Questo sito utilizza i cookie per gestire e migliorare la tua esperienza di navigazione del sito. Proseguendo con la navigazione accetti l’utilizzo dei cookies. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consultate la nostra politica sui cookies.

lunedì 27 gennaio 2014

FINITO IL TEMPO DEI BAGORDI.... DIETA E PETTO DI POLLO!


OK. La dieta si impone. 
Magari non solo perchè i chili salgono ed il girovita tende a somigliare sempre più all'equatore.
Capita che, come ogni anno, mi trovi ad eseguire gli esami clinici di routine e questa volta (più delle altre) i valori siano fuori fase.
Sicuramente 2 anni di blog e le ultime festività, con il corollario delle cene, dei pranzi, degli stravizi insomma, non hanno certo remato a favore.
Mettiamoci gli anni che avanzano, una pressione ballerina (di flamenco!) e una fastidiosissima serie di emicranie, eccomi a dovermi decidere: DIETA.
Dieta. Che brutta parola!
Antipatica sotto tutti gli aspetti.
Anche come suono.
Quindi mi trovo a dover eliminare grassi, zuccheri, e compagnia cantante.
Io che senza zucchero divento aggressiva. Povera famiglia mia!
Arc e Martirio hanno imparato a guardarsi negli occhi con fare di sopportazione e, ai miei brontolii, esordiscono con : *E' nervosa! E' la dieta!*
Inutile dire che ovviamente la cosa contribuisce notevolmente ad aumentare la mia irascibilità.
Poi, a dire il vero, non sempre sano è da ritenersi insapore.
Quindi, nel tentativo di variare dieta ma in maniera comunque saporita, ho rispolverato una ricetta semplice, leggera, che fa bene anche allo spirito, oltre che alla salute.
Beh, è piaciuta anche agli altri due!


Eccovi quindi i miei

PETTI DI POLLO FARCITI.



1 petto di pollo intero (totale circa 400/500 g)
1 pezzetto di scamorza (totale circa 60 g)
1 pezzetto di fondo di prosciutto cotto magro (circa 60/80 g)
foglie di salvia
2 cucchiai di Olio EVO
sale (poco)



Dividere il petto di pollo in due parti. Ricavare, con un coltello affilato, una tasca in ognuna delle due parti.
Tagliare a fettine sottili il pezzo di scamorza ed il prosciutto cotto.
Inserire nel petto di pollo scamorza e prosciutto.
Chiudere la tasca con uno stuzzicadenti, 
Fermare con un altro stuzzicadenti due foglie di salvia sul lato superiore delle due metà del petto di pollo.

Scaldare il forno a 150°C statico. 

Infornare in una teglia coperta di carta da forno ungendo appena appena (1 cucchiaino d'olio EVO per ogni pezzo) i due involtini.

Cuocere per 20 minuti circa sino a che diventerà bello dorato.

Servire scaloppato e caldo.


venerdì 24 gennaio 2014

Una favola in cucina e lo spezzatino per MTC



Spesso quando cucino mi lascio trascinare dalla Fantasia.
A dir la verità la Fantasia, quella che ti esclude dal mondo, quella che ti fa vivere delle avventure spettacolari, quella che ti fa camminare in mondi paralleli, QUELLA, è sempre stata il mezzo di trasporto da me preferito sin dall'infanzia.
La lettura quasi compulsiva di libri e riviste, ha alimentato questo motore, ne è stata il carburante, il propellente.
La vita poi mi ha riportato spesso con i piedi per terra ma mi ha sempre lasciato la sensazione che ci fosse un cammino parallelo, uno spazio tutto MIO dove stare bene.
Intendiamoci: ho sempre avuto attorno amiche e amici che dividevano pensieri ed avventure, ma un piccolo spazio tutto mio l'ho sempre avuto, in un angolo nascosto del mio cervello.
Questa mia strada segreta, spesso si traduce con racconti, pezzi di storie, parole che si rincorrono su fogli (quando bambina scrivevo di nascosto) oppure, ora che sono *grande*, sullo schermo di un computer.
Ma in cucina, nella mia cucina gialla come una giornata di sole della mia casa di Milano, o nella cucina rustica con la finestra sulla vallata verde della mia casetta gialla, in cucina (dicevo) spesso la Fantasia mi fa collegare sapori, profumi, colori e, invece di una favola o di una poesia, ne esce un piatto... inaspettato.
E' capitato anche questa volta con la nuova ricetta della Sfida del Secolo: L'MTChallenge.
Lo spezzatino delle Sorelle Calugi.
Quello che faceva anche mamma, uno di quelli che faceva Nonna Maria...
Lo faccio anch'io con le patate, i piselli (quando li ho in dispensa) la cottura lenta lenta... ma per le prime mie due proposte ho voluto proporre due miei cavalli di battaglia.
Non avrei nemmeno pensato alla terza proposta (visto soprattutto quanto presentato dagli altri partecipanti) ma, si sa, la Fantasia non chiede permesso.... entra di prepotenza e ti regala

LO SPEZZATINO FUNGHI CECI NERI E NOCI...


