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sabato 5 febbraio 2022

POLLO AL CURRY MY WAY





Come sapete la mia cucina è fatta di ricette della tradizione ma, a volte, mi piace sbizzarrirmi in qualcosa di etnico e, rischiando la bocciatura del Martirio che ha gusti alimentari molto "monotoni" e non ama sperimentare, mi lancio in ricette un po' diverse.
La versione del pollo al curry che trovate qui in calce, è la mia personale, ed è stata decisamente un azzardo. 
L'ho proposta ai due XY qualche tempo fa omettendo di avere utilizzato come ingrediente il latte di cocco che, soprattutto il Martirio, avrebbe cassato e lo avrebbe portato a rifiutarsi di assaggiare quanto avevo amorevolmente preparato. E' stata la carta vincente visto che, già dai primi bocconi, ha sentenziato "Buono!" e, coadiuvato da Arc (che invece è aperto a questo genere di proposte), ha letteralmente pulito il piatto, tanto che ho potuto dire di essere riuscita a sottrarre solo un paio di bocconi di pollo ed una cucchiaiata di riso.

lunedì 27 marzo 2017

Cefalo al forno con agrumi ed aromi che si credeva un branzino ovvero: mia figuraccia epocale con i pescatori di Noli.


Io: "Buongiorno! Vorrei quel piccolo Branzino."
Pescatore "Signora: quello è un cefalo..." (e lo dice omettendo il classico "belin" che inframezza ogni discorso qui in Liguria - si sa, con i clienti ci vuol finessa...).
Io (con nonchalance) : "Pazienza. Me lo dia lo stesso..."
Ecco che, anche per oggi, mi sono giocata la figura di palta quotidiana.
Mica è colpa mia se mia madre il pesce non lo cucinava perché "fa odore"; in gioventù ho visto solo (rare) trote lesse tristi e mica tanto deodorate e i bastoncini "del Capitano"!
Da nonna Maria si mangiava un po' di più ma sempre pesce di lago o di torrente, pescato dal nonno Peppino.
Però a me il pesce piace e pure ad Arc e, da quando abbiamo il nostro rifugio marino a Noli, mi sono imposta di provare a cucinarne di più.
Per giunta la mattina c'è, sul lungomare, un piccolo mercato del pesce dove i pescatori del luogo vendono al pubblico (nel mio caso "gnorante") quanto pescato al largo dell'Antica Repubblica Marinara. 
Banchi di pietra ombreggiati da ombrelloni di cotone blu dove fan mostra le cassette con quanto han pescato mentre gabbiani voraci e caciaroni fan la fila ad attendere gli scarti che lanciano loro.
Dietro: l'insenatura con il mare che rumoreggia e controlla.
Unico problema (soprattutto per me): 
a -il pesce è quello che han recuperato dalle reti; 
b - devi accontentarti e non partire con un'idea precisa, e non ha il cartellino con il nome.
Quindi, per chi come me non è molto abituata a cuocerlo ma lo mangia solamente al ristorante, un branzino ed un cefalo sono facilmente confondibili.
Inoltre ci sono pesci che non ho mai visto e che mi fanno l'occhiolino dalla cassetta col pescato del giorno e vorrei tanto provare a cucinarli ma mi frena un po' l'imbarazzo di dover chiedere a questi rudi uomini di mare: 
"Mi dia quel pesce lì con le righe gialle sul dorso." 
Debbo dire, a mia scusante, che ho notato che i pescatori han già la tendenza a lanciare "sfottò" (di solito con la popolazione autoctona) e spesso prendono in giro in dialetto i "forestieri" che fan uscite come la mia.Quindi volevo evitare di essere messa subito alla berlina. 
Per fortuna riesco a capire un po' il dialetto ligure e ai loro commenti odierni in dialetto, ho risposto ridendo che per imparare bisogna pur dire o fare qualche "belinata".

