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Visualizzazione post con etichetta spezie. Mostra tutti i post
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mercoledì 15 luglio 2015

IL* VIN DE SCIRES* ED IL ROSSO DELL'ESTATE


Io, le ciliege, le ho sempre adorate. Sin da quando, bimbetta (guai a chi ride: lo sono stata anch'io ed appena lo scorso secolo!), andavo a raccoglierle arrampicandomi su scale a pioli e, invece che nel cestino, finivano quasi tutte in bocca a me.
Che mal di pancia poi! Credo di averne fatto indigestione ogni anno, e poi ci ricadevo.
Poi, pochi anni fa, ho cominciato ad essere leggermente allergica anche alle ciliege. Mangiarne anche solo una manciata mi faceva gonfiare le labbra (altro che silicone!), gonfiare gli occhi e cominciavo con un vero e proprio attacco d'asma.
Non era più cosa.
Tutti gli anni ci riprovavo ma: niente, ancora quei fastidiosissimi sintomi.
Poi quest'anno ho scoperto che ne posso ancora mangiare e ho ricominciato alla grande! Non so quanti chili che ho comprato, facendone marmellate, dolci, ma mangiandole anche a piene mani.
Poi un'amica amante dei liquori come me, mi ha parlato di un aperitivo che si prepara con le ciliege. Una ricetta francese che ho provato a fare e che mi ha conquistata.

lunedì 20 gennaio 2014

MIA SUOCERA ED IL GULASCH.OVVERO GLI UNGHERESI NON SANNO FARE IL GULASCH!


Adoro mia suocera. Non è piaggeria (non legge mai questo blog, a meno che non le faccia una stampa di quello che scrivo), ma davvero la adoro.
In vita mia non ho mai incontrato una persona positiva come lei, sempre disponibile con tutti. Innamorata di mio figlio tanto da farsi comandare a bacchetta dal monello che impera.
Il sentimento penso sia reciproco visto che sono anni che incensa il mio modo di cucinare facendomi una marea di complimenti con i suoi amici.
E' capitato più di una volta di prepararle qualche pietanza per delle cene con amici che faceva a casa sua. Niente di particolare: delle torte salate e delle lasagne o un dolce. Le ho detto di NON menzionare che le avevo fatte io, visto che la bella figura volevo la facesse lei.... niente da fare! Ho avuto richiesta delle ricette direttamente dalle sue amiche.
Insomma: una suocera che tutti mi invidiano.
Una delle ricette che più ama mia suocera è il mio *Gulasch* inteso come spezzatino con i peperoni, speziato, cotto lentamente con l'aggiunta di paprica peperoni e di birra scura.

In occasione di una vacanza assieme in Ungheria con il camper, ci siamo trovati a mangiare più di una volta in locande tipiche. Ovviamente, per la sua passione sopra descritta, la Suocera in questione chiedeva il Gulasch. Ho cercato più e più volte di farle capire che, per gli Ungheresi, la *Gulaschsuppe* non è che una minestra speziata, spesso ricca di peperoncini piccanti, con qualche bocconcino di carne... in una ciotola piena di brodo.
Ogni volta, lei brontolava che *Non è Gulasch!* paragonandolo al mio spezzatino,  ed ogni volta a spiegarle che quello che intendeva lei era una mia personale rivisitazione che di Ungherese non aveva nulla.
Insomma: è tornata dall'Ungheria ancora convinta che gli Ungheresi non fossero in grado di fare un Gulasch come si deve.
Ora, visto che la sfida di questo mese dell'MTChallenge è rivolta alla bellissima ricetta proposta dalle Sorelle Calugi del blog La cucina spontanea, LO SPEZZATINO, parlando con mia suocera ho avuto da lei il suggerimento: *Fai il tuo Gulasch che è strepitoso!*
Martirio ha subito approvato e Arc, pur non amando la carne, si è adeguato.
Per il pane ho pensato di utilizzare una ricetta con la birra scura, rivista e corretta più volte in questi anni di esperimenti di panificazione.
Accompagnato da quello che restava di una serie di bottiglie di Birra doppio malto regalatemi da un'amica, che han visto la loro fine proprio in questa occasione.
Quindi, per buona pace di tutta la famiglia (ed invidia degli Ungheresi) ho pensato di riproporvelo come 

LO SPEZZATINO DI MAIALE CON PEPERONI E PAPRICA CHE VORREBBE ESSERE UN GULASCH.

