Ai fornelli ho modo di ritrovare l'equilibrio (instabile ma... tant'è, accontentiamoci!) e ritorna tutto a scorrere con un ritmo meno frenetico.
I primi tempi di matrimonio quando, tornata a casa dal lavoro dopo una giornata pesante, mi mettevo ai fornelli e cucinavo un po' di più del solito, il Martirio mi chiedeva preoccupato:
*Abbiamo gente a cena?!*
Con gli anni (24 quasi!) si è abituato e se, tornando a casa mi trova alle prese con un risotto, la marinatura di una super-tagliata, mentre faccio gratinare una teglia di verdure miste (tante da sfamare un esercito) non fa più domande ed avverte il cucciolo di casa:
*Ocio... è nervosa!*
A volte basta un primo un po' più elaborato, un secondo sfizioso, un contorno un po' meno scontato del solito.... altre invece no.
Quando sono al limite dell'esplosione ci vuole qualcosa *di più*.
Ci vuole un lievitato!
La carica negativa si sfoga nella ginnastica positiva dell'impastare, dove le mani stringono, storcono, stritolano un impasto al quale (spesso) do il nome di chi mi ha fatto girare le scatole.
Ultimamente capita abbastanza spesso, ed ho una scusante in più: l'utilizzo del Lievito Madre che, quando rinfresco, mi dispiace buttare.
Quindi vai di pane e con le ricerche di farine più appropriate!
La farina 1 l'ho trovata in un supermercato vicino a casa e questo mi ha aiutato a produrre un pane profumato. Poi ho provato con il pane di segale (da rifare sicuramente - con qualche modifica sarà perfetto).
Sono riuscita a reperire anche la farina macinata a pietra.... a prezzi da chiedere un mutuo... in un altro negozio *figo-natural-trendy*vicino a casa (ma che pane ragazzi!!!).
Poi ci sono gli esperimenti. Quelli che si fanno *a sentimento* con quello che trovo nella dispensa e (a volte) con i suggerimenti di Arc, il goloso...
Prima di Natale ho trovato un mix giusto per un pan brioche morbido e profumato. L'avrei anche fotografato e pubblicato se non ci fosse stato un *incidente di percorso* quando mi sono addormentata e la lievitazione è *passata oltre* come tempo, avrei sicuramente già pubblicato.
Quindi la scorsa domenica ho riprovato e, questa volta, curato a vista la lievitazione ottenendo una treccia profumata, dolce ma non troppo, da portare in ufficio per la prova di assaggio.
Come è finita? Bah non è avanzata.....
TRECCIA DOLCE CON LM, ZENZERO E FRUTTI ROSSI.
Ingredienti:
500 g farina 0 (o Manitoba)
200 g latte intero
150 g LM
45 g burro
1 cucchiaio di miele
2 cucchiai colmi di zucchero
1 uovo intero
45 g di zenzero candito
60 g di frutti rossi disidratati.
per la lucidatura:
1 tuorlo
1 cucchiaio di latte
1 manciata di zucchero in granella.
- Setacciare la farina e formare una fontana
- Sciogliere il burro ed unirlo al latte freddo
- Mettere il lievito, lo zucchero, al centro della fontana e cominciare ad impastare.
- Aggiungere il latte/burro poco per volta e l'uovo leggermente sbattuto con una forchetta.
- Quando l'impasto si comincia a consolidare aggiungere lo zucchero candito tagliato a piccoli pezzi ed i frutti rossi continuando ad impastare energicamente fino ad incordatura (deve formare dei fili mentre cercate di strapparlo, come *corde*).
- Formare un panetto liscio ed elastico.
- Ungere una ciotola capiente con un poco di burro fuso (o olio di semi), adagiarvi il panetto, coprire con uno strofinaccio pulito ed inumidito e far lievitare (ad esempio nel forno chiuso con la luce accesa) fino al raddoppio dello stesso.
- Infarinare la spianatoia, sgonfiare l'impasto e dividerlo in 3 parti uguali.
- Formare 3 rotoli uguali ed intrecciarli.
- Far lievitare coperti da un canovaccio umido fino al raddoppio.
- Pennellare delicatamente con il tuorlo sbattuto con 1 cucchiaio di latte e cospargere la treccia con la granella di zucchero.
- Infornare a forno caldo 200° per 10 minuti ad altezza media avendo cura di mettere sul fondo del forno un contenitore con acqua per creare vapore.
- Abbassare a 175° e cuocere ancora 20 minuti.
- Sfornare e battere la treccia sul fondo. Se suona vuoto....è pronta!
Ma che bella! La treccia intera sembra quasi sfogliata!
RispondiEliminaNoooo, sfogliata no. Mica sono al tuo livello!!
EliminaE' stato un esperimento, soddisfacente, ma un esperimento.
Grazie
Nora
Ti auguro che l'agitatore sia stato spazzolato come la treccia di cui non aveva sicuramente la bontà. A me i lievitati piacciono molto, purché lievitati sul serio, cioè con tanta calma (perché anche il pisolino ha i suoi diritti!) e poco lievito.
RispondiEliminaL'agitatore si frigga!!! Io mi sono sfogata sull'impasto (e gli conviene augurarsi che ne abbia sempre per le mani!)
EliminaQuanto ai ritmi lenti di lievitazione per fortuna era domenica! Anche per il lievito, quello Madre, non era esagerato ed era perfettamente digeribile.
Insomma: quando ripassi te la preparo!
Bacioni
Nora
Be' a presto allora! :-)
EliminaChe bontà!!!!!!
RispondiEliminaContenta che ti piaccia!
Elimina:-)
Saluti,
Nora
Cucina e musica sono state (e sono ancora) la cura per tante arrabbiature e per tanti momenti di tristezza; le mani in pasta e qualche eroina d'opera che strilla al posto mio mi hanno aiutato a recuperare un equilibrio sufficiente per non essere considerata folle.
RispondiEliminaE i lievitati sì, servono a menare le mani senza far del male....
La prossima volta che impasto in un momento di follia di penserò!
Claudette
Mi sa che siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda.....
EliminaFollia o non follia: meno male che ci sono i lievitati!
Nora