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Visualizzazione post con etichetta pesce. Mostra tutti i post
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domenica 21 maggio 2017
Filetto di salmone in vaso con zucchine ed i loro fiori ed il primo esame non si scorda mai!
Il primo esame della sua vita: Inglese.
- Mamma sai che è un esame dell'Università!
(... di Cambridge, ma sssst, facciamolo contento)
Ha studiato tanto e, soprattutto, si è esercitato tantissimo. Sono giorni e giorni che tra noi due si parla in Inglese. Di tutto; dal giochino stupido che ha comprato ieri dall'ambulante a quello che è successo a scuola, al film che voleva vedere ieri sera.
Il Martirio si è sentito un po' tagliato fuori. Quando tentava di intervenire veniva corretto da Arc che lo imbeccava.
Poi ieri lo scritto in un grande HOTEL di Milano. Tra tanti altri ragazzi; con i suoi compagni di classe anche loro al primo confronto "ufficiale".
Noi genitori in attesa e loro sono sciamati fuori tutti felici di averci guadagnato delle penne e qualche caramella messa a disposizione dell'hotel.
Oggi poi l'orale. In taxi le ultime battute per esercitarci mentre il conducente ci guardava attonito dallo specchietto.
lunedì 27 marzo 2017
Cefalo al forno con agrumi ed aromi che si credeva un branzino ovvero: mia figuraccia epocale con i pescatori di Noli.
Io: "Buongiorno! Vorrei quel piccolo Branzino."
Pescatore "Signora: quello è un cefalo..." (e lo dice omettendo il classico "belin" che inframezza ogni discorso qui in Liguria - si sa, con i clienti ci vuol finessa...).
Io (con nonchalance) : "Pazienza. Me lo dia lo stesso..."
Ecco che, anche per oggi, mi sono giocata la figura di palta quotidiana.
Mica è colpa mia se mia madre il pesce non lo cucinava perché "fa odore"; in gioventù ho visto solo (rare) trote lesse tristi e mica tanto deodorate e i bastoncini "del Capitano"!
Da nonna Maria si mangiava un po' di più ma sempre pesce di lago o di torrente, pescato dal nonno Peppino.
Però a me il pesce piace e pure ad Arc e, da quando abbiamo il nostro rifugio marino a Noli, mi sono imposta di provare a cucinarne di più.
Per giunta la mattina c'è, sul lungomare, un piccolo mercato del pesce dove i pescatori del luogo vendono al pubblico (nel mio caso "gnorante") quanto pescato al largo dell'Antica Repubblica Marinara.
Banchi di pietra ombreggiati da ombrelloni di cotone blu dove fan mostra le cassette con quanto han pescato mentre gabbiani voraci e caciaroni fan la fila ad attendere gli scarti che lanciano loro.
Dietro: l'insenatura con il mare che rumoreggia e controlla.
Unico problema (soprattutto per me):
a -il pesce è quello che han recuperato dalle reti;
b - devi accontentarti e non partire con un'idea precisa, e non ha il cartellino con il nome.
Quindi, per chi come me non è molto abituata a cuocerlo ma lo mangia solamente al ristorante, un branzino ed un cefalo sono facilmente confondibili.
Inoltre ci sono pesci che non ho mai visto e che mi fanno l'occhiolino dalla cassetta col pescato del giorno e vorrei tanto provare a cucinarli ma mi frena un po' l'imbarazzo di dover chiedere a questi rudi uomini di mare:
"Mi dia quel pesce lì con le righe gialle sul dorso."
Debbo dire, a mia scusante, che ho notato che i pescatori han già la tendenza a lanciare "sfottò" (di solito con la popolazione autoctona) e spesso prendono in giro in dialetto i "forestieri" che fan uscite come la mia.Quindi volevo evitare di essere messa subito alla berlina.
Per fortuna riesco a capire un po' il dialetto ligure e ai loro commenti odierni in dialetto, ho risposto ridendo che per imparare bisogna pur dire o fare qualche "belinata".
giovedì 9 luglio 2015
PANGASIO AL CARTOCCIO E LE VACANZE DI ARC
Tempo per farsi nuovi amici, per giocare e scalmanarsi con l'oratorio estivo.