Ingredienti per 4 persone:
Per la marinatura:
200 ml Birra Pelforth Brune (doppio malto)
1 cucchiaio di paprica dolce
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di macis
1 rametto di rosmarino.

500 g filetto di maiale
400 g di peperoni misti
80 g di pancetta tesa dolce
1 cipolla media 
1  di paprica dolce 
1 cucchiaio di paprica forte
1 cucchiaino di semi di cumino
1/2 l di brodo di carne
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (io quello siciliano che è IL TOP!)
Olio EVO 

Tagliare a tocchetti il filetto di maiale (2/3 cm. per lato) e metterli a marinare per 24 ore con la birra, il rosmarino, la paprica, il cumino ed il macis.

Tagliare a cubettini la pancetta e farla rosolare in un tegame di coccio con 2 cucchiai di olio EVO.
Aggiungere la cipolla tagliata a velo e fare stufare sino a che la cipolla diventerà trasparente.
Aggiungere la carne scolata dalla marinatura (che non butterete!!!) e, quando avrà cominciato a sbianchire, aggiungere la marinatura filtrata e far evaporare.
Abbassare la fiamma (mettendo una retina spargifiamma sotto la pentola di coccio) e coprire con il brodo di carne aggiungere 1 cucchiaio di paprica forte e 1 cucchiaino di paprica dolce, il cucchiaino di semi di cumino.
Far cuocere per 1 ora coperto ed al minimo della fiamma.

Tagliare metà dei peperoni in falde piuttosto larghe e, trascorsa l'ora, aggiungerli assieme al cucchiaio di concentrato di pomodoro.

Chiudere con un coperchio e far stufare lentamente per altri 60 minuti aggiungendo brodo se necessita.

Trascorso tale tempo, scoprire la pentola e aggiungere i restanti peperoni e far cuocere scoperto, rimestando ogni tanto, per altri 20 minuti.
I primi peperoni si saranno sfaldati creando un sughetto mentre quelli aggiunti si saran cotti ma saranno ancora interi.




Servire caldissimo con del pane alla birra (Pelforth)


PANE ALLA BIRRA PELFORTH BRUNE (doppio malto)

Ingredienti 

350 g di farina di forza (io Manitoba)
200 g di farina di semola di grano duro.
150 ml di Birra (io Pelfort Brune)
230 ml di acqua tiepida
11 g di lievito di birra fresco
2 cucchiaini di sale marino
1 cucchiaino di miele di castagno
2 cucchiai di olio EVO (per ungere l'impasto mentre lievita)

Sciogliere il lievito nella birra con 1 cucchiaino di miele.
Inserire nella planetaria le due farine ed aggiungere la birra con il lievito.
Azionare la planetaria a media velocità per 5/10 minuti.
Aggiungere l'acqua tiepida ed il sale.
Con il gancio massaggiare l'impasto per almeno 20 minuti a velocità media fino all'incordatura.
Trasferire l'impasto sulla spianatoia infarinata, lavorare ancora fino ad avere una palla liscia.
Ungere una ciotola capiente e far riposare l'impasto (dove avrete praticato un taglio a croce) coperto dalla pellicola per almeno 2 ore (comunque fino al raddoppio dell'impasto) in un luogo caldo e riparato dalle correnti d'aria (ad Esempio il forno elettrico spento con accesa solo la luce interna).

Sgonfiare l'impasto sulla spianatoia, dar la forma desiderata e metterla su di una teglia ricoperta di carta da forno. Coprirlo con uno strofinaccio pulito e farlo lievitare per altri 60 minuti in un luogo tiepido e lontano dalle correnti d'aria.

Accendere il forno (statico) a 225°C, mettere a contatto del fondo del forno un contenitore con acqua.

Prima di infornare il pane, vaporizzarlo con acqua e spolverarlo con farina di semola.
Infornare a forno caldo per 5 minuti a temperatura 225° nella griglia centrale.
Abbassare la temperatura a 180°C e continuare la cottura per 30 minuti.

Aprire il forno e vaporizzare il pane con acqua. Richiudere lo sportello e terminare la cottura per almeno altri 10/15 minuti.

