Maria aveva conosciuto Peppino
*nella porta*, come si diceva a Milano. In pratica sulle scale di una casa di
ringhiera a Porta Genova. Un numero imprecisato di famiglie sparpagliate tra le
ringhiere che non ti danno intimità, ma che fanno condividere a tutti quanti
gioie e dolori, miserie e fortune.
Maria con la sua famiglia
composta dal Papà Armando tramviere, Mamma Virginia e ben 4 fratelli maschi che
la trattavano alla pari (cosa ben rara ai primi del novecento) e dai quali
aveva imparato a fumare… e a fare le
scelte in autonomia, come un uomo.
Peppino,
anche lui cresciuto nella stessa scala, ma la ringhiera di fronte. Lui con
Mamma Rosetta e Papà Emilio musicista ed altri 5 fratelli maschi ed una sola
sorella, Sandra; aveva conosciuto ed imparato ad amare quella ragazzetta
vivace, sorella dei suoi amici di *corte*.
L’aveva anche conquistata la bella Maria, con quel suo piglio serio ed
elegante! Lei, con quel carattere vivace, abituata ad avere l’ultima parola …sempre.
Ma guai se Peppino cercava di
domare quella morettina: per dispetto era capace di lasciarlo a *far flanella*
ed accettare la corte di qualche altro giovanotto, pur di fargli rabbia e farlo
capitolare…sempre innamorato ai suoi piedi!
All’epoca del loro fidanzamento
lei lavorava presso una ditta farmaceutica di Milano, come contabile, e lui
andava spesso a prenderla sotto l’ufficio quando era in licenza di soldato.
In ufficio la schernivano *E’
arrivato il suo Fante! Corra che se no riparte!!*. E lei si toglieva il
grembiule nero, si ritoccava i riccioli, un pizzicotto sulle guance e via a
rotta di collo già oltre le scale, per rifare la via di casa al braccio
del SUO bel fante!
Si sposarono il 22 dicembre del
1922, quando i vent’anni fanno dimenticare il freddo intenso dei giorni prima
del Natale e fanno vivere in una eterna primavera.
Maria non era capace di cucinare
nemmeno un uovo *in cereghin* e quindi Peppino, che era stato ben abituato dai
piattini di mamma Rosetta, avendo rilevato una ditta di torrefazione e
commercio caffè ed avendone la possibilità, pensò bene di salvare capra, ma
soprattutto i cavoli, facendo arrivare da un paese del mantovano un aiuto per
la sua sposa: Angela.
Angela era una maga in cucina e
Maria aveva tanta voglia di imparare! Presto scoprì gli incantesimi e le
ricette dietro le pietanze che Peppino cominciava ad assaporare ed amare….
La prima volta che provò a
cimentarsi da sola in cucina, fu una domenica mattina di primo autunno,
complice la passione di Peppino per la caccia e le uova fresche portate da
Angela, dalla campagna… ed il dì di festa.
Due etti di farina, due uova di
gallina, amore e ritmo facevano dondolare i fianchi alla bella Maria, mentre
impastava divertita e canticchiava una canzoncina dell’epoca
*Quand sòna i campann – din don din dan – mi te ciami Maria…
per dit che tra un ann - din don din dan – te saret tuta
mia….*
e rideva la morettina mentre
pensava al suo Peppino che gliela suonava sempre al piano, quell’arietta
allegra!
E, dopo il riposo di pasta e
mani, via di mattarello! Come aveva insegnato Angela , sospingendo appena
l’impasto sulla tavola di legno. Da qui
a tagliare con minuziosa rapidità le matassine e stenderle ad asciugare sul
canovaccio di lino fresco di bucato: un attimo!
Peppino tornò presto quella
domenica, ma nel carniere non c’era carne bensì due splendidi funghi porcini che stuzzicavano
le narici dello sposo sporco di terra e rugiada.
Mentre Peppino si cambiava, Maria
pulì accuratamente i funghi con un canovaccio, li tagliò a pezzettoni e, nel
padellino di alluminio, fece fondere un poco di burro, tagliò una parte di una
bella cipolla dorata, sottilissima che pareva un velo, la fece appassire
lentamente nel burro fino a vederla diventare quasi trasparente. A questo punto
gettò i funghi nell’intingolo scoppiettante , versò dalla bottiglia del vino
bianco buono che piaceva tanto a Peppino, un generoso sorso sull’intingolo che
fece alzare una nuvoletta profumata di uve e di sottobosco.
Abbassò il fuoco e coprì con un
coperchio lasciandolo cuocere piano piano, mentre ruppe delle noci con il ferro
da stiro (sposa da poco non possedeva ancora uno schiaccianoci ma, in compenso,
non le mancava l’ingegno!). Dalla credenza prese poi un poco della crema di
latte che Angela le aveva portato il giorno prima, e l’aggiunse nella padella, assieme alle noci
e ad un pizzico di pepe e di sale.
Peppino, finito di darsi una ripulita, arrivò in tempo
per vederla gettare le tagliatelle nell’acqua
che bolliva sulla stufa ed aspettarne pazientemente la cottura.
Scolate nell’acquaio le tagliatelle,
Maria le fece saltare nel padellino, mescolando ancora una nocina di burro.
Intanto la tavola era stata
apparecchiata ed i piatti con i fiori aspettavano quella meraviglia profumata…
Peppino assaggiò le tagliatelle e… si innamorò di nuovo della sua Maria!
Riassumendo.....
Ingredienti per la pasta: per 3 persone
2 etti di farina
2 uova fresche
Procedimento:
Sulla spianatoia di legno che NON dovrà MAI essere lavata, ma semmai
pulita con un poco di grappa o di alcol per liquori, versare la farina. Con la
mano, accarezzandola, fare una conca nel mezzo e versarvi le uova che avrete
sbattuto con una forchetta in una terrina.
