Apprezzo la Primavera dove tutto sembra nuovo, pulito, buono.
Subisco l'Estate con i suoi colori forti e violenti con i suoi caldi che ti lasciano stremata. Le giornate che sembrano non finire mai e col sole che lascia a malincuore spazio alla luna mentre ancora vorrebbe dominare il tempo.
Poi si cambia il ritmo della danza.
Piano piano tutto rallenta il passo, come dopo una corsa per una discesa impervia, dove hai preso la rincorsa e ti sei trovato trascinato verso il basso dalla pendenza della china. Le gambe ed i piedi inizialmente ti dettero la spinta per cominciare a muoverti, poi ne sono stati trascinati.
Han scansato ostacoli, ma non tutti.
La discesa sembrava interminabile, lunga, trascinante e poi....poi la pendenza cambia.
Il passo si fa più lento, le giornate meno intense e arriva l'Autunno.
Da il tempo l'Autunno.
Un tempo lento, che ti da modo di alzare lo sguardo mentre cammini, di scoprire quel che hai attorno.
Ciò che ti sembrava bello e forte si è svuotato di contenuti.
Resta a volte come un guscio vuoto che non risponde.
I colori, le sfumature le cogli solo adesso, in Autunno, mentre le foglie inventano ogni attimo una nuova tonalità di luce.
La Natura compensa con il colore, la mancanza di calore, lo scemare dell'energia e dei ritmi di vita.
E fa regali, l'Autunno, doni preziosi e doni falsi.
Gli uni li trovi a fatica scansando spine, o pulendoli dal terreno che resta addosso sembran di poco valore ma son doni schietti.
Gli altri li guardi da lontano. Sembran belli ma non han utilità, marciran tra i resti delle foglie cadute.
L'autunno fa riscoprire il calore di casa, di un fuoco che scoppietta, di piccole quotidianità che riempiono la vita.
Fa cercare tra i ricordi, la ricetta di ciò che nonna Maria mi preparava in primavera, quando i fiori del sambuco erano profumati piccoli doni da far affondare nell'impasto di farina gialla. La stessa ricetta che replicava con lo sciroppo di fiori di sambuco in Autunno, per un *pane* che era in realtà un biscotto tondo, friabile e profumato.
Quella ricetta l'ho cercata invano, nel quaderno coperto da quella scrittura precisa che affievolisce ogni volta che lo apro.
L'ho cercata anche tra i libri che nonna aveva sulla mensola della cucina.
Non sono stata capace di ritrovarla e ho, negli anni, provato e riprovato ricette recuperate da libri e da riviste, senza che mai eguagliassero quelli di nonna, quelli dell'Autunno perchè è il momento perfetto per mangiarli.
Di tutte quelle provate, al momento, questa è quella che mi ricorda di più i suo *pan de Mej* che faceva probabilmente a memoria, senza dosi, con la precisione che solo la pratica ti porta.
Ve la giro, anche se non è ancora la definitiva, perchè a me la ricorda molto.
L'autunno e la cioccolata aspettavano questo pezzo di biscotto dal colore dell'autunno.
PAN DE MEJ ... o quasi
100 g di farina di mais finissima (Fioretto)
100 g di farina 00
75 g di zucchero semolato
75 g di farina di mais da polenta
75 g di burro fuso
1 uovo intero e 1 tuorlo
15 g di lievito di birra fresco
i semi di 1 bacca di vaniglia (Madacascar... dono di un'amica)
3 cucchiai di sciroppo di sambuco
1 pizzico di sale, zucchero a velo per guarnire
Setacciare sulla spianatoia le tre farine, formare una fontana e versarvi lo zucchero semolato mescolato ai semi della bacca di vaniglia, le uova, il burro fuso ed il lievito sciolto nello sciroppo di sambuco, e cominciare ad amalgamare con una forchetta.
Aggiungere 1 pizzico di sale. Formare una sorta di palla (sarà poco compatta e tenderà a non lievitare quasi).
Fatela riposare al caldo in una ciotola di vetro coperta da un panno umido o dalla pellicola trasparente per 60 minuti.
