Mattina presto. Sotto le coperte si sta bene ed al calduccio,
l’istinto vorrebbe che mi voltassi dall’altra parte e ripigliassi il sogno da
dove l’ho interrotto.
Ma il chiarore dell’alba si infila
liquido tra le fessure dell’imposta e rimbalza sullo specchio e spezza
inesorabilmente il filo del sogno che rincorro.
Anche se è già giugno uscire dalle
coperte è uno shock. L’aria di mattina è fresca scendere le scale fa
rabbrividire.
Nelle altre stanze dormono tutti
quanti, solo Ariel la micia mi segue speranzosa oltre la porta cigolante della
cucina.
La cucina è immersa nella penombra e
nel freddo della mattina. Accendo il camino che ho già preparato ieri sera.
La
prima tazza di caffè.
Sola.
Rannicchiata sul dondolo mentre mi scaldo con il
calore profumato di legna asciutta.
Il computer che ronza mentre il
video si accende lento.
Poso la tazza accanto al
frangi-fiamma e mi avvicino ai vetri mentre aspetto che il programma si avvii.
Nuvole basse simili a nebbia
scivolano dalla cima di Bielmonte ed accarezzano le cime dei castagni.
Il terreno sotto le mie finestre è
una distesa di ortiche che il Martirio tenta invano di domare da anni.
Il melo Carmelo, la sola pianta da
frutto degna di questo nome, spicca per il chiaro delle sue foglie nuove,
contro la piccola foresta, intrico di rami e di cespugli, che si dipana fino al
ruscello in fondo alla discesa.
Le macchie folte delle ortensie, già
cariche dei fiori pronti a sbocciare, hanno come un fremito che attira la mia
attenzione. Si muove qualcosa dietro le foglie ma non riesco a vedere bene.
Poi, improvviso, un balzo bruno e
una femmina di capriolo avanza nel folto delle ortiche.
Mi si blocca quasi il respiro e lei
pare lo avverta. Avverte l’elettricità del mio sguardo e di quello di Ariel la
gatta che si è appena accoccolata accanto a me. Si volta più stupita che
impaurita, il manto bagnato dall’umidità delle frasche appena attraversate.
Rapida, quasi senza peso, calpesta
veloce l’erba folta e svanisce dietro alle fronde fitte del nocciolo quasi
fosse fatta d’aria, come i sogni.
Ariel la gatta ha le orecchie
dritte, e lo sguardo attento che non si stacca dalla macchia del nocciolo, io
ho le dita quasi irrigidite attorno al telefonino che non sono riuscita ad
utilizzare per una foto.
Sarà stato vero oppure un sogno
sussurrato da una fata dispettosa?
Ariel la gatta mi guarda come
capisse i miei pensieri e poi rimane lì, fissa sul punto dove il capriolo è appena
svanito, in attesa di vederla ripresentarsi….
Torno al computer quasi a
malincuore, e penso a Sandra, che vive
in una zona simile a questa ed alla quale ho promesso l’invio di una ricetta
per la sua raccolta *Pasta che ti passa*.
Una ricetta semplicissima, quasi
banale, fatta di uova fresche regalatemi da un’amica, del fondo di un sacchetto
di farina di ceci, di poca farina di semola, di un movimento lento e regolare
di due mani che impastano sulla spianatoia e dei ceci secchi fatti rinvenire e
bollire il giorno prima.
I profumi delle erbe fresche
dell’orto che si amalgamano al sapore dei ceci sono un altro regalo della
Natura generosa.
Un piatto semplice, ma gustoso e
gratificante. Una zuppa che ti premia e
ti riconcilia con la giornata.
Una cena, una coccola per chi si
siede al desco a tirare le somme di un’altra giornata, con le corse, gli
impegni, il ritorno a casa…la sensazione di essere al sicuro……
Il costo di questo piatto è senza
dubbio inferiore ai 5 Euro (anche comprando le uova al supermercato…)ma l’appagamento che regala, non ha
prezzo.
Con questa ricetta partecipo al contest
Pasta che ti passa... impastiamo la crisi!!!
ZUPPA DI PATATE E CECI CON
MALTAGLIATI DI FARINA DI CECI.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta:
180 g di farina di ceci
120 g di farina 0
3 uova freschissime
Per la zuppa.
250 g. di ceci lessati
1,5 l. di brodo di verdura
2 patate medie
1 carota grossa
1 gamba di sedano
1 cipollotto fresco grande
5 foglie grandi di salvia
1 rametto di rosmarino
1 spicchio di aglio nuovo
Sale
Pepe
Olio EVO
Setacciare assieme le due farine.