Gite in autobus, al mare ed in montagna, da dove torna senza voce e con le scarpe bucate.
Giornate in piscina da dove rientra rosso come un gambero perché la crema con la protezione *giusta* l'ha nello zaino, la mette appena arriva solo dove si ricorda, e poi fa il bagno.... e non la rimette.
Tempo di mare. Tempo per godersi la compagnia del suo amico del cuore, ospite suo, e senza la mamma al seguito.
Si sente grande. Si sentono grandi. Cominciano a fare i complici mentre vanno a prendersi il gelato da soli. Crescono.
lunedì 4 agosto 2014
*FAMOLO STRANO* E... LE MIE TAGLIATELLE DI SEPPIE SU INSALATA DI PATATE ALL'OLIO ALLO ZENZERO IN VELLUTATA DI PISELLI.
Martirio non mangia pesce perchè *sa di pesce*.
Martirio non mangia pesce ad eccezione del tonno e degli sgombri in scatola....che sanno di pesce.... ma in scatola.
Mangia anche la pasta con vongole e cozze, e pure l'impepata di cozze....perchè quelle in mare, evidentemente, ci sono capitate per caso.
Martirio non mangia pesce ma mangia i calamari ed i moscardini fritti....perchè anche quelli non sono pesci, alla faccia di Darwin.
Martirio non mangia pesce e, per la cronaca, quando feci questa fantastica Fideuà, con un misto di muscoli che faceva spavento, non ha fiatato finchè non ha avuto il piatto vuoto....
Per le acciughe (quelle conservate neh!) non ho ancora capito come regolarmi.
Se le metto nella preparazione, non le vuole; se a lui non le metto, si lamenta.
Ma il Martirio non mangia pesce.
Non lo mangia nemmeno la suocera, a meno che non sia pesce che non *sappia di pesce*....
Tra queste strane specie di pesce che *non sa di pesce* include i suddetti calamari e moscardini fritti, il baccalà fritto (che NON sa di pesce) e a volte anche lesso affogato (letteralmente) nella salsa verde.
In casa mia, invece, mia madre NON CUCINAVA pesce *perchè fa odore*.... se non le trote che pescava il nonno ma... lesse.
Le capacità e la passione per la cucina di mia madre, non sono mai state degne di nota ma si superava quando lessava le bellissime trote che ci portava il nonno.
lunedì 7 luglio 2014
SUPERMERCATO IN UN LUGLIO AFOSO E MAZZANCOLLE AL LIME SU CARPACCIO DI FINOCCHI ED ARANCIA CON CAVIALE DI OLIVE TAGGIASCHE
Caldo afoso.
Arc è appena partito per una settimana al mare con il suo migliore amico.
Sveglio dalle cinque di stamattina per l'agitazione, tanto ha fatto che abbiam dovuto alzarci alle sette! E' persino andato al supermercato alle otto perchè si era dimenticato il bagnoschiuma.
Felice lui di sentirsi grande...felice io di sapere che va a divertirsi con il suo amico.
Felice: ma ... ora?
Intanto cominciamo con la spesa visto che il frigorifero è tanto vuoto da sentirsi l'eco.
Mi aggiro tra i banchi del supermercato, senza fretta, finalmente. Senza la corsa che mi tocca sempre fare quando mi accompagna il Martirio...
Si, perchè quando vado a fare la spesa con lui, faccio la corsa ad ostacoli!
Lui è addetto alla guida...del carrello...e procede lento ed inesorabile verso il reparto vini... Io? Beh, io dietro mentre entro ed esco dalle corsie con le braccia cariche (ricordate? Il carrello lo guida Lui!) di quanto riesco a raccattare mentre lui continua a sbuffare e ad avanzare.
martedì 5 novembre 2013
Una questione di DNA e.... gli spiedini di pesce al curry
L'eterna tiritera.
Quando fa le cose a puntino è SUO figlio... quando fa le pazzie: è MIO figlio!
