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giovedì 13 luglio 2017

INSALATA DI RISO VENERE, SALMONE E AVOCADO PER UN'ESTATE TRA I VICOLI.




Continua la scoperta di quel borgo incantevole che è Noli.


Continua sotto il sole ed il caldo afoso di un'estate che è esplosa all'improvviso. 
Continua mentre una spiaggia di ciotoli ed un acqua limpidissima e fresca attutiscono la calura estiva.
Poi ci sono i vicoli. 
Stretti; tanto da non permettere ai raggi di entrare pur nelle ore più calde.
Freschi ed asciutti con il profumo del mare che si insinua e gli odori delle pietanze cucinate negli alloggi che vi si affacciano.


Magici; mentre percorrendoli scopri visuali incantevoli che alla luce intensa del mezzogiorno assumono quasi gli aspetti di un miraggio.


E' una scoperta piacevole per chi, come me, si avvia verso casa nell'ora più calda, mentre dai locali affacciati alle piazzette raccolte, si leva il suono delle posate sulle stoviglie mentre turisti variopinti si concedono un pranzo con le specialità della Liguria.
Il forno all'angolo, quello con la coda perenne di avventori che attendono di gustare focacce sottili, ancora calde che contribuiscono a profumare l'aria di buono.
La bottega con la pasta fresca ed i barattolini di pesto e salsa di noci ben in vista nella vetrina del banco.
Nella piazza ombreggiata da alberi alti, i banchi dei produttori locali stanno smontando e ceste che al mattino erano colme di fiori di zucca sgargianti, pomodori succosi e limoni profumatissimi giacciono impilate in attesa di caricarle sui furgoni che torneranno nell'entroterra, a preparare nuovi raccolti e nuove primizie per il mattino successivo.
Torno, passando dalla porta che delimita il borgo antico e mi avvio verso casa per un pranzo leggero.
Leggero come un'insalata di riso ma con un riso "diverso" nemmeno tanto facile da "condire" ed abbinare.
C'è anche una premessa a questa ricetta. Da tempo sto cercando di aggiungere alla mia alimentazione elementi ed ingredienti che contrastino naturalmente il colesterolo che ho a livelli abbastanza preoccupanti.
Tra questi ingredienti primeggia l'avocado che io non amo particolarmente. In passato avevo provato ad inserirlo nella dieta ma non riuscivo a farmelo piacere. L'unico modo di consumarlo era come salsa Guacamole (avocado, cipolla, pomodori, peperoncino, coriandolo e lime) ma, non potendo consumare Guacamole a cucchiaiate (credetemi: ne sarei capacissima) mi conveniva trovare un modo "alternativo" per farmi piacere questa polpa verde e vagamente "burrosa".
Ecco che ho provato a pensare la salsa come un'insalata di riso e... ecco il risultato.
Una sola raccomandazione: utilizzate riso Venere Integrale e non parboiled che prende un odore decisamente nauseabondo mentre cuoce. La cottura sarà più lunga ma il riso non perderà proprietà o prenderà sapori strani.


INSALATA DI RISO VENERE, SALMONE ED AVOCADO.




Lessate il riso Venere in abbondante acqua salata (io ci aggiungo anche due o tre foglie di alloro per dare un po' di profumo) per circa 40 minuti. I chicchi dovranno essere sodi ma non duri. Scolatelo e raffreddatelo sotto acqua fredda corrente. 
Lasciatelo scolare completamente poi mettetelo in una ciotola capiente.

Tagliare l'avocado a metà, togliere il nocciolo e separare la buccia dalla polpa aiutandovi con un cucchiaio da minestra. La polpa dovrà essere matura ma ancora soda. Tagliate la polpa a tocchetti di circa 1 cm. ed unitela al riso.

Tagliate a tocchetti della stessa misura il pomodoro cuore di bue ed il cipollotto ed aggiungeteli nella ciotola.



Togliere i filamenti al gambo di sedano verde, tagliatelo a tocchetti di circa 1 cm ed aggiungetelo agli altri ingredienti.
Tagliate il salmone affumicato a striscioline ed aggiungetelo nella ciotola.


Preparate il condimento emulsionando in una tazzina i 2 cucchiai di olio EVO, il cucchiaio di trito di erbe aromatiche, sale e pepe.
Spremere il succo di un lime e mescolare con delicatezza per non spappolare l'avocado.



Servire come antipasto o, come nel mio caso, come piatto unico e leggero. 







domenica 11 dicembre 2016

Il vitello tonnato di Natale ed il tatto di mio padre.



