Ai fornelli ho modo di ritrovare l'equilibrio (instabile ma... tant'è, accontentiamoci!) e ritorna tutto a scorrere con un ritmo meno frenetico.
I primi tempi di matrimonio quando, tornata a casa dal lavoro dopo una giornata pesante, mi mettevo ai fornelli e cucinavo un po' di più del solito, il Martirio mi chiedeva preoccupato:
*Abbiamo gente a cena?!*
Con gli anni (24 quasi!) si è abituato e se, tornando a casa mi trova alle prese con un risotto, la marinatura di una super-tagliata, mentre faccio gratinare una teglia di verdure miste (tante da sfamare un esercito) non fa più domande ed avverte il cucciolo di casa:
*Ocio... è nervosa!*
A volte basta un primo un po' più elaborato, un secondo sfizioso, un contorno un po' meno scontato del solito.... altre invece no.
Quando sono al limite dell'esplosione ci vuole qualcosa *di più*.
Ci vuole un lievitato!
La carica negativa si sfoga nella ginnastica positiva dell'impastare, dove le mani stringono, storcono, stritolano un impasto al quale (spesso) do il nome di chi mi ha fatto girare le scatole.