Questo sito utilizza i cookie per gestire e migliorare la tua esperienza di navigazione del sito. Proseguendo con la navigazione accetti l’utilizzo dei cookies. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consultate la nostra politica sui cookies.

lunedì 23 maggio 2016

Psychedelic garden ovvero il cheescake salato senza cottura agli asparagi-robiola e barbabietola-caprino per #MTC57.



Sinceramente pensavo di fermarmi ad un solo cheesecake. 
Dolce. 
Apprezzato dal goloso di casa ma aperto troppo presto e un po' rovinato nell'estetica (anche se sul gusto non hanno avuto nulla da ridire).
Dalla mia cucina ne sono usciti diversi (li ho pure pubblicati) ma sono sempre piuttosto "basici", troppo per essere paragonati a quanto ho visto uscire dalle cucine di altri concorrenti.
Fabio e Annalù, vincitori della scorsa sfida di MTChallenge, hanno lanciato dal loro bellissimo blog Assaggi di Viaggio, un guanto un po' difficile per la sottoscritta.
Sarà che credevo fosse un dolce esclusiva degli Stati Uniti, sarà che mi sono lasciata demoralizzare dalle meraviglie viste, ma pensavo di arrendermi dopo il primo esperimento.
Non facevo i conti con Arc. 
Mentre cucinavo, lui disegnava un manga sul suo bloc notes, una bimba con dei capelli rosa fucsia e occhi verdissimi. 
Stavo lessando dei bellissimi asparagi che Arc voleva mangiare con le uova "in cereghin" (trad.: all'occhio di bue).
"Mamma quando fai il cheesecake salato?"
"Non lo faccio, ho visto delle idee bellissime ed io non ho nessuna idea di come farlo!".
"Mettici del colore!"
La fa facile lui! Mettici del colore (dice) e poi che faccio. Naa. Rinuncio.
Poi un angolino del mio cervello ha un fremito (forse è li che si era rifugiato Highlander, l'ultimo neurone): dove avrò messo le polverine...
Calma! Non cominciate a pensare male. 
Un paio di mesi or sono sono capitata in un negozio specializzato in spezie e ingredienti un po' poco comuni. Secondo voi sono uscita a mani vuote? Nemmeno per sogno! Una busta di berberè, una di pomodoro essiccato, uno di spinaci essiccati e... uno di barbabietola.
Ovviamente sono entrati a far parte dei tantissimi acquisti del "sia mai che mi serva". 
Mentre la preparazione della cena proseguiva con un'insalata di verdure cotte... ecco lì una bellissima barbabietola rossa che mi strizza l'occhio.
Highlander a questo punto è scatenato e mi tocca stilare una lista della spesa per mettermi al lavoro l'indomani.
E l'indomani il cheesecake è montato e riposa in frigorifero.

giovedì 19 maggio 2016

Cheesecake a freddo speziato alle mandorle e all'arancia amara ed il mantra di Arc per #MTC57


"Mamma quando mangiamo l'MTC?"
Me lo avrà ripetuto almeno 50 volte nella giornata della scorsa domenica.
Per non parlare di quante incursioni ha fatto sabato in cucina per "testare" il sapore del dolce!
Anche questa volta la sfida di MTChallenge ha colpito al cuore alla gola Arc il goloso.
Fabio e Annalù, i vincitori della sfida precedente, lanciata dal loro bellissimo blog Assaggi di Viaggio, hanno decretato l'ennesimo ritardo nell'applicazione dei dettami della dieta mia e di Arc (sì, il cucciolo ha ereditato la tendenza materna ad accumulare "rotolini"). Sappiatelo: la nostra dietologa vi ha dichiarati "fuori"!
Inutile dire che Arc ha optato per la versione dolce (sia mai!) e che la scelta di partire con la proposta "a freddo" ha destato perplessità nel cucciolo.
Il che ha portato a trovarmelo accanto durante tutta la preparazione, armato di cucchiaino per "i test sapore"... in pratica: un delirio in cucina.
La scelta degli abbinamenti è stata mia. Ho trovato, nella zona della Casetta gialla,  un produttore di formaggi e latticini veramente eccezionale. Una ricotta di pecora buona buona che mi ha "ispirata". Poi il vasetto della marmellata di arance amare e cannella e una scatola aperta (indovinate da chi?) dei biscotti allo zenzero dell'IKEA (SI, non si esce dal negozio senza una confezione di questi biscotti adorati da ARC) hanno fatto il resto.
Per renderla un pochino meno dolce ho aggirato l'ostacolo unendo il latte di mandorla e dell'essenza di mandorle.
L'abbinamento debbo dire è stato gradito anche dal Martirio che solitamente non ama i dolci troppo "dolci" e la marmellata di arance amare alla cannella (ricetta qui) hanno sposato bene il mix di sapori.
Unico difetto è stato voler inserire un disco di marmellata al centro del dolce e non farlo riposare almeno 24 ore. 