lunedì 30 gennaio 2017

POLPETTONE ALLE VERZE.ED UN TAMPONAMENTO IN CORSA


Ogni tanto succede di essere distratti; ti distrai un attimo alla guida e vieni coinvolto in un tamponamento.
Essere distratti e persi in mille mila pensieri poi è il mio status di questi ultimi mesi.
Ma questa volta non si tratta di un tamponamento con l'auto, bensì uno "a piedi".
Dopo tutta la giornata al telefono con i clienti, finito di lavorare correvo a far spesa e poi a recuperare il figliolo in piscina; ed è qui che venivo miseramente "tamponata" da un giovane fighetto che faceva jogging al Parco Solari. 
Arrivava dietro di me mentre camminavo spedita verso l'entrata della Piscina con tanto di (immancabile) borsa della spesa e: SBAM!
All'urto ho beccheggiato come il Titanic dopo l'incontro con l'iceberg.
Lui finisce addirittura a terra.
Ussignur: vuoi vedere che devo pure soccorrerlo, sto rimbambito con le cuffiette a palla che sento i bassi da qua!
- Scusi, non l'avevo vista!
Pure cieco, povero giovane! 
E come una talpa, visto che la mia non è certo una figura sottile e (per giunta) con la pelliccia di castoro assomiglio ad un'orsa obesa. 
Lo aiuto a rialzarsi e vedo che ondeggia.
In effetti ha subito un urto considerevole contro la mia massa, sarà la metà di me.
Prova a scherzare:

domenica 11 dicembre 2016

Il vitello tonnato di Natale ed il tatto di mio padre.



Il Natale dei ricordi ha il profumo di casa di Nonna Maria.
Ha la luce che penetra dalla finestra e si riflette sui cristalli della tavola apparecchiata con i piatti del servizio "buono", quello con le rose dipinte.
Con le forchette d'argento che sono state tirate a lucido da Nonna, i giorni precedenti al Natale.
La tavola aspetta l'antipasto, rigorosamente di salumi, con i sottaceti che traboccano dall'antipastiera di cristallo che pesa come chi l'ha disegnata.
Poi i cappelletti, o le lasagne, o i ravioli e poi, tra i secondi che cambiavano ogni anno, arrivava Lui, sempre uguale, sempre profumato e goloso non poteva mancare sulla tavola di Natale: il Vitello tonnato.
Quando Nonna Maria non ce la fece più a cucinare, il pranzo venne spostato in casa nostra con grande agitazione di mamma che non ha mai amato cucinare e che sapeva di dover competere con la bravura di nonna.
Poi mi sposai io e, dal primo anno di matrimonio, "il pranzo" si fece da noi sposini.
Nonna non c'era più ma le sue mani abili, la sua passione, mi è stata sempre di grande ispirazione per tutti i pranzi e le cene di famiglia.
Ovviamente LUI, il Vitello tonnato, non poteva mancare e quindi già il primo Natale di quel 1991 fece la sua bella figura nel vassoio guarnito sulla mia tavola.
Tutti contenti, tranne mia mamma. Il tutto perché papà, con il tatto di un elefante, fece notare a tutti che il vitello tonnato che avevo fatto io era identico al capolavoro fatto da Nonna Maria ogni Santo e Benedetto Natale.
Da quel momento non mancò mai sulla mia tavola delle Feste e mamma... beh non si diede più pena di farlo a papà sostenendo che - poteva mangiarlo da sua figlia che era più brava di lei!-

venerdì 29 aprile 2016

SPEZZATINO DI CERVO ALLA BIRRA CON FUNGHI PORCINI PER FESTEGGIARE 25 ANNI DI MATRIMONIO.





Lo scorso fine settimana per me ed il Martirio è stato epico. 
Epico perché non a tutte le coppie succede di festeggiare ben 25 anni di matrimonio!
Sono passati in un volo. 
Un volo planato su momenti belli, difficili, sereni o angosciati.
Avere affrontato questo cammino assieme ci ha cambiati (non solo nel fisico!) e ci ha fatti crescere.
Per festeggiare con la famiglia siamo usciti a pranzo in un ristorante di Milano ma, per festeggiare noi da soli, ho ripensato al viaggio di nozze.
Viaggio di due settimane toccando quasi tutte le principali città Austriache fermandoci in alberghi bellissimi e tipici.
Di giorno si mangiava un panino, o qualcosa di veloce in qualche birreria, e la sera si cenava in locali tipici.
Due settimane e due settimane di Wienersnitzel mit kartoffeln da parte del Martirio che, in quanto a gusti, tende ad essere monotono.
La scusa era: "almeno so che cosa mangio".
Non importa se la sottoscritta si profondeva in traduzioni accurate di tutto il menù, la sua comanda era sempre : Wienersnitzel mit kartoffeln-
Questo anche l'ultima sera della nostra permanenza a Vienna. 

mercoledì 16 marzo 2016

Arrosto arrotolato con prosciutto e funghi porcini. Prove tecniche del pranzo di Pasqua e una vacanza sfumata.