Il Natale dei ricordi ha il profumo di casa di Nonna Maria.
Ha la luce che penetra dalla finestra e si riflette sui cristalli della tavola apparecchiata con i piatti del servizio "buono", quello con le rose dipinte.
Con le forchette d'argento che sono state tirate a lucido da Nonna, i giorni precedenti al Natale.
La tavola aspetta l'antipasto, rigorosamente di salumi, con i sottaceti che traboccano dall'antipastiera di cristallo che pesa come chi l'ha disegnata.
Poi i cappelletti, o le lasagne, o i ravioli e poi, tra i secondi che cambiavano ogni anno, arrivava Lui, sempre uguale, sempre profumato e goloso non poteva mancare sulla tavola di Natale: il Vitello tonnato.
Quando Nonna Maria non ce la fece più a cucinare, il pranzo venne spostato in casa nostra con grande agitazione di mamma che non ha mai amato cucinare e che sapeva di dover competere con la bravura di nonna.
Poi mi sposai io e, dal primo anno di matrimonio, "il pranzo" si fece da noi sposini.
Nonna non c'era più ma le sue mani abili, la sua passione, mi è stata sempre di grande ispirazione per tutti i pranzi e le cene di famiglia.
Ovviamente LUI, il Vitello tonnato, non poteva mancare e quindi già il primo Natale di quel 1991 fece la sua bella figura nel vassoio guarnito sulla mia tavola.
Tutti contenti, tranne mia mamma. Il tutto perché papà, con il tatto di un elefante, fece notare a tutti che il vitello tonnato che avevo fatto io era identico al capolavoro fatto da Nonna Maria ogni Santo e Benedetto Natale.
Da quel momento non mancò mai sulla mia tavola delle Feste e mamma... beh non si diede più pena di farlo a papà sostenendo che - poteva mangiarlo da sua figlia che era più brava di lei!-

lunedì 23 maggio 2016

Psychedelic garden ovvero il cheescake salato senza cottura agli asparagi-robiola e barbabietola-caprino per #MTC57.



Sinceramente pensavo di fermarmi ad un solo cheesecake. 
Dolce. 
Apprezzato dal goloso di casa ma aperto troppo presto e un po' rovinato nell'estetica (anche se sul gusto non hanno avuto nulla da ridire).
Dalla mia cucina ne sono usciti diversi (li ho pure pubblicati) ma sono sempre piuttosto "basici", troppo per essere paragonati a quanto ho visto uscire dalle cucine di altri concorrenti.
Fabio e Annalù, vincitori della scorsa sfida di MTChallenge, hanno lanciato dal loro bellissimo blog Assaggi di Viaggio, un guanto un po' difficile per la sottoscritta.
Sarà che credevo fosse un dolce esclusiva degli Stati Uniti, sarà che mi sono lasciata demoralizzare dalle meraviglie viste, ma pensavo di arrendermi dopo il primo esperimento.
Non facevo i conti con Arc. 
Mentre cucinavo, lui disegnava un manga sul suo bloc notes, una bimba con dei capelli rosa fucsia e occhi verdissimi. 
Stavo lessando dei bellissimi asparagi che Arc voleva mangiare con le uova "in cereghin" (trad.: all'occhio di bue).
"Mamma quando fai il cheesecake salato?"
"Non lo faccio, ho visto delle idee bellissime ed io non ho nessuna idea di come farlo!".
"Mettici del colore!"
La fa facile lui! Mettici del colore (dice) e poi che faccio. Naa. Rinuncio.
Poi un angolino del mio cervello ha un fremito (forse è li che si era rifugiato Highlander, l'ultimo neurone): dove avrò messo le polverine...
Calma! Non cominciate a pensare male. 
Un paio di mesi or sono sono capitata in un negozio specializzato in spezie e ingredienti un po' poco comuni. Secondo voi sono uscita a mani vuote? Nemmeno per sogno! Una busta di berberè, una di pomodoro essiccato, uno di spinaci essiccati e... uno di barbabietola.
Ovviamente sono entrati a far parte dei tantissimi acquisti del "sia mai che mi serva". 
Mentre la preparazione della cena proseguiva con un'insalata di verdure cotte... ecco lì una bellissima barbabietola rossa che mi strizza l'occhio.
Highlander a questo punto è scatenato e mi tocca stilare una lista della spesa per mettermi al lavoro l'indomani.
E l'indomani il cheesecake è montato e riposa in frigorifero.

