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lunedì 6 gennaio 2014

GLI STRUFFOLI DI NONNA FORTUNA E LE TRADIZIONI CHE INCONTRANO.


Amo la cucina tradizionale. Quella che si nasconde nelle pagine di vecchi quaderni di famiglia, scritti da tante mani diverse, tramandati dalle nonne alle madri ed infine a figlie e nipoti.
Chi ha la passione per la cucina viene influenzato dalle tavolate famigliari, quelle dove spesso si svolgono vere e proprie competizioni. 
La torta della zia che viene meglio di quella della nonna, la cotoletta che come la fa la mamma non ce n'è un'altra uguale...
Insomma tradizioni di famiglia che si passano di casa in casa, di cucina in cucina, trovando spesso alternative in altre cucine.
Io ho una serie di quadernetti appartenuti a mia nonna, a mia madre e pezzi di ricette dattiloscritte da una lontana parente del Martirio che è rimasta nei racconti di famiglia per le sue capacità culinarie.
Nelle pagine di questi quadernetti ci sono ricette scritte con la calligrafia minuta ed elegante di mia nonna, con la scrittura rotonda ed arzigogolata di una ormai dimenticata Zia Riccarda (che ricordiamo tutte le volte che mangiamo lenticchie) su pagine strappate da quaderni magari con qualche macchia di uno degli ingredienti, ma testimonianze VIVE.
Sono piccoli pezzi di storia, se si pensa da quanti anni si muovono tra famiglia e famiglia. Una di queste ricette è vergata sul retro di una tessera annonaria, quando la guerra e le ristrettezze facevano da padrone e dettavano la *dieta* di ogni famiglia. Un'altra è scritta sul centrino di una torta di una vecchissima pasticceria di Milano.


Il bello della cucina semplice, di casa è questo.
Il senso di mettere *in rete* certe ricette di famiglia è un po' come volerla allargare, farne partecipe chi non ha avuto la fortuna di mangiare le lenticchie di Zia Riccarda, o il *Ragù di Natale* di Nonna Maria.
Poi ci sono *gli scambi*. La ricetta di un'amica, frutto di una tradizione regionale diversa dalla tua, il piatto tipico di un'altra amica che è spesso sul suo desco per le feste e che a volte ho avuto il piacere di assaggiare.
Quindi si scambiano la ricetta degli ossibuchi con quella dei canederli, o quella del risotto con il midollo con la zuppa di pesce.
E' un modo di far circolar la nostra tradizione e con essa le nostre storie famigliari.
In ufficio ho una collega campana che ama cucinare tanto quanto me.
Spesso la sera mi segnala con un sms che l'indomani porterà uno dei suoi pani fatti con la Pasta Madre ed io mi preoccupo di portare un barattolo di una delle mie marmellate e la colazione ed il gradimento dei colleghi è assicurato.
Giorni addietro ha portato in ufficio *gli struffoli* dolce tipico delle feste in Campania e me ne portò addirittura un piattino tutto per me.
Li avevo mangiati anni fa ma non ero ancora riuscita a trovare una ricetta da provare.
Quindi le chiesi la sua e lei me l'ha passata giusto qualche giorno fa.
La ricetta è una di quelle di cui scrivevo prima: la ricetta di sua nonna Fortuna, una cuoca bravissima che aveva cresciuto 10 figli con i suoi manicaretti. Mi ha fatto pensare alla nonna di mio Padre, che di figli ne crebbe 11 e che lasciò anche lei piccole perle della tradizione lombarda nel mio DNA.
L'ho provata in occasione di una cena con amici, per cambiare un po' il solito dolce e, visto che mi sono riusciti alla grande le ho chiesto il permesso di pubblicarla. 
Vi giro quindi questa ricetta come un testimone, un pezzo di storia, una finestra aperta non su una piazza ma in una cucina, dove la Storia e le Tradizioni prendono la via dello stomaco... e del cuore.

GLI STRUFFOLI DI NONNA FORTUNA



Ingredienti 
500 g di farina OO
100 g di zucchero
50 g di burro (morbido)
4 uova + 1 tuorlo
1 bicchierino di limoncello
scorze grattugiate di 2 limoni non trattati
1 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
2 vanilline (io i semi di 1 bacca di vaniglia)

olio per friggere (io olio di arachidi)
Per legare gli struffoli
miele condito con poca cannella
caramelline colorate e frutti rossi disidratati.