A questo punto provare a sfornare il pane e, battendo sul fondo, verificare che suoni *vuoto*.

Lasciarlo raffreddare su una gratella.


Note mie: 
- Ho usato il filetto di maiale perchè Arc, mio figlio, non ama la carne mista ma un taglio misto andrebbe molto meglio (meno caro e più morbido)

- La birra scura perde l'amarezza con l'aggiunta della paprica e del cumino.

- Ho usato peperoni di 2 qualità ma molto carnosi.

- Di solito preparo l'impasto del pane almeno 12 ore prima, uso solamente 6/7 g di lievito di birra e faccio fare la prima lievitazione in frigorifero. E' più lenta e resta molto più digeribile.

- Ho usato la planetaria ma l'impasto del pane si può fare anche a mano, nella maniera tradizionale, facendo una fontana con la farina ed aggiungendo via via gli ingredienti facendo attenzione ad unire il sale solo dopo l'assorbimento del lievito per evitare che fermi la lievitazione.

Con questa ricetta partecipo alla 35sima sfida dell'MTChallenge lanciata dalle Sorelle Calugi di La cucina spontanea.





lunedì 1 aprile 2013

Una torta con mele e birra allo sciroppo d'acero ... e un inizio settimana di corsa.


Sono in ritardo. Al solito la mattina del lunedì è tremenda: nulla che vada liscio!
Ma è martedì!!! :-/ Sveglia Highlander che poi ti perdi!
Intanto cerco le chiavi dell'ufficio e non le trovo... se non dopo avere rovesciato tutto il contenuto della borsa sul letto.
Rimetto tutto dentro, alla rinfusa, prendo la borsetta, la *borsa appresso* che oggi pesa più del solito e via, fuori di qui.
Attraverso la strada di corsa che sta arrivando l’autobus e mi accorgo solo ora che non ho il Badge e gli occhiali… ma ho la borsa che pesa. Qualcosa mi dice che sarà una giornata tremenda.
Autobus pieni; salgo sul secondo visto che il primo aveva la gente quasi appesa fuori. 
Pieno è un eufemismo non un aggettivo. Mi reggo al sostegno spostando letteralmente un ragazzo che vi si appoggia indolente, non mi risponde perchè il mio sguardo fulminante era eloquente.
Mi manca l'aria! Gocce di sudore *nervoso* mi imperlano la fronte. Se non scenderà qualcuno alla prossima fermata.. scenderò io: non respiro.
La signora cingalese dietro di me si fa faticosamente spazio per scendere: meno male! Ma ancora non respiro.
La mia fermata è dietro l’angolo: dai che ce la posso fare!
Arrivo, scendo, cerco la tessera davanti ai tornelli… nooooo! L’ho lasciata a casa!
Quindi coda all’edicola e finalmente riesco a scendere in banchina… piena.
Due Metropolitane lasciate passare e poi, a spinta, si entra… direzione Sesto FS.
Le orecchie mi fischiano, ho le palpitazioni ma resisto: cerco di pensare ad altro.. e la borsa pesa.
Conciliazione, Cadorna: due ragazze di fianco a me parlano del corso da ostetrica che stanno frequentando spettegolando sulla docente e le sue manie.
Cairoli, Cordusio: di fronte a me una ragazza legge con attenzione un libro, la testa riccioluta coperta dal cappuccio per isolarsi dalla massa e con le cuffiette dell’I-Pod nelle orecchie; come darle torto? In questa baraonda meglio isolarsi.
Seduto di fianco un ragazzo gioca compulsivamente con la tastiera del telefonino. La signora di fianco a lui ha delle occhiaie tremende, quasi peggio delle mie che si intravedono dal vetro del finestrino… sigillato: non respiro!
Ecco che torna l’ansia. Il respiro che manca e la borsa pesa.

venerdì 8 marzo 2013

Di regali graditi…. e cosce di pollo speziate.