mercoledì 19 novembre 2014

Margutte, i Paladini, il fegatello e #MTChallenge






Oramai lo sanno tutti: ogni mese partecipo ad una sfida. Un gioco che propone ogni volta una ricetta diversa, con regole precise da seguire, con la possibilità di apportare alcune variazioni alla ricetta base, senza stravolgerla.
Sono diverse edizioni che partecipo ma questa volta ero decisa ad abbandonare. Diverse le motivazioni: prima fra tutte una nuova sfida personale che sta letteralmente consumando le mie energie. Poi Francesca (la vincitrice meritatissima della scorsa edizione) ha tirato fuori dal cappello un'idea grandiosa. Cucina e Letteratura. Cultura e cibo a braccetto. 
Lì, ci sono ricaduta e nel cassetto della memoria si è risvegliato un ricordo. Luigi Pulci, uno scrittore del quattrocento ed un gigante: Morgante. 
Ho cercato un collegamento con la realtà e l'ho trovato.
Un mondo che cambia, un mondo sempre in lotta.
Si lotta per ogni cosa: per il lavoro; per il prestigio; per i propri diritti; per la religione; per la razza.
Lotte. Alcune cruente, altre vili, altre contro i mulini a vento.
Ogni lotta ha il suo paladino e ogni paladino ha la sua guerra da combattere.
Paladini: come Orlando, come le figure cavalleresche che popolano la nostra Letteratura nel nostro quattrocento. Come Morgante e come un altro personaggio di questi canti di L.Pulci: Margutte. 



Furbo, astuto e molto attratto dai piaceri terreni.

domenica 21 settembre 2014

Sono testarda e ci riprovo: MTChallenge 41 Fiori di zucchina con riso rosso integrale, zucca e taleggio su pesto di carote e curcuma.



La mia prima proposta per MTChallenge è fallita miseramente.
Ho proposto una ricetta di famiglia ma non ho lavato il riso: ERRORE!
Intendiamoci: non è stato un errore per la ricetta visto che l’amido DEVE fare da collante altrimenti, rimettendo in forno il riso cotto nel latte per formare la torta, si sarebbe disfatta subito al momento di sformarla. Ma le regole sono regole…sigh!
Quindi: fuori gara.
Ed ora? Ora mi sono studiata la parte delle regole di cottura e, neurone (Highlander) permettendo ho pensato di riproporre un’altra ricetta per questa gara che, malgrado ogni volta mi faccia tentare di desistere dal partecipare (visto il livello di tutti gli altri partecipanti) mi coinvolge, e mi fa ostinatamente mettere alla prova.
Per dirla come direbbe la mia milanesissima Nonna Maria: sono una *Crapona* (trad: testona)!
La mia ostinazione mi viene dal carattere, dal fatto che tutti gli ostacoli che mi trovo di fronte mi servano di lezione e mi aiutino a non fossilizzare la mia Vita su standard *piatti* dove la scelta di vivere o lasciarsi vivere fa la differenza.
Ussignur…sono diventata filosofa? Naaaaa, alla mia età è normale rimbambire!
Scherzi a parte: il riso e le sue cotture.
Partiamo dal riso.
Io di riso (da buona lombarda) ne mangio tanto anche se quasi sempre lo preparo come risotto.
Poi c’è il fatto che, mentre sono in viaggio per la mia piccola oasi della *Casetta gialla*, passo dalle risaie del Vercellese e lì, credetemi, ho fatto interessanti incontri.



Dalla trebbiatrice che mi si para dinnanzi all’improvviso mentre viaggio spedita verso i miei monti fatati, alla miriade di uccelli che si aggirano nelle risaie quando queste sono appena state inondate o al tappeto di rane che attraversano l’asfalto nella penombra della sera quando rientro nella caotica Milano.
Ed i colori? Quelli del riso sono splendidi. Vi ricordate *quel* tipo di verde acceso delle matite Caran d’Ache  che par quasi fluorescente? Quello che tutti ci chiedevamo dove potesse comparire in Natura? Ecco: nelle risaie! Poco prima della maturazione queste distese sono di QUEL colore!

lunedì 7 luglio 2014

SUPERMERCATO IN UN LUGLIO AFOSO E MAZZANCOLLE AL LIME SU CARPACCIO DI FINOCCHI ED ARANCIA CON CAVIALE DI OLIVE TAGGIASCHE