Versarle sulla spianatoia e farne una fontana. Rompere le uova al centro e,
aiutandosi inizialmente con una forchetta, amalgamare gli ingredienti fino ad
ottenere un impasto elastico che riposerà per almeno 30 minuti sotto una
ciotola rovesciata.
Nel frattempo tagliare finemente il
cipollotto, le carote, il sedano, le patate e l’aglio fresco.
Versare in una pentola capace 3
cucchiai di olio EVO, aggiungere la salvia ed il rosmarino, far rosolare il
trito di verdure per qualche minuto.
Bagnare con un mestolo di brodo e
cuocere coperto (allungano via via con il brodo di verdura) fino a che le
patate si saranno quasi disfate (15 minuti circa a fuoco medio con la pentola
coperta con un coperchio.
Aggiungere i ceci e, se necessario,
altro brodo e continuare a cuocere per 10 minuti.
Riprendere la pasta e stendere una
sfoglia non troppo sottile ricavandone delle strisce larghe 4/5 cm.
Tagliare grossolanamente delle
losanghe di pasta e metterle ad asciugare in un vassoio.
Versare la pasta fresca nella zuppa
quasi cotta e far cuocere circa 5 minuti dalla ripresa del bollore.
Aggiustare di sale.
Versare nei piatti fumanti e…..
buona serata a tutti!
Leggendo il libro che la Agnello Hornby ha scritto insiene a Maria Rosario Lazzati, ho imparato che voi lombardi siete maestri di minestre e zuppe e che sapete tirare fuori calde a confortanti zuppe anche da dei banali avanzi. Questa zuppa ne è un esempio bellissimo e buonissimo. Io guardo le vostre zuppe e resto incantata ad immaginarne il calore, il profumo ed il sapore. Io, appartenendo gastronomicamente all'Italia centrale, costruisco più facilmente paste asciutte. Bacio
RispondiEliminaDa bambina non mangiavo volentieri le verdure ma poi mi ci sono appassionata...
EliminaQuesta è una delle tante zuppe che ci coccolano nelle fredde giornate d'inverno.
Comunque anche le zuppe toscane sono buonissime (parliamo della ribollita....PARLIAMONE!)
Baci
Nora
banale? tu la chiami banale una zuppa così?
RispondiEliminano, non c'è niente di banale in cucina, specialmente se fatto con amore come questa zuppa.
mentre leggevo del tuo incontro mattutino con il capriolo mi è venuto in meno Nino, il piccolo capriolo che abbiamo portato a Sasso Marconi la scorsa settimana.
siamo fortunate sai ad abitare in mezzo alla natura, dobbiamo esserne consapevoli tutti i giorni e ringraziare.
io intanto ti ringrazio per la seconda bellissima ricetta: io adoro i ceci e le zuppe, meglio di così non poteva essere e grazie per avermi fatto sentire il calore del fuoco mentre mi dondolavo con te sul dondolo!
Sandra
Grazie Sandra, purtroppo io non ci vivo nella casetta gialla ma è il mio buen retiro, dove mi ricarico dal logorio della vita moderna.
EliminaHo letto di Nino qualche giorno fa e ti ho un po' invidiato....
Sul dondolo poi ci ho allattato Arc .... vicino al calore del fuoco.
Bacioni
Nora
Piccoli regali inaspettati che capitano a chi - come me, come Sandra, come te in vacanza - vive un po' "fuori del mondo".
RispondiEliminaIl "nostro" capriolo aveva preso di mira l'orto di mia suocera e lo scorso anno - complice il freddo intenso di febbraio - si era fatto una bella scorpacciata di broccoletti e verze. Quest'anno non si è fatto vedere: colpa dell'inverno mite o sarà stato vittima di qualche cacciatore?
Bellissima profumata la zuppa!
Claudette
Anche da noi cervi e caprioli mi han distrutto il frutteto ma non ci facciamo caso.
EliminaQuesti *vicini* sono meno devastanti di quelli a due zampe.
Bacioni
Nora
noi però la si viene a mangiare lì la zuppa, insieme al capriolo ed ad Ariel :)
RispondiEliminaGli ospiti al nostro desco sono sempre i benvenuti!
EliminaA presto.
Nora
che meraviglia¨sembra tutto una bellissima fiaba....ma ü una tenerissima realtà.....mi ü sembrato di essere li con te! baci e complimenti per tutto¨
RispondiEliminaTante volte la realtà supera la fiaba. Nella Casetta Gialla quasi sempre!
EliminaBacioni
Nora