Tredici e passa mesi di vita di questo blog e la sottoscritta, oltre che a lievitare a dismisura, sta incontrando una moltitudine di gente non solo virtualmente.  Se ci aggiungete anche che tra le amicizie e le conoscenze si è *sparsa la voce*, beh è giocoforza che tutti mi chiedano ricette ma non solo.
Da viaggi e da eventi a cui partecipano i miei amici e conoscenti, spesso ricevo delle *campionature* di prodotti tipici (e non) da testare o semplicemente perché *non so cosa sia, mi sei venuta in mente appena l’ho visto, tanto saprai sicuramente come utilizzarlo….* .
Tolgo dalla categoria le amiche food-bloggers che sono perfettamente consce di averti portato un sale particolare dal Mar Morto, oppure un lievito Bio  speciale, o una marmellata *diversa*.
Nella categoria finiscono amici (a volte di genere maschile) che  mi omaggiano di ingredienti particolari.
Uno di questi, tempo addietro, è stato un mio ex collega (tra l’altro un buongustaio) che mi fece dono di alcune tavolette di cioccolato fondente Gobino…. UN DELIRIO DI BONTA’ (grazie Paolo!) e un amico che qualche mese addietro, al ritorno da un viaggio in Marocco, mi portò un sacchetto con un misto di spezie profumatissimo chiamato Ras el-hanut.
Il solo profumo inebria ma non ero ben sicura di come impiegarlo in una cucina, la mia, non proprio etnica.
Quindi, una volta versata la polvere profumata in un vasetto di vetro a chiusura ermetica, la spezia è finita nell’armadietto ed ivi dimenticata… sino all’altra sera quando, una volta aperto l’armadietto per prendere il sale… mi è caduto il vasetto tra le mani (sì, caduto…letteralmente).
Le cosce di pollo appena acquistate che mi guardavano pallide e sconsolate, mi han messo in moto le rotelline e ho trovato un modo molto gustoso di utilizzare il ras el-hanut…J

mercoledì 18 aprile 2012

Il coniglio della suocera.... ma anche no!


Quando ero bambina, i miei genitori presero in affitto per svariati anni, una casetta sul Lago Maggiore. Un po’ come ora per Andrea, la campagna offriva a questa piccola monella cittadina, tante di quelle lezioni che i miei compagni meno fortunati non avevano.
A parte la vista spettacolare che godevamo dalle finestre di casa nostra, i locali erano all’interno di un giardino cintato con un piccolo orto, viti, alberi da frutto, le arnie delle api, un pollaio e una zona dove i padroni di casa allevavano i conigli.
Quindi cominciai da subito ad apprezzare il sapore VERO della frutta colta dagli alberi ancora calda di sole, dei pomodori maturati sulla pianta, dell’insalata che *cantava* sotto i denti.
Non parliamo poi delle uova appena deposte dalle galline della *Sciura Rosetta*, gialle come il sole d’agosto e che si potevano bere crude, ancora calde.
Vicino al pollaio, chiuso da un cancelletto non troppo alto, c’erano le gabbie con i conigli ed il padrone di casa, *il Sciur Pierino*, ci portava a vedere i piccoli quando erano appena nati.
Quando mi ci portò la prima volta, avrò avuto si e no cinque anni,  mi fece vedere i piccoli ancora spelacchiati, spostando mamma coniglio prendendola saldamente per le orecchie. Io, preoccupatissima, gli chiesi se la bestiola soffrisse a quel trattamento. Mi venne spiegato che non soffriva affatto e ciò mi mise il cuore in pace.
Ritornai a giocare con i miei amici ma, nel pomeriggio, mentre le nostre madri sedevano a sferruzzare all’ombra di una pianta secolare, ed i nostri padri giocavano a carte poco più in là, pensai bene di combinarne una delle mie.
A mia madre attonita, si presentò la seguente scena apocalittica: io, con due conigli uno per mano, che me ne uscivo tranquilla dalla zona delle conigliere… mentre dietro di me quasi tutti i conigli saltellavano allegramente fuori dalle gabbiette allontanandosi nel prato adiacente. Alla domanda concitata di mia madre : *Che cosa diamine stai facendo!* risposi serafica che stavo facendo fare una passeggiata ai conigli e che, portandoli per le orecchie, non facevo loro alcun male.
Ovviamente io intendevo i due conigli che avevo saldamente in mano, non alludevo certo a tutto il resto del *branco* che si dava alla fuga!
Purtroppo per me, allora non era ancora stato fondato il *Telefono Azzurro* e quindi non potei far appello a loro per salvarmi dalla punizione (e da qualche scapaccione)!
Fatto è che, da allora, quando mangio il coniglio ho uno strano indolenzimento ai quarti posteriori… i miei!
Di qui la ricetta di oggi, fatta a memoria per non chiederla per l’ennesima volta alla suocera che, tra l’altro, lo cucina in modo egregio e che, stabilito non essere la stessa, vi presenterò un’altra volta.