In quale famiglia non nasce, prima o poi, la gara del *a chi somiglia*?
Partiamo dall'inizio: appena nato è stato un colpo al cuore.
Dopo essere stata avvinta ad uno sguardo che mi è entrato nell'anima, il piccolo esserino avvolto nel telino della sala operatoria ha strizzato un occhio ed ha fatto una smorfia TALE E QUALE A SUO PADRE! In pratica era come guardare il Martirio .... in versione small!
Crescendo le somiglianze si sono via via alternate, dalle smorfie paterne, alla mia voglia di comunicare CON TUTTI.
Dal padre ha ereditato la passione per la matematica e quando ci sono i compiti da fare... parte dalla matematica.
Da me ha ereditato la voglia di leggere, tanto che spesso devo brontolare perchè spenga la luce la sera mentre si perde in *mamma ancora una pagina e finisco il capitolo!*.
E' a lui che faccio leggere i racconti fiabeschi che scrivo per introdurre le ricette, ed è lui che mi rende orgogliosa quando esprime per iscritto pensieri con parole anche difficili ma usate ad hoc.
La memoria, quella, non so da chi l'abbia presa visto che ormai sono condannata a rincorrere i post it di colori diversi, sparsi per tutta la casa; mentre suo padre (il Martirio) nemmeno si ricorda che ci sono ... i post it!
Arc legge una pagina una volta e già ha recepito senso e verso dello scritto, se li stampa nella memoria e restano lì, fissi, eterni!
La capacità di apprendere le lingue, QUELLA, è il mio DNA, sono sicura!
E' uno spasso vedere lui ed il Martirio ripetere quanto suggerito dal CD del testo scolastico, con un risultato da sganasciarsi.
Una delle ultime volte, piegato in due dalle lacrime per un'imperfezione del Martirio, ha commentato: *Papi, lascia perdere, non ci sei portato!!!*
La mano per il disegno l'ha presa dal padre e la fantasia, dalle mille idee folli che mi roteano in testa.
martedì 21 maggio 2013
UNA TIELLA E LE LITI IN CORTE.... MARIA SI INGEGNA...

Stamattina c'è una confusione in corte! Maria non capisce cosa sia tutta quella *russia*! Voci, grida, e tutte le donne sono fuori sulla ringhiera a godersi lo spettacolo de *la purtinara* che litiga con la signora del primo piano, quella nuova arrivata due mesi fa con il marito dal Salento.
Certo che *la purtinara* litiga sempre con tutti ... non ne fa scappare una! Ha sempre da ridire, da criticare, da insegnare insomma si impiccia e non le va mai bene niente!
Ha da ridire su tutti perchè la cucina fa odore, nessuno sa far da mangiare bene come lei, tutti cucinano storpiando le ricette che solo LEI conosce...
Ed a tutte chiede cosa ci mette in questo, come fa quell'altro ma... solo per dire che: no lei sola ha la vera ricetta!
Maria non sa nemmeno perchè ci sia stata rissa ma, messo via il grembiule , scende le scale e va a bussare alla porta di Mari (si chiama così la signora del primo piano) ed è quella che ha voluto sapere come faceva le lasagne Maria. Simpatica ed il marito.... udite udite... sa cucinare!!!
Maria bussa alla porta e Mari le apre inviperita! Comincia a sfogarsi parlando in un dialetto fitto fitto che Maria non riesce a capire.
*Calma sciùra Mari, che ghe ven el sciopun!* (trad. si calmi che le prende una sincope)
Intanto un profumo buonissimo viene dal cucinino... Maria cerca di calmare la comare ma, non riesce a concentrarsi per il profumo spettacolare.
Finalmente l'amica si cheta e le spiega che proprio il profumo è stata la causa del litigio in corte! La purtinara aveva sentito quel profumino e le ha chiesto che aveva cucinato. La taieddhra con risopatatecozze....ma a cucinarla era stato Cristian (che nome strano, a Milan non ne conosce di mariti con quel nome lì).
domenica 25 novembre 2012
MI FRIGGO L'MTC!!!