Ero così felice di essere riuscita a combinare per Pasqua e di essere soprattutto riuscita a convincere tutta la sacra famiglia a trascorrere quattro giorni all'aria buona e nella casetta gialla.
Già pensavo ai manicaretti per coccolarmi i miei cari, le passeggiate a raccogliere primule e viole, l'occasione per un pranzo con gli amici ma, ti pareva che il diavolo non ci mettesse le corna?!
La stufa (unica) che scalda tutta la parte bassa della casetta gialla ha esalato l'ultimo respiro.
Un pomeriggio passato a tentare di farla ripartire, tra i rosari del Martirio ed i miei ora-pro-nobis e abbiamo dovuto arrenderci.
La casa con le mura di pietra, chiusa dai primi giorni di Gennaio, non riusciva a scaldarsi con il solo camino e con il forno acceso ed il freddo entrava direttamente nelle ossa.
Abbiamo cenato con una minestra calda, con il tavolo vicino alla bocca del forno per cercare di non congelare.
NO. Non era cosa. Siamo scappati la domenica mattina con le pive nel sacco.
Senza avere avuto nemmeno il tempo di salutare il nostro piccolo mondo fatato che comincia a svegliarsi.
Il prato tutto coperto di primule gialle è rimasto da solo, terreno di pascolo per i cervi ed i caprioli. 

mercoledì 2 dicembre 2015

Un roast-beef al limone e la mia inadeguatezza tecnologica.




Il mese di Novembre, per me, è stata una continua sorpresa ed un susseguirsi di impegni da crisi di panico.
Togliendo l'argomento "lavoro", che mi porta già fuori casa per 11/12 ore, restano una serie di appuntamenti con la scuola di Arc, con le code per l'iscrizione in piscina (sempre Arc, brontolante ma sempre lui), le terapie per togliermi dalle spalle/schiena/anca acciacchi e magagne varie.

martedì 17 novembre 2015

Il mio spezzatino di manzo con funghi porcini e carote, le cotture lente e il camino.


Le prime nebbie che avvolgono le cime degli alberi nei boschi attorno alla mia casetta gialla e la sera che scende prima, quasi a voler cercare la compagnia dei focolari e delle luci che filtrano dalle finestre appannate, si riflettono sul menù che propongo alla famiglia riunita.
E' la stagione delle cotture lente, dei profumi che pian piano riempiono la casa.
Da tempo desideravo acquistare una pentola di ghisa ma i costi esorbitanti di marchi famosi mi fermavano sempre. Poi una mia cara amica mi ha fatto conoscere queste pentole, senza un design d'autore, senza colori alla moda; semplici pentole di ghisa nera, da poter usare anche su fuoco diretto; prezzi contenuti e ottima resa.
Sono state mie subito, causando borbottii da parte del Martirio che mi ricordava il numero spropositato di pentole e padelle che sono stipate nella casa di campagna.
Già dai primi esperimenti ho potuto capirne il potenziale e, un sabato umido e dorato, ho deciso di provare a cucinare come facevano le nostre nonne in tempo di guerra: sul camino.
L'occasione è stato l'acquisto di un pezzo di polpa di manzo mista, ed un cartoccio di funghi porcini che mi han sedotto dai banchi del mercato.
Al calar del sole dietro il campanile del crinale di fronte alla mia finestra, ho acceso il camino, che ha una bocca molto capiente, con bei ciocchi di legna secca, ho preparato gli ingredienti ed ho cominciato la prima cottura in forno per poi spostare la pentola fumante sul focolare che brillava di braci.
Arc mi guardava con sospetto chiedendomi se non avrei rovinato la pentola nuova appoggiandola così vicino al fuoco scoppiettante e pure il Martirio sembrava perplesso.
Niente paura, non solo la pentola non ne ha affatto sofferto, ma il profumo ed i sapori di questa cottura antica, hanno rivelato un gusto che avevamo perduto.
A fatica sono riuscita a trattenere i miei due curiosissimi XY, tanto che al pranzo della domenica, contrariamente al solito, si sono presentati al desco senza bisogno di insistenze da parte mia.
In tavola uno spezzatino che ha fatto esclamare al Martirio : *Mai mangiato uno spezzatino così buono!*. 
Arc? Lui non parlava nemmeno e, pur non amando eccessivamente i piatti in umido, ha persino chiesto due volte il bis.
Per farla breve, ho ordinato un'altra pentola uguale per Milano perché il Martirio si rifiuta categoricamente di far il pendolare-con-pentola. Peccato solo che a Milano il camino non ce l'ho e che mi potrò accontentare di una cottura lenta in forno...

