Noi siamo ciò che mangiamo ed anche il modo di coltivare i nostri alimenti, di cucinare gli stessi, fa parte del nostro bagaglio culturale ed a riprova di ciò ci sono le diverse interpretazioni che di un piatto si possono avere, a seconda della località dove viene cucinato, dalle materie prime usate per cucinarlo.
Se
c’è una cosa che sto imparando, da quando sono entrata nella rete con il mio
modesto elenco di ricette (chiamarlo blog è quasi una barzelletta), è che della
stessa preparazione si possono avere diverse declinazioni senza stravolgerla applicando
solamente la regola del buon senso e del reperimento delle materie prime
*locali*.
Ci
sono arrivata aiutata da una gara (che per gli iniziati si chiama Contest) che
ogni mese vede impegnati tanti concorrenti con un tema preciso e con regole
precise ma con la possibilità di poter adattare alla propria territorialità la
stessa ricetta.
Questa
gara è diventata così grande da essere trasformata addirittura in un blog ad
hoc: MTChallenge.http://emmetichallenge.blogspot.it/Nato da una prima idea di condivisione e di confronto avuta da Daniela e Alessandra delBlog MenùTuristico, ha preso vita propria quando ha cominciato a coinvolgere
tutti partecipanti non solo come spirito a mettersi in gioco, ma come
comunicazione e divulgazione di tradizioni e di abitudini alimentari (e non
solo) differenti.
Vite diverse, stessa passione, voglia di imparare tutto si muove virtualmente e virtuosamente attorno alla sfida di tutti i mesi. Ci si confronta, si impara, si sbaglia e ci si riconosce.
Il bello di queste sfide sono le incredibili implicazioni che si trovano per poter adattare le ricette all'*idea* che viene mentre sei sulla metropolitana, mentre fai la spesa e vedi un possibile ingrediente... sembra quel famosissimo tarlo che si accomoda nelle menti (alcuni direbbero malate) di chi come me si è fatta prendere dal tema del mese.
La cosa fenomenale è che, grazie alla chiarezza delle spiegazioni e alla capacità di trasmettere le proprie conoscenze, di chi ha lanciato la sfida del mese, tutti noi nessuno escluso siamo virtualmente allievi di una grande scuola di cucina.
La cucina tradizionale che spesso si è persa per dar spazio a copertine patinate *IN* e palinsesti televisivi di *tendenza* mirati a sorprendere piuttosto che ad insegnare.
Spesso la stessa ricetta viene vista e declinata in più versioni dallo stesso partecipante, creando anche spesso scompiglio nelle fila di chi deve scegliere (arduo compito) e decidere chi sarà il prossimo sfidante.
Questo mese a farla da padrone è una pasta fresca povera: acqua, farina, semola, sale ed appena un po' di olio EVO. A far la differenza le storie e le abitudini di tutti quanti.
La mia voglia di impastare di solito si manifesta quando ho la mente troppo affollata di pensieri, progetti o preoccupazioni, ed allora la calma che mi genera il movimento dell'impastare e del manovrar un impasto elastico come quello che ci ha proposto Patty, si propaga ai miei pensieri.
Quello che prima in forma sparsa affollava la mia mente, in baleno prende forma, ordine, si incanala...
Ma, una volta terminato l'impasto mancava il condimento e, d'incanto, un pezzo di Quartirolo Lombardo, un rametto di rosmarino ed un poco d'olio buono e tutto si compone (magicamente) nel piatto. Al Martirio carnivoro sacrifico volentieri una fetta di arrosto buono con il suo intingolo, visto che a Milano il sugo (gras de rost) viene spesso impiegato per condir riso e minestre.
A far un po' di colore ad una pasta *smorta* (pallida) che tanto mi somiglia, una bustina di zafferano, che da profumo e colore.
Partecipo alla sfida di MTChallenge del mese di Gennaio 2013
e, con *I pici al gras de rost* alla raccolta La cucina del riciclo di Dauly di Cucchiaio e Pentolone
con i miei:
PICI ALLO ZAFFERANO CON SUGO DI QUARTIROLO LOMBARDO
&
PICI ALLO ZAFFERANO CON SUGO DI GRAS DE ROST! (Questi dedicati interamente al Martirio... che se li è letteralmente BEVUTI!)
IMPASTO PER I PICI
Dose
per 4 persone:
dalla ricetta di Patty del blog Andante con Gusto
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola
rimacinata2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
1 bustina di zafferano
acqua – qb –
Fate la fontana con le due
farine miscelate con l'aggiunta dello zafferano. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare
lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al
sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a
stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle
mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
Piegate la pasta su se
stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo
l’impasto per non sfibrarlo.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
Dovrete ottenere una pasta
liscia, vellutata e abbastanza morbida.
