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mercoledì 28 ottobre 2015

Una ciambella con i cachi per festeggiare i colori dell'autunno.


Belli i colori dell'autunno; caldi, allegri, che scaldano il cuore.
Contrapposizione alle giornate uggiose ed umidine come questa.
Frutti rotondi e carichi di colore. Zucche rotonde e piene, di tutti i toni dell'arancio, che finiscono in zuppe confortanti, in risotti e paste gratificanti, in dolci che sorprendono.
I funghi profumati, nascosti tra le foglie cadute, che si perdono in intingoli e sughi che appagano.
Le castagne nascoste nei loro scrigni acuminati, che regalano piatti imprevedibili e di una bontà che ricorda la Terra.

domenica 18 ottobre 2015

Quaglie ripiene in due versioni su un risotto alla grappa per #MTC51 e...mai dire mai......


Questa volta credevo proprio di non riuscire a partecipare alla solita sfida di MTChallenge.
Patty (Andante con gusto) ha scelto una ricetta che prevede il disossamento di un volatile (o anche un coniglio) e la cosa presuppone di avere: tempo; pazienza; buoni coltelli. 
Poi le possibilità di vincere sono sempre più improbabili ma mi faceva dispiacere mollare proprio quando la proposta la faceva Patty, mi pareva di farle torto.
Ho già disossato in passato pollo e gallina, ma in questo periodo ho troppi impegni e cose per la testa e tempo e pazienza sono i due elementi che mi mancano.
Poi arriva la solita insonnia. Quella che accompagna i miei periodi di *buio*.
Anche i soliti ritrovati per dormire mi fanno recuperare si e no 3 ore di sonno.
Debbo dire anche che, quando uscì il tema della sfida, mi venne da pensare subito alle pernici ripiene che faceva Nonna Maria ma, a meno di non conoscer un cacciatore, non sono facili da reperire.
Seconda idea: le quaglie. E' tanto che vorrei rifare il riso con le quaglie ripiene ma il Martirio si oppone dicendo che sono tutte ossicini e che non ama *piluccare*, quindi quale migliore occasione di accontentare tutti?!
Quindi, una sabato mattina alle 4, stufa di rigirarmi nel letto, ho preso coltello e le 4 quagliette che avevo comperato la sera prima e mi sono messa all'opera.
A dire la verità, quando il macellaio (il solito) ha saputo che avrei voluto disossarle prima di farcirle, mi ha dato della matta e io non mi sono dilungata nello spiegargli che si trattava di una sfida.
In linea generale il metodo per disossare è lo stesso che si usa per il pollo e che Patty ha descritto benissimo nel suo post qui.

martedì 13 ottobre 2015

Crostata profumata con crema di ricotta alla fava tonka con composta di ciliege e lime, per un viaggio surreale.



Entra trafelata quando già le porte del vagone si stanno chiudendo.
Le mani strette all'involto tenuto in bilico, la borsa di sghimbescio ed un ciuffo dispettoso negli occhi.
La metropolitana riparte a scossoni ed è giocoforza agganciarsi con una mano ad un sostegno.
Una fitta alla spalla la fa sussultare e comincia a sentire caldo, ma non si può permettere di mollare la presa, ne' dell'involto ne' del sostegno, pena un ruzzolone.
Dal riflesso del finestrino intravede un posto libero e, con mosse da equilibrista che danza su un filo sospeso, riesce a guadagnare spazio.
Nonostante gli sforzi e la posizione seduta, non è ancora comoda. 
Il viaggiatore alla sua destra, una specie di Marcantonio, occupa anche parte del suo sedile costringendola ad appoggiare parte del gluteo sulla coscia del vicino. 
Saran cavoli suoi! Si farà in là.
Niente. 

