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martedì 24 giugno 2014

Un arrosto estivo alle spezie e birra rossa.


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Estate, finalmente!
Il tempo non è dei più costanti ma già il caldo imperversa. 
Tempo di cibi leggeri, di insalate, di verdure rigogliose e di frutta colorata e gratificante.
Comincia la querelle di prosciutto e melone, prosciutto e fichi, per non parlare dell'apoteosi delle insalate di riso e di pasta.
Anche in estate, comunque, si possono cucinare arrosti da proporre anche freddi.
Nel cercare un'idea per un arrosto da portare in tavola la scorsa domenica, sono capitata su una ricetta di Ernst Knam. 
Un arrosto speziato, alla birra.
Birra? Io ci lavoro nel campo della birra!
Ecco l'idea, anche se non copiata in toto, per un arrosto un po' diverso.
In casa la birra rossa, una confezione di lemon grass essiccata non ancora aperta e del profumatissimo pepe di Sichuan e la voglia di presentare la solita lonza di maiale in modo diverso.

giovedì 19 giugno 2014

SIAMO CRESCIUTI E FESTEGGIAMO CON I MUFFINS ARANCIA E CIOCCOLATO.



*Chissà se sarò stato promosso...*
A dirlo, manco a farlo apposta, Arc mentre di mattina infilo la porta di casa diretta in ufficio come sempre in lotta con i tempi.
Mi fermo sulla soglia e mi volto convinta che lo *studente* mi stia menando bellamente per il naso ma.... lo vedo seriamente preoccupato.
*Arc, scusa, ma se sono anni che mi porti a casa un dieci dopo l'altro e, quando non sono dieci, sono nove o dieci con lode! A meno tu non mi abbia taciuto qualche insufficienza, non vedo di che ti preoccupi!*
No, non è convinto e azzarda....
*Ho preso due brutti voti in Mate gli ultimi giorni...*
*Se intendi il sette ed il sette e mezzo, Arc, NON SONO BRUTTI VOTI!*
Sembra convinto ... esco...
Nel pomeriggio fuggo prima dal lavoro e mi presento a scuola per il ritiro della pagella.
Inutile sottolineare che è stata SUPER! Tutti dieci e due soli nove, uno in Mate e l'altro in Ginnastica.

lunedì 16 giugno 2014

LA PIADINA ROMAGNOLA, MTCHALLENGE E ... A VOLTE RITORNANO!


L'MTChallenge di Maggio, la sfida n. 39, l'ho saltata. 
A piè pari. Mi è mancata la *competizione* ma facevo fatica a far la spesa ed era già un miracolo mettere in tavola una cena degna di questo nome, complice un periodo complicato e innumerevoli corse a rincorrere medici, ospedali, padri e suoceri con problematiche varie e...le ultime riunioni delle elementari.
Poi ci sono stati i colloqui con gli insegnanti delle medie, perchè il piccolo di casa cresce....e l'anno prossimo andrà alle medie!
Poi ho cambiato mansioni in ufficio e, alla mia tenera età, lo spazio per immagazzinare nuove informazioni... è mooooolto limitato ed ora di sera il cervello andava in loop.
Quindi, dicevo, non sono riuscita a trovare il tempo per cimentarmi in uno dei dolci che io adoro (la mia dietologa meno!) ma che impone tempi di lavorazione lunghi e, scusandomi con Antonietta, ho dovuto giocarmi il jolly.
Passata la mano (ma salvata adeguatamente la ricetta per tempi migliori e, soprattutto, meno frenetici) sono rimasta al palo. Solo in questi giorni sto leggendo le ricette che han partecipato e mi sono detta che, sicuramente, non sarei stata all'altezza di tutti i partecipanti.
Quindi mi unisco all'applauso generale per la vincitrice: Tiziana del blog *L'ombelico di Venere* che ci ha sfidati con un classico della Romagna: LA PIADINA!
Amo la Romagna, con la sua gente piena di comunicativa, fantasia e con la sua cucina fatta per chi ama mangiare, ama stare in compagnia. La tavola Romagnola è un punto d'incontro, dove si mangia sano, da persone sane, senza seguire la moda triste delle diete ma sentendosi in forma lo stesso.
La piadina per me è quella classica, mangiata al baracchino della spiaggia in Romagna, guardando le file degli ombrelloni e la gente spalmata sotto il solleone.

giovedì 12 giugno 2014

Come perdere un figlio in oratorio e dieci anni di vita e la degna fine di un timballo di anelletti.




Quando io affermo che il mio Martirio (come quasi tutti gli XY) non ascolta, vengo di solito zittita con un *NON E' VERO!!!* detto in tono seccato e so
stenuto.
Il fatto è che questo avviene nel settanta percento delle volte che mi ci rivolgo, contando (tra queste) anche le volte che mando SMS per ricordare appuntamenti ed ai quali mi viene di solito risposto con un monosillabo: OK.
A parte il fatto che ho spiegato svariate volte che il costo dell'SMS non cambierebbe se (magari) mi aggiungesse anche qualche altra parola per farmi 
capire di avere inteso quanto da me scritto... inutile... insiste a rispondere solo OK.
Riponevo l'unica speranza nel piccolo di casa, ARC, che fino ad ora è stato un valido aiuto con la sua zelante memoria, a ricordare al padre quanto detto e ripetuto da me prima di uscire di casa. 
Non ho fatto i conti con la componente XY...in miniatura... ma XY.
In sostanza, entrambi tendono a non prestare più attenzione.
L'apoteosi è stata qualche giorno fa. A colazione, quando tutti e due erano presenti e (apparentemente) svegli, ho comunicato che sarei passata a prendere Arc all'uscita dell'oratorio estivo. 
A conferma di quanto affermato, ho provveduto a comunicare ad Arc che, qualora avessi ritardato, poteva aspettarmi al bar dell'oratorio.
A quel punto presi la rincorsa per il solito viaggio ad ostacoli verso il lavoro e, fortunatamente, riuscii ad arrivare in ufficio prima delle ore otto.
La sera, altra corsa ad ostacoli per arrivare in orario e, sull'autobus che mi portava a destinazione incontrai la mia vicina di casa.
Qualche chiacchiera sui figlioli e poi la salutai comunicandole che scendevo alcune fermate prima per il *recupero* del pargolo.
Una volta arrivata all'oratorio, mi accinsi a cercare il piccolo.... nulla. Non si trovava.
Gli educatori a cui mi rivolsi si premurarono di tranquillizzarmi (non ero affatto agitata: Arc ha quasi undici anni e non è solito ne' allontanarsi da solo ne' con estranei).
Il fatto è che non si trovava.....