... e ti fa pensare alla pace e la quiete che vorresti avere in questi giorni. Quella quiete che da solo una passeggiata nei boschi attorno alla casetta gialla. Nella passeggiata che si fa per raggiungere la frazione a due chilometri dove esiste una macelleria tutta bianca, ricoperta di marmo: bancone e pareti.
Di quelle che sembrano uscite da un film con Gino Cervi e Fernandel, quelle botteghe di paese che nelle nostre città non si vedono più.
Dove il macellaio spesso ha pure la selvaggina. Dove la carne che compri la maggior parte delle volte è di bestie nate e cresciute in vallata, nutrite sul versante pieno di sole dei monti.
La carne di manzo che ho comprato (500 g.) ha così un sapore diverso, un senso diverso.
Ed ecco che prendo la cipolla dorata che si da un sacco di arie in mezzo agli scalogni.
Ne taglio 50 g  fine fine e la metto ad appassire con due cucchiai di olio extravergine, quello buono che è arrivato dall'Umbria.
La faccio stufare piano piano e appena e' diventata trasparente la copro con un mestolo di brodo di verdura, quello che ho fatto con l'estratto casalingo.
Copro con il coperchio ed abbasso il fuoco per 15 minuti.

Poi, vado ad aprire la dispensa e vedo i funghi porchini essiccati e penso che in freezer ce ne devono essere ancora un cartoccio che avevo congelato.... 200 g surgelati e 30 g di quelli essiccati. 
Poi il sacchetto di ceci neri, che mi han portato dalla Puglia, ne tolgo una manciata, 60 g circa, e li lascio a mollo per almeno 1 ora in acqua e sale grosso.

La cipolla è quasi spappolata, con l'aiuto di un frullatore completo l'opera e ne faccio una crema.
Dal cartoccio del prosciutto crudo, quello che Arc vuole sempre per la merenda pomeridiana, rubo due fette, poca roba, per dar sapore al fondo di questo spezzatino.
La carne infarinata, ridotta a tocchetti di 2/3 cm. di lato ciascuno, rotola nella cremina e a casseruola scoperta, la faccio scottare.

Una foglia di alloro, quello della pianta che cresce finalmente salda e forte nel cortile sul retro della casetta gialla. Quella pianta che, ultima di una lunga serie miseramente finite nel percorso da una primavera ad un'estate, ha deciso di fermarsi; di mettere radici.
Con quelle radici ci regala un aroma che avvolge e arricchisce arrosti e stufati, o anche solo il sale profumato.

Il vino? Il vino ci sta bene un vino Piemontese: LA Barbera. Si, perchè Barbera è femmina, ha un corpo, è rotonda come le curve di una donna... si fa conoscere e lascia il segno. O la odi o la ami... ed io la amo, come molti vini Piemontesi.
Rosso come il sangue, a sfumare la carne.. un bicchiere generoso ed un sorso per la cuoca. Mi pizzica un poco il naso.

I ceci, ammorbiditi, rotolano nella padella e cominciano ad assorbire profumi e sapori.

Ancora un mestolo di brodo e si abbassa la fiamma, si chiude il coperchio... lento il tempo ed il calore lavora.

Intanto resta persistente il pensiero del bosco. Il bosco...
Le noci delle piante al margine del bosco non molte 30 g di gherigli sbriciolati mentre aspetto che trascorrano 45 minuti di cottura coperta dello spezzatino.

Poi i funghi, quelli secchi rinvenuti, quelli congelati, fan conoscenza della carne e dei ceci neri, in un sughetto che allungo leggermente con altro brodo.
Copro di nuovo. Per altri 40 minuti lascio sobbollire lentamente prima di aggiungere le noci ed un altro po' di brodo, e ricoprire... gli ultimi 20 minuti sono un esercizio di pazienza. Resistere a questi profumi è difficile... 

Per il pane invece ho avuto una folgorazione. Mi sono ricordata di questo video su YouTube dove un panificatore americano dava istruzioni per un pane che *si fa da solo*: senza impasto.

Lo avevo provato qualche anno fa e, per un periodo durato almeno due mesi, in casa non si mangiò altro pane.





Quindi riprendo in mano i misurini americani e:
3 tazze di farina manitoba
1 cucchiaino di lievito secco
1 cucchiaino di sale
2 tazze d'acqua

Con l'aiuto di una forchetta, in un contenitore a chiusura ermetica, ho mescolato gli ingredienti secchi, ho aggiunto l'acqua continuando a mescolare con la forchetta fino a formare un impasto molliccio e nemmeno troppo amalgamato.
Ho chiuso il contenitore e l'ho messo a riposare a temperatura ambiente, per almeno 12 ore.

