Arc era nato cittadino, lontano
anche dal ricordo del verde e degli alberi, ma aveva imparato prestissimo ad
amare la campagna: il profumo caldo del sole sulle lenzuola appena lavate,
l'odore dell'erba bagnata di rugiada, il profumo del glicine, e tanti altri
odori e profumi. La mamma, visto che era nato in un Luglio terribile, dove il caldo
faceva sciogliere sentimenti e asfalto, in una Milano invivibile, aveva deciso
di scapparsene subito nella casetta gialla, tra prati verdi e boschi che davano
respiro ai polmoni arroventati dalla calura.
Così le prime cose che Arc imparò a mettere a fuoco furono, dopo
il viso della mamma e del papà, le foglie verdi del glicine che ombreggiava
*il bersò* e qualche raro fiore lilla che anche in estate faceva
capolino (anche se meno profumato di quello primaverile).
Da lì il suo amore per la campagna e le prime *conoscenze* con gli
animali del vicinato. Si era sparsa la voce che questo bimbo paffuto era venuto
dalla città e, uno ad uno, negli anni, si erano fatti conoscere. Chi
timidamente come il capriolo Nocciolo, chi più impertinente, come la gatta
Luna.
Arc quindi, a modo suo,
riusciva a trovare familiari tutti quegli animali che i suoi compagni di scuola
conoscevano solo sui libri.
Si, a Milano era facile pensare
che le galline facessero le uova direttamente nella confezione di plastica, e
non tra l’erbetta come in campagna!
Per Arc era naturale vedere
volteggiare sul capo, silenziose ed affiatate, le due coppie di Poiane che da
anni nidificavano nel bosco di fronte alla cabina dell’Enel. Come era anche naturale vedere, la mattina
presto, passare nel prato vicino il Capriolo Nocciolo intento a brucare l’erbetta
bagnata di rugiada.
Quest’inverno però la neve
aveva provocato tanti disagi agli amici animali. Dopo un inizio molto mite, la neve era arrivata all’improvviso a coprire con una spessa coltre tutto
ciò che si vedeva a perdita d’occhio.
Nocciolo e il Cinghiale Natale
erano troppo affamati per avere paura degli uomini. Quindi si erano messi in coppia,
tirando l’uno, spingendo l’altro, a premere sulla rete del terreno del papà di
Arc per crearsi un varco e entrare a cercare del cibo. Il papà aveva riparato il varco già in autunno ma, ora, gli animali avevano tanta fame e non ne aveva avuto il cuore.
La neve era diventata un
macigno ed aveva spaccato rami ed alberi tutto d’intorno e anche nel terreno di
Arc, con grande spavento di un gruppo di passeri, si era spezzato in due un
albero di susine.
Passato l’inverno, con il primo
sole le primule cominciavano a spuntare e la mamma decise di andare a coglierle
con Arc.
Trovarono un sentiero fatto
dagli zoccoli degli animali che venivano a cercare cibo ed erbetta nuova e… la
mamma disse ad Arc che non avrebbero richiuso il passaggio sino a primavera
inoltrata, per non togliere la possibilità ai loro amici animali di trovare cibo.
Quindi cominciarono a
raccogliere le primule che spuntavano qua e là; non per farne
mazzolini ma… per mangiarle!
Mangiarle?! Si, la mamma faceva
anche questo: insegnava ad Arc a mangiare i fiori! Lo aveva imparato da una
signora anziana che abitava in paese e che conosceva tutte le erbe che si
potevano mangiare!!
Quella dei fiori però era una
cosa strana, ce la si aspettava da Nocciolo forse, ma non dalla mamma! Rise la
mamma, quando Arc glielo fece notare e gli rivelò che, forse, alla Signora
Mariuccia lo aveva svelato proprio il suo amico capriolo!
Quindi Arc e la mamma andarono
a chiederlo alla signora in questione e, già che c’erano, le comprarono anche sei
uova fresche fresche appena deposte dalle sue galline.