SPEZZATINO DI MANZO CON FUNGHI PORCINI E CAROTE COTTO NEL CAMINO.





Tagliate a tocchetti non troppo grossi la carne ed infarinatela leggermente.

Fate rinvenire i funghi secchi in una tazza di acqua calda e lavateli per eliminare eventuali residui di terra.


Tritate il lardo e mettetelo nella pentola con le carote ed il sedano tagliati a tocchetti non troppo piccoli, i due cucchiai di olio EVO e i funghi porcini freschi puliti e tagliati a pezzettoni.



Quando il lardo si sarà sciolto e le verdure cominceranno a soffriggere, aggiungete i funghi porcini e i pezzetti di carne che farete sbianchire per 5 minuti.




Sfumate con la Barbera e, quando si sarà ritirato il sughetto (ci vorranno circa 10 minuti a fuoco vivo) aggiungete la foglia di alloro, i pomodori pelati e i funghi secchi tritati grossolanamente.
Aggiungete pepe macinato fresco, e portate a bollore.




Accendete il forno e portatelo ad una temperatura di 120°C. Chiudete il coperchio della pentola e mettetela in forno a continuare la cottura per 45 minuti circa.



Spostate la pentola sopra le braci del camino e continuate la cottura per altri 45 minuti (attenzione, con quantitativi di carne più grossi i tempi di cottura si allungheranno). 
Aggiustate di sale e lasciate sulle braci per altri 5 minuti.




Servite con una polenta, del riso pilaf o delle patate lessate.


Qualora non aveste un camino dove cuocere lo spezzatino, continuate la cottura per lo stesso tempo nel forno. Il sapore ed il profumo saranno lo stesso intensi.





giovedì 9 luglio 2015

PANGASIO AL CARTOCCIO E LE VACANZE DI ARC




Tempo di ferie che arriveranno (se sopravviverò a questo periodo); tempo di vacanze scolastiche e di tempo che Arc ha da impiegare per recuperare tutto quello che ha accantonato per un anno.
Tempo per farsi nuovi amici, per giocare e scalmanarsi con l'oratorio estivo.
Gite in autobus, al mare ed in montagna, da dove torna senza voce e con le scarpe bucate.
Giornate in piscina da dove rientra rosso come un gambero perché la crema con la protezione *giusta* l'ha nello zaino, la mette appena arriva solo dove si ricorda, e poi fa il bagno.... e non la rimette.
Tempo di mare. Tempo per godersi la compagnia del suo amico del cuore, ospite suo, e senza la mamma al seguito.
Si sente grande. Si sentono grandi. Cominciano a fare i complici mentre vanno a prendersi il gelato da soli. Crescono.

domenica 21 giugno 2015

DUE PETTI PER DUE HAMBURGER ...ED E' ANCORA MTCHALLENGE #MTC49




Una settimana con la cucina sigillata.
Con il caldo che ha fatto per di più!
Il tutto successe sabato scorso, al ritorno dalla spesa, mentre il Martirio ritirava in box la macchina, io sono salita in casa per cercare di riporre la spesa e preparare una cena decente.
Mentre mi accingo a sollevare la tapparella di ferro della cucina, ovviamente elettrica altrimenti non ce la farei, la gatta mi si struscia tra le gambe con una prepotente richiesta di cibo. La serranda si alza sino a metà e Ariel continua ad entrare ed uscire miagolando quando, improvvisamente: un botto!
Mentre miracolosamente la micia rientra in casa incolume (ha ritirato i baffi proprio un nanosecondo prima che *cadesse la scure*)  la serranda precipita con un rumore assordante ed io rimango paralizzata con il dito sull'interruttore a guardare annichilita questo muro di ferro.
Ovviamente il Martirio rientra ed esordisce:
- Come cavolo hai fatto a rompere la tapparella?!
Io??????
Insomma: ha ceduto il sostegno di metallo che fissava il rocchetto dove si avvolge la serranda e .... patatrac!
Inutile pensare di chiamare chi le ha installate: Martirio vuole fare da se e da qui parte una serie (infinita) di supposizioni, nonché osservazioni del cassone aperto dall'alto della scala piazzata di fronte alla finestra. 
Io e la gatta ad osservare lui allibite (io, lei aspettava il turno per salire sulla scala per osservare).
Una settimana di tortura costretta a cucinare con le serrande che non lasciano passare un fiato d'aria. 