Il bosco però incombe sempre nei miei pensieri. Con le nocciole dei cespugli che fan da confine al terreno dei vicini, quelle poche nocciole salvate dai cervi e animali che vengono a mangiarle quando sono solo gemme, ne faccio briciole, che tengo da parte.

Trascorse le 12 ore di riposo, l'impasto si è gonfiato tantissimo e si è idratato bene. Lo rovescio sulla spianatoia infarinata e, aiutandomi con una raschia, gli do 4 pieghe. Ne viene una pagnotta piccolina. 
E' qui che entrano a gamba tesa le nocciole. Sparse assieme alla semola in un telo pulito, avvolgono la pagnotta mentre si accendo il forno.
225°C e una pentola di ghisa con il coperchio.
Si: avercela!
Ghisa o coccio, dicono.
Ecco uscire dal mobiletto della cucina la forma del souffle di nonna Maria. In gres. 
Mancherebbe il coperchio.
Il piatto della pizza, quello in gres sbeccato che tengo per cuocere le focacce e le pizze perchè viene tutto più croccante. Questo potrà diventare coperchio.
Quindi inforno vuoti i due strumenti.
Dopo alcuni minuti il forno è in temperatura e i due contenitori si sono arroventati.
Rovescio la pagnotta nello stampo per souffle e chiudo subito con il coperchio/piatto.
Abbasso a 200°C per 30 minuti poi scopro, e lascio terminare la cottura per altri 10 minuti circa.

Il profumo è pazzesco! Di pane ma anche di nocciole tostate. 
Inebria.
Il tempo di far raffreddare il pane e lo spezzatino è pronto.

Sa di bosco. 
Sa di cammino rigenerante. 
Sa di favola..... insomma... di casa.

Con questa favola  ricetta partecipo alla 35° sfida dell'MTC





Riassumendo per lo spezzatino:
500 g di carne di manzo mista ma soda
200 g di porcini surgelati 
50 g di cipolla dorata
30 g di porcini essiccati
2 fette di prosciutto crudo
500 ml di brodo di verdura
1 bicchiere abbondante di Barbera
60 g di ceci neri dalla Puglia 
30 g di gherigli di noce tritati grossolanamente
farina q.b. per infarinare la carne.



mercoledì 22 gennaio 2014

L'influenza, la nonna Maria e ... i passatelli in brodo ovvero: a me non piace la pastina!


Ho sempre odiato la pastina. Sempre!
Da bambina la sputacchiavo in faccia alla mamma dal seggiolone.
Da grande l'ho sempre evitata.
Quando da adulta, dovendo subire un intervento ho dovuto mangiare per un paio di giorni la pastina, ho sofferto.
Ma c'è una *pastina* che mi faceva la nonna quando ero malata, che ho sempre mangiato, anche se storcendo un po' il naso per il brodo e lasciandolo un po' nel piatto.
Erano i passatelli in brodo.
Meravigliosa invenzione per *godere* (trad. usare) il pane vecchio che altrimenti sarebbe finito nella spazzatura.
Insomma, con uova, pangrattato e parmigiano grattugiato, qualche profumo, uno schiacciapatate... nasceva una coccola per questa nipotina.
Da allora non l'ho fatta troppe volte, visto che anche i miei due XY non amano particolarmente le minestre ed il brodo, ma ieri sera ne avevo proprio voglia. 
Reduce da un attacco di influenza, spossata da febbre e medicinali, con una tosse fastidiosa ed insistente e la prospettiva di un ritorno in ufficio non proprio al massimo della forma... ho avuto voglia di coccole.
Così ho ripensato a Nonna Maria, a quel modo tutto suo di intendere la cucina, come un atto d'amore per i suoi, ed ho pensato: ho bisogno delle coccole della nonna!
Da lì a togliere dalla dispensa il pane secco, farne del pangrattato fine fine, grattugiare il parmigiano e prendere gli altri ingredienti è stato un attimo.
Unica differenza rispetto alla Nonna: ho usato il robot da cucina per fare prima.
In pratica la ricetta è quella che troverete in centinaia di siti in tutta la blogsfera. Non è un segreto di famiglia, è un piatto povero ma buono che in tante famiglie soprattutto nel Nord Italia, veniva servito la sera a cena.
Quindi eccovi le dosi che ho usato io questa volta per ricavarne dei passatelli piccolini, come li faceva nonna, ma vi ricordo che è una questione di preferenze: se vi piacciono potete farli anche più lunghetti dei miei (1 cm o pure meno).

