Sono nata e vissuta a Milano, che adoro nonostante il caos
che la percorre, lo smog e la gente sempre frettolosa e distante. La vivo tutti
i giorni in mezzo a questa moltitudine colorata di gente che si sposta senza
nemmeno guardarsi attorno, soffocata nel cemento e nei crucci di tutti i
giorni.
Lavoro nella parte periferica ed industriale di Milano, in
un palazzo di vetro affacciato su un viale spoglio percorso da auto e mezzi di
ogni tipo e sempre intasato, a qualsiasi ora del giorno. Capannoni industriali
e magazzini si allargano nelle vie limitrofe rendendo il paesaggio monotono e
piatto.
A volte, inaspettati, si aprono scorci che ci ricordano che
il mare di cemento che ci circonda ha spazi a volte piccoli dove la terra
prende aria e ci fa regali inattesi. E’ stato uno di questi rari doni che mi ha fatto sorridere alcuni
giorni fa. Tra questo dedalo di vie assolate, in una pausa pranzo per una città
fondente, mentre mi trascinavo affondando i tacchi nell’asfalto liquido, ho
notato una costruzione incuneata tra i capannoni. Dal muro di cinta che difende
la privacy delle famiglie che vi abitano, facevano capolino le fronde curiose di
un gelso.
Il verde scuro delle sue foglie fitte, dava refrigerio ad una folta colonia di
passeri che, nascosti alla vista dei passanti, facevano un chiasso indiavolato
mentre, probabilmente, si litigavano le more mature che l’albero generoso
portava sui rami.
Questo albero generoso mi ha ricordato alcune gite in
campagna quando, con i cugini *campagnoli* si mangiavano le more dei gelsi,
dolci e profumate che ti lasciavano i semini tra i denti che *cantavano*.
Quei giorni sono tanto lontani ma tanto vivi nella mia
mente, che mi ritrovo a ridere, con la mano a coprire la bocca, come allora,
con le more e i loro semini.
Da questo scenario di cemento che mi vede recitar la mia
giornata durante tutta la settimana, fuggo nel fine settima rifugiandomi in una
piccola frazione montana in provincia di Biella. Il verde che si allarga
prepotente intorno alla vecchia cascina che ci ospita, la fa da padrone e ridà
ossigeno anche ai pensieri.
La frazione è piccolissima. Poche anime ci abitano come
residenti e un piccolo numero di *invasori* cittadini ha trovato un luogo di
pausa alla frenesia. Tra questi c’è una coppia di amici, pensionati da pochi
anni, che ci hanno fatto subito sentire *di casa*: Marcello e Attilia.
Marcello conosce tutto e tutti. Ti sa dare l’indirizzo del
miglior carrozziere in zona o del miglior ristorante, senza nemmeno consultare
le pagine gialle. Ama la buona cucina e cucina lui in modo egregio per la sua
bellissima moglie Attilia.
Anni di frequentazione mi hanno fatto parlare con lui della
nostra sfida di MT Challenge sulle scaloppine.
Mi ha subito segato le gambe con una ricetta da urlo,
assaggiata una volta sola e … amata subito. Pare che sia la scaloppina
*sabauda* più amata da tutta la stirpe Reale. Marcello è anche un gran
affabulatore e ti incanta con i suoi racconti ma, questa volta, voglio
credergli senza riserve.
Provatela! E’ buona buona buona… è stata eseguita seguendo
le regole dettate da MenùTuristico e da Elisa dei Sapori di Elisa che ci ha lanciato il guanto
della sfida… RACCOLTOOOOOO!!!
SCALOPPINE
ALLA KING…. LE SCALOPPINE DI MARCELLO
Ingredienti
(per 3 persone)
3 fette
sottili di vitello (300gr circa)
2/3 cucchiai
di farina
3 cucchiai
di burro chiarificato
6 cucchiai
di panna
3 pugni di
funghi secchi
2 bicchieri
di brodo di verdura con dado casalingo (1 per i funghi e 1 come
fondo di cucina per le scaloppine)
fondo di cucina per le scaloppine)
1 bicchiere
di vino per deglassare (io di Grignolino… piemunteissss)
Sale, pepe.
Accompagnamento:
1 patata
lessata con la buccia in acqua salata tagliata a fette alte,
1 pizzico di
prezzemolo
Battere le
fettine di fesa tra due fogli di pellicola fino a renderle sottili.
Tagliare le
fette in due se troppo grosse. Infarinare le scaloppine e farle sigillare in
padella con 2 cucchiai di burro chiarificato.
Mettere a
rinvenire i funghi con il brodo di verdura. Quando rinvenuti, tagliarli
finemente a coltello (o con la mezzaluna) e NON buttare il brodo in cui sono
rinvenuti.
Togliere le
scaloppine dalla padella e tenerle in caldo. Deglassare con il vino rosso il
fondo. Addensare con un cucchiaio di burro (se troppo liquido). Aggiungere i
funghi tritati, il brodo in cui sono rinvenuti e far ritirare la salsa per 5/10
minuti.
Aggiungere
la panna e, se troppo densa, allungare la salsa con il restante brodo.
Aggiustare
di sale e pepe (assaggiate: il brodo insaporisce abbastanza!)
Aggiungere
le scaloppine e farle rinvenire nel sughetto per 5 minuti. Spegnere la fiamma e
coprire.