lunedì 15 giugno 2015

Mia madre le chiamava *svizzere* ovvero #MTC49 American Burgers ed il mio burger Italiano.






Mia madre le ha sempre chiamate *svizzere* e da ragazzina me le proponeva spesso. 
Pure mia suocera le chiama così e le cucina per Arc quando si ferma a pranzo da lei.
Ci sono cresciuta a *svizzere*. Poi, da adolescente, sono comparsi quei locali American Style, che facevano tanto *Happy days* anche se io andavo contro-corrente e tifavo per Richie e non per Fonzie.
Ma a mangiare quei panini morbidi (il più delle volte mollicci) con le *svizzere* che chiamavano hamburger e le patatine fritte, insieme ai morosini dell'epoca, ci andavo ma non troppo spesso. Al di la della novità preferivo quella catena (che è sparita quasi subito) dove si potevano prendere delle mega insalate componendole da soli.
Poi sono arrivati i giorni di Oxford dove gli hamburger nei panini (mollicci anche qui, la catena era la stessa!) erano un'alternativa ai pasti in college (traumatizzanti) e alle fettazze di Apple Pie con crema che ci facevamo per sopravvivere.
Il fatto è che eravamo giovani e le calorie si smaltivano subito. Ora con le stesse calorie non passerei dalla porta dopo solo tre giorni.
Ora c'è Arc che vuole andare nella stessa vetusta ma incrollabile catena dei panini mollicci e delle patatine-che-non-sono-patate-vere fritte. 

domenica 19 aprile 2015

Un sabato inconcludente e gli involtini di pollo e carciofi per #therecipetionist



 Quando trascorro la giornata di sabato a Milano, parto sempre con una marea di progetti: esco presto a far la spesa; vado dal parrucchiere; nel tal negozio a cercare i confetti per la Cresima di Arc; a cercare le scarpe sempre per Arc; faccio il cambio armadio....
Poi tutto si stravolge. La causa del naufragare della mia tabella di marcia? Sempre Lui, o meglio Loro: i miei due XY.
Ma andiamo per gradi. 
Metto la sveglia un po' più tardi del solito, ma sempre presto. 
Mi sfilo dal talamo cercando di non svegliarlo (il Martirio, ovviamente, non il talamo). Vado in cucina e chiudo la porta e mi preparo il primo caffè del mattino che condivido con la gatta Ariel che lappa un po' di latte in un piattino e cerco di far mente locale sulla lista della spesa.
Tergiverso un paio di minuti guardando la posta e .... tracchete: arriva il primo indeciso.
Arc mi raggiunge e quindi lascio la lista a metà e preparo la colazione con lui.
Secondo caffè. Poi, mentre lui va a sistemarsi la camera, a far la doccia ed a vestirsi... arriva il secondo indeciso.
Brontola che lo abbiamo svegliato (chiusa in cucina con la gatta sequestrata perchè non lo svegli con i miagolii????) e che deve fare comunque un sacco di cose. Di qui un lungo elenco mentre ancora non accenna a far colazione.
La lista della spesa giace abbandonata alla settima o ottava voce: petto di pollo.
Intanto passa il tempo ed io sono ancora in vestaglia, mentre Arc mi ha ciuffato il posto sotto la doccia ed il Martirio si siede finalmente a tavola... ci vuole un caffè (il terzo n.d.r.)
Ecco: volevo essere al supermercato alle otto e sono già le nove! 
Visto che ho già capito che sarà una mattina di corsa, in tondo, dietro ai miei tira-tardi, mi metto a ritirare i panni asciutti e, proprio mentre sto per entrare in bagno.... Martirio si infila in doccia ed io sono al palo.
Comincia male! Finisco di stilare la lista e la doccia si libera....e sono le dieci.
Ok il parrucchiere dopo, i confetti settimana prossima e le scarpe di Arc magari domani che il centro commerciale è aperto... La spesa NO. Oggi perchè nel frigorifero c'è l'eco ed io ho anche promesso a Flavia di Cuocicucidici che parteciperò al suo Contest mensile : THE RECIPE-TIONIST.
Questo mese tocca alle ricette di Christiana del blog       Beuf à la mode .
Ho giusto in mente un involtino che ho visto scorrendo le sue bellissime ricette che potrei fare oggi per pranzo. Ho giusto giusto un paio di carciofi romaneschi che attendono trepidanti in frigorifero....