PASSATELLI IN BRODO



Ingredienti per 3 porzioni in brodo

Pangrattato 100 g
Parmigiano reggiano grattugiato 100 g
Scorza grattugiata di 1/2 limone bio
La punta di un cucchiaino di droga* (o una grattugiata di noce moscata)
Un pizzico di sale.
2 uova grandi

1 lt. di brodo di carne 

In un robot da cucina ho inserito tutti gli ingredienti e li ho amalgamati con la funzione pulse sino ad ottenere un impasto friabile ma compatto.

Passato l'impasto nello schiacciapatate con i fori larghi ottenendo dei vermicelli. Tagliati alla lunghezza preferita (io 1 cm. o meno).

Cuocere nel brodo bollente o, come nel mio caso, nel brodo ottenuto con l'estratto di carne fatto in casa.

Mangiare caldo... fa bene al cuore!


* La "droga" di cui parlo è un misto di spezie chiamato "La Saporita" che usava la nonna quando doveva dare *una marcia in più* ai risotti, alle frittate, alla pastina....

lunedì 20 gennaio 2014

MIA SUOCERA ED IL GULASCH.OVVERO GLI UNGHERESI NON SANNO FARE IL GULASCH!


Adoro mia suocera. Non è piaggeria (non legge mai questo blog, a meno che non le faccia una stampa di quello che scrivo), ma davvero la adoro.
In vita mia non ho mai incontrato una persona positiva come lei, sempre disponibile con tutti. Innamorata di mio figlio tanto da farsi comandare a bacchetta dal monello che impera.
Il sentimento penso sia reciproco visto che sono anni che incensa il mio modo di cucinare facendomi una marea di complimenti con i suoi amici.
E' capitato più di una volta di prepararle qualche pietanza per delle cene con amici che faceva a casa sua. Niente di particolare: delle torte salate e delle lasagne o un dolce. Le ho detto di NON menzionare che le avevo fatte io, visto che la bella figura volevo la facesse lei.... niente da fare! Ho avuto richiesta delle ricette direttamente dalle sue amiche.
Insomma: una suocera che tutti mi invidiano.
Una delle ricette che più ama mia suocera è il mio *Gulasch* inteso come spezzatino con i peperoni, speziato, cotto lentamente con l'aggiunta di paprica peperoni e di birra scura.

In occasione di una vacanza assieme in Ungheria con il camper, ci siamo trovati a mangiare più di una volta in locande tipiche. Ovviamente, per la sua passione sopra descritta, la Suocera in questione chiedeva il Gulasch. Ho cercato più e più volte di farle capire che, per gli Ungheresi, la *Gulaschsuppe* non è che una minestra speziata, spesso ricca di peperoncini piccanti, con qualche bocconcino di carne... in una ciotola piena di brodo.
Ogni volta, lei brontolava che *Non è Gulasch!* paragonandolo al mio spezzatino,  ed ogni volta a spiegarle che quello che intendeva lei era una mia personale rivisitazione che di Ungherese non aveva nulla.
Insomma: è tornata dall'Ungheria ancora convinta che gli Ungheresi non fossero in grado di fare un Gulasch come si deve.
Ora, visto che la sfida di questo mese dell'MTChallenge è rivolta alla bellissima ricetta proposta dalle Sorelle Calugi del blog La cucina spontanea, LO SPEZZATINO, parlando con mia suocera ho avuto da lei il suggerimento: *Fai il tuo Gulasch che è strepitoso!*
Martirio ha subito approvato e Arc, pur non amando la carne, si è adeguato.
Per il pane ho pensato di utilizzare una ricetta con la birra scura, rivista e corretta più volte in questi anni di esperimenti di panificazione.
Accompagnato da quello che restava di una serie di bottiglie di Birra doppio malto regalatemi da un'amica, che han visto la loro fine proprio in questa occasione.
Quindi, per buona pace di tutta la famiglia (ed invidia degli Ungheresi) ho pensato di riproporvelo come 

LO SPEZZATINO DI MAIALE CON PEPERONI E PAPRICA CHE VORREBBE ESSERE UN GULASCH.

Ingredienti per 4 persone:
Per la marinatura:
200 ml Birra Pelforth Brune (doppio malto)
1 cucchiaio di paprica dolce
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di macis
1 rametto di rosmarino.

500 g filetto di maiale
400 g di peperoni misti
80 g di pancetta tesa dolce
1 cipolla media 
1  di paprica dolce 
1 cucchiaio di paprica forte
1 cucchiaino di semi di cumino
1/2 l di brodo di carne
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (io quello siciliano che è IL TOP!)
Olio EVO 

Tagliare a tocchetti il filetto di maiale (2/3 cm. per lato) e metterli a marinare per 24 ore con la birra, il rosmarino, la paprica, il cumino ed il macis.

