Nove mesi.
Nove mesi da che ho iniziato con il telelavoro e posso dire di essere molto contenta per diversi motivi.
Al di là della comodità di non uscire di casa fine a se stessa, ho scoperto che riesco a rendere molto di più a casa che nel marasma di un ufficio open-space.
Oltre al fatto che, se devo dedicare del tempo in più per finire un lavoro, posso farlo senza l'angoscia di correre a prendere la metropolitana, l'autobus, il tram mentre mi organizzo per la spesa o mi carico la soma della spesa fatta nella pausa pranzo.
Maggior concentrazione, miglior resa, lontananza dalle macchiette che distribuiscono snack, insomma: tanti vantaggi.
Inizialmente ero stata messa in guardia dall'impigrirmi e non voler più uscire di casa, destinata ad una vita di giornate passate al computer in pigiama e bigodini in testa.
E' un rischio sicuramente ma, ho visto che si supera la voglia di "star comodi" con delle regole precise che io seguo con una logica ferrea.
Mi vesto come se andassi in ufficio. Magari non mi trucco sempre e non metto le scarpe con il tacco ma, evito di ciondolare in pigiama.
Poi mi sono imposta di uscire tutte le pause pranzo (cosa che in ufficio non facevo quasi mai, approfittando delle pause per scrivere sul blog, controllare posta et similia); quindi un giorno si va in tintoria; il successivo a far la spesa, dal panettiere o al mercato che ho la fortuna (e la sfortuna quando mi borseggiano!) di avere di fronte a casa.
Una mezzora di "aria" ed il cervello si stacca dal computer (e ci guadagna pure la vista!).
Pasticcio di meno a casa che in ufficio e mangio un po' più sano visto che devo cucinare il pranzo per il figliolo che arriverà quando ormai ho già ripreso il mio lavoro.
Poi la mattina fino alle 8.00 ho pure il tempo di far partire la lavatrice (ed a volte pure di stenderla) e tutte le mille piccole cose di ogni casalinga-lavoratrice-disperata.
Il problema (semmai) è quello di voler fare troppe cose tutte assieme.
Come settimana scorsa quando ho cucinato il pesce per Arc prima di iniziare il lavoro, mentre caricavo la lavatrice, pulivo la lettiera della gatta, rassettavo il bagno e ... iniziavo a lavorare.
Una pausa caffè me la prendo di solito a metà mattina e, fino a quel momento, non torno in cucina.
Quella mattina invece, dopo un'ora che stavo combattendo con i clienti, ho cominciato a sentire odore di fumo...
Arrivare ai fuochi come un fulmine non è servito a nulla.
Un pentolino bruciato; il pranzo di Arc da risolvere con una frittata ed un puzzo acre che non si è dissolto nemmeno bruciando incenso e spalancando per le restanti ore della mattinata, la finestra della cucina.
La conferma mi è venuta al rientro del Martirio a fine giornata. Io stavo terminando di chiudere il collegamento con l'ufficio dopo l'ultima telefonata, ed ho sentito confabulare i due XY.
Da lì è partito il coro che mi ha riportato allo stadio di San Siro qualche decennio fa:
- Si sente puzza di pesceeeeeee
- Avete il mare inquinatooooooo
... e ridevano pure!!!
Poi il sistema di far svanire il cattivo odore l'ho trovato: è bastato aprire la dispensa e veder fare capolino la farina di nocciole avanzata da precedenti preparazioni.
Tortine morbidissime e buone buone che han consolato me dello smacco subito, han profumato di buono cucina e casa e premiato (immeritatamente) Arc con una merenda super per il giorno dopo.
TORTINE MORBIDE ALLE NOCCIOLE
Setacciate la farina, mescolate con la farina di nocciole e unite lo zucchero.
Fate sciogliere il burro e, quando sarà intiepidito, aggiungetelo al mix farine/zucchero. Unite le uova, il lievito ed il liquore mescolando bene il tutto.
Fate riposare l'impasto una decina di minuti.
Sistemate in una teglia i pirottini di carta per cupcakes e, aiutandovi con un cucchiaio, riempiteli fino a 3/4 della loro altezza.
Cuocete a forno preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti.
Spolverateli con lo zucchero a velo una volta freddi.
Se metto in pratica il tuo trucco per scacciare la puzza di bruciato, mi sa che sforno tonnellate si tortine vista la frequenza con cui a me capita questo tipo di "incidente"! Mi segno la ricetta comunque, per le prossime merende di scuola (e ufficio).
RispondiEliminaE' una merenda gratificante e, confesso, ho fatto diverse incursioni alla scatola di latta dove le avevo riposte.
EliminaA presto Claudette!
Nora
Io mi voglio fare adottare!!!!
RispondiEliminaAmmmmore!!!! Subito subito!
EliminaIntanto preparo la stanza!
Nora
Comunque i tuoi consigli sul lavoro da casa mi sembrano enormemente utili.
RispondiEliminaAnche io detesto cordialmente gli open space che fanno comodo più ai costruttori e arredatori e proprietari di ambienti e uffici che a chi lavora. Invece con me il rischio bigodini e pigrizia mentre lavoro a casa è sempre in agguato.
Non ho la tua disciplina. Ma nemmeno la tua famiglia e questo probabilmente spiega il rischio: un ragazzino affamato che torna a casa all'una è un disciplinare rigoroso come un orologio svizzero!
Il telelavoro ha i lati positivi e negativi.
EliminaLa "quadratura del cerchio" è compensare i deficit con i vantaggi.
Uno di questi è avere mio figlio sott'occhio.
A presto
Nora
Ciao, Tata, direi che anche sul lavoro siamo a pennello!!
RispondiEliminaBrava per il tuo rigore ed amore ;)
buona giornata