lunedì 9 giugno 2014

Il ragout di nonna Maria, profumo di *casa* e di *festa*




Ci sono profumi che caratterizzano la nostra infanzia, ci ricordano episodi lontani e piacevoli.
Per me è il profumo del ragout di nonna Maria.
Ogni vigilia di Natale nonna Maria preparava il ragout per l'indomani. Iniziava presto e, quando con mamma si andava a trovarla per aiutarla nei preparativi, già dal ballatoio ci salutava un profumo meraviglioso, di quelli che ti fan sentire *a casa*.
Nella pentola di coccio, per almeno sei ore, borbottava quello che per me resta un capolavoro della cucina di nonna.
Ogni famiglia ha la sua versione e quella di nonna Maria comprende un piccolo tocco...personale... le creste trifolate aggiunte all'ultimo momento, per arricchire un misto di carne di vitello, di maiale e di manzo che nonna faceva cuocere lentamente, quasi fosse uno spezzatino e che poi tritava con la mezzaluna per non *rovinare* la carne.
Ci si condivano i ravioli, le tagliatelle o si farcivano le lasagne (sempre molto generosamente) ed era una goduria assaggiare quella salsa ricca, profumata, mentre nonna fingeva di aver bisogno di un parere....
Ci si litigava questo onore in tre: io, mio fratello ed il nonno, e finiva sempre con la nonna Maria che rimproverava nonno di finire tutto il ragout a furia di assaggiarlo.

venerdì 6 giugno 2014

LA PRIMA DECLINAZIONE LATINA ED IL MIO RISOTTO CON LE ROSE.



ros
ros-ae
ros-ae
ros-ăm
ros
ros

Prima declinazione di Latino. Riminiscenze di scuola. Son passati secoli ma ancora me ne sovviene quando mi trovo immersa nel profumo, nei colori e nel tripudio delle mie rose.

Incantevoli, ammaliatrici, onnipresenti nel mio giardino della Casetta Gialla.
Le ho colte ed adagiate in un vaso, sul mobile scuro della casa di Milano, ma ancora non mi basta.
Non subiscono alcun trattamento eppure sono bellissime e prorompenti.



lunedì 2 giugno 2014

UNA RICETTA DALL'EDEN RITROVATO ED I MALTAGLIATI DI FARINA DI CECI CON CECI E PATATE.


Mattina presto.  Sotto le coperte si sta bene ed al calduccio, l’istinto vorrebbe che mi voltassi dall’altra parte e ripigliassi il sogno da dove l’ho interrotto.
Ma il chiarore dell’alba si infila liquido tra le fessure dell’imposta e rimbalza sullo specchio e spezza inesorabilmente il filo del sogno che rincorro.
Anche se è già giugno uscire dalle coperte è uno shock. L’aria di mattina è fresca scendere le scale fa rabbrividire.
Nelle altre stanze dormono tutti quanti, solo Ariel la micia mi segue speranzosa oltre la porta cigolante della cucina.
La cucina è immersa nella penombra e nel freddo della mattina. Accendo il camino che ho già preparato ieri sera. 
La prima tazza di caffè. 
Sola. 
Rannicchiata sul dondolo mentre mi scaldo con il calore profumato di legna asciutta.
Il computer che ronza mentre il video si accende lento.
Poso la tazza accanto al frangi-fiamma e mi avvicino ai vetri mentre aspetto che il programma si avvii.
Nuvole basse simili a nebbia scivolano dalla cima di Bielmonte ed accarezzano le cime dei castagni.
Il terreno sotto le mie finestre è una distesa di ortiche che il Martirio tenta invano di domare da anni.
Il melo Carmelo, la sola pianta da frutto degna di questo nome, spicca per il chiaro delle sue foglie nuove, contro la piccola foresta, intrico di rami e di cespugli, che si dipana fino al ruscello in fondo alla discesa.
Le macchie folte delle ortensie, già cariche dei fiori pronti a sbocciare, hanno come un fremito che attira la mia attenzione. Si muove qualcosa dietro le foglie ma non riesco a vedere bene.
Poi, improvviso, un balzo bruno e una femmina di capriolo avanza nel folto delle ortiche.
Mi si blocca quasi il respiro e lei pare lo avverta. Avverte l’elettricità del mio sguardo e di quello di Ariel la gatta che si è appena accoccolata accanto a me. Si volta più stupita che impaurita, il manto bagnato dall’umidità delle frasche appena attraversate.
Rapida, quasi senza peso, calpesta veloce l’erba folta e svanisce dietro alle fronde fitte del nocciolo quasi fosse fatta d’aria, come i sogni.
Ariel la gatta ha le orecchie dritte, e lo sguardo attento che non si stacca dalla macchia del nocciolo, io ho le dita quasi irrigidite attorno al telefonino che non sono riuscita ad utilizzare per una foto.