Non si sposta di un centimetro e rimane avvinto alle immagini rimandate dallo schermo dello Smartphone che ha in mano. 
Nemmeno gli riesce di vedere che faccia abbia, coperto com'è dal cappuccio della felpa; solo qualche ciocca di capelli rossicci ed un accenno di barba che spunta dal fondo del cappuccio.
Dalle cuffie del I-Phone De Andre le parla della Guerra di Piero. De Andre avrebbe dovuto cantare anche della guerra dell'ora di punta, ma forse non ne sarebbe uscita una ballata.
Stringe la borsa tra i piedi mentre con una mano riesce a sbottonare la giacca perché il caldo nel vagone e la menopausa fan comparire delle goccioline di sudore sulla fronte.
Non molla l'involto e rischia nuove manifestazioni dolorose alle spalle, da tanto è contratta.
Duomo: fermata Duomo.
Ecco sciamare un po' di gente ed il senso di soffocamento da *carro bestiame* si dilata.
Qualcuno la osserva e lei SA che sono gli occhi del suo ingombrante vicino che si sono spostati dal telefonino alla sua persona. 
Rigira con noncuranza l'anello di sua madre che porta al dito, potrebbe aver preso di mira il piccolo brillante, pegno d'amore di suo padre.
Lo sguardo è pungente, lo sente su di se. O meglio, sull'involto che regge spasmodicamente sulle ginocchia.
Per un po' finge indifferenza ma la percezione dello sguardo diventa sempre più indisponente. Si volta e sfoderando il suo sguardo più severo, fissa il suo vicino.
Non aveva sbagliato: riccioli biondo-rossicci, barba rossiccia, un aspetto un po' da orco, ma le sorride.
*Mandi un profumo buonissimo!* 
Da severo il suo sguardo è diventato attonito. 
Non le passa nemmeno per la testa che l'Orco voglia azzardare delle avances, ma un approccio di questo genere non se lo aspettava proprio.
Il tempo di mormorare un *Cosa?* a mezza voce e questo continua:
*Sai di buono, di casa, di dolce. Della merenda che si porta a scuola. Buona giornata!*
Nemmeno il tempo di ribattere e l'Orco si alza. E' gigantesco. Per scendere deve piegare la testa perché altrimenti picchierebbe con la fronte nel contorno della porta. 
La vettura riparte con un senso di spazio dilatato (il posto libero le da modo di potersi finalmente sedere in maniera comoda) e, mentre la metropolitana sfreccia verso la prossima fermata, finalmente un sorriso le sfugge mentre l'Orco la saluta dalla banchina.

lunedì 5 ottobre 2015

Una domenica Milanese, i funghi ed un risotto ai porcini che parla.







Non sempre la domenica è sinonimo di riposo. 
Per me lo è quando mi rifugio nella mia Casetta Gialla e mi ritempro dallo stress Milanese; dalle corse; dagli impegni pressanti.
Non sempre però è possibile questa fuga dalla pazza folla e la scorsa domenica è stata una domenica decisamente Milanese.
Un tempo inclemente, le previsioni che non promettevano nulla di buono ed ecco subito svanire il mio momento di riposo: si fa il cambio armadi.
Per la prima volta in anni e anni di onorato servizio, mi ha dato una mano il Martirio. Impietosito forse dal mio essere malmessa con la schiena (e non solo), si è prestato all'estenuante sali-scendi dalla scala, all'affastellamento dei vestiti sul letto, al mugugno perché *quanti vestiti devi ancora togliere dall'armadio, non possiamo finirla qui?*.
Inutile dire che alla fine ero più stremata che se lo avessi fatto da sola. Resta il fatto che, per gratificare il mio consorte dell'impegno che ha dimostrato, nonché del suo spirito di abnegazione, mi è parso giusto ricompensarlo con un risotto che lui ama tantissimo: quello con i funghi porcini freschi.
Un acquisto fatto sul mercato ad hoc, ha fatto il resto.



I funghi bellissimi, freschi e di provenienza Francese, con un profumo intenso e belli sodi hanno fatto la fine che meritavano: i pentola ad insaporire il riso.