Caldo afoso. 
Arc è appena partito per una settimana al mare con il suo migliore amico.
Sveglio dalle cinque di stamattina per l'agitazione, tanto ha fatto che abbiam dovuto alzarci alle sette! E' persino andato al supermercato alle otto perchè si era dimenticato il bagnoschiuma.
Felice lui di sentirsi grande...felice io di sapere che va a divertirsi con il suo amico.
Felice: ma ... ora? 
Intanto cominciamo con la spesa visto che il frigorifero è tanto vuoto da sentirsi l'eco.
Mi aggiro tra i banchi del supermercato, senza fretta, finalmente. Senza la corsa che mi tocca sempre fare quando mi accompagna il Martirio...
Si, perchè quando vado a fare la spesa con lui, faccio la corsa ad ostacoli!
Lui è addetto alla guida...del carrello...e procede lento ed inesorabile verso il reparto vini... Io? Beh, io dietro mentre entro ed esco dalle corsie con le braccia cariche (ricordate? Il carrello lo guida Lui!) di quanto riesco a raccattare mentre lui continua a sbuffare e ad avanzare.

giovedì 3 luglio 2014

Un HappyHour campagnolo.. e la pastella alla birra.



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Una pausa finalmente,tra il verde del mio buen retiro in un mare di verde che allarga il cuore.
Pausa: quanti significati...


La chiesa nascosta dietro la curva, con i suoi affreschi e la campana piccina che attende i rintocchi della domenica.

giovedì 27 marzo 2014

IL MIO ARTISTA, I NUDI, ED UN NUOVO SUFFLE' PER L'MTC.








Ho sposato un artista. Ussignur: un artista del tempo libero.
Appena sposati il Martirio, si era iscritto ad un corso di pittura domenicale, di quelli organizzati dal Comune di Milano.
Si era così appassionato che ha cominciato a produrre tele su tele.
Inizialmente erano dipinti ad olio, visto che li produceva *a scuola* e a casa aveva meno tempo.
Poi, con il passare degli anni, ha preso a dipingere anche acquarelli.
Questa passione l'ha continuata, anche quando *il Maestro*, noto pittore Milanese allievo di Funi, si è ritirato. Assieme ad un amico, quasi ogni settimana, si attraversa mezza Milano per andare a dipingere nell'atelier del Maestro.
Si fa presto ad immaginare la quantità di *opere* accumulate nell'arco di quasi ventitré anni! In pratica, in casa nostra, non c'è un centimetro quadrato di parete libero. Sembra di entrare alla Tate Gallery!




A casa dei suoceri lo stesso: quadri dappertutto, persino dietro le porte.
Di venderli (come fanno alcuni suoi conoscenti con la stessa passione) nemmeno per sogno, ed anche quando ne ha regalato qualcuno a parenti stretti....è stato doloroso... per lui (non per i parenti!).
Era partito con paesaggi, nature morte, fiori, ritratti. 
Poi ha cominciato a prediligere *figura*.
Da qui un'esplosione di nudi femminili, più o meno casti con le tecniche più diverse: matita, gessetti, acquerelli.
Fin qui tutto normale, posto che non sono certo io la bacchettona che frenerebbe il suo estro creativo.
Anche se, lo confesso, quando il vecchio prevosto (quello che per inciso mi conosceva da quando bambina, facevo il chierichetto nelle messe a scuola) veniva a benedire la casa, ero un po' imbarazzata quando, sul cavalletto in sala, troneggiava l'ultima tela abbozzata dal Martirio....un nudo femminile (e capitava TUTTE le volte che veniva a benedire la casa, credetemi!).
Ora, ultimamente però ho dovuto limitare un po' l'estro creativo del consorte che, qualche mese fa, volle cambiare quasi tutti i quadri in casa con le ultime produzioni....nudi...appunto.

martedì 25 marzo 2014

DUE DITA DI PORTO ED IL SOUFFLE' PER L'MTC DI MARZO....FORSE



Marzo: per me l'inizio non è stato male. Una vacanza che attendevo da mesi con la mia famiglia. Noi tre, in giro per l'Umbria per frantoi, cantine, vetrerie.
Poi il rientro e di nuovo la pressione ci schiaccia.
Guardo l'agenda e mi accorgo che abbiamo accumulato una marea di impegni, noi ed Arc.
Anche la programmazione dei post di questo blog slitta per altre iniziative che mi stanno a cuore.
E dire che ero tornata carica di idee e di prodotti da provare e far conoscere...
Mi sa che mi devo prendere una nottata per stendere una lista delle ricette da pubblicare ASSOLUTAMENTE in questo mese (pena la scomparsa degli ingredienti dal mercato).
Naaa! Questa sera no. Stasera mi metto calma al PC e mi godo tutto quello che mi sono persa nella blogsfera in una settimana e poi, metto in ordine le foto.
Quindi, godendomi due dita di Porto, mi metto comoda in sala, il PC sulle gambe, la gatta sui piedi, il Martirio schiantato sul divano mentre dorme sulle prime scene del film rigorosamente scelto da LUI.
Che poi! Provate a togliere il telecomando da sotto la natica che lo schiaccia,mentre lui ronfa beato. Nemmeno fossero le sette trombe che fecero crollar le mura di Gerico, il Bello Addormentato si risveglia mugugnando che poi, se cambio il canale, non capirà più nulla del film.
Si: ho capito. Meglio navigare per ricette, che mi passa il nervoso.

mercoledì 12 febbraio 2014

Ricordi d'infanzia e un nuovo strudel salato per MTChallenge... e due!