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto
e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad
uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante
striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola
affinché non si secchi.
Cominciate a
"filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e
contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è
quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano
piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio,
fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi
agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
CONDIMENTO CON IL QUARTIROLO LOMBARDO
(dose per 2 persone)
2 cucchiai di olio EVO
1 Rametto di rosmarino
180 gr. di Quartirolo lombardo
Scaldate in un pentolino l'olio quando caldo immergete il rametto di rosmarino e spegnete. Togliete dal fuoco il pentolino.
Sbriciolate il quartirolo con una forchetta e versatelo in un piatto fondo molto capiente.
Prima di scolare la pasta versate l'olio sul Quartirolo sbriciolato, scolate la pasta e giratela velocemente (ma delicatamente) nel condimento.
Servire caldissima
CONDIMENTO GRAS DE ROST.
(dose per 2 persone)
200gr di arrosto in una fetta (io ho usato arrosto di arista)
1 mestolo circa di sugo di arrosto
1 noce di burro
Tritare con il coltello o la mezzaluna la fetta d'arrosto.
Scaldare in una padella larga il sugo con la noce di burro.
Versare il trito di arrosto.
Scolare la pasta nella padella con il sugo e saltare velocemente la pasta fresca.
Impiattare e servire caldissimi.
Alcune Note importanti mentre preparate i vostri pici:
1. Non vi si chiede di
tirare pici lunghissimi. Onestamente lo fanno in pochissimi e alla fine la
lunghezza non influisce sul sapore. Quindi non vi preoccupate di questo.
2. Ricordate che la pasta cresce nella cottura. Il picio non deve essere
troppo grosso altrimenti vi troverete con una pasta grossolana. La dimensione
corretta è più o meno quella del bucatino.
3. Il picio non è perfetto! Non deve esserlo.
La sua bellezza deriva da bozze, schiacciature, diametro irregolare.
Insomma, si deve sentire la mano della donna che li ha tirati. Inoltre, se vi si rompono mentre li fate, pace! Avrete dei pici cortini. Si mangia tutto! Non state a preoccuparvi del loro aspetto. Il picio è un canto all'imperfezione!
4. Ricordatevi di spolverare i vostri pici con farina di semola o fioretto una volta fatti. Smuoveteli ogni tanto nella farina per fargli asciugare e non appiccicarsi. E scuoteteli con delicatezza prima di immergerli in acqua.
3. Il picio non è perfetto! Non deve esserlo.
La sua bellezza deriva da bozze, schiacciature, diametro irregolare.
Insomma, si deve sentire la mano della donna che li ha tirati. Inoltre, se vi si rompono mentre li fate, pace! Avrete dei pici cortini. Si mangia tutto! Non state a preoccuparvi del loro aspetto. Il picio è un canto all'imperfezione!
4. Ricordatevi di spolverare i vostri pici con farina di semola o fioretto una volta fatti. Smuoveteli ogni tanto nella farina per fargli asciugare e non appiccicarsi. E scuoteteli con delicatezza prima di immergerli in acqua.
5. Il picio è una pasta
povera e di terra….di solito.
apperò! Giornata proficua! Quello al quartirolo mi ispira tantissimo...anche l'altro in verità; anche in casa mia si teneva il gras de rost, mia mamma ci faceva le patate al forno! solo che a me non ne viene mai tanto, un mestolo mai e poi mai. Beh non sono una regina degli arrosti! 140 post ed è solo un elenco di ricette? ma mi faccia il piacere mi faccia :)! Notte Giulia
RispondiEliminaConsidera che di solito io bagno tantissimo l'arrosto con il vino e con il brodo. Questo poi, in particolare, era arrosto fatto con un pezzo d'arista.
EliminaMa tas.. sono solo 140 notti che mi scappa da scrivere ;-)
Notte Bella signora
Nora
Che brava, i pici sono bellissimi ed il sughetto fa davvero gola!
RispondiEliminaalice
Grazie Alice dei complimenti.
EliminaIo, intanto, ho copiato la ricetta delle tue tortine ;-)
Nora
il gras de rost mi fa scendere la lacrimuccia ma anche il quartirolo....
RispondiEliminastupendi entrambi, giuro che non saprei quale dei due scegliere :-))
ciao
cris
Senti Cri, fem inscì: ti porto sia gras de rost che quartirolo... ma tu spacciami un po' di quel caciucco che fan dalle tue parti che mi farai felice!
EliminaBaci
Nora
piccola, il primo me lo pappo a pranzo e il secondo a cena. No aspetta, facciamo il contrario che la carne ci metto un pò più tempo a digerirla.