Setacciare la farina aggiungere lo zucchero e via via tutti gli altri ingredienti avendo cura di aggiungere le uova uno alla volta, passando al successivo quando il primo sarà incorporato bene all'impasto.
Si otterrà un impasto un po' appiccicoso ma compatto.
Infarinare la spianatoia e ricavarne dei *salamotti* sottili dai quale ritagliare piccolissimi gnocchetti di pasta (grandi quanto l'unghia del mignolo).
Mi raccomando, fateli piccolissimi perchè cresceranno quando li friggerete.
Scaldare in un pentolino fondo l'olio per la frittura.
Quando l'olio sarà ben caldo gettare pochi gnocchetti arrotondati alla volta.
Scolarli quando dorati (pochi secondi basteranno) e farli raffreddare in uno scolapasta foderato di carta assorbente.
Condirli quando freddi con miele e cannella e mescolarli ai frutti rossi essiccati, ed alle caramelline colorate.
Far riposare e lasciare assorbire il miele. Ripetere l'operazione una seconda volta.
Per questa operazione, su questi quantitativi, ho consumato quasi interamente un vaso di miele di tiglio da 500 g.
Usando un bicchiere rivestito di un foglio di alluminio, formare una ciambella su un piatto di portata.


Completare con un'altra spolverata di caramelline e confettini di zucchero e lasciar riposare.
Sono spettacolari!
Grazie Dany e ... grazie Nonna Fortuna!
Anche Arc ha gradito... fin dalla cottura!





10 commenti:

  1. Le ricette della tradizione sono un tesoro ed ina ricchezza che va conservata. Nulla meglio del web per evitare che si perdano per sempre. Questa ricetta di sicura provenienza partenopea me la copio ed incollo perché arriverà sicuramente il giorno nel quale farò gli struffoli. Era da tempo che cercavo indicazioni originali. Grazie alla tua generosa collega e grazie anche a te. Buo a befana e buon anno.

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    1. Sono spettacolari. Unico appunto è che ne vengono un quantitativo industriale e che di miele ne andrebbe messo per tre volte perchè i gnocchetti fritti ne assorbono tantissimo.
      Mio figlio ne va matto e io non gli do torto.
      Bah, torno a volare che forse il golosastro si è finalmente addormentato e posso riempirgli la calza.
      Bacioni
      Nora

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  2. Bravissima! Credimi: sono più belli di quelli che si vedono in tante pasticcerie napoletane!

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    1. Grazie Mariella! Vorrà dire che se mi troverò *a spasso* verrò ad aprire una pasticceria a Napoli!!!
      Baci
      Nora

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  3. Gli struffoli hanno il sole con sé. Vero dolce di Natale se ce n'è uno. Bellissimi e brava tu a cimentartici e a salvare le tradizioni e le memorie di famiglia. Invidio un sacco quelle ditine felici nel piatto!!!

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    1. Le *ditina felici* hanno saccheggiato non poco gli struffoli *sconditi*.... Il bello delle tradizioni da tramandare è anche questo *passaparola*
      Saluti,
      Nora

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  4. sei un portento!!!! sempe magia leggerti...e un gran bene al cuore e all anima!!!! grazie cara Nora!!! un abbraccio

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    1. Grazoe Antonella! Sapessi quanto erano buoni!!!!
      Nora

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  5. Un post, questo, che mi tocca da vicino e non per l'oggetto della ricetta, ma per il "contorno": io ho due volumetti, frutto della collaborazione di mia madre e mia zia , nei quali sono raccolte (e accompagnate da un racconto o da un ricordo) le ricette di famiglia e quelle che sono diventate di famiglia portate da amici e colleghi. In un certo senso un "blog" ante litteram che permette a noi figli di conservare tradizioni e di non perdere i ricordi di chi ci ha accompagnato per un tratto di strada, più o meno lungo.... e forse proprio con questo scopo mia madre aveva pensato questi "ricettari della memoria".
    Quanto agli struffoli, perchè non provare? la pastiera mi è venuta bene quindi ....
    Un abbraccio
    Claudette

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    1. Piccoli tesori che sono nascosti in ogni casa e che è bellissimo far circolare.
      Pensa che io non ho mai fatto la Pastiera (che adoro!) e sto cercando una ricetta *SICURA*....
      Baci e a presto
      Nora

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