Tagliare a cubettini la pancetta e farla rosolare in un tegame di coccio con 2 cucchiai di olio EVO.
Aggiungere la cipolla tagliata a velo e fare stufare sino a che la cipolla diventerà trasparente.
Aggiungere la carne scolata dalla marinatura (che non butterete!!!) e, quando avrà cominciato a sbianchire, aggiungere la marinatura filtrata e far evaporare.
Abbassare la fiamma (mettendo una retina spargifiamma sotto la pentola di coccio) e coprire con il brodo di carne aggiungere 1 cucchiaio di paprica forte e 1 cucchiaino di paprica dolce, il cucchiaino di semi di cumino.
Far cuocere per 1 ora coperto ed al minimo della fiamma.

Tagliare metà dei peperoni in falde piuttosto larghe e, trascorsa l'ora, aggiungerli assieme al cucchiaio di concentrato di pomodoro.

Chiudere con un coperchio e far stufare lentamente per altri 60 minuti aggiungendo brodo se necessita.

Trascorso tale tempo, scoprire la pentola e aggiungere i restanti peperoni e far cuocere scoperto, rimestando ogni tanto, per altri 20 minuti.
I primi peperoni si saranno sfaldati creando un sughetto mentre quelli aggiunti si saran cotti ma saranno ancora interi.




Servire caldissimo con del pane alla birra (Pelforth)


PANE ALLA BIRRA PELFORTH BRUNE (doppio malto)

Ingredienti 

350 g di farina di forza (io Manitoba)
200 g di farina di semola di grano duro.
150 ml di Birra (io Pelfort Brune)
230 ml di acqua tiepida
11 g di lievito di birra fresco
2 cucchiaini di sale marino
1 cucchiaino di miele di castagno
2 cucchiai di olio EVO (per ungere l'impasto mentre lievita)

Sciogliere il lievito nella birra con 1 cucchiaino di miele.
Inserire nella planetaria le due farine ed aggiungere la birra con il lievito.
Azionare la planetaria a media velocità per 5/10 minuti.
Aggiungere l'acqua tiepida ed il sale.
Con il gancio massaggiare l'impasto per almeno 20 minuti a velocità media fino all'incordatura.
Trasferire l'impasto sulla spianatoia infarinata, lavorare ancora fino ad avere una palla liscia.
Ungere una ciotola capiente e far riposare l'impasto (dove avrete praticato un taglio a croce) coperto dalla pellicola per almeno 2 ore (comunque fino al raddoppio dell'impasto) in un luogo caldo e riparato dalle correnti d'aria (ad Esempio il forno elettrico spento con accesa solo la luce interna).

Sgonfiare l'impasto sulla spianatoia, dar la forma desiderata e metterla su di una teglia ricoperta di carta da forno. Coprirlo con uno strofinaccio pulito e farlo lievitare per altri 60 minuti in un luogo tiepido e lontano dalle correnti d'aria.

Accendere il forno (statico) a 225°C, mettere a contatto del fondo del forno un contenitore con acqua.

Prima di infornare il pane, vaporizzarlo con acqua e spolverarlo con farina di semola.
Infornare a forno caldo per 5 minuti a temperatura 225° nella griglia centrale.
Abbassare la temperatura a 180°C e continuare la cottura per 30 minuti.

Aprire il forno e vaporizzare il pane con acqua. Richiudere lo sportello e terminare la cottura per almeno altri 10/15 minuti.

A questo punto provare a sfornare il pane e, battendo sul fondo, verificare che suoni *vuoto*.

Lasciarlo raffreddare su una gratella.


Note mie: 
- Ho usato il filetto di maiale perchè Arc, mio figlio, non ama la carne mista ma un taglio misto andrebbe molto meglio (meno caro e più morbido)

- La birra scura perde l'amarezza con l'aggiunta della paprica e del cumino.

- Ho usato peperoni di 2 qualità ma molto carnosi.

- Di solito preparo l'impasto del pane almeno 12 ore prima, uso solamente 6/7 g di lievito di birra e faccio fare la prima lievitazione in frigorifero. E' più lenta e resta molto più digeribile.

- Ho usato la planetaria ma l'impasto del pane si può fare anche a mano, nella maniera tradizionale, facendo una fontana con la farina ed aggiungendo via via gli ingredienti facendo attenzione ad unire il sale solo dopo l'assorbimento del lievito per evitare che fermi la lievitazione.

Con questa ricetta partecipo alla 35sima sfida dell'MTChallenge lanciata dalle Sorelle Calugi di La cucina spontanea.





domenica 19 gennaio 2014

FOREVER YOUNG

Tredici nodi sul filo del cuore
dove si annodano i ricordi, le lotte, le conquiste.
Dove si perdono le fatiche
si perdonano gli scherzi,
si riallacciano i contatti.