Ecco quindi che, pur cambiando il tipo di carne (ho usato il petto di pollo) partecipo a THE RECIPE-TIONIST di Aprile con 



Involtini con carciofi di Anna Gosetti della Salda






Pulite i carciofi, privandoli delle foglie esterne più dure, poi sbollentateli in acqua salata acidulata con limone per 5 minuti. Scolateli, scuoteteli bene e sistemateli capovolti su un telo pulito; quando saranno tiepidi tagliateli in otto spicchi. 



Tritate finemente il prosciutto ed impastatelo col burro. 
Appiattite la carne e su ogni fetta disponete due spicchi di carciofo e un po' del composto di burro e prosciutto. 





Arrotolate la carne e legate gli involtini con dello spago. Passateli nella farina e fateli rosolare in un fondo di burro, olio e poca cipolla tritata; bagnateli col vino, salateli e proseguite la cottura a fuoco basso. 




Serviteli caldi.

giovedì 9 aprile 2015

Fantozzi, il Venerdì di passione e uno spezzatino di capriolo da URLO!




Partire da Milano con una giornata di sole e sperare di arrivare nella nostra piccola oasi, nella Casetta Gialla, per trascorrere quattro giorni di vacanze pasquali tra passeggiate nei prati, picnic all'aperto o merende in giardino. 
Arrivare a destinazione e scoprire che..... Fantozzi non è nessuno!
Cominciare con lo scoprire di non avere le chiavi della cantina (dimenticate a Milano dal Martirio) dove, è risaputo, c'è il rubinetto centrale dell'acqua.... chiuso.
Scoprire che l'impeto del vento dei giorni precedenti aveva fatto letteralmente *volare via* i colmi dei tetto rifatto dal Martirio e dalla sottoscritta ben 15 anni fa (e mai cementati dal Martirio).
Scoprire che: il Martirio aveva perso le UNICHE chiavi del lucchetto che chiudeva la porta del fienile; che il flessibile che sarebbe servito a tagliare la catena era spirato tra le mani del Martirio; che la scala allungabile del Martirio era rimasta a Milano nell'Atelier....
Come preambolo niente male, direi!
Niente male come il rosario recitato tra i denti dal Martirio, che ha fatto pronunziare una sequenza abbastanza lunga di ora-pro-nobis a me ed alla Suocera (per onorare questo venerdì di passione).
Tornare a Milano non era la soluzione, visto che l'indomani doveva arrivare il tavolo da ping-pong regalo per il cinquantesimo compleanno dell'orante....
Improvvisamente, mosso dalle orazioni, Highlander (mio ultimo neurone) si è animato e ricordato che i nostri amici di Vallemosso avevano forse una chiave della cantina.
Telefonata concitata e: miracolo! La nostra angelica amica ci ha salvati dal rifornirci di acqua alla fontana di pietra, con i secchi...
Emergenza idrica rientrata. 
Il tetto rimaneva un'altra emergenza, avvicinandosi nuvole grigie che non promettevano nulla di buono.
Il flessibile diede un gemito....e smise di funzionare. Il lucchetto restava al suo posto. I colmi no.
Corsa al paese sotto per recuperare il primo flessibile cinese per poter finalmente entrare nel fienile. Flessibili cinesi finiti. Unico flessibile un AEG che costava quanto una casseruola Creuset ... quella grande.(inutile dire che abbiamo un nuovo flessibile e non la casseruola).
Si rientra, si taglia il lucchetto, si recupera una scala dal vicino.
Troppo corta, mancavano una cinquantina di cm. per poterla *puntare* alla trave e riuscire a raggiungere i punto scoperchiato.
Recuperiamo un tavolo, delle assi da ponteggio ma non la pazienza (l'eco degli ora-pro-nobis si rincorre ancora per le valli).
Martirio legava la scala, si assicurava in vita con una corda da scalatore e la cintura di sicurezza e, tra un Santo e l'altro, recuperava colmi, sostituiva quello rotto, e chiudeva (finalmente) il vuoto.
A cementarli ci penseremo uno dei prossimi sabati (si accettano scommesse circa l'anno in cui cadrà *quel* sabato....)
Bene. Non restava che cucinare per scacciare il senso di disagio iniziale.