Io non friggo.
Non spesso, per lo meno.
E non friggo il riso.
O meglio non ho mai fritto il riso.
Ho fritto le cotolètte (quelle con la E apèrta... da milanese) ma le ho fitte con burro meglio se chiarificato.
Friggo i fiori di zucca o i carciofi.. ma la stagione è bella e si possono tener aperte le finestre.
Ora ditemi che non è eroismo friggere gli arancini ... No, rifo: le arancine... insomma: quelle robe lì.
Ma le mangio, eccome se le mangio! Le mangio quando una mia amica le fa per una cena ad arancini/e... ma non diteglielo... vuole restare nell'ombra.
Le mangio e maledico chi ha inventato il colesterolo, gli esami clinici, le cose buone che fanno male.
Ma me ne frego.
E le mangio lo stesso.
Poi arriva l'MTC e mi coglie impreparata. Friggere d'inverno, dopo degli esami un po' fuori (quasi come me!) ed il Martirio che si e mi ha imposto la dieta.
Poi c'è stato il viaggio in Inghilterra dove speravo di trarre ispirazione ... ma di fritti ce n'erano abbastanza e ... ispirazione dagli Inglesi vorrebbe dire essere più che a corto di idee.
Insomma, a furia di tirare in lungo mi sono ridotta all'ultimo momento, con delle idee banali.
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Arancine con spezzatino di piselli |
La prima: lo spezzatino con i piselli di domenica...questo per la precisione... sminuzzato sino a farne una specie di ragout fatto cuocere lentamente, mentre si cerca di far ordine nelle idee..magari una panatura con un pizzico di paprika (che la curcuma ha un sapore strano ed il Martirio è già tanto mangi la paprika)...
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Arancine con spezzatino con piselli |
Poi avevo un'altra idea. Era fichissima, di moda perchè la cucina etnica è di moda... ma si doveva usare solo lo zafferano ed il curry non è ammesso per colorare il riso. Me lo ha detto una giudice, tarpando le ali alla mia fantasia.
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Arancine ovali con curry di pesce. |
Il riso? Posso farlo come l'altro e metter un ripieno di pesce con il curry, magari una salsetta leggera ma saporita, con un aroma che da *dentro* la massa del riso entra *dentro* il nostro palato portando una scossa, o quasi.
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Arancine ovali con curry di pesce |
E l'ultima idea: per l'ultima idea dovrete aspettare domani XD!!
Anche perchè Alessandra, Daniela e Giorgia oramai mi conoscono.....e sanno che a me le cose impossibili piacciono da morire!!!
Con 500 gr. di riso ho prodotto ben 4 mega arancine con il pesce ed il curry e ben 5
Per il riso 500 kg di riso originario
1,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.
Per il ripieno
300g di filetto di Persico (ne avanzerò tanto ma con un po' di riso pilaf è la morte sua!)
1 carota grossa grattugiata (nella lama grossa della mandolina)
1 cipolla piccola tritata fine
40/50 g. di porro a rondelle fini
1 dl di brod di verdura (o di pesce)
Olio EVO
Sale, Pepe
2 Cucchiai di curry (il mio non è troppo piccante... cosiglio aggiungetene uno poi assaggiate, se avesse poco sapore aggiungete pure il secondo)
Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale
Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di pangrattato (per la panatura delle arancine allo spezzatino 1 cucchiaino scarso di paprika dolce)
Per la frittura
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)
Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.
Preparare il ragout di pesce al curry.
Versare in padella 2 cucchiai abbondanti di olio EVO, le carote grattugiate, la cipolla tritata e le rondelle di porro.
Stufare a fiamma bassa sino a che appassiranno.
Aggiungere il pesce, il curry, e qualche cucchiaio di brodo caldo.
Lasciar cuocere coperto fino a che il pesce comincerà a sfaldarsi.
Scoprire e far restringere il sughino, aggiustando di sale e di pepe.
Togliere dal fuoco e far raffreddare.
FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.
Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.
Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle.
Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.
Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte.
