Da un anno e mezzo ho cambiato casa. Ho cambiato perché l’appartamento
di due locali, dove avevo vissuto per vent’anni, era diventato troppo stretto.
Dopo tanto penare era finalmente arrivato il mio piccolo terremoto e, per i
primi anni, ci siamo organizzati con il lettino in camera nostra prima e un
divano letto in sala, dopo.
Finchè il Cucciolo andava alla scuola materna, ci si era
arrangiati convivendo con una caterva di giocattoli che mi ritrovavo sempre nei
posti più impensati e che mi trasformavano la casa intera in una sala giochi
piena di peluches e macchinine. Passi per i peluches, le costruzioni e
compagnia cantante, ma le macchinine erano quelle causavano i maggiori danni.
Diverse cadute del Martirio e mie sono da imputarsi a qualche mezzo lasciato
incustodito nei punti di passaggio…. senza contare i rischi corsi dalla nonna
che si è salvata spesso per un soffio dal rompersi un femore.
Quindi urgeva trovare una sistemazione un poco più *confortevole*
per la privacy dei genitori e per la sicurezza *strutturale* degli stessi e del
parentame. Quindi ci trasferimmo nel
nuovo appartamento che aveva una camera tutta dedicata al piccolo guastatore.
Oltre alla camera in più la sottoscritta ci guadagnava uno
spazio considerevole con la cucina. Mobili più capienti, un’armadiatura intera
dedicata alla *Dispensa* (volutamente con D maiuscola!) nonché un piano di
lavoro più grande.
Ci abbiamo guadagnato anche uno spazio enorme come libreria,
puntualmente occupato dai libri di narrativa ma anche da parte dei miei libri
di cucina, parte di questi ereditati da parenti, amici, ma molti (MOLTISSIMI)
acquistati dalla sottoscritta in 20 anni di matrimonio.
Da questi libri, nei giorni scorsi, è uscito un quadernetto
giallo, tenuto assieme da un elastico. Il quadernetto in questione è tutto ciò
che mia mamma aveva *registrato* negli anni delle ricette di famiglia.
Bisogna dire, ad onor del vero,che mia madre non amava
cucinare. Lo faceva per dovere e, alle volte, la cosa era più che evidente. Ma
alcuni dei piatti da lei riportati nel quadernetto, erano fatti per ricorrenze
di famiglia e riuscivano sempre…
Tra le sue indicazioni, spesso mezze cancellate dal tempo,
ho ritrovato una ricetta calda, *di casa* che mi ricordato certe domeniche
invernali, quando il freddo assomigliava tanto a quello patito in questi
giorni.
Quindi, in occasione di una *domenica a pranzo da me*, ho voluto
riproporla e ora la giro a voi perché di sicura riuscita da tanta è la
semplicità- Alla fine troverete alcune note volte ad agevolarvi.
LA TRIPPA DI NONNA GINIA
Ingredienti:
Trippa Kg. 1
(io mista, *ciapp e fogliolo*
Fagioli
secchi gr. 150 (se fagioli freschi gr.
500)
Pancetta gr. 100
Cipolla (1
media)
Sedano (3 gambe un po’ grosse)
Carote 2
(medie)
Patate 1
(media)
Brodo di
carne (1lt.)
Salsa
pomodoro 2 o 3 mestoli
Olio EVO
Burro
Salvia e
Rosmarino (2 rametti)
Sale
Pepe.
Procedimento:
Mondare, tagliare, lavare bene la trippa.
Fare un soffritto con olio, burro, pancetta, cipolla.
Aggiungere la trippa asciutta e infarinata.
Rosolare tutto adagio, mescolando perché attacca poi aggiungere
brodo, tanto da coprire la trippa, salsa, sedano, carote, fagioli bianchi e 1
patata da schiacciare.
Sale, pepe, salvia e rosmarino.
Cuocere adagio per 3 ore circa.
Note Mie:
-
Io ho usato fagioli corona detti a volte
-*bianchi di Spagna* secchi. Purtroppo quelli che sono riuscita a reperire al
supermercato NON erano belli e *polposi* come quelli che usava la mamma…
-
Cuocere la trippa nella pentola di coccio che
mio figlio chiama *pentolone della strega* non solo non ha prezzo, ma da quel
tocco in più che ci vuole su una cottura lenta lenta lenta come questa.
Con questa ricetta partecipo al contest di Sabrina di Les madeleines di Proust
Che bel post, Nora!
RispondiEliminaE che bella ricetta! e detto da una che non ama la trippa, vale triplo... ma lo sai che ricorda tanto le trippe accomodate genovesi? anche noi, "fagiolane" e pomodori e patate. Niente pancetta, perchè i ricchi sono i lombardi :-))..ma la struttura è quella..se la vede mio marito, attacca a rompere già di primo mattino :-)))
ciao
ale
Ale è vero, somiglia alle vostre trippe accomodate (ne avevi pubblicata anche tu una simile giusto?) e, se ti consola, il mio Martirio non la apprezza.... Vedi, è proprio vero, chi ha la *trippa* non ha i denti ;-)
EliminaNora
La trippa è una delle pochissime cose che non riesco a mangiare, ma il pensiero del quadernetto giallo me la fa diventare quasi simpatica :-)
RispondiEliminaStefania, nel quadernetto ci sono tanti e tanti ricordi e spunti che, forse forse, mi risolveranno diverse date e post! Oltre a quello ho trovato anche ricette di una zia scritte dietro la tessera annonaria... questo per farti intendere quanto sono *datate*....
EliminaBuona giornata
Nora
In casa mia è mio padre il re della trippa. Lui la sceglie dal macellaio, lui la cucina, lui la bada, lui la mangia. Ma anche a me piace, a piccole dosi ma piace. Mai fatta con i fagioli, passo la ricetta al babbo che ne sarà assolutamente contento.
RispondiEliminaGrazie.
Sabrina
Passa all'ala e vedrai che al babbo piacerà di certo!!! Buona giornata.
RispondiEliminaNora
La trippa non mi dispiace affatto, ma più che cucinarla a casa, preferisco mangiarla fuori. Però devo dire, che tu, con il tuo post e la ricetta, mi hai fatto venire voglia di riprovare a farla in casa.
RispondiEliminabacio
Credimi, non è poi così impegnativa, basta ricordarsi di mescolare ogni tanto, per evitare di farla attaccare...
EliminaAttendo con ansia la tua versione. Buonanotte
Nora
TATANORA tanti auguri di buon onomastico e un bacio al piccolo!!!!!Donatella (scusa se uso questo mezzo ma non ti trovo su fb) bacio bacio
RispondiEliminaSu FB ti ho trovata io. Grazie per gli auguri anche dal piccolo!!
EliminaBesitos
Nora