CONIGLIO ARROSTO CON CANNELLA OLIVE E PINOLI.


Ingredienti:
Un coniglio da 1,2 Kg. Pulito a pezzi (e SENZA testa)
3 bicchieri abbondanti di vino rosso (io Grignolino)
3 cucchiaiate di olive taggiasche (io NON denocciolate)
2 cucchiaiate di pinoli
1 spicchi di aglio
1 cucchiaino di cannella in polvere (circa)
2 rametti di timo fresco (io 2 cucchiaini essiccato)
1 foglia di alloro.
Sale
Pepe
Olio EVO

Lavare bene il coniglio e togliere i residui di sangue, staccare le interiora (cuore,reni, fegatini).
Mettere a bagno per 1 notte nel vino rosso (la carne deve essere sommersa dal vino) con 1 cucchiaino scarso di sale.

La mattina dopo, scolare dal vino i pezzi di carne, farli rosolare in una padella larga e bassa con 2/3 cucchiai di olio EVO.
Quando la carne sarà sbianchita, sfumarla con un mestolo del liquido di marinatura, aggiungere le olive, i pinoli, la cannella, il sale e le erbe odorose (timo e alloro).
Coprire bene con un coperchio e far cuocere a fuoco bassissimo per un oretta circa (aggiungere, se dovesse asciugare troppo, il vino della marinata.)
Servire caldo con un contorno di insalatina verde… l’erba va d’accordo con i  conigli.

sabato 11 febbraio 2012

Un San Valentino speZiale!



ARC quella mattina non c'era con la testa. La maestra lo aveva ripreso più volte e questo, a lui, non era piaciuto affatto e men che meno sarebbe piaciuto alla mamma.  

Durante l’intervallo poi non era nemmeno riuscito a giocare con i compagni da tanto era con la testa persa nei suoi pensieri....

Fuori da scuola  aveva trangugiato la merenda provvidenziale della nonna, ma senza entusiasmo perché aveva un problema e non sapeva come uscirne.  La soluzione poteva venire solo dalla mamma… lei un’idea di cosa si aspettano le femmine poteva averla e gliela avrebbe detta senz'altro!

Mentre aspettava la mamma si guardò i cartoni preferiti così il tempo passò in fretta e, quando arrivò, la investì subito:
*Mamma, posso dirti una cosa? Come si fa a chiedere ad una femmina se vuole diventare la tua fidanzata?*

Ecco! Lo aveva detto. Tutto d’un fiato, come i segreti, i sogni e le formule magiche.  La mamma lo guardò serissima  e sempre seriamente gli rispose:
*Basta chiederglielo!* E già: fosse facile! Ma come?!

Poi la mamma gli chiese di chi si trattasse. 
Della compagna nuova? No, lei non gli aveva mai dato retta ed ora c’era Vì, con i suoi occhioni azzurri e furbissimi che gli sorridevano dietro i riccioli!
Anche alla mamma piaceva Vì. Era una compagna della scuola materna che poi, alle elementari, non era più stata in classe con Arc , ma la vedeva tutti gli intervalli…. e i martedì (tutti i martedì!) facevano la strada assieme.

*Chiediglielo, senza giri di parole. Ma fallo quando siete soli, senza i compagni attorno che potrebbero schernirvi!*

Caspita! La mamma era capace di rendere sempre semplici tutte le cose, anche quando erano ingarbugliate come certi nodi che si formano sulle stringhe delle scarpe da ginnastica, e che non si smollano nemmeno a tirare con tutte le forze. Anzi, più tiri e più si stringono. Poi arriva la mamma e…. zac… si disfano come per magia!