Una sala piena di occhi, 
di voci,
di mani, 
di cuori.
Piena di racconti di figli, 
di mariti, padri madri e pezzi di vita che abbiamo attraversato da sole.



Mani che stringono
che abbracciano
che brindano alla vita,
quella che rimane.
Rimane sempre scolpita 
sulla lastra del cuore
che non vorrebbe invecchiare mai.




Riso e risa per una serata perfetta e magica.


Ed il tempo si ferma...
torna indietro.
Non siamo mai cresciute.
Non ci siamo mai separate.
Siamo lì.
Unite.



FOREVER YOUNG.



MITICA 5a A!

martedì 14 gennaio 2014

Dar da mangiare agli *affamati*..... e il primo spezzatino per l'MTC!


Gennaio. 
Si riprende (o meglio) chi è riuscito ad avere una pausa dalla frenesia del periodo natalizio, riprende. Chi, invece, come me non ha staccato mai.... si trova di nuovo in corsa. Casa, scuola, lavoro, impegni sportivi... insomma:la solita minestra. 
Unica cosa positiva: RICOMINCIA L'MTCHALLENGE!
Questo mese poi è una sfida che mi piace proprio: LO SPEZZATINO delle Sorelle Calugi di La cucina spontanea!
Semplice. Tradizionale. Toscano.
Quando ho letto la ricetta della sfida ho tirato un sospiro di sollievo e sono corsa a comunicarlo al Martirio. 
Risposta: *Finalmente qualcosa che mangio!*
Mi premuro di tranquillizzare i lettori. 
Non ha MAI saltato un pasto! Ha sempre pulito i piatti pur mugugnando che non faccio mai nulla che piaccia a lui ma che ormai cucino solo per il blog.
Tranquilli. Ho contato fino a 1000, preso un bel respiro e l'ho lasciato alle sue convinzioni.
La sfida sta nel variare la ricetta principale e le regole impongono una cottura lenta...
Così, ho cominciato con il pensare di rifare questo spezzatino, mio cavallo di battaglia che mi ha risolto più di una cena.
Poi mi riguardo le regole e... NON cuoce con la verdura! 
Quando finalmente decido come perfezionare la ricetta per non finire fuori gara... ho finito il pepe rosa!
Gravissimo!!!! Soprattutto se lo spezzatino è alla panna e pepe rosa.
Quattro supermercati ho girato, prima di trovare *per miracolo* un vasetto di pepe rosa in salamoia.
La carne l'ho presa nella solita macelleria dove il macellaio di fiducia ha voluto sapere per cosa volevo il fusello di vitello. Non per curiosità (come dice lui) ma perchè lo riconcilio con il suo mestiere, a suo dire, comprando carne per *cucinare*. Quindi, mentre una signora cinese acquistava due chili di ali di pollo (sono dovuti andare a prendergliele nei frigoriferi che fungono da magazzino), io spiegavo come volevo cucinare lo spezzatino. 
Dite che se gliene portassi una porzione, forse potrei ottenere uno sconto?
Poi ho pensato a che pane accompagnarlo e, mentre ci pensavo, ho scoperto di avere avuto un invito a Genova per la presentazione di un libro sulla focaccia.
FOCACCIA! Ma quella genovese poteva sembrare una *lisciata* alle giudici Zeneisi.... e quindi: scura, ai cereali, come questa.
Per giunta è una delle merende preferite di Arc, che ho dovuto tener lontano dalla produzione, e che ha implorato l'assaggio per tutto il pomeriggio.
Alla fine l'assaggio da parte del povero Martirio affamato da Mtc e da blog.
Com'è andata? Ho chiesto un voto all'affamato ed è stato un OTTO... detto ovviamente mentre puliva il fondo del tegame con l'ultimo pezzo di focaccia sottratto di nascosto a suo figlio.

Quindi, care le mie sorelle Calugi, vi propongo senza indugi....

SPEZZATINO DI VITELLO CON CAROTE, PANNA E PEPE ROSA.



Ingredienti per lo spezzatino:
(dosi per 4 persone)

400 g di fusello di vitello 
150 ml di panna fresca
50 g di pancetta tesa
3 carote grosse
3 cucchiaini di pepe rosa (io in salamoia, lavato sotto acqua corrente)
5 cucchiai di farina 00 (per infarinare la carne)
1 mestolo di brodo di verdura caldo
2 cucchiai di olio EVO
1 bicchierino di Brandy
sale  q.b.