RispondiEliminaMa quando mi inviti a cena????
Mi sa che mi converrà decidermi in fretta ad estenderti l'invito, visto che la tua piccolina tra un po' ti terrà occupata...
EliminaHo voglia di vederti e abbracciare te e la panza!
Buona domenica
Nora
Berli è l'unica cosa da fare. Quel condimento al gras de rost, oggi che qui piove con tutto l'impegno di una giornata lombarda (e c'è chi è contento perché può usare lo stesso la macchina mentre con la neve... :-( ), è il sole sui maccheroni, l'apoteosi del cibo. Adesso però ci vuole assolutamente la tua ricetta del gras medesimo.
RispondiEliminaP.S.: non vorrei far torto al quartirolo, ovviamente, formaggio che mi piace molto. Ma direi che in quel pentolino più che 2 cucchiai di evo ce n'erano 2 dita almeno diagonali ;-)
Il gras de rost mi sa che lo pubblicherò presto... mentre per il quantitativo d'olio: il pentolino che vedi avrà si e no 8/19 cm di diametro e sembra pieno ma nn è poi così esagerato.
EliminaMi auguro che cambi presto il tempo da te e che la neve che ti piace tanto torni a far merletti sui tetti di Parigi.
Buona domenica giovane amica.
Nora
sisi aspettiamo con ansia!!!
EliminaBene il colore che vivacizza e godurioso l'intingolo colante e filante di entrambi i piatti: Nora l'attenzione per l'ingrediente genuino fa onore a due ricette che riscaldano anche il cuore oltre allo stomaco!!
RispondiEliminaUn bacione
Il colore ci voleva propio visto che anche il condimento era un po' sbiadito come colore (solo come colore perchè il gusto... era deciso). Poi l'abitudine a goder tutto quanto in cucina ha fatto il resto.
EliminaBuonanotte Nora
che buono il quartirolo! e con l'olio al rosmarino, mi piace moltissimo anche la seconda versione!!! mi fai un bis?!
RispondiEliminahai descritto benissimo il tarlo dell'MTC :-D
ciao
Francesca
Più che tarlo è una trivella... è quasi finita la sfida e stasera me ne è venuta in mente un'altra versione ma... troppo tardi.
EliminaBaci
Nora
Concordo su tutto quel che hai scritto in apertura del post, tarlo compreso e anche io trovo nell'impastare una meravigliosa terapia anti stress.
RispondiEliminaDetto questo mi complimento per il risultato del tuo "tarlo", pochi ingredienti per non far confusione di gusti, ma perfetti per esaltare una pasta come i pici. E per l'utlimo al gras de rost ti dico "alla faccia del riciclo"! adoro il tocco di zafferano, anche!
grande Nora!
Bacioni, Francy
Grazie Franci,
Eliminala pasta con il quartirolo era la ricetta *di scorta* della nonna quando andavo a mangiare da lei senza avvisare.
Quella del Gras de Rost era la preferita di mio nonno, che adorava i sughetti saporiti.
Buona Notte
Nora
Se ci tieni a saperlo, il colore del picio assomiglia anche alla mia carnagione, se non fosse che il mio pallore vira al verde quindi il più delle volte assomiglio al figlio di ET con le nausee. Ma quel bel giallo oro del picio gras de rost mi ha immediatamente risvegliata lo spirito e vorrei tanto poter avere quel colore ed essere scambiata per la moglie di Homer Simpson...Capisco l'impulso di tuo marito su quel piatto. Nulla da togliere al picio prigioniero del quartirolo, ma il secondo mi ha regalato un momento di vera commozione.
RispondiEliminaGrandissima Nora. Un abbraccio, Pat
Sono i piatti di tutti i giorni, quelli che si consumano il lunedì sera con il sugo dell'arrosto della domenica.
EliminaIl Martirio poi è un carnivoro e ama il sughetto che avanza nella pentola...
Buonanotte
Nora
PS. Benvenuta nel club delle donne smorte... non mi vesto mai di verde, potrebbe non capirsi dove finisce l'abito e comincia il mio incarnato.
belle entrambe Nora, ma la pasta col sugo dell'arrosto anche qui da me è insuperabile, addirittura l'altra sera l'ho fatta con quello dello stinco, mamma mia che bontà!!
RispondiEliminagrazie anche per queste altre idee preziose!!
Dauly, gira e rigira tutte le cucine hanno il loro giro del riciclo... ma che diventa non solo il modo di *godere* gli avanzi, si trasforma a volte in piatti apprezzatissimi tanto da rifar la pietanza principale per aver di nuovo tali avanzi!
EliminaBacioni
Nora