Scaldare il forno (se a gas a 200° se elettrico 175° statico)
Formare dei panini tondi, leggermente schiacciati ai bordi e disporli distanziati sulla placca del forno ricoperta da carta forno.
Spolverare di zucchero semolato prima di infornarli.
Far cuocere per 30 minuti (se il forno è quello a gas) o 20 (in forno elettrico) facendo la prova dello stecchino per saggiarne il grado di cottura.
Farli raffreddare su una gratella dopo averli spolverati con zucchero a velo.
Note mie
- la farina da polenta che ho usato è quella di Storo, un po' rustica ma il sentirla *cantare* sotto i denti non è affatto una sensazione sgradevole.
- lo sciroppo di sambuco che ho usato era comprato (IKEA, lo confesso) e temo che il fatto che abbia reso *meno* intensamente il suo aroma mi fa decidere di provare a realizzarlo l'anno venturo, a primavera, con fiori freschi.
- Mi aspettavo una lievitazione, seppure limitata dato la presenza di farine più *pesanti*, ma il lievito ha solo fatto si che fosse meno *gnucco* l'impasto e più friabile il biscotto, quindi mettetelo.
- Fare attenzione ad infornare a metà forno, altrimenti il fondo del biscotto si brucerà.
che delizia....tutto quanto, le foto, i colori, i luoghi, il pan de mej....:-)
RispondiEliminaPer i colori ed i luoghi non sono io l'artefice di queste meraviglie, concordo con te che sono splendidi. Le foto sono fatte di corsa, con l'I-Phone o con una macchinetta del supermercato ed ho avuto fortuna di incontrare soggetti fotogenici.
EliminaPer il Pan de Mej.... i ricordi.... il profumo ....
NOra
salvata, grazie!!!
RispondiEliminaDauly, ricordo quelli della nonnafriabilissimi quasi più di una frolla, profumati ma NON morbidi.... biscotti. Quelli in commercio ricordano più l'*amor polenta* in miniatura ma NON sono quelli di nonna.
RispondiEliminaAlcuni sciolgono il lievito nel latte (e lo faceva anche nonna quando aveva i fiori e non lo sciroppo) ma a me pare che l'impasto sia sufficientemente umido e grasso e non manca certo di *morbidezza*.
Non aspettarti una lievitazione vera e propria, piuttosto una consistenza morbida ma friabile.Un po' come una frolla con il lievito.
Spero ti piacciano. La prox volta mi fabbrico PRIMA lo sciroppo di fiori di sambuco .... e POI faccio i biscotti!
Baci
Nora
Chiedo scusa all'autrice del commento .... l'avevo rimosso ma furrrrrrrba come sono, sono andata a ripescarlo!
RispondiEliminaBello leggerti, mi manca il susseguirsi delle stagioni diverse....ma posso consolarmi con il dolce, la farina di mais me la porto dietro dall'Italia!
Araba Felice
E ti rispondo che se, passando dall'Italia, ti avanzerà un WE per venirmi a trovare, la Casetta gialla aspetta Te ed l'Augusto Consorte.... magari in compagnia di un'amica comune che conosce già la strada.... ;-)
EliminaBacioni
Nora
l'autunno mi piace particolarmente per i colori e i frutti, bellissime le foto, in questa stagione amo andare in collina (appennino tosco-romagnolo) dove il paesaggio è magnifico.
RispondiEliminada segnare la ricetta, il sapore dei ricordi!
Sembra incredibile non riuscire a contare le quantità di sfumature diverse delle foglie!
EliminaUna tavolozza magnifica.
Nora
Per me il pan de mej o pan meino non è un biscotto , ma una torta con la farina gialla, che viene dritta dritta dalla mia nonna paterna e che profuma di .... fiori di sambuco (altrimenti perchè io mi chiamo così?).
RispondiEliminatra l'altro, la ricetta di esordio nella mia cucina virtuale.
Claudette
Cercata la tua ricetta che è in pratica simile e differisce solo dai fiori (che io provvederò ad essiccare la prox primavera) e dal tipo di lievito.... Ma i ricordi, QUELLI del cuore, sono gli stessi.... passano per le nostre cucine.
EliminaNora