Fare assorbire lentamente l'uovo alla farina senza rompere i contorni
della fontana e poi, con delicatezza, cominciare ad impastare spingendo con il
palmo della mano verso l'esterno.
Formare una palla elastica e porla a riposare sull'asse asciutta per
una mezz'oretta coperta a campana con una ciotola di vetro. Dopo il riposo
reimpastarla per qualche minuto e poi stenderla con il mattarello avendo cura
di infarinare bene l'asse ed il mattarello.
Tirare la pasta sino a che si intravedono le venature dell’asse (o la
sagoma della mano) e tagliare a striscioline regolari (dai 6 agli 8 mm) le
tagliatelle.
Se volete vedere le foto dell’esecuzione… cliccate qui.
Ingredienti per l'intingolo:
200 gr. di Funghi porcini (io congelati dopo essermi fatta prendere la
mano in stagione con gli acquisti….)
50 gr. di cipolla dorata affettata sottilissima
50 gr. di burro (in tutto)
½ Bicchiere di vino bianco
secco
150 gr. di panna (la crema di latte….ricordate?)
30/40 gr di noci sgusciate
Procedimento:
Seguire il procedimento di Maria…. Cambiando magari la canzone ;-) e
utilizzando un pentolino antiaderente!
Con questa ricetta partecipo all' MT Challenge di Menù Turistico
Romantica e dolcissima! Grazie per aver condiviso questa preziosissima storia. Le tagliatelle ti sono venute perfette, mi sa che tu sei un'esperta in questo lavoro ;) Buon inizio di settimana!
RispondiEliminaBabi non sono esperta ma, come diceva mia nonna, basta l'esercizio e, ultimamente (chissà perchè?? ;-) ) ne ho fatto molto!
EliminaNoraaaaaaaaaaaaaaaa, ma sei bravissima!!!! ma che bella storia, che hai raccontato- e che belle foto e che bel post! brava, brava, brava!
RispondiEliminaale
.... sono diventata rossa!!!! Mi fa piacere ti sia piaciuto, quanto alle foto, ho fatto ridere tutta la frazione in montagna che vedevano questa pazza con piatto fumante in una mano e la macchina fotografica nell'altra entrare e uscire dalla porta di casa.... Ti lascio immaginare i commenti del Martirio!
EliminaSecondo me tu hai aspettato tanto, come quei tappi sulle bottiglie di champagne, che liberati dalla gabbietta, dopo pochi secondi partono con un botto! Tu hai fatto uguale! Hai aspettato a far partire il tuo blog ed adesso hai fatto un botto pazzesco con un post bellissimo e tenero accompagnato da una ricetta degna di memoria. Foto incredibili...beata te che hai un tesoro così prezioso custodito con amore. Ti abbraccio forte, Pat
RispondiEliminaIl tesoro più grande, secondo me, sono i racconti dei nostri *vecchi* che, se non trascritti, rischiano di andare perduti e che raccontano abitudini tanto diverse dalle nostre da sembrare favole!
Eliminae come volevasi immaginare ..& STATA FANTASTICA !! non vedevo l ora di leggerti dopo sabato , quando mi accennavi alla ''storia'':-)
RispondiElimina& bravissima Nora, e le foto cosi 'rustiche' sono 1 tocco che non immaginavo!
chissà il ''martirio'' com'è fiero di te, anche se fa l'orso ( 2 me è contento dai):-)
1 bacio grande, angy
Angy... secondo te,chi era quella pazza che usciva con il piatto ed il padellino fumanti e con la macchina al collo..... meno male che a Sautrana ci transitano in pochi! Per la cronaca, mentre fotografavo il piatto, il Martirio ed il Cucciolo... sbafavano!
EliminaNora
Ciao Nora, ma che bella scoperta ho fatto! Questa storia è tanto più tenera per me che li ho conosciuti (non così giovani!)!
RispondiEliminaBella storia, belle ricette e che foto! Paola
:-)
EliminaBasta pastina da stasera!
RispondiEliminaCla
Tagliatelle, Cla, Tagliatelle!!!! =D
EliminaGuardare non basta... mi lascia la curiosità! ... che belle le vecchie foto!
RispondiEliminaMonica
Dice il saggio: la curiosità è femmina!!! ;-)
RispondiEliminaLove this dish. Its even better using nice thick pappardelle! Your a great inspiration to my cooking, italian way of course.
RispondiEliminaWilly
there are many versions of this tagliatelle... check on this link
Eliminahttp://menuturistico.blogspot.com/2009/04/mtc-di-gennaio-gli- sfidanti_01.html. Goodnight! Nora
Quanta poesia e amore nel tuo racconto, mi sono immedesimata nella Maria! Grazie
RispondiEliminaGrazie a te per avermi dato modo di ricordarmi i miei nonni! ;-)
EliminaNora
favolosa Nora! che delizia di post e ricetta!!
RispondiEliminabravissima
Cris
Ti ringrazio, detto da te mi onora!
RispondiEliminaNora
mi hai affascinata con questo post e con queste foto collegate non solo alla tua storia ma anche alla ricetta
RispondiEliminasolo una serie di vecchie foto ed un pizzico di passione per la cucina.....e per il cibo!! ;-)
Eliminabellissima storia e bellissime tagliatelle! davvro complimenti ^_^
RispondiEliminagrazie ! :-)
Eliminabellissimo questo post, una storia deliziosa.
RispondiEliminaquasi come le tagliatelle.
certo che questo nuovo giochino ti è piaciuto parecchio... vedo che hai già pubblicato un sacco di post! bravissima!
Hai ragione, mi diverto come una matta, cucino come una folle, ed il Martirio brontola ma intanto ..... magna!
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