Per cena la mamma fece una
frittata speciale, gialla come il sole e le primule che aveva mescolato assieme….
e anche il papà, che era sempre diffidente, la gustò con piacere!
Frittata di Primule
(dose per 1 persona)
2 uova
1 pizzico di sale
1 cucchiaio abbondante di parmigiano
1 pizzico di noce moscata
1 abbondante manciata di fiori di primula lavati.
qualche fogliolina di primula (le più tenere e piccine).
1 noce di burro chiarificato
Sbattere le uova con la forchetta con un pizzico di sale, la noce moscata ed il cucchiaio di parmigiano grattugiato. Aggiungere le primule e le foglioline ben lavate, mescolando delicatamente per non guastare troppo le corolle.
Far scaldare in un padellino antiaderente la noce di burro chiarificato, appena sciolta, gettare il composto di uova e primule e cuocere a fuoco moderato sino a solidificazione e doratura della frittata.
Servire calda!
Frittata di Primule
(dose per 1 persona)
2 uova
1 pizzico di sale
1 cucchiaio abbondante di parmigiano
1 pizzico di noce moscata
1 abbondante manciata di fiori di primula lavati.
qualche fogliolina di primula (le più tenere e piccine).
1 noce di burro chiarificato
Sbattere le uova con la forchetta con un pizzico di sale, la noce moscata ed il cucchiaio di parmigiano grattugiato. Aggiungere le primule e le foglioline ben lavate, mescolando delicatamente per non guastare troppo le corolle.
Far scaldare in un padellino antiaderente la noce di burro chiarificato, appena sciolta, gettare il composto di uova e primule e cuocere a fuoco moderato sino a solidificazione e doratura della frittata.
Servire calda!
Anche io sono nata cittadina, ma in questo periodo il richiamo dei campi è irresistibile, ho imparato a mangiare fiori e piante e, ogni volta, mi sento un pò strega!!
RispondiEliminaciao loredana
Pensa che sono riuscita a convincere a mangiarle anche il Martirio.... il che è quasi una magia!!!
EliminaBuona giornata!
Nora
Anch'io sono nata cittadina ma buona parte della mia infanzia (soprattutto le estati) l'ho trascorsa in campagna dai nonni e se potessi mi trasferirei senza pensarci troppo. La vita a contatto con la natura mi rigenera anima e corpo. Che delicatezza questa frittata, me la sto immaginando gustata all'ombra della grande quercia nel prato dei nonni. Baci, buon we
RispondiEliminaGuarda Federica, dei nostri amici hanno fatto questa scelta e non paiono pentiti... direi che li capisco!
EliminaLa casetta gialla è il nostro rifugio, la nostra valvola di sfogo, il carica-batterie!
Nora
che strana ricetta...non ho mai mangiato questi fiori...ma c'è sempre la prima volta! Devo provarli
RispondiEliminaCiao Patrizia, provaci e poi sappiami dire. Non sono gli unici commestibili ma si prestano sia al dolce sia al salato.
EliminaA presto
Nora
nora sei proprio una mamma magica :-)
RispondiEliminahahahaha... diciamo che a volte mi tocca fare magie!
EliminaNora
E anche io da citadina, mai mangiato questi fiori..
RispondiEliminaMa come è che non ero ancora tua sostenitrice???
Stefi... mi eri finita negli SPAM!!!! NOOOOOOO!!!
EliminaGrazie di essere diventata mia sostenitrice!
e ... assaggia le primule, sono GF!
Besos
Nora
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RispondiEliminaSiiiii, e se i vizi fossero solo questi!!!!
EliminaVa bene scriverci ma.... vederci no?
Nora
a pasqua andrò in campagna dai miei, proverò senz'altro la tua ricetta... so già che li stupirò!!!
RispondiEliminaCome accompagnamento ad un apertitivo *rustico* è perfetta.
EliminaIl gusto è molto delicato, quindi penserei un abbinamento ad un vino altrettanto delicato e, magari, vivace!
Nora