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domenica 27 novembre 2016

PAN BRIOCHE AL KEFIR CON ZUCCA E MARMELLATA DI LIMONE PER PANISSIMO #44



Sono emozionata! Partecipo ad un contest con un gruppo di "panificatori" veramente eccezionali. 
Io che amo tantissimo i lievitati, sto seguendo in sordina, da tempo, questo gruppo che produce meraviglie che io nemmeno potrei sognare.
Da questo gruppo è partito, qualche settimana fa, un invito a mandare i dati per un contest promosso da una ditta che produce marmellate e confetture, PURE STAGIONI.
Di solito io produco direttamente le confetture che poi utilizzo per produrre crostate, merende per Arc, oppure spalmo direttamente sul pane (quando non trangugio a cucchiaiate!!!)
Mi piace tuttavia provare confetture che posso acquistare su mercato (la confettura di mirtilli che trovo in Alto Adige, in vasetti di plastica, non ha eguali!!) o che ha abbinamenti "diversi dai soliti".
Quindi ho agito d'istinto: mi sono lanciata ed ho comunicato i miei dati senza ragionarci particolarmente su. Non mi è venuto in mente che mi sarei confrontata con dei mostri della panificazione! Nooooo!!!
Poi, quando mi sono arrivate le confetture mi è preso il panico: e adéss se fém?
(trad. ed ora che facciamo?)
Ad essere sincera quella al peperoncino mi attirava tantissimo ma, essendo in famiglia l'unica che apprezza il piccante, ho dovuto scartarla a priori (ma me la sbaferò da sola con i formaggi!!!!) perché tendo a cucinare quello che il desco famigliare può apprezzare e consumare.
Quindi ho identificato una ricetta che non ho testato più e più volte in famiglia ma non ho ancora pubblicato, e che ha riscosso abbastanza successo anche con i colleghi (che spesso mi fanno da assaggiatori).
Ma questa ricetta volevo fosse legata al periodo autunnale che io amo tanto per i colori e per i doni di Madre Natura. Tra questi la zucca la fa da padrona in casa mia e la "infilo" in quasi tutte le preparazioni.

domenica 13 novembre 2016

I cuoricini alle mandorle e la menopausa



Arriva per tutti la mezza età.
E' quella fase della vita dove crescono gli acciacchi ed alle donne calano culi e tette.
Pure la pazienza cala ma, per noi donne, questo calo è giustificabile con la parola MENOPAUSA...
E, mentre la pazienza (e non solo) cala, crescono gli impegni, le responsabilità nei confronti della famiglia.
Ti trovi a lottare con giovani in piena tempesta ormonale e che si affacciano alla terribile età dell'adolescenza fatta di "NO" "NON ORA" "LO FACCIO DOPO". Ed intanto i vestiti si accumulano sulle sedie, i libri sparsi per casa, squilli delle chat imperversano mentre si sono barricati in bagno (ovviamente quando devi uscire e vorresti darti un colpo di spazzola per non spaventare i passanti).
Ti rendi conto che ci sei passata anche tu (secoli addietro, ovvio!!) e che forse potresti provare con toni più morbidi a far cooperare l'adolescente di casa, ma poi se non urli ti prende sottogamba, ti ignora. 
Urlando invece provochi il Martirio che ti rimarca che stai diventando intrattabile - "sarà la menopausa" (e ridaje!) e che il tuo tono di voce è troppo alto.
Per non peggiorare la situazione con il Martirio adotti quello che io chiamo "urlo sottovoce" che ha la stessa imperiosità di un grido a piena voce, ma che (in compenso) ti fa sembrare la protagonista di Poltergeist prima di essere esorcizzata.
Risultati: pochini; mal di gola: frequenti.
A questo vorresti trovar conforto nella parte "matura" (93!!) della parentela ma lì è in atto il processo inverso.
Padre ultranovantenne diventa come un bambino. Fa gli stessi capricci, arrivando al punto di accentuare la sordità (io sono convinta spenga addirittura l'apparecchio acustico) quando si affrontano argomenti che non lo interessano.
Quindi, nel vano tentativo di farti capire, stai gridando nel ricevitore del telefono mentre il babbo insiste a rispondere tutt'altro con la scusa che "non sente bene" o "non ha capito".
Ti rifugi nelle pulizie di casa, da anni immemori unico modo reattivo di farmi passare il nervoso. Lì la "mezza età" torna a farsi sentire: la schiena si blocca, ti viene l'asma per la polvere smossa, l'orticaria perché non ti sei mai abituata ad usare i guanti di gomma con i detersivi...
Che fai? Esci! SHOPPING!!!!

giovedì 10 novembre 2016

Marronata di castagne e ma chi me la fa fare!!!


Adoro l'Autunno: da sempre. 
Con le sue nebbie in pianura che avvolgono come un velo quello che ti circonda rendendo il tutto irreale, cambiando i contorni duri e netti dei palazzi, modificando le proporzioni e rendendo impalpabili le distanze.
Sarà che sono nata in una notte di nebbia fitta e della nebbia non ne ho mai colto il lato angosciante che alcuni percepiscono. 
Ma l'Autunno ha anche le sue giornate di cieli di un azzurro che abbaglia; con le foglie che incendiano con le loro millemila sfumature di arancione, rosso, marrone, i boschi che circondano la casetta gialla.
Vi è il suono dei passi sulle foglie del sottobosco, che invadono ogni centimetro dei sentieri battuti dagli uomini e dagli animali.
Amo i profumi del sottobosco: famigliari; rassicuranti.
Amo quello che i boschi regalano in Autunno. 
Funghi spugnosi e profumati: mazze di tamburo che trovi ai piedi del viottolo dietro la cappelletta con dipinta la Madonna di Oropa; mazzi di chiodini incastrati nei ceppi di castagni abbattuti; rami di pungitopo che cominciano ad ornarsi di bacche colorate e... le castagne.
I pendii di contorno alla casetta gialla sono ricoperti di altissimi castagni che da settimane piangono ricci pieni e carichi di frutti lucenti.
Non riesco a rinunciare a fermarmi a raccoglierne un cestino pieno, malgrado la schiena ancora dolorante.
Rotonde, lucidissime, di un marrone scuro con riflessi d'oro. Grandi.