L’indomani, al ritorno da scuola, la mamma era già arrivata a casa e, quando rispose al citofono Arc, invece del solito *Siamo Noi!* le urlò *Siiiiiiiii! Mi ha detto di Siiiiiiii!*. 
Sulla porta abbracciò forte la mamma e le raccontò tutto d’un fiato la faccenda. 
Mamma sorrise dicendo che lo sapeva che Vì avrebbe detto si! (Ma come faceva la mamma a sapere sempre tutto su di lui?!)
Arc sorrise ma ancora non accennò a tornare a giocare, anzi, si dondolò un po’ sui due piedi come se mancasse ancora qualche cosa.  Poi tutto d’un fiato:*Mamma che faccio di regalo a Vì per SanValentino? Sarà tra una settimana e…. non ho idee…*

La mamma suggerì un biglietto carino, con un disegno, ma ancora mancava qualche cosa. Va bene il disegno ma… Arc voleva qualche cosa di concreto. 

*Mamma Vì ama i dolci e tutte le volte che ci troviamo all’intervallo guarda sempre la mia merenda. Sai le tue torte? Facciamole una torta!* 
No, mamma disse che la torta non poteva andare bene ma di lasciarle il tempo di pensare… giusto qualche giorno avevano tempo.

Qualche giorno prima di SanValentino, la mamma accese il computer e chiamò Arc a guardare il video. 
Una pagina bianca, una fetta di torta *strana*, fatta di pannolenci, si aprì sullo schermo e dei biscotti a forma di casetta, comparvero. 
La mamma disse ad Arc che era una ricetta di una sua amica che aveva un nome strano: La cucina di mamma (che nomi strani hanno i grandi a volte!), Disse che ci si poteva fare la forma che si voleva, come quando a Natale avevano fatto le decorazioni per la tavola. 
Poi, con fare furbo, tirò fuori lo stampino a forma di omino di pan di zenzero, quella grande, e una più piccina… un cuore (!) e le caramelle gommose rosse…
*Che ne dici di un omino con il cuore di vetro da regalare a Vì?* … altro punto per la Mamma…

Presero dalla dispensa gli ingredienti per Pan di zenzero!! ( ricetta presa da Coockaround di Lillaria) trascrivendoli dal blog di Loredana (quella dal nome strano)

800 gr farina
2 cucchiaini di zenzero in polvere
2 cucchiaini di cannella
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaino di polvere di chiodi di garofano
2 cucchiaini di lievito per dolci
pizzico di sale
200 gr di burro
200 gr di zucchero
300 gr di miele
2 uova

1 caramella gommosa rossa per il cuore.

Lavorarono il burro a crema, con lo zucchero, usando le fruste elettriche.
Quando la crema fu bella gonfia,  unirono le uova, uno alla volta facendole assorbire bene prima di aggiungere il successivo, alla fine unirono il miele.

Al composto aggiunsero la farina, le spezie profumate ed il lievito.
Lavorarono a lungo fino a formare una palla , la avvolsero in una pellicola e la fecero riposare  in frigo per almeno un'ora.

Trascorso il tempo del riposo, la mamma stese la sfoglia alta 4 mm. e Arc ritagliò gli omini nella pasta profumata. In petto agli omini, con la formina a cuore, fece un buco e li posò sulla teglia del forno ricoperta da carta oleata. Al centro del cuore bucato la mamma gli fece sistemare una caramella gommosa rossa (quelle che gli piacevano tanto!) e poi mise la teglia in frigorifero per una mezz’ora circa.

Poi mamma poi mise la teglia con gli omini in forno caldo a 180° per 12'.



Davanti al forno Arc trepidava: che ne sarebbe stato della caramella? Perché la mamma gliela aveva fatta mettere nel buco a forma di cuore? Certo che, a volte, le mamme sono ben strane!
Un miracolo! La caramella rossa cominciò a sciogliersi e maniman che si scioglieva, si allargava a coprire ed a riempire tutto il cuore dell’omino! Ma che magia! Sembrava vetro!
Tolsero i biscotti dal forno, li fecero raffreddare e… scrissero il nome con lo zucchero… li misero in una scatola di latta rossa come l’amore e le guance di Vì. San Valentino era lì in quella scatola, pronto da essere donato alla sua Vì!



Con questa ricetta partecipo al contest The Recipe-tionist con Flavia e Loredana 








e pure al contest Cucinando con il cuore - il contest degli innamorati  di L'aroma del caffè