un collega gentile si offre di portarmelo pulito…. e di far sparire l’ultimo cucchiaino rimasto…. Che ne dire: sarà piaciuta?
Intanto, un barattolo, l’ho accantonato per Angela…. E uno per me…. :-P
MARMELLATA DI POMODORI VERDI E VANIGLIA.
Ingredienti (per tre vasetti e una tazzina)
Kg. 1,5 di Pomodori verdi sodi
1 1/2 stecca di vaniglia
800 gr. zucchero
Tagliare a pezzetti piccoli i pomodori verdi, dopo averli lavati ed asciugati
e lasciarli in infusione in una ciotola coperta, con le stecche di vaniglia incise e lo zucchero, per almeno 24 ore.
L'indomani versare in una pentola il contenuto della ciotola che sarà diventato acquoso.
Far cuocere con fuoco molto basso schiumando se serve, per almeno 4 ore.
Quando si sarà addensata, togliere le bacche di vaniglia, frullare con il frullatore ad immersione e rimettere sul fuoco fino a che raggiungerà la temperatura di 105°.
Invasare in vasetti sterili e lasciarli freddare capovolti.