E' tornata! O meglio: si è svegliata!!!
Chi?! Ma la Fata del Glicine!
Arriviamo a sera, all'imbrunire e, prima dei colori del suo manto, ci accoglie il suo profumo. Un profumo dolcissimo che stordisce e accarezza i sensi.
Passiamo carichi borse e sfioriamo appena il suo vestito lilla.
Arc bisbiglia: - Mamma, è tornata hai visto?-
Rispondo con il fiatone per le borse che sto trascinando verso l'entrata della Casetta Gialla: - Si, ho visto e sentito il suo profumo che ci saluta. -
Non contento il monello insiste: - Dici che ha scoperto che un uccellino ha fatto il nido nascosto dagli intrecci dei rami?-
Sicuramente l'avrà notato al risveglio, ma potrà sempre chiederglielo domattina quando andrà a salutarla. Le chiederà se la *ballerina* che ha fatto il nido potrà restare al riparo dai rami.
Arc mi guarda di soppiatto, come avessi detto chissà che fesseria.... non riconosce ancora le magie che vedo? Strano!
Ma si, Arc, quell'uccellino era una ballerina di cui si era innamorato un mago cattivo e che, per invidia delle sue movenze aggraziate e perchè si era innamorata di un altro, trasformò.
Pensando di condannarla a finire in bocca a qualche gatto, la trasformò in uccellino ma.... si dimenticò ti far sparire anche la *grazia* dalla ballerina.
Così, questo uccellino minuto, con un piccolo collare di piume bianche attorno al collo, si muove con grazia tra un ramo e l'altro, come se ballasse, ed incanta tutti coloro che la vedono.
Questa ballerina ha trovato rifugio tra i rami contorti della Fata del Glicine. Ha costruito un nido ben riparato, dove un ramo di edera fa da nascondiglio alla nidiata appena dischiusa. Ed ora, per ricompensare la Fata che la protegge e le da asilo, danza tra i rami e tra i sussurri dei fiori lilla.
Non sembra convinto Arc.
Un ultimo sguardo alla sua ombra ormai nel buio della sera, mentre accosto le imposte della camera del mio cucciolo e respiro ancora una boccata di quel profumo.
L'indomani la giornata è bigia, pioviggina e la veste leggera della Fata è un poco appesantita, come le altre foglioline che cominciano a spuntare.
E' più bella con il sole, così maestosa.
Sotto la pioggia si ritrae come intirizzita; la spio dalla finestra mentre all'interno il camino acceso toglie un po' di umidità nella stanza.
Arc è nervoso, gli amichetti che aspettava non sono arrivati e si annoia.
Gironzola in cucina e non sa che fare...e comincia a curiosare tra i quadernetti delle ricette che giacciono sul tavolo.
Ho un'idea: - Che ne dici di far una torta tutto da solo? Così la potrai mangiare in compagnia della Fata questo pomeriggio! -
E' titubante; non sa che fare ma è tentato....
Ok. Deciso per il dolce e scegliamo una vecchissima ricetta trascritta da mia mamma sul quadernino giallo: Ciambella Bolognese. La scrittura è un po' troppo fitta ed Arc ha bisogno di aiuto per decifrarla ma esegue tutto da solo la ricetta di Nonna Ginia.
La forma di Nonna Maria, quella per la ciambella, è perfetta per questa dose e gli zuccherini finiscono sulla torta e sulla tavola (prima) ed in bocca al monello (poi).
Via: si inforna!
Si alzerà? Si gonfierà a dovere? Sarà buona?
Quante domande mi fai Arc! Abbi pazienza! La cucina è pazienza.... anche...
Finalmente è il momento di sfornarla e, aprendo la porta del forno la cucina e la casa tutta si riempie di un profumo di buono, di casa, di calma...ed anche questo è un po' *Magia*.
La poso sul davanzale di pietra a raffreddare e Arc non ha pace finchè non ne taglia un pezzo e lo assaggia.
Corre fuori in giardino perchè è comparso un barlume di sole e dalla finestra lo sbircio, mentre sgranocchia la sua merenda sotto il mantello benevolo della Fata del Glicine.
D'improvviso si ferma. Immobile fissa un punto. Non vedo le labbra ma sono sicuro che sta parlando a qualcuno.
Vedrete che starà salutando la ballerina...magari con qualche briciola di torta.
CIAMBELLA BOLOGNESE DI NONNA GINIA
Accendete il forno a 180° funzione statica.
In una terrina capace impastate la farina con lo zucchero, il burro liquefatto, le uova, il latte, il lievito e la scorza di un limone Bio.
Ungete bene una teglia, cospargetela di farina e versateci la pasta formando una ciambella.
Ungete la superficie con un po' di latte e cospargetela con lo zucchero in granella.
Abbassate il forno a 170° e cuocete per 40 minuti circa. Sfornate il dolce e fate la prova stecchino. Se uscirà asciutto il dolce sarà pronto.
Fate raffreddare. Ottima torta per una merenda, per accompagnare un te o una una tazza di cioccolata.
Ghiacci questi momenti Nora. . . Sono poesia i fiori del glicine, il nido nascosto, il profumo di ma torta casalinga, i nostri figli ancora pronti a stupirsi e a sognare. Un abbraccio, al profumo inebriante di glicine.
RispondiEliminaClaudette
Ghiacci stava per godiamoci . . . Ma sono senza occhiali!
RispondiEliminacomplimenti per questo post delizioso,quei colori del glicine sono divini,la ciambella della nonna è una vera chicca da fare,grazie per tutto
RispondiEliminaIo la preparo ogni tanto e vedo che ha sempre un grandissimo successo nonostante la "povertà" della ricetta!!!
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