Far rosolare in un tegame di coccio, la pancetta tagliata a piccoli quadratini, con 2 cucchiai di olio EVO.
Quando sarà croccante, levarlo dalla padella e tenerlo da parte (io l'ho usato assieme alle patate saltate che ho servito assieme allo spezzatino)
Tagliare il fusello a bocconcini di 2/3 cm di spessore. Infarinare i bocconcini e metterli a rosolare nel tegame da dove avete tolto la pancetta rosolata.
Quando si sarà formata una crosticina dorata, sfumare i bocconcini con il bicchierino di Brandy. 
Pelare e tagliare le carote a grossi pezzi.
Appena evaporato, aggiungere 1 mestolo (scarso) di brodo di verdura, le carote a pezzettoni, abbassare la fiamma e far cuocere per 45 minuti coperto.
Scoprire il tegame e, se l'intingolo è ancora molto liquido, cuocere ancora per 15 minuti scoperto. 

Aggiungere il pepe rosa e la panna e cuocere a fuoco bassissimo per 60 minuti (se i bocconcini sono piccoli, anche 40 minuti) senza coperchio avendo cura di mescolare spesso (tende ad attaccare al tegame).
Aggiustare di sale (assaggiate prima se avete utilizzato il pepe rosa in salamoia!).

Servire caldo. Io l'ho accompagnato con patate scottate e saltate in padella con Olio EVO, pangrattato e la pancetta croccante tenuta da parte.

FOCACCIA AI SETTE CEREALI 

Ingredienti per una teglia grande e una media.
500 gr. farina di cereali mista (io ai 7 cereali)
400 gr. di acqua tiepida
50 gr. di lievito madre secco (o 6 gr. di lievito di birra)
2 cucchiai di olio EVO per l'impasto
1 cucchiaino di malto d'orzo (o di miele)
1/2 cucchiaio di sale fino (scarso)
1 cucchiaio di sale grosso 
Per la salamoia:
50gr. di acqua
50gr. di olio EVO
In una ciotola sciogliere il lievito con il cucchiaino di malto e l'acqua. Coprire la ciotola e lasciar attivare il lievito per 15 minuti circa.
Setacciare la farina nella ciotola dell'impastatrice.
Montare la foglia a K e, mentre gira, al minimo, versare lentamente il liquido e far amalgamare bene. Quando si staccherà dalla parete della ciotola montare il gancio e continuare a lavorare per 10 minuti. Aggiungere i 2 cucchiai di olio EVO, il sale e i semi di girasole. Continuare a lavorare per 10 minuti a media velocità e per altrettanti al massimo della velocità (a questo punto l'impasto sarà liscio, ed incordato).
Infarinare l'asse di legno, togliere l'impasto dall'impastatrice e dar due pieghe in un senso e due nel senso opposto.
Oliare una ciotola ampia, riporvi la palla dell'impasto con la chiusura delle pieghe in basso. Incidere una croce e coprire con la pellicola.
Lasciare a lievitare in frigorifero almeno 6 ore (io tutta una notte).
Dopo il riposo togliere dal frigorifero e lasciare a temperatura ambiente per 1 ora.
Sgonfiare l'impasto sull'asse infarinata, dividerlo in due pezzi da 1/3 e 2/3.
Stendere l'impasto nelle teglie oleate e lasciar lievitare coperti da un canovaccio per 1 ora circa (dipende dalla temperatura.. in inverno anche 1 ora e mezza).
Accendere il forno a 220°.
Finita la seconda lievitazione, creare con le dita le fossette nella superficie della focaccia e distribuire i semi di zucca. Creare una emulsione con acqua, sale grosso e olio EVO e distribuirla su tutta la superficie della focaccia.
Abbassare il forno a 200° e infornare per 15 minuti circa a metà altezza. Curare a vista. Togliere dal forno quando sarà evaporata la salamoia e scurita la superficie.
Far raffreddare e tagliare a piacere.
Si conserva anche nel congelatore. Far scongelare in frigorifero oppure a temperatura ambiente.

Con questa ricetta partecipo alla 35a edizione di MTCHALLENGE







domenica 12 gennaio 2014

Eat Parade di Milla e la mia ricetta più cliccata del 2013


Non avevo mai fatto caso alla Eat Parade delle mie ricette più cliccate. Ci voleva Milla, con la sua selezione a farmi rendere conto che tanti TANTISSIMI hanno preferito le ricette più disparate, quelle che nemmeno avrei immaginato incontrassero il favore dei miei lettori.
La più cliccata è una ricetta semplicissima, inventata lì per lì per utilizzare del mascarpone che vagava sconsolato per il frigorifero.
Ecco quindi la mia Top del 2013