La *barba d'i frà* è un altro ricordo d'infanzia. 
Me la faceva mia mamma in padella, saltata semplicemente con il burro.
Mi fa pensare alla primavera, alle distese di erba nuova, alla voglia di caldo e di sole.
Sabato scorso sul mercato i banchi degli ortolani ne erano piene, di cassette con tutti i mazzettini belli ordinati, legati con lo spago e con le radici avvolte nella carta.
Ho la fortuna di avere un bimbo che ama le verdure ed è curioso di assaggiare sempre cose nuove.
Quindi, quando l'ortolano di turno me li ha proposti, non sono riuscita a dire di no. 

lunedì 30 settembre 2013

Un tesoro nel bosco e ....le cotolette di funghi.


Sbuffa Arc, e scivola sul mentre si inerpica nel sentierino del bosco.
Mamma è ben cocciuta! Si è fissata di fare una passeggiata nel bosco e nulla la sposta. Ad Arc il bosco non piace poi tanto perchè ha sentito parlare dei cinghiali ed a lui non piacciono affatto i cinghiali.
Teme di essere rincorso ed addirittura ucciso da questi bestioni.
Bestioni poi non saprebbe, visto che non ne ha mai visto uno da vicino vicino.
L'unico che si ricorda è quello che ha attraversato di notte la strada che corre verso l'autostrada e di come Papà e Mamma si spaventarono.
Questa volta però non può opporsi perchè a spasso con loro è venuta un'amica di Mamma, con la sua bimba di quattro anni ed Arc non vuole far spaventare la bimba...
Se solo Mamma fosse più ragionevole! La strada asfaltata è lì più sotto e sarebbe tanto comodo camminare sull'asfalto invece che in mezzo a tutte quelle foglie e quei rametti.
Ma Mamma NON è affatto ragionevole. Chissà poi che cosa penserà di trovare, nel bosco!
Non è più tempo di fragole e non ancora quello delle castagne. 
Solo qualche riccio verde cade ogni tanto dagli alberi. 
I funghi? Ma se Mamma non li vede nemmeno se la dovessero chiamare!

mercoledì 27 febbraio 2013

Cannoli si ma con il fegato.. per Cristina e Sabrina



Un’altra ricetta di *quinto quarto* per un contest un po’ diverso dai soliti.
Non è facile *far piacere* le interiora a tutti e ancor di più è difficile proporle in modo nuovo. Difficile per me, sicuramente, perché ho visto cose tali da farmi cader la mandibola. 
Io tendo istintivamente a replicar ricette tradizionali,  magari con delle piccole e personalissime modifiche e, per questo contest, ci si trova a proporre delle *parti* che già di per se sono considerate *rivoluzioni*.
Non tutti sarebbero disponibili a mangiar fegati, rognoni, cuori, trippe, code, lingue e …. testicoli.
Si. Non sto scherzando, pure *quelli*!  Li ho trovati sul banco del supermercato vicino casa e, vi dirò, ero stata tentata, in un impeto di sadismo, di farli fritti (come da tradizione toscana tanto decantata dal buon Pellegrino Artusi) e dire *dopo* al Martirio di che si trattasse.
Ha vinto il buon senso e, soprattutto, la consapevolezza che gli avvocati divorzisti costano … ed i funerali pure! Ma cinque minuti di sorriso scemo stampato in faccia li ho avuti, lo confesso, mentre il macellaio mi guardava torvo… immaginando sicuramente quanto mi passava per la testa.
Ricompostami e trovando di nuovo il mio aspetto (semi)serio, mi sono orientata per due altre parti di tradizione *nordica*: il polmone ed il fegato.
Mi ricordavo infatti mio nonno Peppino che decantava la tanto comune (a Milano e dintorni) *minestra cunt la corada* (trad. minestra con il polmone) e, avendo giusto per le mani il ricettario in milanese, volli provare la ricetta tradizionale riservandomi di riproporla magari in forma un po’ diversa per il contest.

giovedì 7 febbraio 2013

LA BRUSCHETTA *DEL CUORE* E IL QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION


A volte la cucina son ricordi, non proprio ben definiti, ma un senso di gusto che si associa ad immagini lontane.
Poi i tempi cambiano, le abitudini culinarie pure, e ci si dimentica di ciò che da bambini compariva spesso sulle tavole. Vecchie ricette eredità di un dopoguerra di fame e di risparmi. Un boom economico anni '60 che ha ancora un gancio nelle maglie della lenta ripresa.
Quindi la carne che non si mangia ogni giorno e pure i tagli meno *ricchi*.
Qualche volta le frattaglie, più convenienti e parimenti gustose se trattate adeguatamente.
Ecco quindi, complice un Contest che ha per soggetto il *quinto quarto*, e comincio a vedere che, oggi meno di allora, sul banco macelleria del supermercato di quartiere, fanno mostra di se alcuni vassoi con le frattaglie.
A parte il fegato di vitello che non ha *stagione*, vedo rognoni, vedo polmoni, vedo la trippa che ho già avuto modo di pubblicare.
Poi, in una angolino, a fettine sottili, il cuore.

mercoledì 28 novembre 2012

PER LA RUBRICA *L'ERBA DEL VICINO*: I CROCHE’ E ARANCINE SU LA LINGHERA***….

*** linghera = Case di ringhiera (tipiche della Milano vecchia).


E' una bella giornata oggi a Milano, il sole entra dalle finestre ed illumina la cucina. Non pare nemmeno fine Novembre.
Maria canticchia mentre prepara la tavola. Il pranzo per il suo Peppino è già pronto in un piatto ed è tenuto in caldo sulla stufa economica.
Ma all'odor di fritto non si resiste. Riempie la casa ed alla fine nausea un po'.
Maria apre la finestra, per far *girar l'aria* e .... il profumo di fritto viene anche da fuori!
Dalla finestra che si affaccia alla *linghera* si sporge Maria e ... toh la Sciura Concetta che abita la porta accanto.
*Donna Maria i miei rispetti!*
*Riverisco Sciura Concetta! Che profumino viene dalla sua finestra!*
*Le arancine Palemmitane feci... ne volesse favorire? Ma dalla sua finestra viene lo stesso sciauro... che pure lei le fece?*
* No ho fatto i crochè de ris che piacciono tanto al mio Peppino, ne vuol due da 'saggiare?*
Ecco che avviene lo scambio e la cucina lombarda di Maria e quella siciliana di Concetta tra piatti del servizio, quello buono.
Ma ecco Peppino che sale le scale, fischietta allegro perchè il profumo di fritto di solito o è cotoletta, oppure i crochè de ris... Alza gli occhi e si ferma: la sua Maria che scambia un piatto con la vicina?! E ridono le due sposine... ridono anche se faticano a capirsi. In quell'Italiano un po' stentato perchè tradotto dai due dialetti.

Sorride Peppino e finisce la sigaretta mentre guarda le due donne che si salutano.

L'indomani Donna Concetta bussa all'uscio di Maria. Ha in mano il piatto di Maria, quello del servizio buono, con le rose, e un sorriso radioso in viso.

*Donna Maria, al mio Salvo i suoi crocchè sono piaciuti assai. Me la scrivesse la ricetta su un pizzino!*

Maria fa fatica a capire ma intuisce che i Crochè sono piaciuti e quindi, prende un libricino dal tirett (cassetto) del *bufè* e lo porge a Concetta aprendolo ad un segno.



Concetta la guarda perplessa ed esclama:

*Scusasse, Donna Maria, ma che ci trase il Francise con i Crocchè?!*
*Macchè Frances... l'è Milanes di un tal Giuseppe Fontana, adesso ce lo traduco. Si sieda qui, sulla cadrèga (sedia), che ce lo detto io in Itagliano!*

Maria toglie un foglio a righe da un quaderno nuovo e lo porge con una matita a Concetta che comincia a scrivere sotto dettatura.
*Con acqua e latte o brodo, ma buono neh, alla buona,
si fa cuocer tanto come mezzo chilo di ris,
in risotto per un bel quarto d'ora
tirato e bello asciutto asciutto. Poi lo si lavora
e lo si condisce con il burro, un paio di cucchiai,
ed un mezz'etto di grana ben grattato,
una tritata di funghi, se ci sono,
o anche di prosciutto o avanzi di carne bianca,
va bene tutto neh, ma di cappone è meglio.
ma tutto insieme a tocchettini.
Poi via dal fuoco, dentro un rosso d'uovo e con la marisa
(isomma, con la spatola)
vuotarlo in un piatto unto o nella tortiera
alto un dito, bello liscio e spianato.



