Fuma la tazza di caffè, la prima della giornata, nelle mie mani.
Fuma come la bruma che si alza dal frutteto.
Si perde lo sguardo verso l'autunno che sta iniziando ora, ed il silenzio della mattina è un sentiero per i pensieri.
Puliti dal sonno vanno liberi verso la giornata da percorrere.
Domenica.
Festa.
Un'amica che dorme nella stanza degli ospiti e una giornata per stare assieme lontano dai crucci di tutti i giorni.
Complice la campagna ed i ritmi diversi.
Ancora negli occhi l'immagine della chiesa di Oropa, dopo la messa di ieri sera quando, chiuso il sacello della Vergine, anche la nebbia a posto il velo alla giornata.
Tremolava la luce che filtrava dalla Basilica Vecchia, mentre scendevamo infreddoliti ma sollevati a valle.
La porta del chiostro e poi la nebbia...
Poi il rientro nella casa calda, il camino che scalda cuori e spirito.
Una cena con la pasta fatta in mattinata con le farine e le uova della dispensa ed i fagioli freschi comprati al mercato.
Poi i funghi in tempura, perchè l'Autunno è il mese dei doni, ed il bosco ne ha elargiti ancora.
La nebbia ci ha avvolti per tutta la notte e ora, diradandosi in poco, lascia vedere lame d'azzurro lontano, troppo...
Chissà se il mio giovane amico Cervo è già passato nel mio giardino. Appiattisco il naso dietro i vetri per spiare tra le fronde.
Strano.
Mi sento osservata ma non vedo nulla.
Eppure so che ha fatto ancora incursioni nel terreno, il recinto riparato è di nuovo rotto e il sentiero battuto dai suoi zoccoli si distingue perfettamente tra rami, erba alta e rovi.
Si è mangiato le mele più belle, rompendo i rami e danneggiando il tronco di Melo Carmelo. Poche ne ho salvate, ma sono contenta così.
Non ha degnato l'uva, aspra e maturata poco.
Ne prendo un chicco tra quelli colti ieri dai tralci che tentano da anni di soffocare il salice piangente.
Un chicco nero asprino, con la buccia dura. Uva selvatica ormai, ma sempre un dono. Più dolce quella bianca cresciuta dietro casa, verso la valle aperta.
Anche il richiamo di Rossana la volpe è un po' che non si fa sentire... troppo intenta a rubare ignare galline nei pollai delle vicinanze.
Mi infagotto in un maglione ed esco per odorare il profumo della campagna bagnata, che a Milano mi scordo, come mi scordo la filigrana di perle che danza attorno alla tela di un amico ragno.
Perfetta come un gioiello ma fragile, come questo momento di pace...
Rientro ed accendo il bollitore perchè si sentono scricchiolare le assi dell'impiantito e tra poco la cucina si riempirà di chiacchiere, le tazze di te, ed i piatti di pan brioche alla zucca, un esperimento morbido per augurare il buon giorno con il colore dell'autunno.
PAN BRIOCHE ALLA ZUCCA.
Ingredienti:
120 g di purea di zucca
380 g di farina manitoba
60 g di burro liquefatto
60 g di zucchero
1 uovo intero + 1tuorlo per la spennellatura
zucchero in granella q.b.
7/8 g di lievito di birra fresco (diluito in una tazzina da caffè di acqua tiepida)
1 cucchiaino di miele d'acacia (o malto d'orzo) per diluire il lievito.
Setacciare la farina sulla spianatoia facendone una fontana.
Inserire al centro la zucca ridotta in purea e mescolare aiutandosi con una forchetta.
Aggiungere lo zucchero, il lievito sciolto nella tazzina da caffè con acqua tiepida e 1 cucchiaino di miele di acacia, mescolare nuovamente impastando con le mani aggiungendo il burro liquefatto poco alla volta.
Aggiungere l'uovo intero e continuare ad impastare.
Impastare energicamente fino ad ottenere un impasto elastico e liscio.
Lasciare riposare in frigorifero per almeno 7 ore coperto da una pellicola.
Toglierlo dal frigorifero e lasciarlo riprendere a temperatura ambiente per almeno 1 ora.
Sgonfiare l'impasto, tagliarlo in 3 parti uguali, allungarle ed intrecciarle.
Inserire la treccia in una teglia di poco più larga (io in una 25x20 cm) e lasciare lievitare coperto in un luogo tiepido e lontano da correnti d'aria per circa 1 ora.
Spennellare la superficie con il tuorlo d'uovo sbattuto e spolverare con la granella di zucchero.
Infornare in forno caldo a 200°C per 5 minuti, abbassare la temperatura a 180° e lasciare cuocere per 30 minuti circa.
Una volta trascorsi i 30 minuti togliere dalla teglia la treccia e battere sul fondo con le nocche delle dita. Se suona vuoto il pane è pronto da sfornare.
Lasciare raffreddare completamente su una gratella.
Che meraviglia, questi sono panorami e tesori che proprio non vedo mai :( cercherò di rifarmi almeno con questo panbrioche...
RispondiEliminaTe l'ho ripetuto più volte: quando passerai di qui.... c'è una stanza che ti aspetta.
EliminaNon so se sarà stagione di rose o di castagne, ma ti aspetto ... ed Arc con me!
Nora
Tu sai descrivere le cose che amo con le parole piu' belle! Che voglia di zucca!!...volevo aspettare che facesse piu' freddo e il cielo diventasse piu' grigio, ma non ce la faccio dopo questo tuo pane....
RispondiEliminaFammi sapere quando arriverai e te ne procuro un po'.....oppure vieni a farlo nella casetta gialla!!! La Laughing session is open!!!
EliminaNora
Nora, che poesia! Fai sembrare bello anche l'autunno, che, solitamente,mi mette un magone addosso! Quanto alla brioche, dev'essere buonissima,ma il consorte non mangia zucca...
RispondiEliminaPer il consorte non mi preoccuperei ... anche il mio non mangia zucca ma questo pane l'ha mangiato ;-)
EliminaNora
Mi accorgo, leggendoti, di essere una "privilegiata" : qui, nel mio minuscolo paese, non ho bisogno del weekend fuori città per sentire il profumo della campagna sotto la pioggia o per cogliere le diverse sfumature degli alberi. Però a volte me lo dimentico ....
RispondiEliminaClaudette