Ci
voleva l’MT Challenge della scaloppina! Ci voleva per far riaffiorare ricordi
del passato. Ricordi confinati tra le
pareti di cucine diverse governate da donne differenti per abilità e passioni
esercitate ai fornelli. Sto parlando di mia nonna Maria, la nonna delle
tagliatelle, e di mia madre, lei che non amava cucinare.
Le
scaloppine della nonna erano quelle di vitello, sottile sottile, fatte cuocere
nella salsa di pomodoro con tanto origano, due o tre capperi tritati, e uno
spicchio d’aglio che dava profumo e
sapore alla carne.
Quelle
di mia mamma erano di maiale, simili ma senza l’aglio che lei aborriva.
Quelle
della nonna cucinate nella padella di alluminio perché *vengono più buone* a
quelle di mamma rigorosamente cucinate nella padella antiaderente.
Nonna
alle prese con un cucinino microscopico, affacciato su un altrettanto
microscopico balconcino dove, da bambina, lasciavo le bricioline per i
passerotti. Mamma invece in una cucina moderna e *abitabile* dove mobili in
formica bianca e gialla si riflettevano su una parete di piastrelle bianche
lucidissima.
Il
cucinino della nonna pieno di profumi, con una padella sempre in vista sui fuochi, tra la
fila ordinata delle presine all’uncinetto appese e l’acquaio con i piatti ad
asciugare coperti dallo strofinaccio colorato.
La
cucina di mamma sempre in ordine, come se fosse appena stata montata dal
mobiliere, dove gli odori forti erano banditi, le presine riposte nel cassetto
ed i piatti asciugati subito *che fan disordine*.
La
nonna le cucinava in inverno, quando la voglia di caldo e di sole le faceva
desiderare il sapore della sua passata di pomodori e basilico.
Mamma,
invece, ne faceva il piatto estivo per
eccellenza, veloce come piaceva a lei; ed il ricordo torna alle estati nella casa di
San Carlo sul Lago Maggiore, con i pomodori freschi passati ed usati subito,
senza diventare salsa. Pur non amando cucinare, le scaloppine *alla pizzaiola*
le venivano bene e sono un ricordo di giorni sereni, di giochi in giardino e di
estati che duravano sino al primo di Ottobre.
Le
faccio spesso senza badare alla stagione, quando ho voglia di farmi fare una
coccola dai ricordi.
Questa
volta sono stata in dubbio se presentarvele o meno, per questa sfida all’ultima
scaloppa, del mitico trio Zeneise di MenùTuristico. Dopo avere postato per
prima (per caso, non volutamente) delle banalissime scaloppine al vino bianco,
ho visto arrivare certe meraviglie e idee geniali da farmi pensare ad una *resa
delle padelle* per ritirarmi nell’angolino della vergogna.
Poi
ho visto Martirio e Arc gradire la ricetta moltissimo, e chiedere quando avrei
proposto una nuova versione… e mi sono lasciata convincere.
Ho pensato di pubblicarle oggi, il 27 Giugno, giorno in cui mia mamma avrebbe compiuto 82 anni....
Ciao Mamma, grazie se sono la donna che sono... è merito tuo!
I ricordi sono ricordi, sono parte di noi, sono un segno di vita che torna.
Ho pensato di pubblicarle oggi, il 27 Giugno, giorno in cui mia mamma avrebbe compiuto 82 anni....
Ciao Mamma, grazie se sono la donna che sono... è merito tuo!
I ricordi sono ricordi, sono parte di noi, sono un segno di vita che torna.
Indegnamente
ve le propongo anche se so che, come per il ragout, le lasagne ed il risotto,
ogni famiglia le fa …in modo diverso.
Queste
sono le
SCALOPPINE
ALLA PIZZAIOLA DELLA MIA MAMMA CON CONTORNO DI PATATE LESSE RIPASSATE
(per
3 persone)
Ingredienti
per le scaloppine:
6
fettine di lonza tagliate sottili (circa 300 grammi)
1
bicchiere di vino bianco secco.
2
mestoli di passata di pomodoro MEGLIO QUELLA CASALINGA (io un barattolo
di
conserva fatto dalla mia amica Mariuccia… l’ultimo)
1
mestolo di brodo di verdura (con il dado casalingo)
2/3
cucchiai di farina per impanare le
scaloppine
1
cucchiaio abbondante di origano secco
1
cucchiaino di capperi dissalati (io li trito perché mio figlio non li vuole
vedere)
Burro
chiarificato 2 cucchiai.
Sale
e pepe
Battere tra due fogli di pellicola, le scaloppine sino
a renderle sottili.
Infarinarle e sigillarle nel burro chiarificato bello
caldo. Una volta sigillate, toglierle dalla padella lasciandole in caldo tra
due piatti.
Deglassare
quanto rimasto in padella con mezzo bicchiere di vino bianco (deglassare) e lasciare
ritirare un poco. Aggiungere la passata di pomodoro fatta scaldare, nel
frattempo con il mestolo di brodo di verdura (fondo di cucina).
Far
ritirare ulteriormente il sughetto in
padella. Aggiungere le scaloppine, i capperi tritati e spolverizzare con
abbondante origano.
Lasciare
*rinvenire* le scaloppine per un paio di minuti prima di servire accanto alle
patate.
Ingredienti
per le patate ripassate:
1
patata media a testa
Burro
chiarificato 2 (ma anche 3) cucchiai
Sale
(io nero di Cipro) e Pepe macinato fresco (io Sechuan)
Lessare
le patate in acqua salata con la buccia per 7/8 minuti (non devono essere
cotte, solo scottate!).
Lasciarle
raffreddare, pelarle e tagliarle a fette alte 1 cm.
Far
sciogliere il burro in una padella (antiaderente) e dorare le patate su
entrambi i lati.
Quando
dorate, salare e pepare generosamente.
Note mie:
- potete sostituire la passata casalinga con il succo frullato e filtrato (per eliminare i semini) di pomodori maturi.
- io, personalmente, amo molto il gusto dell'aglio e ci sta molto bene.
Con
questa ricetta partecipo al MT Challenge di Giugno… con la ricetta/sfida di Elisadi Sapori di Elisa, che
è stata una lezione importante su uno dei piatti più veloci e versatili della
cucina ma che ha delle regole che una pasticciona come me non conosceva a
fondo.