Se prevedete di fare anche quelle ovali, procedete con queste prima di passare al ripieno delle precedenti. In questo caso, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.
A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.
Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.
E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.
Con queste due versioni della bellissima ricetta di Roberta, la vincitrice dello scorso MTC, del Blog Puppacena.... partecipo all'MTC di Novembre... e che il
colesterolo sia con me!
lunedì 2 luglio 2012
Sogliole sul limone ... il Lago Maggiore e.... evviva l'Estate.
Da quando mio figlio ha cominciato a frequentare le elementari, la fine della scuola mi fa fare sempre un *salto indietro* nei ricordi.
Sono passati tantissimi anni da quel giorno magico in cui gli impegni finivano e con la mamma si partiva per il Lago Maggiore dove tre mesi di vacanza non ce li toglieva nessuno.
Una ridda di immagini si materializzano dietro le mie ciglia.
Una casa in affitto a San Carlo d'Arona, con le finestre affacciate al lago, di fronte alla rocca di Angera...
Un albero centenario che ci riparava dal sole...
Un giardino pieno di segreti, angoli freschi, animali, giochi... amici.
Tre mesi da passare a sporcarsi con la terra, ad inseguirsi in bicicletta, a giocare a chi salta più alto dall'altalena in *volo*.
Le cadute e le ginocchia sbucciate. I pianti per le liti tra bimbi.
I fratelli che *rompevano* e noi sorelle ...pure!
La caccia alle lucertole per poi lasciarle scappare nel prato.
La caccia alle libellule ed alle farfalle, fate lievi che volavano come i nostri sogni.
Le api del *Sciur Pierino* che davano un miele dolce e denso, tenute lontane dagli affumicatoi per ritirare il loro prezioso nettare.
Le corse sotto i temporali estivi per sentirti bagnare l'anima... e le sculacciate della mamma che ti aveva urlato : non bagnarti che prendi un malanno!
I ghiaccioli della *Signora Carla* il bar appena fuori dal viale di casa.
Le sere chiaccherate fino a tardi sul cortile di pietra ancora caldo di sole, con l'odore degli zampironi per tener lontane le zanzare.
Le mamme che parlano sedute a cerchio, mentre sferruzzano golfini per noi nei caldi pomeriggi afosi.
Le bambine con i ferri da calza in mano, a far vestiti alle bambole, a giocare a far le mamme.
I maschi a correre come pazzi in bici, sulla ghiaia fine che circondava la casa *vecchia*, a frenar a due centimetri dalla *Sciura Eugenia*, novantenne di fibra forte che resistette anni a questi spaventi.
Poi i pranzi in cucina con la finestra aperta, con la carta moschicida appesa fuori, con il papà che arrivava il venerdì sera e ripartiva la domenica.
Ora guardo mio figlio crescere con l'assillo di *cosa fare quando chiude la scuola* driblando proposte di studio lingue, corsi di nuoto (da lui odiato), gruppi studio...
C'è l'Oratorio estivo, primo anno in assoluto, dove il primo giorno mi ha chiesto, mentre lo accompagnavo: ma non porto da scrivere?
All'uscita mi è corso incontro sporco e felice: Mamma ho giocato tutto il giorno!!!
Mi si è stretto il cuore... e mi sono pure sentita in colpa per tutte le ore di svago che delego ad altri, nell'intento di mantenere un posto di lavoro che ci consenta di vivere sereni in questi tempi bui.
Se i sogni si potessero avverare vorrei tornare con mio figlio a tutte le ore trascorse serena in campagna ... con la mia mamma e mio fratello... aspettando papà.
Per ora posso solo regalargli una ricetta che la mamma faceva per noi l'estate e che sa di *ferie* nella mia memoria.
SOGLIOLE SUL LIMONE :-)
Dosi per 3 persone:
9 filetti di sogliola medi
3 limoni non trattati
2/3 cucchiai di farina
2 cucchiai di burro (io chiarificato)
sale, pepe.
una manciata di prezzemolo fresco.