Visto le nuvole grigie incombenti e le temperature per niente primaverili, ho pensato di mettere a marinare il capriolo acquistato dal mitico macellaio del paese vicino, per imbandire la tavola di un Sabato di Pasqua decisamente di sapore montano.



SPEZZATINO DI CAPRIOLO CON CAROTE, PISELLI E PATATE.


Mettete la carne di capriolo in una ciotola capiente, aggiungete 1 rametto di rosmarino, salvia, alloro e ginepro (le bacche leggermente schiacciate perchè insaporiscano meglio la marinata) copritela con il vino e lasciatela marinare coperta in luogo fresco tutta la notte.



L'indomani toglietela dalla marinata (che non riutilizzerete), asciugatela, tagliatela a piccoli bocconcini ed infarinatela.


Preparate una brunoise con una carota, la cipolla, il sedano. Versate l'olio EVO in una casseruola a bordi alti (meglio se di ghisa o di terracotta) e fatela rosolare senza che prenda troppo colore.


Aggiungete i pezzetti di carne e fate rosolare a fiamma bassa. Bagnate con del vino rosso (io Barbera) e aggiungete del brodo, il cucchiaino di estratto di pomodoro. Incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco bassissimo per almeno 1 ora.


Tagliate le carote e le patate a pezzi grossi. Scottate i piselli in acqua salata bollente per 5 minuti. 


Dopo 1 ora di cottura dello spezzatino, aggiungete le carote e continuate a far cuocere per 30 minuti coperto. Poi aggiungete le patate ed il rametto di rosmarino e lasciate cuocere per un'altra ora a fuoco bassissimo. 
Aggiungete i piselli, pepe e noce moscata a vostro gusto, e finite di     
           cuocere per un'altra mezz'ora.


Servire con polenta caldissima.




giovedì 12 marzo 2015

Lonza di maiale arrosto con mele e sidro perchè senza arrosto non è domenica.



Una domenica senza arrosto NON è una domenica, a casa mia.
Quindi spesso e volentieri mi sbizzarrisco in arrosti diversi, approfittando spesso delle verdure di stagione. In questo caso, invece, mi sono trovata una bellissima cipolla Acquaviva che era finita nel mio carrello perchè mi *ispirava*. 
E' una varietà di cipolla che arriva a pesare anche 500 g. ed è dolcissima e mi ha conquistata al primo assaggio.
Anche il Martirio che non ama particolarmente le cipolle, ha mangiato con gusto quello che era il sughetto dell'arrosto.
A completare il tutto ho utilizzato delle mele regalatemi da un'amica che erano ancora un po' indietro di maturazione ed hanno contribuito alla riuscita dell'arrosto, ed una bottiglia di sidro secco che avevo dimenticato in dispensa.
Il risultato è stato superbo ed apprezzato da tutta la famiglia e, pur essendo ancora ko dai postumi dell'influenza, l'ho gustata volentieri anch'io.



Tagliare grossolanamente la cipolla di Acquaviva, versare olio EVO ed il burro in una teglia che resista anche al forno, far rosolare la lonza di maiale su fiamma vivace fino a che sia "sigillata" da tutti i lati.



Sbucciare le mele e tagliarle a grossi tocchetti.





Togliere la teglia dal fornello, aggiungere il sidro, le mele a tocchetti, aggiustare di sale e pepe.





Coprire la teglia con un foglio di carta da forno bagnato nel sidro e strizzato e infornare a 175/180°C per almeno 1 ora (il mio pezzo di lonza pesava meno di un chilo e 1 ora è bastata). Con un termometro per carni provare la temperatura al cuore dell'arrosto. Togliere dal forno quando arriverà a 65°C.


Servire con un contorno di patate arrostite o le mele cotte con l'arrosto e le cipolle, irrorando le fette con la salsa filtrata.