Servire con
delle fette di patate lessate in acqua salate, private della buccia, e cosparse
di un pizzico di prezzemolo tritato.
Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di Giugno, attenendomi alle istruzioni di Elisa ... e due...
Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di Giugno, attenendomi alle istruzioni di Elisa ... e due...
Ancora scaloppi???....ti ammiro!
RispondiEliminaIo ho ceduto al caldo e al freezer! ;)
Però questa sscaloppina la assaggerei volentieri!
buona settimana
loredana
Le scaloppine proposte sono un po' da primi freddi... ma sono così buone che valeva la pena di rifarle.
EliminaQuindi: condizionatore a palla e Martirio che le rivuole!!!
Nora
Anche io ho ceduto sopraffatta dal caldo ma tu sei mitica! Un bacio
RispondiEliminaNoooo Giulia, 5 lettere (non 6): M A T T A!!
EliminaMa mi tocca rifarle perchè il Martirio era in visibilio!
Buona giornata
Nora
ci credo. qualsiasi storia ci sia dietro, ci-credo-ci-credo-ci-credo... perchè questa me la rivendo ai primi freddi, con belle rosine di contorno :-)
RispondiEliminaps ma solo i miei vicini, si chiamano sempre Rosa e olindo????
ciao, bella, buona settimana
Ale, su Marcello si potrebbe scrivere un romanzo. E' il personaggio più *personaggio* di tutta la frazione dove ho la casetta gialla.
EliminaStay tuned e leggerai altre avventure (e se non mi ha buggerato, mi ha promesso di farmi consultare un vecchissimo libro di cucina con le ricette sabaude.... sperem!)
Buona settimanaaaaaaaaa!!!
Nora
Tra Verginia e Marcello vedo che non ti mancano le ispirazioni per la cucina e per restare vivi nei grigiumi quotidiani...quasi faccio fatica a capire quale delle due ricette, quella reale e quella di scelta di 'frequentazioni' debba copiarti...magari entrambi che di certo mi farebbe bene :))) ehehehhehe
RispondiEliminaMa vieni al nord con la tua Miss.D che vi *nutriremo* di tutte queste ricette....basta che porti campionature di ciò che produci nella tua meravigliosa cucina !
EliminaIo ed Arc adoriamo i dolci ed il Martirio... si adatterà.
Stare in compagnia di persone liete allieta l'animo di chiunque non sia gretto!
Buona settimana Mr Gambetto!!!!
Nora
Ma che bella questa cosa del vicino che ti narra una storia legata a una ricetta *_* Molto buone le scaloppine, che come dice Ale, andrebbero proprio bene ai primi freddi! :)
RispondiEliminaBuon inizio settimana!
Lo so che sarebbe fuori stagione, ma la mia casetta è a 800 metri di altitudine e quindi, un poco di freschetto la sera lo fa.
EliminaPoi basta rimandare a periodi più autunnali ed il gioco è fatto (il Martirio mi ha chiesto di rifarla pur con il caldo e quindi... air conditioning a palla e viaaaa!)
Buona settimana e grazie dei complimenti.
Nora
che bel racconto, e che bella ricetta, proprio da re!!!
RispondiEliminaPer ricetta e agganci *reali* devo ringraziare Marcello.
EliminaIl racconto è una delle mie solite divagazioni ... scritte!
Buona giornata Francesca.
Nora
le voglio adesso!!!
RispondiEliminahahahaha Ingorda!
Elimina=D
Nora
Ieri ho letto di corsa....oggi me le sono proprio gustate...altro che caldo....io le mangerei anche adesso. Anzi domani compro i funghi e ti copio!!!
RispondiEliminaIl Martirio me le ha chieste ancora.... mi sa che replicherò presto..
EliminaBuona serata!
Nora
noraaaaaaaaaa bellissimo tutto ehm ma quando mi inviti?
RispondiEliminahahahaha Ale, quando vuoi ma quanto cucino non è nulla in confronto di ciò che pubblichi tu!
Elimina=D
Nora
Potresti però insegnarmi... anche a fotografare (tra l'altro....) ;-)
EliminaNora
Ho amato molto questo post come tutti quelli in cui parli della tua infanzia e della tua città. La mia famiglia viene da Milano anche se si trasferì a Roma negli anni Trenta Milano è rimasta nei ricordi e nelle saghe molto più di Roma. Ma il motivo per cui ti scrivo è che stamane ho assistito a una scena molto simile a quella che descrivi, in una città già calda nonostante l'ora, un frullio di piume e un gruppo di piccioni che becchettavano accaniti posati su un immenso cespuglio di capperi cresciuto selvaggio nella crepa di un muro, su un vialone trafficatissimo e dall'asfalto infuocato. Erano bellissimi, una forza della natura, sia la pianta sia gli uccelli.
EliminaNon è così strano scoprire questi tesori che la Natura ci regala. Il fatto è che spesso guardiamo attorno senza *vedere* realmente ciò che ci si para d'innanzi.
EliminaUn frullo d'ali il più delle volte non viene nemmeno notato ed un piccolo ciuffo di fiorellini che si fa largo tra le crepe dell'asfalto viene calpestato e basta.
Sono veramente felice di scoprire come non son solamente io a voler *vedere*...
Bello leggerti... tornerò a trovarti tra le tue pagine... in barba al tempo tiranno, per tirare un po' il fiato...
Buona serata
Nora