Scaldare in padella il burro chiarificato. Infarinare i filetti di sogliola, scuotere la farina in eccesso. Tagliare 2 limoni a fettine abbastanza sottili (4 mm ?) e adagiarle nella padella coprendo completamente il fondo.
Adagiare i filetti di sogliola sulle fette di limone.
Spremere il terzo limone e utilizzare il succo per bagnare i filetti.
Salare, pepare (se piace) e coprire con un coperchio. Abbassare la fiamma al minimo e far cuocere per 5/10 minuti coperti (10 minuti se i filetti sono grossi).
Scoprire la padella, alzare la fiamma e far terminare la cottura restringendo il sughetto.
Il limone sotto le sogliole prenderà un colore ambrato, quasi caramellato.
Servire con il limone a fette cospargendo di prezzemolo tritato fresco i filetti.
Per contorno si accompagna bene un'insalatina di finocchi, arance e olive taggiasche.
domenica 1 aprile 2012
Un'acciuga per Cristina
Da quando ho iniziato questa avventura del Blog, ho cominciato a confrontarmi con tante altre realtà diverse dalla mia, con modi di cucinare completamente differenti e differenti modi di presentare a volte la stessa pietanza.
Alcuni contest sono stati uno stimolo ad eseguire piatti che MAI avrei pensato di fare. Alcune volte sono riusciti, altre i miei sforzi hanno prodotto dei flop notevoli! Ma non mi sono per questo arresa e provo sempre a confrontarmi con nuove avventure.
Di avventura si tratta questa volta, visto che il pesce lo cucino raramente, non avendo io avuto gran esempio in famiglia. Mia madre, come ho avuto modo di dire altre volte, non amava cucinare ed anche la mia mitica nonna Maria, con il pesce aveva un rapporto di amore e odio.
Si racconta in famiglia che, avendo ricevuto delle aragoste vive per il pranzo di Natale, nonno Peppino chiese a nonna Maria di farle lessare e poi comporle con maionese e decorazioni come spesso faceva con il branzino o altri pesci.
La nonna non ci pensò due volte e, messa sul gas una enorme pentolona di acqua, una volta arrivata a bollore, ci tuffò le aragoste....e chiuse il coperchio...
Nonno Peppino, che assisteva all'operazione, fece appena in tempo a spostarla dalla traiettoria della valanga d'acqua bollente (e aragoste...) che inondò la cucina!
Pare che il risultato fu un cestino con 2 aragoste non propriamente in forma, prendesse la strada del salumiere di fiducia.... per ritornare sotto forma di piatto decorato, ma che la nonna non volle nemmeno assaggiarne un pezzetto.
Ora, veniamo a noi. La cara Cristina del blog Poverimabelliebuoni ha pensato bene di mirare ad un primato: quello di creare un elenco di ben 365 ricette, una per ogni giorno dell'anno, contenenti le acciughe. Quindi sul suo bellissimo Blog stanno arrivando da ogni dove, ricette e preparazioni che vanno dalle più semplici alle più fantasiose.
Ecco... la mia sta nel mezzo... normale direi (almeno credo).
Avevo promesso a Cristina che l'avrei aiutata ma non riuscivo mai a trovare il *momento giusto*.
Sfogliando una rivista di cucina, mentre mi illudevo di fare ordine, ho scovato questa ricetta che, testata, mi ha soddisfatto molto.
TORTIERA DI ACCIUGHE
Dalla
rivista Buona cucina – Settembre 2000
Ingedienti
per 4-6 persone:
800 g.
acciughe
50 g. circa
di mollica di pane bagnata nel latte
80 g. di
grana grattugiato
2 uova
200 g. di
bietole (erbette) sbollentate, strizzate e tritate
Maggiorana
tritata (io essiccata)
Olio EVO
Prezzemolo
tritato
½ spicchio
d’aglio tritato
30 g. di
pinoli
Sale
Pepe
Pulire le
acciughe privandole della testa e della lisca, lasciandole attaccate sul dorso;
lavatele e asciugatele, quindi sistematele aperte in una teglia a bordi bassi
leggermente oliata, con la parte della pelle rivolta verso il fondo, e
leggermente accavallate così da formare quasi una sfoglia che riveste tutta la
tortiera, compresi i bordi.