A dire il vero ha riposato tutta notte e si sarebbe dovuto sacrificare sul nostro desco durante la cena ma, vuoi per esigenze fotografiche (già faccio foto orribili di giorno: figuratevi la sera!) vuoi per il mantra di Arc, la mia pazienza non è durata a sufficienza e, al taglio (si nota anche in foto) il cuore del dolce è risultato ancora decisamente troppo morbido. 

Non ha guastato il sapore (ANZI!) ma l'effetto che avevo previsto doveva essere meno morbido e più fotogenico.

Inutile dire che Arc (e questa volta anche il Martirio) sono riconoscenti a Fabio e Annalù per il tema scelto e, a onor del vero, mi è stata richiesta anche un'altra versione "cotta" che spero di trovare il tempo di preparare per il prossimo fine settimana.

Intanto, cari istigatori a delinquere di Fabio e Annalù: beccatevi questa composizione di calorie che si depositerà tutta sui nostri rotolini...

Con questa ricetta partecipo alla sfida di #MTC57





CHEESECAKE SPEZIATO A FREDDO ALLE MANDORLE E ALL'ARANCIA AMARA.






Munitevi di 2 tortiere con la cerniera. La prima del diametro di cm. 20, la seconda leggermente più piccola (la mia di cm. 18 ma anche cm. 16 potrebbe andare bene).
Foderate il fondo della tortiera più piccola con un foglio di carta da forno e la cerniera della tortiera più grande con un foglio di acetato.


Mettete in ammollo in acqua fredda 10 g. dei fogli di colla di pesce.

Sciogliete la marmellata con 2 cucchiai di cointreau a fuoco basso, appena comincerà a sciogliersi, togliete dal fuoco e sciogliete i fogli di gelatina strizzati.


Versate un terzo della marmellata sul fondo della tortiera piccola (quello che avete ricoperto di carta da forno), battete leggermente sul fondo per livellarlo, e mettetelo a freddare. Appena freddo mettetelo in freezer per almeno 45 minuti.


Sbriciolate finemente i biscotti, fate sciogliere il burro ed aggiungetelo ai biscotti. Con questo composto riempite la tortiera più grande e formate una base di circa mezzo centimetro. Fate riposare in frigorifero per almeno 20 minuti.


Mettete in ammollo in acqua fredda i restanti 10 g di fogli di colla di pesce. Passate al setaccio fine la ricotta di pecora, aromatizzatela con l'essenza di mandorla e montate la panna.



Scaldate il latte di mandorla togliendolo dal fuoco prima che inizi a fremere.
Sciogliete la colla di pesce (strizzata bene) nel latte di mandorla, fate raffreddare e aggiungetela alla ricotta setacciata.


Aggiungete delicatamente la panna montata alla ricotta mescolando dal basso verso l'alto.




Versate metà del composto nella tortiera dove avete preparato la base con i biscotti ed il burro (a questo punto si sarà solidificata). Su questo strato di composto appoggiate il disco di marmellata che avrete tolto dalla tortiera nel freezer, cercando di lasciare uno spazio tra il disco e la cerniera.


Coprite con il resto del composto di ricotta, livellate bene con una spatola e versate la marmellata che avevate avanzato in precedenza (se il caso ammorbiditela qualche secondo nel micro-onde). Decorate con le lamelle di mandorle e mettete a riposare in frigorifero per 24 ore. (Io ho fatto riposare solo una notte ed il "cuore" si è rivelato troppo morbido).