Quando sarà freddo, con lo stampo più adatto,
tagliarlo giù a mezzaluna o a tondello,
o farlo giù con un coltello a bastoncino.
Passarlo nel rosso d'uovo e nel pan grattato,
e pressarlo ben in giro, ben impanato,
farlo andare secco nell'olio bel bollente.
Metterlo caldo su un tovagliolo con la frangetta
e (se piace) servirlo con la salsa di tomates pomodori ma lunghètta.*

Ecco fatto la ricetta era ben scritta chiara che si faceva da sola.



*E lei, Sciura Concetta, la mi darebbe quella delle sue arancine?*

Concetta piega il foglio e si affretta a rispondere *Certamente, Donna Maria, ci scrivo su un pizzino quella della mia amica, Roberta *Pupaccena* di Palemmo!*.

Per la rubrica l’Erba del Vicino di MTC,  da Milano l'è asè... (da Milano è tutto)
Maria Nora 


Con questa ricetta partecipo al Contest Fritto all'Italiana del blog Mariella Cooking di Mariella!!!




lunedì 26 novembre 2012

LE ARANCINE E LA FEDE... SPORTIVA!


Vi ricordate che vi dissi che non friggo mai? 
Nonostante ciò ho già presentato ben due versioni delle  bellissime arancine di Roberta del blog Puppacena.
Ecco, mancava l'ultima versione, quella della fede....
Quale fede? La fede calcistica. ROSSO-NERA.
Si, perchè la mia famiglia è tutta rossonera, nelle nostre vene anche il sangue è bicolore.
Rossonera al punto di acquistar la prima maglietta di Arc quando ancora era in culla e gli faceva da camicia da notte.



Quella maglia l'abbiamo ancora, nella sua stanza, da incorniciare.
Rossonera anche se negli ultimi tempi la squadra non è che brilli... anzi è molto offuscata.... (anche se la Juve l'abbiam battuta...)

Rossonera io da quando Rivera era il Capitano e ci morivo dietro, tanto da costringere mio padre, che aveva lo stesso parrucchiere di Rivera Padre, a chieder una foto con dedica per me. Foto che ho ancora in qualche cassetto, tra le lettere del primo filarino ed il diario chiuso con il lucchetto.

Rossonero anche il Martirio che, pur di farsi fare l'autografo dal Gianni di cui sopra.... gli porse una pagina bianca del quaderno di Mate... peccato che dietro c'era un bel 3 di quelli che ai nostri tempi i professori distribuivano come caramelle. Fa nulla. Rivera è sempre Rivera.... ed il quaderno si è tenuto ad imperituro ricordo (non del 3.... per fortuna!)

Per arruffianarmi il Martirio... e far rabbrividire un altro marito... di una giudice per giunta (a me piace il gioco duro) ho prodotto le arancine/gli arancini (così accontentiamo tutta la Sicilia) in rosso nero. Quindi riso venere, ripieno con un bella peperonata di peperoni rossi ed olive taggiasche.
Per *legare* il riso venere? semplice, ho lessato del riso normale (così non si può dire che non sono a dieta) e l'acqua di cottura (ricca di amido) l'ho usata per cuocere il brodo per il riso venere.

Anche così il riso tendeva a separarsi ma debbo riconoscere che, a parte la prima che ho aperto e che è un po' svenuta, le altre due hanno retto bene.

Ingredienti:

per il riso:
250 gr. di riso venere
1 l. di brodo di verdure (carote/sedano/cipolla/aromi) cotto nell'acqua di bollitura di 100 gr. di riso *normale*
30 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.


Per la peperonata (ne avanzerà .... ma si fa mangiare anche da sola!)
2 peperoni rossi belli sodi
3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate
1 cucchiaio di capperi dissalati (quelli piccolini)
1 cipolla piccola tagliata finemente
2 cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro (oppure 4 di salsa buona, meglio se fatta in casa)
Olio EVO
sale, pepe.

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)400-500 ml d'acqua
la metà di farina
1 cucchaino di sale


Per la panatura (ne resterà molto anche qui) 350-400 g di pangrattato

Per la frittura  1l di olio di semi di arachidi (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)

Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi e l'acqua di bollitura del riso *bianco* ricca di amido.
Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.


Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.



Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Preparare la peperonata lavando bene i peperoni, tagliarli a pezzetti picccoli.
Mettere 2 cucchiai di olio EVO in una casseruola, aggiungere le cipolle, le olive, i capperi dissalati ed infine il concentrato (o la salsa) di pomodoro.
Coprire e far cuocere a fiamma bassa sino a che i peperoni cominceranno ad essere morbidi (non sagerate, altrimenti si scioglieranno).
Aggiustare di sale e pepe e ... togliere dal fuoco.

FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.

Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.

Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle.

Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.
Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.

E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.


Con questa ricetta parecipo all'MTC di Novembre.... e tre!




..... e FORZA MILAN!!!


domenica 25 novembre 2012

MI FRIGGO L'MTC!!!


Io non friggo.
Non spesso, per lo meno.
E non friggo il riso.
O meglio non ho mai fritto il riso.
Ho fritto le cotolètte (quelle con la E apèrta... da milanese) ma le ho fitte con burro meglio se chiarificato.
Friggo i fiori di zucca o i carciofi.. ma la stagione è bella e si possono tener aperte le finestre.
Ora ditemi che non è eroismo friggere gli arancini ... No, rifo: le arancine... insomma: quelle robe lì.
Ma le mangio, eccome se le mangio! Le mangio quando una mia amica le fa per una cena ad arancini/e... ma non diteglielo... vuole restare nell'ombra.
Le mangio e maledico chi ha inventato il colesterolo, gli esami clinici, le cose buone che fanno male.
Ma me ne frego.
E le mangio lo stesso.
Poi arriva l'MTC e mi coglie impreparata. Friggere d'inverno, dopo degli esami un po' fuori (quasi come me!) ed il Martirio che si e mi ha imposto la dieta.
Poi c'è stato il viaggio in Inghilterra dove speravo di trarre ispirazione ... ma di fritti ce n'erano abbastanza e ... ispirazione dagli Inglesi vorrebbe dire essere più che a corto di idee.
Insomma, a furia di tirare in lungo mi sono ridotta all'ultimo momento, con delle idee banali.
Arancine con spezzatino di piselli

La prima: lo spezzatino con i piselli di domenica...questo per la precisione... sminuzzato sino a farne una specie di ragout fatto cuocere lentamente, mentre si cerca di far ordine nelle idee..magari una panatura con un pizzico di paprika (che la curcuma ha un sapore strano ed il Martirio è già tanto mangi la paprika)...
Arancine con spezzatino con piselli


Poi avevo un'altra idea. Era fichissima, di moda perchè la cucina etnica è di moda... ma si doveva usare solo lo zafferano ed il curry non è ammesso per colorare il riso. Me lo ha detto una giudice, tarpando le ali alla mia fantasia.

Arancine ovali con curry di pesce.

Il riso?  Posso farlo come l'altro e metter un ripieno di pesce con il curry, magari una salsetta leggera ma saporita, con un aroma che da *dentro* la massa del riso entra *dentro* il nostro palato portando una scossa, o quasi.

Arancine ovali con curry di pesce
E l'ultima idea: per l'ultima idea dovrete aspettare domani XD!!

Anche perchè Alessandra, Daniela e Giorgia oramai mi conoscono.....e sanno che a me le cose impossibili piacciono da morire!!!
Con 500 gr. di riso ho prodotto ben 4 mega arancine con il pesce ed il curry e ben 5 biglie arancine di riso con lo spezzatino.

Per il riso 500 kg di riso originario
1,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.


Per il ripieno
300g di filetto di Persico (ne avanzerò tanto ma con un po' di riso pilaf è la morte sua!)
1 carota grossa grattugiata (nella lama grossa della mandolina)
1 cipolla piccola tritata fine
40/50 g. di porro a rondelle fini
1 dl di brod di verdura (o di pesce)
Olio EVO
Sale, Pepe
2 Cucchiai di curry (il mio non è troppo piccante... cosiglio aggiungetene uno poi assaggiate, se avesse poco sapore aggiungete pure il secondo)

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di pangrattato (per la panatura delle arancine allo spezzatino 1 cucchiaino scarso di paprika dolce)

Per la frittura
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)


Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Preparare il ragout di pesce al curry.
Versare in padella 2 cucchiai abbondanti di olio EVO, le carote grattugiate, la cipolla tritata e le rondelle di porro.
Stufare a fiamma bassa sino a che appassiranno.
Aggiungere il pesce, il curry, e qualche cucchiaio di brodo caldo.
Lasciar cuocere coperto fino a che il pesce comincerà a sfaldarsi.
Scoprire e far restringere il sughino, aggiustando di sale e di pepe.
Togliere dal fuoco e far raffreddare.

FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.

Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.

Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle.


Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte.
Se prevedete di fare anche quelle ovali, procedete con queste prima di passare al ripieno delle precedenti. In questo caso, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.

A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.
Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.

E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.

Con queste due versioni della bellissima ricetta di Roberta, la vincitrice dello scorso MTC, del Blog Puppacena.... partecipo all'MTC di Novembre... e che il
colesterolo sia con me!