In una
terrina mescolate la mollica di pane strizzata, il grana, le uova sbattute,
l’aglio, il prezzemolo, la maggiorana, le bietole e l’olio. Amalgamate con
cura, fino a ottenere con composto omogeneo, quindi regolate di sale e pepate
generosamente.
Distribuite
questo composto sulle acciughe ricoprendole interamente, poi cospargete con i
pinoli
tritati.
tritati.
Mettete la
teglia in forno preriscaldato a 180°, e cuocete per 15/20 minuti.
giovedì 8 marzo 2012
Una mattina al mercato e ... le seppie in umido
Martedì scorso sono stata al mercato. In una giornata che
cominciava a far vedere la fine del tunnel del freddo inverno. Ero ancora a casa
con il mio cucciolotto convalescente e non mi pareva vero di confondermi nell’allegra
combriccola di massaie che si aggirano tra le file di banchi ad orari *normali*
e non precipitarmi, come al solito, durante la pausa pranzo. Potevo anche
portare il carrello e non finire con lo *scammellarmi* in metropolitana i soliti
chili di frutta e verdura.
Non so voi, ma io non riesco mai a stabilire il peso di
quanto ho acquistato sino a che me lo sono issato sul groppone… e mi succede
sia al mercato, sia al super sotto casa! Prendo due di questi, tre di quelli ,
un ananas , le patate e poi ... ci vorrebbe Sansone!!
Così arrivo a casa con le
vertebre completamente appiattite, un mal di schiena che uccide e solo un gran
desiderio di spalmarmi sul divano con le gambe in alto e… farmi coccolare!
giovedì 2 febbraio 2012
Salmon and Cheddar pie...alla JO!
Pesce e
formaggio: eterno tabù in molte cucine. Per sfatarlo mi ci volle un contest di
Cristina che aveva come regola l’abbinamento di pesce e di formaggio. Prima tergiversai
perché proprio non mi sembrava fattibile proporre un piatto con questo connubio.
Poi di colpo un ricordo si affacciò alla mia memoria: prima volta in Inghilterra
alla tenera età di 24 anni!
Era dalle medie, da quando cominciai a studiare la
lingua Inglese, che chiedevo ai miei genitori di consentirmi di andare a
sperimentare *in loco* le mie capacità; ma i miei si opposero, sino a quando,
con la mia amica d’infanzia Paola pensammo di fare un corso ad Oxford.
Per la
verità, ora lo confesso, mi sarei iscritta pure ad un corso di origami pur che
fosse in Inglese e, soprattutto, in Inghilterra ed il corso che avevamo
scelto era definito come *avanzato* quindi, viaaaaa!
Primo volo,
prima traversata della Manica con i vuoti d’aria, prima volta in un paese
straniero e DA SOLA!!!
Arrivo a
Londra e trasferimento al College (non avevano sentito ragioni: in famiglia NO,
meglio in un collegio che siete più controllate e noi tranquilli!), almeno la
prima parte del viaggio era andata bene.
![]() |
Foto interno Hertford College (fonte: web) |
Arrivo all’Hertford
College e assegnazione delle camere: e qui cominciarono i guai.
Foto esterno Hertford College (fonte: web) |
A me ed
alle mie due compagne fu assegnata una stanza (chiamarla stanza mi disgusta
ancora adesso!) a piano terra, con le finestre tipiche, quelle che scorrono in
senso verticale… che non chiudeva! Gli scuri, che solitamente servono a togliere
sì luce durante le notti ma anche a creare una sorta di *privacy* alle
occupanti …. non si muovevano! Incastrate (direi saldate da anni al bastone!)
resistevano ai nostri strattoni timidi inizialmente, rabbiosi poi.
Dall’altro
lato della strada un graziosissimo Pub illuminava con la sua insegna, l’interno
di quella che , più che una stanza di college, pareva essere una vetrina di
nota zona rossa di Amsterdam. Per giunta gruppetti di studenti decisamente
alticci, attiravano la nostra attenzione per il vociare e l'eco delle risate che
giungeva da sotto la finestra guasta, unico baluardo alla nostra virtù!