Togliete la tortiera dal frigorifero, togliete la cerniera e con molta attenzione il foglio di acetato. Guarnite con delle fettine sottilissime di scorze di arancia candita.



mercoledì 11 maggio 2016

TAJARIN ALLE ORTICHE CON PANNA SPECK E NOCI PER IL RISVEGLIO DI UN MONDO ADDORMENTATO.


Abbandonata da mesi. 
Il passaggio nell'erba tagliato da un amico. Resti dei soffioni del tarassaco che levitano ad ogni nostro passo.
Il glicine potato massivamente in autunno coperto da un'onda profumata di petali violetti.
I cespugli con i fiori bianchi che si sono appropriati ormai di parte del cammino che guida verso la casa.
Un profumo di mughetti che ci saluta, dal giardino della nostra vicina, e (finalmente) anche dalla nostra aiuola.
Ussignur: aiuola è un eufemismo. 
Un ammasso di piante che abbiamo piantato con mani inesperte e che si sono anarchicamente appropriate del loro spazio; sgomitando, soffocandosi, avviluppandosi l'una all'altra.
Poi in fondo si intravede la scala, coperta dalle rose rampicanti che ogni anno diventano sempre più piccole e selvatiche e che, proprio per questo, aggiungono un fascino da castello della bella addormentata.
Addormentata come sembra la facciata della casetta gialla. Con le persiane bordeaux chiuse come palpebre di una principessa dimenticata.
Chiusa con le sue mura di pietra spesse anche mezzo metro. 
Un freddo da ghiacciaia, di quelle di una volta, che apri la porta e ti risucchia l'inverno.
Un odore di chiuso e di camino spento, di un mazzo di foglie di alloro lasciato seccare in un vaso vuoto.
Cigola la porta, quasi a dar modo al il nostro fantasma, la custode Verginia,  di correre a nascondersi tra le ombre del sottoscala.
Poi le palpebre si alzano, le persiane si spalancano e il sole, che scalda il muro da fuori, irrompe tagliando il buio come una lama.
Aria. Ci vuole aria. 
Aria che fa palpitare lievi le ragnatele che legano angoli, volando come impalpabili trapezi sotto le travi. Le stesse ragnatele che disferò questo pomeriggio e ritroverò beffarde domattina, frutto del lavoro perseverante di un ragno gambalunga che (sono sicura) mi sta fissando offeso dalla fessura dove si nasconde. 
La stufa ancora guasta che aspetta di essere sostituita e la legna già pronta nel camino.
Poi, dalle finestre della sala, la vista del nostro terreno, coperto da una miriade di fiori di fragola. Di quelle piccoline, profumate, che vedremo (forse) mature solo ai primi di Luglio.
E oltre? Oltre ci sono le ortiche. Padrone indiscusse dello spazio aperto attorno alla casetta gialla.

domenica 1 maggio 2016

Sfogliata di Patate con ricotta e verdure e la mia festa del 1° Maggio.



Di solito il I° Maggio lo passavo nella Casetta Gialla, in quel mondo fatato e un po' surreale che la circonda.
E' il momento delle fioriture del glicine, del rododendro rosa e degli iris di Van Gogh che crescono nel mio giardino.
I cervi cominciano a brucare l'erba appena spuntata nel nostro prato e tutto questo ci ricarica dallo stress della nostra Milano.
Quest'anno invece nulla. La stufa della sala a piano terra ci ha lasciati un paio di settimane fa facendoci scappare dal gelo. Il tempo non era previsto bello ma umido e freddo (a Bielmonte ha persino nevicato...) e quindi siamo rimasti a Milano con un tempo nuvolo e freddo che pare quasi il mese di Novembre. 
Il Martirio a "pasticciare" nel suo atelier ed io a far ricerche su Firenze con Arc.
Fuori una pioggia che va e viene e in casa umidità e freddino.
Ci sarebbe stato bene un dolce, magari con la frutta profumata comperata ieri in un nuovo punto vendita all'ingrosso che ha aperto vicino a casa nostra, ma Arc ha finito quasi tutte le fragole e solo il kiwi non mi ispirava.
Per colorare questa domenica ci voleva un piatto colorato che desse l'impressione della bella stagione. Quindi perché non riproporre un esperimento riuscito della settimana?