Torta per la colazione mascarpone e mandorle


Io vivo a Milano (e questo è noto ai più) e, per spostarmi, uso i mezzi pubblici per due buoni motivi. 
Il primo perchè la mia città è servita benissimo da una fitta rete di autobus, filovie, metropolitane e ... tram.
Il secondo ... NON MI PIACE GUIDARE. Non mi è mai piaciuto, divento aggressiva e, essendo nel mio carattere dire sempre quello che penso, spesso lo faccio anche apostrofando gli altri conducenti.
Ad un automobilista particolarmente nervoso che mi strombazzava per spronarmi ad immettermi in un'arteria particolarmente trafficata, con la faccia da schiaffi che mi ritrovo, ho risposto di *provare le frecce, perchè il clacson funziona*... ma ero giovane... ed ho evitato la rissa.
Quindi, per il bene mio (che nel frattempo ho accumulato anni e perso in *smalto*) e di chi incontro sulla mia strada, continuo a prendere i mezzi pubblici.
E' che, ogni tanto, ho qualche momento di smarrimento e, persa in mille pensieri o tra le pagine di un libro... manco la fermata. E non la manco nemmeno di poco!
Ultimo caso eclatante è avvenuto qualche giorno fa. Per andare a recuperare mio figlio a judo, esco di corsa dall'ufficio e , per non farmi prendere da crisi claustrofobiche, mi immergo nella lettura di un libro (che nemmeno è un granchè... anzi, mi indispettisce come perdita di tempo e denari.. ma questa è un'altra storia) e ... finisco 4 fermate oltre la mia.
A questo punto mi fiondo fuori, salgo di corsa le scale e opto per una via alternativa con un tram che passa di qui.
Salgo le scale di corsa schivando chi si guarda attorno ed impiccia... arrivo alla fermata e MIRACOLO ecco il tram! 

Che kiulo, ho pure un posto a sedere, e vai che finisco di leggere il capitolo!
Tre fermate dopo alzo gli occhi.... SONO ARRIVATA! A momenti perdevo la fermata di Piazza Napoli! Praticamente mi trovo a scendere con la borsa in una mano ed il libro ancora aperto nell'altra e, dal predellino di discesa, plano LETTERALMENTE sul marciapiedi misurandolo in tutta la lunghezza. Un colpo di coda mi ha salvato dal rifarmi il naso (e lì, credetemi, ci avrei solo guadagnato!)

Vengo letteralmente sollevata da due signori che mi chiedono se mi sono *rotta*... l'orgoglio, quello è in frantumi... ma le ossa, solo doloranti.

Mamma mia che periodo! Dire che non siamo nemmeno vicino al compleanno che, anno dopo anno (qualche spiritoso direbbe secolo dopo secolo ...) diventa una data che vorrei *scavalcare* con nonchalance. Eppure mi trovo addosso ogni giorno un nuovo acciacco. 
Da mesi sono ostaggio di un mal di schiena che non molla, e mi costringe a gemiti sommessi quando la mattina mi alzo dal letto.
Mi muovo come un'orsa artritica e sono anche nervosa come un'orsa artritica ed è stata sicuramente una delle cause della caduta, oltre alle mani impicciate, alla fretta, ai  tacchi alti ed ai chili di troppo e ... basta!

Se qualcuna di voi dovesse incontrare il Martirio, suggeritegli come regalo per il mio prossimo compleanno un abbonamento ad un centro rieducazione motoria... open... non si sa mai che con le prossime cadute possa averne bisogno.

Intanto, per tenere la linea (tonda) ho pensato di mettere in forno questa torta per la colazione della mattina... che sana perfettamente le ferite dell'orgoglio.

TORTA MORBIDISSIMA MASCARPONE E MANDORLE 



Ingredienti:
gr. 150 farina e lievito (o 150 farina + 1 bustina di lievito)
gr. 50 farina di mandorle
gr. 125 di zucchero semolato
gr. 125 yogurt (io magro)
gr. 125 mascarpone
gr. 90 burro
2 uova grandi
2 cucchiai sciroppo di fiori di sambuco
1 cucchiaio di essenza di vaniglia
1/2 cucchiaino di bicarbonato
30/40 gr. di scaglie di mandorle.

Scaldare il forno a 175/180°
Sciogliere il burro a bagnomaria (o nel microonde). Mescolarlo con le fruste elettriche allo zucchero.
Aggiungere i tuorli uno alla volta.
Aggiungere lo Yougurt il mascarpone mescolati, la vaniglia, lo sciroppo. 
Setacciare la farina con il bicarbonato, mescolare quella di mandorle e unirla al composto liquido.
Montare a neve ferma gli albumi ed unirli con una spatola, facendo attenzione a non smontarli, mescolando dal basso all'alto.
Imburrare uno stampo da Plum-cake e foderarlo con la carta da forno.
Versare il composto e distribuire sulla superficie le mandorle a scaglie.
Infornare per 45 minuti a media altezza (forno statico).
Spostare la teglia di una scanalatura in basso e continuare la cottura per 15 minuti.
Fare la prova stecchino. Se uscirà asciutto togliere dal forno. Dopo 15 minuti togliere dalla tortiera e far raffreddare su una gratella.
Quindi eccomi qui, con la Eat Parade di Milla..... con tutto il post!