Biancheria da letto non ancora sostituita e l’ora
tarda che ci vedeva impossibilitate a trovare un qualsivoglia responsabile
della gestione, ci diedero il colpo di grazia.
Dormire in quelle condizioni: manco a parlarne!
Le mie
amiche, accoccolate malamente sopra gli impermeabili(sante madri, sempre
previdenti!) gettati alla meno peggio
sul letto, tentavano di riposare mentre la sottoscritta, imbufalita più che mai
si rileggeva il contratto firmato in Italia con l’agenzia e le regole del
college.
La mattina
successiva, mentre le altre facevano il test di ammissione ai corsi, un specie di belva irrompeva nell’ufficio del direttore (di origini turche) per
ringhiargli in faccia, in un perfetto inglese, l’ultimatum: o lei ci assegna
una camera decente, o vado al primo posto di polizia e chiedo il rimpatrio
tramite ambasciata nonché denuncio la struttura che ospitava anche diversi
minori.
Risultato: ci assegnarono una suite di un Tutor (che provvedemmo a sanitizzare) e mi fecero
seguire l’ultimo livello dei corsi!
Quella sera
festeggiammo con un pranzo nel Pub di fronte (non era poi così male, a parte
per il caffè imbevibile!) e con uno splendido pasticcio di Patate e Salmone.
Nelle
ricette di Jamie Oliver ho trovato questa ricetta che ho un po’ modificato
nelle dosi.
Ne è uscito un pie delizioso e gradevole che somiglia tantissimo a
quello che gustammo allora.
Ed il
contest? Dovetti rifare la ricetta sostituendo il salmone perché NON ammesso!
Ecco cosa accade a chi si rifiuta di inforcare gli occhiali!
Ergo: pesce
e formaggio? Perché no! ;-)
SALMON AND CHEDDAR PIE
Ingredienti:
Salmone fresco i tranci gr. 150
Salmone affumicato gr. 150
Patate gr. 400
1 piccola carota
1 gamba di sedano
Cheddar cheese gr. 100 circa (in
alternativa del Gouda… ma Cheddar e meglio!)
4/5 gambi di prezzemolo fresco
1 limone bio
Peperoncino (io giusto un pizzico)
Olio EVO
Sale e pepe nero macinato fresco
Procedimento:
• Preriscaldare il forno a 200 ° C.
• Lessare le patate tagliate a
pezzetti 2 centimetri per 12 minuti, fino a che
Diventeranno morbide
• Nel frattempo, in una teglia da forno, Grattugiare la carota, sedano e
• Nel frattempo, in una teglia da forno, Grattugiare la carota, sedano e
Cheddar sul lato grosso della mandolina
• Utilizzare il lato sottile della grattugia per grattugiare la buccia del
limone
• Aggiungere il peperoncino
• Tritare finemente le foglie di prezzemolo
• Aggiungere il peperoncino
• Tritare finemente le foglie di prezzemolo
• Tagliare il salmone affumicato e
quello crudo in piccole porzioni.
• Spremere il succo di limone, unire le zeste (senza semi), irrorare con olio
• Spremere il succo di limone, unire le zeste (senza semi), irrorare con olio
EVO e aggiungere un buon pizzico di sale e pepe
• Mescolare bene
• A questo punto le patate devono essere cotte, quindi scolarle in uno
• A questo punto le patate devono essere cotte, quindi scolarle in uno
scolapasta e condirle con olio e pepe
• Passarle nello schiacciapatate
rendendole lisce, poi disporle in modo
uniforme sul pesce e sulla verdura grattugiate
• Mettere in forno preriscaldato per circa 40 minuti, o fino a quando apparirà
cotta, croccante e dorata la parte
superiore
• Servire ben caldo
P.S Quando Andrea me lo chiederà, approverò sicuramente un suo soggiorno in Inghilterra.... IN FAMIGLIA!
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